Cap. 14

Dopo aver finito di sistemarci nella nostra lussuosissima stanza, io e Sarah decidemmo di scendere sotto e affrontare la realtà delle cose: non aveva alcun senso ostentare il comportamento infantile che avevamo assunto pochi minuti prima. Trovammo i ragazzi che chiacchieravano amabilmente in salotto, ridendo ogni tanto. Pablo aveva steso la tovaglia sulla tavola, considerato il fatto che era quasi ora di pranzo, e d'istinto iniziai ad aiutarlo, lasciandomi istruire dal padrone di casa riguardo la posizione di tovaglioli, posate e quant'altro. Tutto sommato la cucina non era poi così grande, o almeno, non come le altre stanze. Senza perdere quel tocco di stile che contraddistingueva tutta la casa, riusciva ad essere accogliente e graziosa, al pari del resto. 

"E allora.. com'è che vi conoscete?" eccola lì, la domanda clou! 

"Andiamo a scuola insieme" fu la candida risposta immediata di Sarah, con un tono ingenuo che non le si addiceva per niente. 

"Tutti e quattro?" Mi chiesi se si fosse accorto di aver sollevato un sopracciglio, o se fosse stato un gesto completamente involontario. 

"Beh, si" stavolta fu Giulio a prendere la parola, incrociando lo sguardo di Sarah, che immediatamente si lasciò scappare un sorriso con un velo di.. malizia? Non capirò mai la mia migliore amica. 

"Classi diverse" completò Alex. 

"Oh" si limitó a rispondere lui. Iniziammo allora a preoccuparci del pranzo, a cosa avremmo ordinato, assolutamente convinti che non ci fosse nulla di pronto. E invece ci sbagliavamo. Con un gesto fluido e un sorriso indulgente Pablo aprí il forno, mostrandoci la deliziosa pietanza che aveva preparato con tanta dedizione. Senza saperlo aveva appena cucinato ció che piú amavo: pollo al forno e patate. Un sorriso m'irradió il volto e corsi con lo sguardo a cercare il suo.

"È.. è il mio piatto preferito!" Sembravo una bambina. Ma non mi importava. Dico, stiamo parlando di cibo!
Lui rise scompigliandomi i capelli.

"Lo immaginavo" aggiunse avvicinandosi pericolosamente, sussurrando in modo da farsi sentire solo da me. Ero giá in estasi con quegli occhi azzurri cosí vicini quando mi fece l'occhiolino. Okay, dovevo solo stare attenta a non perdere il controllo.

Il suo sguardo si bloccó nel mio, provocandomi una serie di sensazioni diverse e contrastanti. Per un attimo pensai di essermi persa in quell'oceano blu, poi mi fece l'occhiolino. Mi ripresi a malincuore, anche se sarei rimasta a guardarlo per ore, e sorrisi, prendendo posto a tavola. Avevo come il presentimento che sarebbe stata una lunga estate. 

*-*-*-*-*-*-*-*

"Allora, ti piace qui?" Eravamo a bordo piscina, con le gambe immerse in quell'acqua cristallina e fresca, lasciandoci coccolare dalla brezza leggera e dal canto delle rondini lì vicine. Il sole alto nel cielo turchese senza l'ombra d'una nuvola sembrava guardarci e sorriderci. Era tutto magnifico. 

"È semplicemente stupendo" Pablo rise per un po', e io mi voltai a guardarlo. Era così bello sotto i raggi del sole. Voglio dire, anche all'ombra era bello, di una bellezza sconcertante, ma il sole che gli schiariva i capelli, gli illuminava gli occhi e accentuava il bianco del suo sorriso.. beh, rasentava la perfezione. Sarah, poco più lontano da noi, stava ridendo con Giulio, cercando di non farsi buttare in piscina. C'era allegria nell'aria, divertimento e una nota di leggerezza. Doveva essere questa la vera essenza dell'estate.
Solo dopo un po' mi accorsi di essere rimasta a fissarlo per un attimo un po' troppo lungo. Lui, senza smettere di sorridere, dedicò la sua attenzione ai miei capelli, portandone una ciocca dietro l'orecchio. E in effetti era un momento anche abbastanza romantico. Per un attimo quasi mi aspettai un bacio. Mi guardò a lungo, intensamente. Si, sembrava tutto perfetto per un bacio. Si avvicinò piano a me, finché non ci furono solo pochi centimetri tra di noi. Riuscii a sentire una sorta di scarica elettrica, completamente in estasi per via di quella vicinanza improvvisa. Wow, che effetto che mi faceva uno sconosciuto. Poi però accadde qualcosa di totalmente inaspettato. Lui mi sorrise ammiccante e portò in fretta le sue mani ai miei fianchi, iniziando a farmi il solletico. Immediatamente iniziai a ridere come una matta e lui ne approfittò per buttarmi in acqua e buttarsi subito dopo di me. Decisamente non me lo aspettavo. Però non riuscivo a smettere di ridere. Come due bambini iniziammo a schizzarci l'acqua a vicenda, ridendo fino alle lacrime. Mi dimenticai completamente di tutto il resto, di Sarah e Giulio che probabilmente ci stavano osservando, di Alex, di tutto il mondo. Ero così felice, niente avrebbe potuto scalfire quella gioia. 
Mi accorsi che Pablo aveva una collana attorno al collo. Era semplicissima, una catenina d'argento e un ciondolo con su scritto probabilmente il suo nome. Mi avvicinai a lui, eliminando ogni distanza. Lui parve sorpreso di questa mia mossa. Io allora mi gettai tra le sue braccia, abbracciandolo, godendomi il contatto con il suo corpo perfetto. Lui ricambiò confuso l'abbraccio e io ne approfittai per staccargli la collana. Quando si accorse del trucchetto era troppo tardi. Si mise a ridere e tentò di riacciuffarmi, ma io sgusciai via dalle sue braccia a malincuore e iniziai a correre. 

