Capitolo 43
"E che cazzo!" esclamai. Il più grande gruppo di pupazzi assassini che avessi mai visto in vita mia inseguivano me e Shannon con fare inviperito e omicida, lanciandoci contro coltelli affilati, alcune asce e molti sassi.
"Ora capisco cosa intendeva Hachikakusama con pupazzi pericolosi!" esclamai schivando appena in tempo un coltello costruito con qualche tipo di osso. L'arma affondò in una delle siepi e mi fiondai al corridoio alla mia sinistra per seguire Sharon. "Ma che cazzo me ne frega ora di cosa abbia detto la tizia? Sbrigati a correre, sennò quei cosi ti ammazzano come la mia spalla!" sbottò infuriata, indicando si con un breve gesto del mento la spalla sanguinante, ferita poco prima da un coltello vagante. Non riuscivo ad immaginare il dolore, e notando il viso della mia amica diventare sempre più pallido per il dolore, capì che non volevo saperlo.
"Lucas, sai dove dobbiamo andare?" chiese dopo qualche secondo. "Credo a destra!" dissi. Con uno scatto svoltammo nel corridoio più vicino, colpendo senza riguardo un pupazzo di un coniglio rosso e bianco che aveva avuto la sfortuna di trovarsi sulla nostra strada. Con passi veloci raggiungemmo un bivio, prendendo la destra senza ne pensarci ne dirci niente. Continuiammo così per molti minuti o per molte ore, non era chiaro da quanto tempo eravamo in quel labirinto, ma l'eccitazione ci scorreva così velocemente nel corpo che non eravamo neanche stanchi dopo tutta quella corsa disperata. Almeno fino a quando non ci saremmo fermati e gli effetti della stanchezza si sarebbero fatti sentire. Meglio non fermarsi fino a quando non avremmo superato il traguardo, e a quel punto temetti che saremmo arrivati troppo tardi. Scossò la testa per scacciare quel pensiero molesto e continuai a correre. La fine non doveva essere così lontana, ne ero sicuro.
"Lucas guarda!". La mano di Shannon indicò la fine del corridoio con fare orgoglioso, come una vedetta di una nave che avvista la terra dopo mesi e mesi di viaggio circondo solo acqua dell'oceano. Mi vennero le lacrime agli occhi per l'emozione, e sorridendo a Shannon, superammo l'ultimo tratto con uno sprint finale. Se la nostra prof di ginnastica ci avesse visto in quel momento, sarei sicuro che un bel voto c'è lo avremmo merito senza dubbi.
Con gioia arrivammo finalmente al traguardo, e con la gioia rappresentata da numerosi raggi di luce ad illuminarci la faccia, io e Shannon ci sorridemmo a vicenda mentre riprendevamo fiato. Solo dopo esserci ripresi alzammo lo sguardo, e solo in quel momento capì che i raggi di prima erano molto reali e non un frutto della mia immaginazione: il punto di arrivo era la fine di una caverna, con un palco di legno ad ostruire una grossa fenditura da cui entravano dei raggi bianchi. Sul palco c'erano Hachikakusama e Jason in compagnia di Slenderman e Laughing Jack, mentre il resto delle Creepypasta ci guardava con fare imbarazzato.
"Che sta succedendo?" chiesi con un improvviso malessere alla gola. "Succede che avete perso, miei cari Lucas e Shannon. Siete arrivati per ultimi, quindi niente vincita per voi. Uccideteli pure" disse Laughing Jack dal suo palco. Schioccò le dita e i vari mostri più vicini a noi sorrisero con un improvviso sprazzo di follia in faccia. Capì quanto eravamo spacciati in quel momento e che non saremmo riusciti a sopravvivere con la fortuna che ci aveva accompagnato fino a quel momento.
Afferrai il braccio destro di Shannon e la lanciai verso la breccia della caverna. "Shannon corri!" gridai. Ero consapevole che non c'è l'avremmo fatta e che le Creepypasta ci avrebbero ucciso prima che uno dei due riuscisse ad arrivasse all'entrata, ma mentre mi lanciavo a rotta di collo dietro la mia amica e dando degli spintoni a quegli assassini che una volta adoravo così tanto, non me né importò niente.
Volevo solo sopravvivere a qualsiasi costo. A qualsiasi.
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