Cap. 12
Qualche giorno dopo mi ritrovavo in aeroporto, trasportando una valigia più pesante di me e ascoltando distrattamente le raccomandazioni che mi stavano facendo i miei. Non mi sembrava ancora vero, Tenerife! Ero contenta di aver avuto questa opportunità, avevo sempre amato la Spagna e quel viaggio per me significava molto. Era una chance per rilassarmi dopo un duro anno di lavoro, staccare la spina. In più Sarah mi aveva parlato molto bene di suo cugino, ero davvero curiosa di conoscerlo. Salutai i miei genitori, abbracciandoli e promettendo loro che mi sarei comportata bene e che avrei telefonato spesso. Poi, con un sorriso a trentadue denti, afferrai la mano della mia migliore amica e superammo il check in, sparendo tra le porte trasparenti di quell'aeroporto infinito. Pochi minuti dopo stavamo volando.
"Vale, non posso crederci! Siamo giá in volo!" Non riuscii a non farmi scappare un gridolino di gioia. Ero con una delle mie persone preferite sulla faccia della terra, in viaggio verso la felicità. Era un concetto strano anche per me, ma mi piaceva credere che quel biglietto aereo ci avesse assicurato anche qualcosa di più che una semplice vacanza all'estero.
"Già!" Risposi con un sorriso euforico, giocando con le ciocche dei miei capelli bruni.
Inizialmente avevo sottovalutato il fatto che un aereo dovesse sollevarsi da terra. E volare. E non nascondo che è stato abbastanza traumatico. Certo, c'ero stata qualche altra volta, ma ero ancora molto piccola e non ricordavo quasi niente.
A differenza mia, Sarah sembrava molto rilassata, anzi, divertita. Io tremavo come una foglia.
Quando peró ho visto quanto belle fossero le nuvole da vicino persi ogni timore e semplicemente mi lasciai andare, assaporando ogni secondo di quel viaggio.
Devo ammettere che tutto sommato, passato il decollo e qualche vuoto d'aria che mi fece venire qualche infarto, viaggiare in aereo aveva un che di rilassante. Nessuno urlava, c'era calma e ci si poteva perdere facilmente in pensieri vari. Per una mezz'oretta buona restai a parlare con la mia migliore amica. Poi peró lei si mise le cuffiette guardando i soffici batuffoli di cotone fuori dal finestrino, io presi il mio libro. Lessi un po', per poi addormentarmi.
Non so per quanto tempo dormii. So solo che quando mi svegliarono giá molti passeggeri erano scesi. Guardai Sara che mi fece l'occhiolino, mi tirai a sedere e realizzai in meno di un secondo ció che stava realmente accadendo: ero a Tenerife!
Saltai su, prendendo le borse, mentre la mia compagna d'avventure rideva sommessamente.
Ci precipitammo fuori e raccolsimo le nostre valigie.
Vissi quei momenti, per la seconda volta nel giro di una settimana, come se fossi una spettatrice di una vita altrui. Un po' come vivere attraverso gli occhi di qualcun altro, tutto troppo bello per essere vero. Quasi un film, o una storia direi.
"Pablo!" urlò Sarah, scattando come una molla nel cuore dell'areoporto, lasciandomi le valigie. Quel gesto tanto inatteso attirò la mia attenzione e mi voltai cercando di capire cosa stesse succedendo, tuffandomi con lo sguardo in mezzo alla folla. Dopo qualche secondo la vidi abbracciare con affetto un ragazzo molto alto, che intuii essere il cugino di cui tanto mi aveva parlato. Quando finalmente si staccarono, lei si scostò e i miei occhi si trovarono davanti un oceano azzurro, di un azzurro meraviglioso, profondo e infinito. Un ragazzo bello, muscoloso e abbronzato si stava avvicinando a me. Aveva dei capelli corti e scuri, e un sorriso che era la fine. Indossava una maglietta a maniche corte bianca, che faceva risaltare il colorito color caffé della sua pelle, mentre dei jeans gli fasciavano le gambe. Quel ragazzo era semplicemente la perfezione.
"Buenos días, señorita!" Oddio, la sua voce. Se fossi stata quel tipo di persona che crede al colpo di fulmine avrei immediatamente perso il controllo. Ma per mia fortuna non era questo il caso. Ció non tolse che la sua voce era oro liquido, dolce musica per le orecchie. Sentii lo sguardo di Sarah addosso, mentre sorrideva compiaciuta.
"Hola" balbettai di ritorno, senza poter nascondere un sorriso. Troppa bellezza per restare impassibili.
"Sono Pablo, il cugino di questa birbantella" fece una pausa guardando con affetto sua cugina, "encantado" disse poi con fare sensuale, eseguendo un perfetto baciamano. Forse soffermandosi un attimo in piú a osservarmi. Dio, che occhi.
"Sono Valerie" dissi cercando di mantenere la voce ferma sotto quello sguardo cosí profondo.
