Capitolo 26
I trenta minuti successivi furono i più infernali della mia vita: in confronto venir buttata dallo zio di Lucas dall'aereo in volo senza il conto alla rovescia era stato una semplice passeggiata a questo.
Io e Offenderman attraversammo più di venti ponti diversi costruiti con materiali diversi, e per poco non precipitai (di nuovo) all'interno del fiume di lava, venendo salvata all'ultimo (di nuovo) da Offenderman.
L'ultimo ponte su cui ci trovavamo il quel momento era fatto di ferro e le temperature infernali del luogo avevano reso il metallo incandescente, sciogliendo di conseguenza le suole delle mie scarpe. "Eddai ragazzina, muoviti. Lasciale li le scarpe" disse Offenderman con tono svogliato. Per lui era facile visto che si era teletrasportato dall'altra parte del ponte con gli scarponcini di pelle nera incolumi. Io invece ero completamente bloccata nel bel mezzo del ponte e con diavolo che mi sarei tolta quello che restava delle mie Adidas.
"Non posso! Se me le tolgo mi brucio i piedi!" esclamai testarda. Sentii la Creepypasta sospirare innervosito, per poi trovarmelo dietro le spalle nel giro di un secondo. Sentì che mi afferrava da sotto le ascelle per alzarmi quel poco dalle scarpe sciolte, e dopo un'altro secondo mi trovai al sicuro sulla colonna di terra nelle braccia di Offenderman. Non so perché ma avevo la sensazione che si divertisse nel farlo.
Iniziai ad agitarmi e la Creepypasta mi fece cadere a terra brutalmente. Mi alzai mentre mi massaggiavo il fondoschiena. "Allora ragazzina: non possiamo continuare a vagare così senza una metà. Se quello stronzo di clown ha creato questo posto, deve aver creato anche un'uscita contorta" rifletté Offenderman ad alta voce.
"Ah beh , sarà facilissimo allora: cercare di analizzare una mente contorta deve essere facilissimo" dissi con tono ironico. Offenderman mi "osservò" in malo modo e scosse la testa. "Voi femmine siete così..." borbottò. Non finì la frase e osservò con finto interesse la vorace sotto di noi. "Noi femmine siamo che cosa?" dissi curiosa.
Offenderman non rispose: guardava con improvviso interesse la massa centrale di lava e capii che aveva capito qualcosa. "Che c'è?" chiesi avvicinandomi. Offenderman mi indicò un punto impreciso nella lava e disse: "Quel sociopatico di un clown sarebbe così contorto da nascondere l'uscita sotto i nostri occhi".
Lo guardai perplessa. "E come lo raggiungiamo?" chiesi. "Ovvio, con questo" rispose.
Prima che facessi in tempo a cosa si stesse riferendo, mi afferrò per un braccio e un attimo dopo mi ritrovai sopra la lava. Un attimo dopo stavo cadendo verso di essa, urlando come una pazza.
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