La civetta

(Vera)

Vera aveva trascorso le vacanze natalizie a casa con suo fratello Josh, sua madre Arleen e suo padre Phil e quindi ebbe avuto il tempo per riflettere sugli avvenimenti accaduti nell' ultimo mese ad Hogwarts, soprattutto sull' episodio riguardante la profezia. Cercava di capirne il vero significato ma erano talmente generiche le parole da diventare incomprensibili nell' insieme.

"persona legata al tuo sangue..." voleva dire parente; era solo questo quello che era riuscita a decifrare e da solo, il termine, non poteva voler dire nulla.

-Oggi si ritorna!- esclamò Josh

-Già...a che camino è collegato il nostro?- domandò Vera; i due ragazzi quest' anno tornavano a scuola via camino perché il Ministro della magia voleva che gli studenti adottassero questa procedura per rendere il viaggio più veloce e sicuro rispetto all' utilizzo del treno

-A quello dell' ufficio di Piton...Vera ricordati che devi rispondere alla lettera della zia Emily- le ricordò sua madre Arleen

-Si mamma, lo farò quando saremo arrivati a Hogwarts-

-Va bene...adesso andate in cucina che mangiamo...chiama tuo padre Josh- Prima di salire sulle scale che portavano alle camere da letto, dove si trovava suo padre Phil, Josh urlò a sua sorella -Vera, finisci ora di preparare le tue cose da portare a scuola! Non ho assolutamente voglia dopo di aspettarti!-

-Primo, le ho già finite di preparare...secondo non URLARE!- Il ragazzo ridacchiò, prima di ricominciare a camminare.

-Hogwarts- disse Vera dopo che fu entrata nel camino e subito si ritrovò nello studio del professor Piton.

-Buongiorno professore-

-Buongiorno signorina Mason- La ragazza raggiunse suo fratello che era già arrivato all' uscita della stanza e si diressero insieme verso la sala comune di Serpeverde.

-Roxie!- disse abbracciando l'amica

-Ciao Vera- -Come sono andate le vacanze?-

-Benissimo...dopo mi racconti che è successo alla festa di Lumacorno, intesi?-

-Te l' avevo già detto prima di partire cosa è successo-

-Voglio dettagli, mi raccomando...- Vera alzò gli occhi al cielo -Hey, mi ricordi per favore che devo passare dalla guferia questa settimana?-

-Perché?-

-Devo dare risposta alla lettera di mia zia-

-Quale? La metamorfomagus?-

-Sì, Emily...mi ha chiesto come va la scuola e se le vacanze di Pasqua le passerò con lei-

-Che carina...da quand' è che non la vedi?-

-Dallo scorso Natale, circa da un anno...te l' avevo detto che lei e mio papà avevano litigato no?-

***

Verso cena le due ragazze andarono in sala Grande

-Hai fame, eh?-

-Roxie, sai che mia madre non è tanto capace a cucinare- disse prendendo una coscia di pollo -e poi...- la masticò e deglutì -...mi mancava il cibo di Hogwarts-

L' amica ridacchiò -Lo vedo...-

-Anche Josh si sta abbuffando, non solo io...guardalo!-

-No cara, Josh non si sta abbuffando, Josh sta mangiando una grande porzione di cibo, certo ma civilmente- Vera le fece una linguaccia, poi notò che l' amica non era girata verso di lei.

-Che guardi Roxie?- A quelle parole le comparve un ghigno sul volto; la spaventava quando assumeva quell' espressione. Si schiarì la voce -Potter che sta cercando di baciare la Vane...-

-Cosa?!- Vera allungò lo sguardo. C' era una gran confusione al tavolo dei Grifondoro, causata dal prescelto: cercava in tutti i modi di raggiungere Romilda Vane ma una figura gli si parò davanti: il Weaslyman.

