Capitolo 36

Urlai spaventata e mi buttai appena in tempo sotto uno dei tavoli, mentre i tentacoli della mia creazione afferrarono il punto in cui mi trovavo io poco prima.

Vidi Lucas difendersi da qualcosa con una sedia, ma da come stava indietreggiando, non stava avendo molto successo. Lo vidi buttare la sedia sul pavimento per poi lanciarsi a rotta di collo verso la porta, ma qualcuno (o qualcosa) lo scaraventò brutalmente contro la parete. Fu orribile sentire lo il rumore secco delle ossa, ma mi buttai senza pensarci due volte a salvare il mio amico appena questo cadde sul pavimento.

Un rivolo di sangue gli scendeva dalla tempia, ma per il resto stava bene. Sospirai di sollievo appena Lucas si rialzò in piedi, ma mi paralizzai nel sentire lo stesso ringhio basso di prima ma questa volta molto vicino a noi. Mi voltai e questa volta, oltre al polpo multicolor, c'era il cane mostro di Lucas che si muoveva con fare minaccioso e non molto carino verso di noi. Da come si muoveva non ci voleva un genio per capire che volesse ucciderci nel miglior modo possibile, e io e Lucas non avevamo neanche un'arma con cui difenderci. Tranne, ovviamente, la fuga. Sperando che i due mostri non ci uccidessero per primi ovviamente.

"Lucas, tu vai a sinistra. Io cerco di evitare il polpo e il tuo cane demone ok?" dissi. Avevo notato che il percorso del mio amico era molto più facile del mio: mentre Lucas doveva correre verso il tavolino più esterno, io dovevo correre sul tavolino in mezzo al cane e al polpo. Non proprio la genialata del secolo, ne ero conscia, ma almeno uno dei due poteva sopravvivere.

Me lo fece notare anche Lucas, ma lo zittì con lo sguardo: zitto e muoviti sennò ti ammazzo io. Ci alzammo entrambi al mio tre, e con passo simultaneo, ci buttammo entrambi nelle direzioni che avevo deciso. Il cane latrò con forza verso il padrone, ma la sua attenzione si posò totalmente sulla preda più vicina, che stava facendo un salto deciso prima su una sedia poi sul tavolo. Feci solo qualche passo prima che il polipo mi afferrasse allo stomaco con i tentacoli, così forte che lanciai un urlo per il dolore lancinante all'addome.

"Dannazione! Ha la presa fortissima!" pensai mentre respiravo a fatica e lacrimavo per il dolore. Provai a muovere le gambe per fargli almeno un po' di male, ma i pochi calci che riceveva lo fecero innervosire ancora di più, insieme al cane che ebbe la bella idea di azzannarmi la caviglia fino all'osso. Lanciai l'urlo più terrificante di sempre, superandolo di molto da quella volta che ero riuscita a rompermi il braccio la prima volta in cui avevo deciso di andare sullo snowboard, tre anni prima.

"Cavolo, che posso fare ora?" pensai. Lucas era appena entrato nella porta d'uscita con facilità, ma dall'altra porta... c'era Jane con Ticcy Toby? I due killer guardavano la scena increduli, ed erano giustamente comprensibile, visto che non è cosa da tutti i giorni vedere una ragazza attaccata da un polpo gigante e da uno sgorbio di cane genericamente modificato. Gli lanciai un aiuto disperato con gli occhi, nel momento esatto in cui Jane stava afferrando la propria arma personale e lanciandola con una precisione micidiale nella testa del cane, che morì dissanguato nel giro di pochi secondi.

Toby invece attaccò il polpo con la propria ascia, riuscendo a tagliare qualche tentacolo prima di essere afferrato per le gambe e ritrovarsi legato e a testa in giù come un salame. "Allora, come va la vita?" chiesi. "Non male: s-se rius-s-s-riusciamo ad uccidere sto c-coso, andrebbe anche me-meg-meglio" rispose Toby. "Jane, un aiuto?" urlai alla ragazza, che stava entrando il coltello dal cane con tutta la dannata calma di questo mondo. Jane si voltò verso di me, ma venne brutalmente colpita da un tentacolo del mostro, e andò a sbattere contro il muro. Sembrava un dejavù, solo che sta volta ero bloccata e non potevo aiutare per niente la ragazza.

"Ok, fa-faccio io" disse Toby con voce fievole. Si alzò quel poco che bastava per mordere il tentacolo che lo teneva bloccato per i piedi, riuscendo a liberarsi e cadendo sul pavimento con un tocco da maestro. Si tuffò sotto una sedia per schivare alcuni tentacoli, poi si rialzò tenendo in mano la sua ascia. "Fatti avanti, b-b-bru-brutto coso!" esclamò vivacemente, prima di saltare prontamente su un tavolo e dirigendosi verso la testa del polpo.

Ci atterrò sopra e ficcò l'ascia nella superficie morbida, ma per poco non cadde quando il mostro iniziò a muovere la testa con rabbia. A quanto pare non adorava avere passeggeri che non poteva tenere d'occhio e stritolare fino alla morte. "Jane! Dove sei?! Non riusciremo a sopravvivere al lungo!" urlai inviperita. Jane decise proprio quel momento per lanciare il proprio coltello nell'occhio destro del polipo, che si agitò ancora di più per l'improvvisa cecità, per poi correre a recuperare il coltello con alcune mosse atletiche e ficcarlo nell'altro occhio sano. Il mostro ruggì per il dolore, ma Toby riuscì a finirlo colpendolo ripetutamente al cervello con l'ascia.

Il mostro cadde a terra ormai morto, e riuscì facilmente a liberarmi dai tentacoli dopo aver respirato per minuti interi. Per sicurezza i due assassini colpirono i tre cuori del polpi e si assicurarono che non avessi qualche tipo di frattura da qualche parte, ma a parte il morso nella caviglia, miracolosamente non avevo nessun'altra ferita grave. E menomale direi.

"Per colpa vostra non vedrò più I polpi nello stesso modo" dissi mentre Jane mi aiutava ad alzarmi. "A me manco piacevano, ma per colpa di Zero... questa è la stanza di Zero, giusto? Ma che stronza! Appena la vedo la strozzo con le mie mani. Ma Lucas dove si è cacciato? Non dirmi che ti ha abbandonato qui da sola?!" esclamò Jane. "No no, l'ho fatto scappare io. Anche se... chissà cosa ci sarà nella prossima stanza" chiesi. "Meglio scoprirlo dopo aver fatto un balzo in infermeria. Forza, muoviti" disse l'assassina.

"Vedete che n-non sen-sent-sentire dolore è u-u-utile?" disse Toby ridendo, ricevendo come risposta un delicato: "Ma vaffanculo".

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