Cap. 7
Dopo che anche mia mamma si fu accertata che Miranda e Jason stessero bene, mi indicò il parcheggio, lasciandomi intendere che mi avrebbe aspettato fuori. Io rimasi lì per un po', a guardarla camminare, lentamente, verso la macchina. Lei sapeva di me e Alex, per me la sua figura era fondamentale. Oltre ad essere mia madre, un'ottima madre.. beh, lei era anche la mia migliore amica. E per quanto strano questo possa sembrare, non so come avrei fatto senza di lei. Davvero, è stata la mia psicologa, offrendomi il suo ascolto e i suoi consigli completamente gratis.
"Ehi" tornai piano alla realtà quando la sua voce mi scosse.
"Ehi" risposi voltandomi, sorridendo e fissando i suoi splendidi occhi castani. Lui non era straordinariamente bello. Voglio dire, non era Lucas, né un fotomodello. Ma c'era una luce innata in lui. Il suo carisma, le sue movenze, perfino i suoi tratti perfettamente regolari ai miei occhi erano molto più che questo. Alex era fantastico e, come nessun altro prima di lui, era riuscito a farmi innamorare.
"Volevo ringraziarti. Sai, per oggi. Non mi aspettavo che venissi" mi disse piano, facendo un tiro con la sigaretta appena accesa. Quelle parole mi colpirono, non me le aspettavo, così rimasi a guardarlo ipnotizzata per un po', mentre inspirava e sbuffava via nuvolette di fumo pronte a dissolversi nell'aria. "per me significa molto." concluse, guardandomi intensamente negli occhi.
"Davvero credevi che non sarei venuta? Sai bene quanto siate importanti per me" ribattei, mentre sul finire della frase la voce iniziava ad abbassarsi un po', così come il mio sguardo, che finì per posarsi a terra.
"Lo so." sapevo bene che mi stava guardando, così come sapevo che stava sorridendo. Sorrisi lievemente anche io, incapace di trattenermi. "Mi ha fatto bene rivederti" sussurró poi. Io deglutii pesantemente e alzai gli occhi. Era sincero.
"Anche a me" risposi piano. Forse non avrei dovuto dirglielo, forse non mi sarei dovuta sbilanciare, ma alla fine che importanza poteva avere? In quel momento non c'era nulla di più giusto per completare quella scena perfetta. Mi era mancato, ed era la verità. Per qualche secondo lasciammo che fossero i nostri sorrisi a continuare quella tacita conversazione, poi però la sua sigaretta finì e il mio stomaco iniziò a brontolare. Mamma mi aspettava in macchina e non mi andava di farla aspettare per un'eternità. Lanciai uno sguardo fugace nella sua direzione, e lui capì.
"Beh, credo si sia fatto tardi." disse, seguendo il mio sguardo.
"Già.. che farai ora?"
"Resto qui. Pomeriggio viene mia zia, ormai la aspetto e vedo come si sentono i miei"
"D'accordo. Fammi sapere, okay?"
"Si, si tranquilla." gli sfuggì una piccola risata, probabilmente esasperato dalla mia preoccupazione. Si fermò a guardarmi con un mezzo sorriso e aprì la bocca come a voler dire qualcosa. Poi però ci ripensò e quelle parole non dette scivolarono silenziose nell'aria, stendendo un velo di malinconia tutt'intorno a noi. "Ciao" mi disse alla fine, abbracciandomi. Ricambiai stringendolo forte, quasi a immortalare quel momento nella memoria, per quando fosse arrivata la nostalgia.
"Ciao" sussurrai dopo un po', per poi incamminarmi verso il parcheggio ormai quasi spoglio.
**************
Anche al ritorno io e mamma non parlammo un granché. Eravamo ancora scosse, e non c'era molto da dire. Io non avrei saputo come iniziare la conversazione, lei probabilmente aveva mille domande per la testa, ma sapevo che, almeno per ora, non me ne avrebbe fatta nessuna. Guidava silenziosa, scrutando la strada dinanzi a sé. Mi concessi qualche minuto per posare lo sguardo su di lei, notando quanto giovane sembrasse. Voluminosi ricci ramati le incorniciavano il viso rotondo donandole un'aria sbarazzina. Anche gli occhi, adornati da una lieve passata di mascara erano quasi come quelli di un'adolescente. Solo qualche lieve increspatura agli angoli della bocca rivelava la sua età. Eravamo simili e al contempo diametralmente opposte. Lei era una persona dinamica, solare, estroversa al massimo livello. Non esitava a chiacchierare con chiunque, stringendo amicizia un po' con tutti. Io invece ero più timida, più riservata e forse meno espansiva. Mi concedevo di liberarmi dai miei freni inibitori solo con alcune persone, anche se forse avrei dovuto smussare questa parte del mio carattere e cercare di prendere esempio da lei. In qualche modo, però, riusciamo ad andare d'accordo, salvo qualche piccola discussione sulle faccende domestiche. In quel momento si voltò, probabilmente sentendosi osservata. Io le sorrisi, e lei ricambiò.
"Allora.. come stai?" mi chiese subito dopo. La strada era ancora lunga, e quel silenzio stava infastidendo un po' anche me.
"Sto" risposi semplicemente. Non sapevo cosa dire, non avevo idea di come mi sentissi realmente. Stavo bene? Si. Stavo male? Forse pure. Erano troppe emozioni nell'arco di una semplice mattinata, e non ero sicura di poterle digerire a dovere.
"Sono davvero contenta che Miranda e Jason stiano bene. Non sai quanto mi sono preoccupata stamattina, nel ricevere quella telefonata.." continuò lei, stringendo lievemente le mani sul volante, mentre sospirava piano.
"Già.. ci hanno davvero fatto prendere un brutto spavento." assentii, sorridendo per smorzare un po' quella brutta sensazione.
"E con Alex?" eccola la domanda che voleva farmi da quando siamo entrate in macchina! Me l'aspettavo, sapevo che me l'avrebbe chiesto, ma, ancora una volta, non sapevo come risponderle.
"Con Alex cosa?" temporeggiai.
"Oggi avete parlato."
"Si"
"E..?" incalzò lei, curiosa come una bambina di cinque anni.
"E niente mamma, abbiamo semplicemente parlato, gli ho tenuto compagnia e ho cercato di stargli vicino visto la situazione." risposi divertita. Poi però dopo un attimo di pausa mi ritrovai a dirle quello che più mi era rimasto impresso. "Mi ha detto che gli ha fatto bene rivedermi" buttai lì, così, a caso, quelle parole che in un attimo ci fecero rischiare di avere un incidente. La mamma, infatti, presa alla sprovvista, stava per perdere il controllo dell'auto, facendomi prendere un infarto. "Mamma, porca miseria stai attenta!" quasi urlai in preda al panico. Fortunatamente fu poco più che una sbandata, e non so grazie a quale angelo custode non siamo andate a schiantarci contro il muro.
"E me lo dici così, senza preavviso?!" sbottò lei, come se avessi detto chissà quale assurdità.
"Mamma non è niente di che.." cercai di minimizzare, consapevole però che quel niente di che per me era molto di più.
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