-Ron, scansatì! Ron, non la vedo!- il Weaslyman scrollò le spalle dell' amico come se volesse risvegliarlo da un sogno, come se volesse farlo tornare alla realtà, ma invano.

Invece la Weaslywoman e la Granger si limitavano a strabuzzare gli occhi di fronte a quella scena poi, quest' ultima, appena Romlida si avvicinò pericolosamente a Potter, si alzò e si diresse decisa verso il ragazzo occhialuto; gli prese il braccio e iniziò a trascinalo, con fatica, diretta all' uscita della sala.

Ormai quasi tutti gli studenti della sala Grande guardavano divertiti la so-tutto-io e il fomentatore, questo soprannome gli si addiceva precisamente in questo momento, mentre percorrevano i lunghi tavoli delle case

-Hermione! Riportami da Romilda, riportami da Romilda!- strillò Potter, fuori di sé

-Harry fidati di me, dopo mi ringrazierai- mormorò debolmente la Granger, concentrata a portarlo fuori il prima possibile.

Passarono lungo il tavolo di Serpeverde e le risate e gli insulti crebbero notevolmente. Vera non si aggregò alla sua casa ma restò zitta, seguendo i movimenti dei due ragazzi con sguardo confuso. In quel momento sembrava che il fomentatore volesse a tutti i costi vincere una partita di tiro alla fune, facendo diventare sempre più rossa l' amica per lo sforzo.

Harry...- piagnucolò la so-tutto-io; poi quest' ultima dette una veloce ma minuziosa occhiata al tavolo di fronte a lei e incrociò lo sguardo di Vera; la riconobbe e subito dopo le rivolse un' espressione implorante.

Che significa? Vuole che l' aiuti a trascinare "il fomentatore innamorato" fuori dalla sala?

Vera alzò un sopracciglio per farle capire che non aveva intenzione di aiutarla o almeno sperava che quel gesto bastasse a far comprendere la sua decisione alla ragazza. La Granger, passati pochi secondi, sbuffò e ritornò a strattonare il prescelto.

Dopo circa tre minuti di inferno per la Granger, ma di diverimento per tutti gli altri studenti, i due ragazzi sparirono dalla vista di Vera

***

Mentre, il giorno dopo, le due amiche si dirigevano verso l' aula di Trasfigurazione, Roxie sfruttò tutto il tempo che avevano prima dell' inizio delle lezioni per fare un interrogatorio a Vera.

-Perché ti ha guardata in quel modo la Granger ieri? Ci hai mai parlato?-

-Ehm...solo alla festa...me l' aveva presentata Potter-

-E cosa voleva ieri?-

Vera si fece pensierosa -Credo che volesse un aiuto per trascinarlo fuori- fece una smorfia -Per chi mi aveva preso quella lì? Per una Tassorosso?-

-Ma perché non l' ha fatto restare in sala?-

-Che ne so, sarà gelosa...-

-Stupidi Grifondoro, non sanno mascherare mai le loro emozioni-

-Ma loro sono fatti così: chiedono sempre un aiuto per qualsiasi problema, non riescono a fare mai una cosa da soli- continuò Vera, scuotendo il capo

-Puoi ripetermelo per favore? Non ho sentito bene- una voce fece girare le amiche.

Apparteneva alla Weaslywoman.

Facevano Trasfigurazione con i Grifondoro: se l' era dimenticata

-Cos' è? Non hai coraggio a ripeterlo ad altre persone che non siano la tua amichetta?-

-Non ho voglia di sprecare il mio tempo con te, Weaslywoman!- esclamò Vera, intanto che Roxie ridacchiava al suo fianco

-Come mi hai chiamata?- Il colore del suo viso stava diventando molto simile a quello dei capelli per la rabbia-

-WEASLYWOMAN! Peggio del prescelto, almeno lui non è sordo...-

Le ultime parole bastarono per fare zittire la Grifondoro temporaneamente -Che...?-

-Signorine Weasly, Mason e White, in classe!- la voce imperiosa della professoressa McGonagall troncò la loro amorevole conversazione

***

Il resto della settimana passò abbastanza velocemente e arrivò presto il sabato mattina in cui un allocco, molto famigliare a Vera, si posò sul tavolo dei Serpeverde, con una lettera legata alla zampa.

