La partita (parte II)
-Hai avuto lo stesso comportamento, l' anno scorso...sai in quale periodo?- lei si limitò a fissarla –Nel periodo in cui stavi insieme a...-
Vera sgranò gli occhi e interruppe subito l' amica –Non dirlo-
-Forse eri meno acida...-
Lei incominciò a scuotere la testa -Ti prego, non dirlo. Non è vero-
-Smettila di tormentarti le mani Vera e non mentire a te stessa!-
-E' un' assoluta idiozia Roxie, è impossibile- le parole che diceva se le continuava a ripetere nelle testa
-Stesse parole che mi hai detto l' anno scorso per Bryan-
La ragazza controllò che non ci fosse nessuno vicino a loro a origliare, di solito nascosti dietro gli scaffali di libri -Ma è diverso, avevo 14 anni, era tutto diverso, io negavo perché non volevo dirtelo, mi ero messa in testa di non dirlo a nessuno...ero, cioè sono testarda, lo sai. Ma ora non è per...- le si spezzò la voce –Per contraddirti o per...-
-E io come faccio a capire se adesso stai mentendo o no? Se posso fidarmi di te? Spiegamelo-
-Io...- Spiegarle cosa? Cosa che non lo sapeva neppure lei! L' unica cosa certa era che non poteva piacerle Potter! Harry Potter...ma scherziamo?! Lo conosceva, certo, si era avvicinata a lui nell' ultimo periodo solo per una serie di sfortunati incidenti scagliati da non si sa quale divinità che evidentemente ce l' aveva con lei e non faceva che tormentarla. Si potrebbe dire che forse poteva provare per lui una sorta di compassione, ma era ben lontano dal dire che le piacesse! –E' vero, ho conosciuto una nuova persona. Forse conoscere non è il verbo corretto da utilizzare; diciamo che...l' ho incontrata un paio di volte casualmente e...-
-E prima sei andata da questa persona- non era una domanda –Non mi sembra che sia casuale questo incontro-
-Be' se la metti così, no. Ma dovevo andarci per risolvere un piccolo problema-
-E perché hai preferito aprirti con questa persona piuttosto che con me? Vuol dire che ci tieni e non credo che d' ora in avanti vi incontrerete ancora, come dici tu, casualmente-
-Perché era l' unico con cui potevo parlare di questo problema-
Roxie la guardò negli occhi per parecchi secondi come se la volesse studiare e infine scosse la testa –Va bene, lasciamo perdere. Chi è?-
Vera strabuzzò gli occhi per la domanda troppo diretta. Pensava che l' amica avesse capito che, attraverso il suo essere così vaga sull' argomento, non gliel' avrebbe detto il suo nome. Ma ora non era il momento di fare la difficile; dopotutto sapeva che si stava giocando la sua fiducia. Chiuse gli occhi e tentò di risponderle con una voce priva di tremolii (potevano lasciar intendere che ci fossero state altre verità nascoste).
***
Il giorno successivo ritentò nell' impresa. La probabilità che riuscisse a parlarci erano pari a quelle del giorno precedente, ma avrebbe dovuto almeno provarci: sembrava che l' effetto dello specchio fosse a mano a mano aumentato in quegli ultimi giorni di assenza e non sopportava più quell' attrazione continua che cercava di ignorare parlando molto di più con l' amica e il fratello. Era perfino andata a far compagnia alla Lovegood che se ne stava a fissare i lunghi corridoi privi di arredamento, piuttosto che rimanere sola per più di dieci minuti.
Afferrò la maniglia della porta e molto cautamente ne aprì uno spiraglio che lasciava intravedere una porzione della stanza, ma non le garantiva l' assoluta assenza della carota ambulante, così, non potè far altro che aprirla quasi completamente, sempre con estrema lentezza
La buona notizia era che del pomodoro ambulante non ce n' era neanche l' ombra ma la cattiva era che, proprio in quel momento, lui la guardava in un modo che poteva suggerirle solo il suo palese stupore ma anche una traccia di allegria che dava una nuova luce ai suoi occhi verdi, ora senza nessuna lente di occhiali che li filtrava. Era diverso e non solo perché non indossava i suoi occhiali rotondi ma anche perché era come se attorno a sé avesse un' aurea di tranquillità e spensieratezza. Non riusciva a credere che degli stati d' animo potevano stravolgere l' aspetto di una persona in modo così evidente.