"Vedi che ti prendo!" quella frase mi fece ridere ancora più forte, ed entrai in casa, cercando di sfuggirgli. Andai in cucina, la stanza più vicina. Mi appoggiai al bancone senza fiato e dopo qualche secondo arrivò lui in tutto il suo splendore. Dio, avevo dimenticato a cosa andavo incontro sfidandolo. A petto nudo, con i suoi spettacolari addominali ben in vista, i capelli bagnati che gli facevano cadere piccole gocce d'acqua addosso e quel sorriso capace di destabilizzarmi. Aveva un che di divertito e uno sguardo fintamente minaccioso. "Ridammela" mi disse perentorio, senza però smettere di sorridere. 

"Altrimenti?" chiesi sollevando un sopracciglio con un pizzico di malizia. 

"Altrimenti mi costringi a venire lì a farti il solletico" amavo questo gioco. Forse perchè in parte mi minacciava di qualcosa che in realtà volevo. Presi la catenina, facendogliela oscillare davanti agli occhi, ma quando provò a prenderla me la misi dietro la schiena, divertita. Allora lui si avvicinò e, come promesso iniziò a farmi il solletico. Eravamo entrambi in costume, e il contatto delle sue mani sui miei fianchi nudi mi provocò di nuovo quella scarica elettrica che avevo sentito poco prima. Io però continuai a tenere la catenina dietro la schiena, impedendogli di raggiungerla. 

"A quanto pare il solletico non funziona.. dovrò provare qualcos'altro" quando smisi di ridere mi resi conto di quanto alto fosse rispetto a me. Mi soffermai per un attimo su quei muscoli, quanto doveva essere bello stare tra le sue braccia... Era vicinissimo, quasi ci toccavamo, le sue mani ancora sui miei fianchi. Lo guardai negli occhi, riscontrandoci lo stesso divertimento che provavo io. Solo che in questo momento mi stava distraendo. Piano piano le sue mani si mossero dai miei fianchi, scivolando lente dietro la schiena, pericolosamente vicine alle mie mani che stringevano la sua collana. Quel piccolo movimento ci fece avvicinare ancora di più e ora potevo sentire il suo profumo, l'acqua che gli gocciolava addosso che ora gocciolava anche addosso a me, il suo corpo che aderiva perfettamente al mio. I suoi occhi si posarono veloci prima sui miei per poi cadere sulla mie labbra rosse. Me le morsi del tutto involontariamente, mentre le mie mani iniziavano a distendersi, quasi scordandosi dell'oggetto che aveva causato quella situazione. Quella bellissima situazione. Unì la fronte alla mia delicatamente, continuando a fissare le mie labbra. Poi si avvicinò al mio orecchio. 

"Che dici, ti ho convinto a restituirmela?" la sua voce era bassa, roca ed estremamente sensuale. Strofinava il suo naso contro il mio lobo facendomi quasi perdere il controllo. Non so con quale coraggio riuscii a continuare il giochetto. 

"Non ancora" mi sentii rispondere. Lui allora portò una mano alla mia guancia, accarezzandola lentamente. Eravamo così vicini che sarebbe bastato muoverci di un millimetro per baciarci. Spostai una mano libera sul suo petto, godendomi quel momento magico. E giuro che era davvero un momento perfetto. Quando finalmente le sue labbra stavano per posarsi sulle mie però un colpo di tosse ci fece girare.

"Interrompo qualcosa?" 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top