-Cleo!-

-E' il tuo allocco Vera?-

-Si, mi avranno scritto qualcosa i miei genitori- la ragazza prese la busta e la aprì

Ciao Vera, com' è andata questa prima settimana di scuola?

Ti scrivo questa lettera per ricordarti, se non lo hai già fatto, di rispondere a tua zia. Ci rimarrebbe male se non lo facessi.

Io e tuo padre stiamo bene, salutami Josh.

Un bacio, mamma

-Roxie!-

-Che hai?-

-Ti avevo detto di ricordarmi di scrivere a Emily!-

-Oh...è vero-

-Lo sai che mi dimentico sempre tutto. Va be', stasera lo faccio...mi accompagni?-

-Ehm, Vera devo ancora scrivere la pergamena per Trasfigurazioni e...-

-Va bene, tranquilla-

Per raggiungere la guferia di Hogwarts Vera dovette percorrere la lunga e tortuosa stradina che affiancava il lago Nero. A ogni passo sentiva scricchiolare sotto i suoi stivaletti i numerosi sassolini di ghiaia talmente candidi che da lontano si potevano confondere con un manto di neve. Non le disturbava quel rumore continuo; era molto simile al suono del radicchio sotto i denti. Ma possibile che doveva pensare sempre al cibo?

Arrivata ai piedi dell' alta scalinata su cui la neve, caduta da poche settimane, si era dissolta ma aveva lasciata ampi lastroni di ghiaccio, si mise le mani in tasca: il freddo le stava intorpidendo. Presto però dovettero abbandonare il tepore della giacca per permettere alla ragazza di riuscire ad arrivare alla guferia senza cadere, sostenendosi al corrimano arrugginito.

Distinse dall' ultimo gradino una figura girata di spalle, non più alta di lei, posizionata sull' ampia apertura della stanza. Ignorandola, i suoi occhi iniziarono ad adocchiare i gufi e le civette che bubolavano incessantemente per sceglierne uno.

Arrivando quasi al centro della stanza, Vera notò, con poche occhiate, che la persona, con sguardo perso rivolto verso i monti, su cui presto il Sole sarebbe sparito, era un ragazzo.

Non l' aveva sentita arrivare, pensò, se no si sarebbe almeno mosso leggermente da quella posizione: spalle rilassate, appoggiato completamente al piccolo portico fatto di muratura, diversamente dal pavimento che era composto da travi scricchiolanti di legno e...occhi socchiusi, incorniciati da un paio di occhiali rotondi!

La ragazza fece istintivamente un brusco passo indietro su quella dannatissima trave che con il peso del suo corpo provocò un suono intenso. Potter si girò in allerta ma ben presto si rilassò, riconoscendola con grande facilità; infatti era avvantaggiato perché i raggi caldi del Sole illuminavano in pieno la ragazza, mentre lui invece era in penombra.

-Ciao- le disse e lei gli fece un cenno con il capo di rimando

Vera aveva una gran voglia di tornarsene dentro il castello, l' avrebbe facilitata se lui se ne fosse andato all' istante.

-Devi inviare una lettera a qualcuno?-

No, guarda sono venuta fin qui solo per ritrovarmi due ghiaccioli al posto delle mani!