Vera si accorse solo in quel momento che aveva ancora una serie di bende che gli fasciavano la testa –Smettila di sorridere come un ebete Potter!- lo rimproverò
Lui allargò ancora di più il suo sorriso –Lo stai facendo anche tu- le disse semplicemente
La ragazza lo guardò male –Be', il sorriso di solito è contagioso quindi se tu la smettessi...-
Lui la interruppe -Se io mi dipingessi una faccia incazzata, ce l' avresti anche tu. Bene- lo osservò mentre provava ad assumere quell' espressione e quella scena buffa fece ancora spuntare un piccolo sorriso a Vera che cercò di velare mordendosi il labbro inferiore con i denti –Potter smettila...con quelle bende in testa non sei credibile-
-Ma la mia faccia si?- Vera scosse il capo –Che brutta testata che hai preso...-
-Dovresti farti controllare anche tu da Madame Chips visto che sei venuta qui a farmi visita-
La ragazza stirò un ghigno, aprendo la bocca per parlare ma lui la interruppe gioviale –Lo so piccola serpe che non sei venuta qui per me... –picchiettò con la mano destra due volte sulle lenzuola del letto come un muto invita ad avvicinarsi e lei alzò di risposta un sopracciglio –Di che problema volevi parlarmi?-
Vera fece una smorfia e si avvicinò lentamente a lui: non poteva starsene alla porta d' entrata –Il tuo amichetto del cuore è ancora qui?- non c' era sul letto in cui l' aveva trovato a russare il giorno prima, ma poteva sbucare da qualche parte in qualsiasi momento
Vide un' espressione sorpresa passargli il viso -E' in bagno- le disse; poi fece una smorfia e aggiunse –E se ne starà li per un po'-
Vera alzò ambedue le sopracciglia -Ah...e perché è ancora in infermeria? Non mi sembra che sia successo niente di così tragico l' altro giorno, da quel che mi hanno raccontato-
-Prima mi dice cosa mi devi dire e poi sfamerò la tua curiosità. E per favore siediti, mi sta venendo il torcicollo dovendoti guardare in faccia-
Vera ghignò –Oh be', questo è uno di una serie di limiti dell' essere dei nani da giardino- si sedette, evidenziando la sua riluttanza, sulla sedia, vicino al letto
Il ragazzo sospirò infastidito incrociando le braccia sullo stomaco –Se hai finito con le tue chiacchiere inutili parla, forza-
Lei prese un profondo respiro prima di cominciare –La stanza in cui era contenuto lo specchio non si apriva più. Ho provato in tutti i modi, anche con incantesimi che avrebbero potuto distruggere addirittura tutto il muro oltre che la sola porta, ma niente, non si apriva-
-Dovevi essere proprio disperata...- commentò Potter guardando dritto davanti a sé ancora con le braccia incrociate
Vera si infuriò per il suo commento –Pensi che mi sia scordata il momento in cui stavi li piagnucolante peggio di un marmocchio, guardando come un deficiente lo specchio?- domandò retoricamente- Siamo sulla stessa barca Potter e non mi dire che non hai problemi anche tu con quell' oggetto perché non ci credo -
Lui si girò a guardarla –Lo so e ti sono grato per il fatto che tu non sia andata a spifferarlo a mezza scuola- fece una pausa –Non volevo...- lasciò la frase in sospeso e scosse la testa –Prima hai detto che "la stanza non si apriva"...-
-Ho controllato stamattina e si, si apre ma lo specchio è sparito- Il ragazzo guardò di nuovo davanti a sé e sorrise lievemente- Sono stato io a informare il preside che lo avevo ritrovato e gli ho chiesto se poteva rimuoverlo da quella stanza-
-Oh- ragazza rimase a corto di parole e nella stanza scese per un attimo il silenzio.
-Spero che non ti dispiaccia. Lo so che sarà difficile ma prima o poi l' effetto si attenuerà e...-
-No, è meglio così. Non hai fatto il mio nome al preside vero?-
Il ragazzo le sorrise –No-
Vera annuì. Era rimasta abbastanza spiazzata per la risposta; si era aspettata che lui le dicesse che l' aveva spostato o che aveva anche lui tentato di aprire la stanza senza successo. Come avrebbe fatto a superare la cosa? Era ormai abituata a farci visita due o tre volte al giorno e quando non andava a fargli visita si sentiva sempre nervosa e irritabile. Avrebbe assunto quotidianamente una pozione calmante dall' infermeria? Esisteva un antidoto all' effetto dello specchio delle Emarb?