"Nonché la mia migliore amica" sottolineò Sarah sorridendo beffarda, notando il mio imbarazzo.
"Sarà un piacere avervi come ospiti a casa mia, mi casa es su casa" rispose senza smettere di sorridere, sfoderando un occhiolino che mi lasciò senza parole. Sarah non sembrava far caso al mio atteggiamento e si mise a chiacchierare amabilmente col cugino, mentre mi aiutava a trasportare le valigie.
Lo seguimmo fino al parcheggio, dove si fermò di fronte ad una splendida Dacia color fuoco: la sua macchina. Il ragazzo aveva stile. Salii avanti, mentre Sarah preferì accomodarsi dietro. Durante il tragitto raccontò qualche simpatico aneddoto dell'infanzia della mia migliore amica che sconoscevo, facendomi ridere. Poi iniziò a spiegarmi come fosse strutturata la villa: esternamente c'era il giardino e la piscina, contornata da un vastissimo cortile. La casa era molto grande, aveva moltissime stanze e ci aveva accennato che ci sarebbero stati altri due coinquilini. Qualora la cosa ci avesse infastidito, avrebbero benissimo potuto alloggiare nella piccola residenza che affacciava sulla piscina. Le due case ad ogni modo erano facilmente raggiungibili, dunque per qualsiasi problema avremmo potuto chiedere a lui. Era davvero molto disponibile e gentile. Onestamente ci stavo provando, ma non riuscivo a vedere alcun lato negativo in lui.
Dopo una decina di minuti raggiungemmo casa El Sol. Era davvero enorme, Pablo non esagerava affatto: quella casa era semplicemente uno spettacolo. Un elegante cancelletto lavorato in ferro era socchiuso, per poi continuare in un vialetto che si addentrava tra gli alberi e i cespugli perfettamente curati. Un profumo inebriante di rose ci investí, dandoci il benvenuto. Man mano che camminavamo, il sole che filtrava tra le foglie creava delle ombre piacevolissime alla vista, rendendo tutto quasi come una favola. Pian piano intravedemmo la casa, una splendida struttura tinta in bianco e giallo tenue, colori che le conferivano una luce unica. Dei finissimi balconi s'affacciavano dai piani superiori, dai quali pendevano fiori e piante colorate. La piscina, giusto ai piedi della casa, era grandissima, con un'acqua cosí cristallina da far venir voglia di tuffarcisi subito.
"Che ve ne pare?"
"Semplicemente... incantevole" risposi senza pensarci due volte. Ero onestamente meravigliata da tanta perfezione. Dalla casa al padrone.
E allora lui rise. Una risata cosí cristallina e limpida, quasi piú dell'acqua.
Entrammo in casa, notando un meraviglioso ingresso con tanto di attaccapanni in legno, un grosso specchio a figura intera con una cornice dorata e un mobiletto in mogano, sul quale Pablo appoggió le chiavi di casa. L'interno rispecchiava la bellezza esterna. Un salone confortevole con due divani bianchi e un caminetto invitavano a sedercisi, una cucina e altre due camere vi si trovavano a lato. Delle scale a chiocciola salivano al piano superiore, dove probabilmente c'erano le camere da letto.
Si sentivano dei rumori dalla camera di sopra e Sarah guardó di traverso il cugino. Pablo allora schiarendosi la voce ci disse:
"Vi ricordate che vi avevo avvertite che ci sarebbero stati due coinquilini? Hanno prenotato la casa su internet, sono arrivati giusto due ore prima di voi. Mi farebbe piacere presentarveli, sembrano simpatici. E no, Sarah, non guardarmi in quel modo, non sono una coppia" sollevó gli occhi al cielo facendoci scoppiare a ridere.
D'improvviso una porta si aprí. Troppo impegnata ad osservare i quadri appesi ai muri e i vari ninnoli non mi voltai.
"Oh, eccovi! Stavo giusto parlando di voi." Sentii Pablo dire alle mie spalle.
"Piacere di conosc-" mi voltai sorridendo, pronta a presentarmi, quando una figura mi fece pietrificare. Non potevo crederci. Doveva essere uno scherzo, uno scherzo di pessimo gusto.
***Angolo Autrice***
Ciao a tuttiiii! Come state?
NON ANDATE VIA! xD
Ce n'è voluto di tempo, ma eccomi qui con un nuovo capitolo☆
Che ve ne pare?
Vi è piaciuto il "colpo di scena"?
Vi ho incuriositi con Pablo?
Spero veramente di si, perchè io credo di essermi presa una cotta solo a immaginare un personaggio cosí! Ahahahhh
A parte gli scherzi... potrei avere un volto per i personaggi... che ne dite, faccio il cast? Avete qualche idea o suggerimenti? Li accolgo tutti con piacere :D
Fatevi sentire! ;)
Un bacio, al prossimo capitoloooo!
Luna♡
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