-Mi sembra ovvio...come va con la Vane?- era la prima cosa da dire che le era venuta in mente. Accompagnò la frase con un sorriso, simile ad un ghigno

Lui inclinò la testa con una strana espressione sul viso -Grazie per avermelo ricordato serpe-

Infastidita per il nomignolo utilizzato ribatté -Cosa è successo dopo? Ti ha rifiutato?...sembrava così contenta che il prescelto le aveva dichiarato il suo amore davanti a tutta la scuola: un gesto così...egocentrico-

Il prescelto sbuffò infastidito -Mi ha somministrato un filtro d' amore se non si era capito...- Potter la guardò con aria di sfida e Vera dopo un attimo di pura sorpresa sorrise falsamente con lo scopo di fargli intendere che lei lo aveva già capito prima.

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia -Sei inquietante serpe con quell' espressione- Vera non ribatté, alzando gli occhi al cielo; si ricordò poi il motivo per cui era andata fin lì e quindi si girò verso i gufi con la lettera stretta in mano -A chi hai dovuto spedire la lettera Potter?- doveva dire qualcosa: l' avrebbe infastidita lo sguardo di lui addosso nell' assoluto silenzio

-Non avevo nessuna lettera da spedire-

-Allora perché sei venuto alla guferia?- domandò spazientita

-Non avevo niente da fare, volevo starmene da solo- siappoggiò di schiena al porticato -volevo- replicò- ma ora non posso più- le lancio un' occhiata- e tu a chi la devi spedire?-

-A mia zia-

-Edvige, dai...- la ragazza si girò a guardarlo per vedere a chi stava parlando: una civetta candida come la neve che nascondeva la testa sotto l' ala e ometteva ogni tanto dal becco suoni di rimprovero indirizzati al suo padrone -Sai, ti dovresti fare delle domande...- lui aggrottò le sopracciglia, invitando la ragazza a proseguire -Neanche la tua civetta ti sopporta più-

-Va al diavolo serpe-

-Ma la smetti di chiamarmi così?!-

-Quando tu la smetterai di attaccarmi continuamente!...forse- aggiunse con un sorrisino

-Forse?!-

-Si, forse...tu e le altre serpi vi divertiti continuamente a crearmi soprannomi! Non avete proprio niente da fare?-

-Continuamente- lo scimmiottò -La smetti di fare sempre l' indifeso? Il povero ragazzo a cui succedono solo a lui cose brutte?...e che certamente non se l' è andate a cercare- finì la frase con sarcasmo e poi aggiunse prima che dalla bocca del ragazzo già aperta per protestare potessero uscire parole -La tua civetta mi sta fissando! Dille di non farlo!-

-Non sta fissando te, ma la lettera- Vera si sorprese che non fosse minimamente infastidito dalle parole formulate prima contro di lui...forse non lo voleva far notare.

-Oh, be'... allora dille che per le civette non è commestibile la carta!-

-Non è così stupida!-

-Con un padrone così ci si potrebbe aspettare di tutto...-

-Piantala! Se ti da fastidio che ti fissi, non lo fare neanche tu...anzi, se non le facessi vedere che hai una lettera in mano mi faresti un gran favore-

La ragazza gli sorrise e sventolò freneticamente la busta; l' effetto fu immediato: la civetta ormai seguiva i movimenti della mano della ragazza, con i suoi enormi occhi ambrati, come di solito un cane fissa la carne in scatola che, Vera ricordò avere un odore anzi...puzza alquanto sgradevole.

Ma poi si fermò quando si sentì afferrare il polso

-Se non la smetti giuro che ti brucio la lettera all' istante- gli occhi del ragazzo a parer suo erano troppo vicini a lei; riusciva a vederne le moltitudini sfaccettature verdi, evidenziate in quel momento dalla rossa luce solare.

-Mi lasci il polso?- domandò immediatamente

Il ragazzo arrossì leggermente per poi lasciarglielo -E' da tanto tempo che non le faccio inviare una lettera...vuoi usarla tu?-

Non se l' aspettava; non solo la proposta di voler usare la sua civetta ma anche il tono di voce che aveva usato: da quello infuriato di poco prima era passato ad uno non di certo amichevole ma...controllato.