-Vera?- la ragazza si riscosse dai suoi pensieri –Come fai?- gli sussurrò
-A fare cosa?- le domandò perplesso
-A essere così...rilassato- lei si interruppe un attimo –Non è che stai prendendo pozioni calmati, eh?-
-No, no; credimi, se me le avessero somministrate ora sarei ancora nel mondo dei sogni. Mi sembra che anche te sia abbastanza rilassata-
-Adesso si- gli confermò –Ma, soprattutto quando sono sola, non ce la faccio e...- stava arrossendo, sentiva il sangue defluirle sulle guance. Le dava abbastanza fastidio aprirsi con le persone, figuriamoci con Potter!
-Allora cerca di non starci-
-E' quello che ho fatto fino a questo momento- gli disse un po' scocciata –Non c' è un antidoto o, non so...-
Lui negò con il capo –Giuro Vera che prima o poi non ci penserai più e quell' attrazione risorgerà solo quando lo ritroverai e questo non credo che succederà-
La ragazza sospirò -Weasly-
-Cosa?-
-Perché è ancora qui-
-Oh...ehm, si è scoperto che era allergico alla pozione per curare la spaccatura e quindi gli ha procurato nausea e...-
-Harry!?- la voce leggermente isterica della carota fece sobbalzare tutti e due. Come cavolo era riuscito a non fare rumore? Vera si girò lentamente a guardarlo: indossava vestiti stropicciati e disordinati ed era a piedi nudi...forse era quello il segreto?
Fu lui stesso a spezzare il silenzio non prima di essersi schiarito la voce –Oh, ora mi è tutto più chiaro-
-Non esiste che una carota abbia chiaro qualcosa- mormorò la ragazza sempre fissandolo
Lui aprì la bocca per parlare ma poi la richiuse
-Vera- la avvertì la voce fastidiosa di Potter
-Non esiste che uno stupido Grifondoro abbia chiaro qualcosa- sbuffò –Forse la Granger è l' unica eccezione-
-Te la sei scelta pure stronza oltre che Serpeverde-
Vera scosse il capo inorridita all' affermazione scelta della carota e si alzò dirigendosi verso l' armadio in cui erano riposte tutti i farmaci e pozioni accessibili liberamente da tutti gli studenti
-Vera, che stai facendo?-
-Prendo una pozione forse?- gli disse un po' troppo bruscamente
-Credo di sapere quale vorresti prendere. Te lo puoi scordare-
Lei si girò a guardarlo –Scusa?- l' anta che aveva appena aperto dello scaffale le gravava sulla schiena
-Ti ho detto che te lo puoi scordare- era lì in piedi di fianco al letto con Weaslyman che lo fissava sconcertato già seduto sull' altro- se è quella che sto pensando io di pozione- aggiunse
-Harry- lo chiamò Weaslyman –Anche ieri ha preso qualcosa da quell' armadietto-
Vera gli lanciò un' occhiata omicida e chiuse con forza l' anta –Ieri ho preso una pozione per il mal di testa che tra l' altro mi ha causato la tua cara sorellina. Ora, se non vi dispiace, tolgo il disturbo. Ci si vede in giro Potter- lui le fece un cenno d' assenso che forse significava brava, però non tentare più di venire qui per prendere pozioni tranquillizzanti, oppure fai bene ad andartene così no potrai più tormentare il mio amichetto Grifondoro o forse, era semplicemente un saluto.
Siamo caduti e ci rialzeremo insieme una, due, tre volte, quante ne credi abbastanza
Buongiorno care! Questo capitolo conclude la prima parte della fanfiction quindi, il prossimo, aprirà la seconda parte che, personalmente, mi è piaciuta di più scrivere. Spero che notiate che il rapporto tra i due sta lentamente migliorando e mi sono ricordata solo ora che non avevo mai ufficializzato il nome della ship tra Harry e Vera. Che ne dite di Verry?
Vi volevo dire che, da settimana prossima, i capitoli li pubblicherò o di Sabato o di Domenica perchè sapete bene che inizia la scuola e quei due giorni sono gli unici in cui potrò farlo. Vi saluto♡♡
~anirbas~
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top