Capitolo 12
-Maledetto Launghig Jack e maledetto Ben-; -Tutto bene Shannon? Gli effetti psicologici di Ben sono comparsi ora?-; - In realtà c'è un motivo se lancio maledizione a caso: ripensandoci, sai che casino ci hanno fatto passare questi due per motivi diversi?- ; -Anche Jeff ci ha fatto passare diversi casini se è per questo-, - Almeno non ci ha fatto impazzire così come Ben-; -Vero-
"Quindi questo è Zelda? Dobbiamo giocare come l'ultima partita?" chiesi a Lucas con voce sconfitta. L'ultima volta che Lucas aveva provato a farmi giocare ad una partita su un qualche capitolo della saga di Zelda, la cosa era finita con me che scleravo perché non riuscivo ad andare avanti con una battaglia e quel disgraziato non voleva aiutarmi in nessun modo.
-Bei tempi quelli-, -Per te intendi dire-
"Be, in realtà non credo che dovremo fare qualche battaglia perché siamo palesemente in battaglia, e non credo che un ramo possa salvarci" replicò Lucas in tono divertito. "I rami sono utili" dissi ridendo.
"L'unica cosa che vi serve per sopravvivere è una statuetta d'oro. La prossima volta cercate di trovarla prima che Slenderman vi uccida" disse Jeff. Ci stava seguendo con un sorriso non proprio rassicurante, e mi chiesi se nel suo repertorio c'è ne fossero altri oltre a quello dello psicopatico. "Se tu non avessi nascosto le pagine sarebbe stato anche meglio" dissi con tono provocatorio. Non sapevo da dove era uscito tutto quel coraggio, ma mi aveva già stufato di molto. Ed eravamo solo alla seconda prova, meglio stare attenti con lui.
"E chi lo dice che sono stato io? Può essere stato benissimo Smile" disse l'assassino indicando il cane con tono arrogante. Smile Dog lo fissò malissimo.
"Facile vincere facile, vero Jeff? Che ne dici, cerchiamo di giocare pulito o ti darai fuoco di nuovo?!" sbottò la voce di Jane da qualche parte dietro di noi, interrompendo bruscamente la risata del killer. Il ragazzo se ne andò con Smile Dog alla calcagna, borbottando tra se e se maledizioni e commenti non poco carini verso Jane. Invece io la ringrazia mentalmente per averci "salvato" da lui, anche se poteva benissimo vendicarsi in seguito e forse anche in seguito.
-come Chloe-; - Già, proprio come Chloe-
Arrivammo finalmente nella stanza allestita alla Zelda. Al contrario delle mie aspettative , che includevano alberi radicati al cielo e cavalli che correvano al contrario, non c'era niente di anomalo: era una semplice foresta vergine puppulata da assassini e mostri.
Laughing Jack, in compagnia di Ben e della infermiera zombie (si chiama Nurse Ann, ignorante!) , teneva in mano una pistola a salve, che avevo visto tante volte nelle gare di piscina, e nell'altra un megafono. Usò quest'ultimo per annunciare che la gara sarebbe iniziata tra un minuto e che dovevamo sbrigarci a metterci sulla linea di inizio, in modo di essere in tempo per le altre gare.
Laughing Jack ci osservò con sguardo freddo mentre ci mettevamo in riga, e fece partire la pistola a salve subito dopo.
Io e Lucas scattammo in avanti e segui il mio amico verso una cascata in lontananza. Sapevo cosa pensava di fare: quando l'anno prima, per un progetto ambientale creato dal nostro prof di scienze, avevamo passato l'intero weekend a ripulire un fiume da spazzatura e rami vari. Avevamo trovato diversi oggetti interessanti oltre alle composizioni di spazzatura, tra cui una vecchia moneta in argento e un album da disegno ormai bagnato fradicio. Quindi, seguendo lo stesso ragionamento, avremmo potuto trovare una statuetta di Ben anche lì.
-che geni che siamo-; -Vero, in realtà dovremmo ringraziare anche la prof se ci ha aiutato con questa sfida-; -Allora tu continua a raccontare la storia, io vado a scrivergli una e-mail di ringraziamenti-
La cascata si trovava tra una rientranza tra due rocce e terminava in una piccola piscina naturale. Sul fondale, tra i ciottoli grigi e delle alghe verde scuro, risplendeva una piccola statua d'oro grande quanto una mano. Io e Lucas non credettemmo a quella improvvisa fortuna, e infatti recuperammo la statua solo dopo aver controllato che non ci fossero trappole in giro.
Solo che quella che pensammo fosse una statuetta era in realtà un cadavere di un bambino morto, che iniziò ad urlare con tutta l'aria che aveva in corpo appena lo tirammo fuori dall'acqua.
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