-Oh...va bene-

Legò la lettera alla zampa della civetta e dopo averle detto l' indirizzo di sua zia, la videro volare via verso i monti. Un paesaggio straordinario le si presentava agli occhi: i monti resi neri da un tramonto talmente intenso da provocarle fastidio agli occhi e un puntino nero, ormai lontano che scompariva dalla sua vista.

-Com' è che ti chiami?- Verasi girò con un cipiglio rivolto al ragazzo -Non me lo ricordo- si giustificò, ma la ragazza lo guardava ancora incagnesco -Hey, non fare quella faccia, ho sentito il tuo nome solo alla festaperché la prima volta che ti ho vista...- Vera si costrinse presto a direqualcosa perché non aveva voglia in quel momento di essere derisa daPotter.

-Pensavo che ti piacesse il nome serpe-

-In realtà ti chiamo piccola serpe ma...-

Brutto presuntuoso di un fomentatore!...piccola? Lo dice lui che è il nano di turno! -Potevi anche aiutarmi a sistemare i libri e lo scaffale quel pomeriggio-

-Non mi sembrava così difficile farlo: sollevavi lo scaffale con un Vingardium Leviosa e riordinavi i libri con un impono e...-

-MI era sembrato di sentire in giro che i Grifondoro sono noti, oltre per il fatto che siano egocentrici e terribilmente impulsivi, per avere questo lato cavalleresco, l' unico loro pregio che tu ovviamente non hai...-

-Se non mi lanciavi occhiate assassine quel giorno ti avrei potuto aiutare...- finita la frase si girò e iniziò a scendere le scale

-Mi chiamo Vera, Vera Mason- urlò la ragazza per farsi sentire

-Ok piccola serpe- disse stancamente il ragazzo e scomparve dalla sua vista

Ora che il Sole era completamente tramontato era sceso un gelo che penetrava nelle ossa. Vera voleva ritrovarsi al più presto all' interno del castello, magari seduta su una poltrona con un caldo camino nelle vicinanze.

Incominciò a fissare e concentrare la sua attenzionesulla porzione di parete rossa esterna del castello, ricavandone con l'immaginazione, con molta immaginazione una sensazione di calore. Il colore rosso, anche se molti lo riconducevano al sangue,a lei faceva quasi sempre suscitare emozioni positive. Ora, la ragazza,camminava più lentamente, con sguardo fisso come ipnotizzata dalla parete epoteva quasi sentire il freddo che molto lentamente abbandonava le ossa fino ache si percepiva solo sulla superficie del corpo. Questa sensazione sparìall' improvviso quando vide lungo il muro una maniglia.

Questa sensazione sparì all' improvviso quando vide lungo il muro una maniglia.

Mancavano ancora due centinaia di metri alla porta principale e se non si sbagliava quella porta poteva dare accesso alla Sala Grande.

Si avvicinò immediatamente e fece per aprirla ma era chiusa.

-Alohomora- sussurrò con la bacchetta impugnata nella mano sinistra

L' apertura si aprì e la ragazza entrò.

Ci fu molta differenza di temperatura ma non se ne curò molto perché di fronte a lei si presentarono altre due porte. Sentiva ad un basso volume il vociare della sala Grande al di là del muro, era già orario di cena, pensò.

-Alohomora- ripeté verso la porta che si trovava a sinistra. Questa si aprì da sola e apparve ai suoi occhi una stanza buia e spoglia se non per un' ampia fonte di luminosità che si trovava in un angolo.

Ehilà! Ecco qui pubblicato il sesto capitolo! Spero che vi stia piacendo come si sta evolvendo il rapporto tra Harry e Vera. Che cosa conterrà la stanza trovata dalla nostra serpe?Commentate provando ad indovinarlo e stellinate se il capitolo vi è piaciuto. Noi ci vediamo come sempre lunedì prossimo per un nuovo aggiornamento. Vi saluto.♡♡

~anirbas~

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