Capitolo 15

-Ehi Lucas! Lucas!-; -Che c'è Shannon?-; -Non avevi detto che Zelda era anche per un pubblico di bambini?-; -Si perché?-; -Allora perché gli autori perché hanno messo una luna assatanata nel gioco?-; -Ah bho- ; -Wow Lucas, ma che bella risposta-_-

Guardai inorridita l'enorme luna dal sorriso psicopatico comparire nel cielo notturno. Aveva gli occhi iniettati di sangue e le venature sulla superficie erano molto differenti dai "mari" lunari: enormi solchi profondi e lunghi, di un nero così profondo da sembrare l'inchiostro nero delle penne che usavo di solito nelle verifiche di matematica.

"Ma che?! Lucas, che sarebbe?!" urlai al mio amico con tono stridulo. "É la luna malvagia di uno dei giochi di Legend of Zelda, ma non so come mai è qui!" esclamò Lucas con tono agitato. "Intendi il suo animaletto domestico! Ben aveva hackerato uno dei Cd di Majora Mask e ora lo usa come arma, ma non pensavo che l'avrebbe usata contro di noi" disse Trenderman con voce seccata.

"Ci pensiamo dopo a picchiare Ben, ora corriamo verso l'uscita prima che quella luna si schianti a terra ammazzandoci tutti!" disse E.J. "Perché, quella luna potrebbe schiantarsi?! LUCAS!" sbottai con voce isterica. "Shannon, ti spiego dopo. ORA CORRI!" urlò Lucas.

Tutti e quattro iniziammo a correre a perdifiato verso le rocce, dove le diverse persone raggruppate lì vicino si precipitavo anche loro verso l'uscita.

Con la coda dell'occhio notai alla mia destra Jeff e Smile Dog correre come dei disperati, saltando sui ceppi e alberi caduti con la stessa facilità con cui facevo colazione la mattina. Più indietro notai Masky e Offenderman sparire all'improvviso da dietro un giovane cedro e comparire vicino all'uscita nel giro di un secondo. Maledetto teletrasporto.

Alla mia sinistra spuntarono all'improvviso Splendorman e il giullare, che con fiato affannato tenevano in braccio Sally e un gatto dal sorriso inquietante. A quanto pare dovevano averle afferrate poco prima nella loro corsa disperata per aiutarle a salvarsi da morte certa.

Mi facevano male i muscoli delle gambe e i fianchi mi bruciavano come non mai, con la gola che mi si stringeva dalla paura tanto da farmi male. Avevo il fiato corto, e come se non bastasse la luna inquietante si stava avvicinando con velocità preoccupante al suolo. Era così vicino che l'atmosfera attorno alla sua superficie si stava colorando pian piano di rosso.

Guardai l'uscita: era a poco più di un metro di distanza da me, e mi spronai mentalmente di andare più veloce.

Intorno a me si sentiva un odore di bruciato orribile, peggio della carne arrostita, ma di catrame e di circuiti fusi. Le gambe stavano urlando di fermarmi un secondo, così come i miei polmoni, così da riprendere fiato. Ma sapevo che se li avessi ascoltati sarei morta.

L'uscita era davanti a me. "Cinque passi, posso farcela. Devo farcela!" pensai furiosamente mentre con un ultimo sforzo mi lanciavo in avanti.

E in quel momento il mondo intorno a me esplose.

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