Il racconto del mantello (parte II)
-Una torta? Si sarà sfracellata come minimo...-
-Dobby l' avrà messa sicuramente sopra gli altri dolci perché non accadesse-
Con il muffin in mano, tentò di scovare la torta -Aaah...questo mi fa pensare che tu sia passato di lì parecchie volte visto che l' elfo sa a memoria i tuoi gusti, be' l' avrei fatto anche io. Spiacente ma credo che il processo di sfracellamento della tua delizia l' abbia compiuto io prima, rovistando dentro. Oh, guardane qui un pezzo-
Il ragazzo roteò gli occhi e accettò la dolce reliquia
-Non ti da più fastidio non avere gli occhiali, vedi. Tutta quella scenata di prima...-
-Mi ci sto abituando e non è per niente piacevole. Li rivorrei indietro-
-Non prima che tu mi abbia parlato della Granger, sono curiosa- finì il suo muffin e nel mentre gli balenò una possibilità in testa che le chiuse inspiegabilmente lo stomaco –Al tuo quarto anno è successo, giusto?-
-Si, si...- la mano della ragazza tornò dentro al cesto –Non è niente di che: io ero depresso perché tutti mi ritenevano un bugiardo per il fatto che ripetessi che non ero stato io a mettere il mio nome nel calice di fuoco, neanche Ron mi parlava. L' unica persona che mi ha appoggiato e che mi è stata vicino è stata Hermione ed è stato...bello, io stavo bene con lei, lei stava bene con me, ma sentivo che non era cambiato molto da prima, sentivo che il fatto che stessimo insieme si, mi rendeva felice, ma non era una cosa necessaria di cui non poteva farne a meno; anche per lei era così...quindi dopo due settimane scarse ci siamo lasciati, ma da quel momento mi sono sempre sentito più legato a lei, dal punto di vista dell' amicizia, sento che ci capiamo meglio, siamo in sintonia. Le voglio bene- lo raccontò abbastanza velocemente, sereno in volto, sembrava che fosse perso nei suoi ricordi poi corrugò leggermente la fronte –Aspetta, prima hai detto che ti sta simpatica? Ma io ricordo bene alla festa di Lumacorno come l' hai guardate e ci hai parlato-
-Come l' avrei dovuta guardare? Era tua amica e in più Grifondoro...non mi sembra di aver fatto un altro trattamento nei tuoi confronti, no?- lui sembrò accettare la giustificazione
-Se permetti adesso io mi riprendo la mia sciarpa, tu i tuoi occhiali- e detto questo sfilò la sciarpa verde dal suo collo che aveva notato gli stesse veramente bene, soprattutto per il colore...
-Vera così mi accechi!-
lei ghignò –Non ti sei chiesto se potesse essere questo il mio intento?- gli disse abbandonando l' atto di mettergli lei stessa gli occhiali
-Ora si che ci vedo. Mi devo alzare da qui perché mi si stanno congelando le chiappe-
Vera non poté che commentare –Wow Potter, ti faccio i miei complimenti per la tua schiettezza. Ti sdrai sull' erba? Bene, così avrò questa roccia tutta per me- poggiò anche le gambe su di essa e appoggiò la schiena sul tronco del salice
Alla fine le stava piacendo l' evolversi di quella mattinata, Potter non era stato troppo fastidioso, avrebbe potuto addirittura considerarlo una piacevole compagnia. Ora giaceva tranquillo sull' erba non ancora completamente rigogliosa a causa del cielo coperto dell'ultimo periodo; quella poteva ben considerarsi la prima giornata mite in cui il cielo era privo di nuvole e il sole splendeva, ravvivando i colori del lago e della natura circostante...ma faceva comunque freddo; sotto l' ombra soprattutto. La ragazza notò il regolare alzarsi e abbassarsi del petto di lui, forse si era addormentato; non poteva esserne certa poiché le lenti dei suoi occhiali riflettevano la forte luce che non faceva intravedere gli occhi. Controllando il suo orologio, si accorse che avevano ancora a disposizione quasi due ore prima dell' inizio del pranzo e Vera volle utilizzarle per uno scopo ben preciso. Si accorse che fino a quel momento il suo sguardo si era posato inconsciamente sul suo viso e poté ben notare che ora era girato verso di lei; era sveglio –Potter ti posso dire qualcosa?-
-Sentiamo- disse puntellandosi su un gomito per poi decidere che la posizione era più che scomoda e sedersi nella sua direzione a gambe incrociate. Tutta quell' attenzione non la faceva sentire propriamente a suo agio ma accantonò quasi subito il pensiero –Ne ho parlato con Roxie molte volte, tanto che credo che il racconto le sia uscito dalle orecchie. Quindi tu sei la mia nuova cavia- lui la guardò molto più incuriosito e lei sogghignò interiormente –In realtà è tutto merito di mio nonno se perseguito gli altri con questa storia, lui faceva lo stesso con me e io in qualche modo devo portare avanti la tradizione, no?-
-Quindi è un...racconto di famiglia?- intervenne lui
-Si, credo che si possa definire così. Mio nonno me ne raccontava tanti, ma c' è ne uno in particolare su cui era fissato, forse per la rabbia che gli aveva trasmesso suo madre avendo subito un grande torto-
-La tua bisnonna?- lei annuì –Ma anche a tuo fratello le raccontava?-
-Oh sì, ma non ha calcato troppo la mano con lui; vedeva che ero io quella più interessata-
-Si nota che l' hai ripetuta tante volte, sembra quasi che la reciti-
-Potter, mi fai proseguire? Sto perdendo la concentrazione; a questo punto devo riuscire a creare anche un po' di patos e tu non mi stai proprio aiutando-
-Oh, si scusa- mormorò divertito
-Dicevo, la mia bisnonna subì un grande torto quando, dopo la separazione dal marito che di cognome faceva Parker, quest' ultimo ebbe la brillante idea di prenderle un oggetto che aveva conservato con cura, tramandato nel tempo e di farlo scomparire. Mio nonno mi diceva sempre che il motivo del comportamento di quell' individuo, un tipo per' altro Grifondoro, fu la vendetta dell' allontanamento di mia bisnonna che successivamente si sposò con il mio bisnonno Mason. L' oggetto in questione era un mantello, unico e raro, capace di rendere una persona invisibile; il suo potere era eterno, non si attenuava mai e adesso non si sa più che fine abbia fatto in mano a quel Parker che, oltretutto, si tenne anche la figlia avuta precedentemente con la mia bisnonna. Tu mi avevi chiesto che cosa vedevo nello specchio, io ti rispondo che mi vedevo con quel mantello in mano, felice e soddisfatta di averlo riportato sulla strada giusta- tornò a guardarlo nello stesso momento in cui lui distolse lo sguardo alla base della roccia su cui era seduta; aveva un' espressione colpevole e cinerea che insospettì la ragazza
–Potter?- la stava fissando con uno sguardo tramortito e i suoi occhi guizzavano fuggevoli da lei alla base del masso; si stava iniziando a preoccupare –Non mi sembrava che fosse un racconto così spaventoso da turbarti in questo modo! Davvero Potty, non era mia intenzione...o forse sì- disse ironica per stemperare l' atmosfera, ma lui non mutò ulteriormente l' espressione anzi, sembrava quasi l' avesse aggravata. All' ennesimo secondo lasciato silenzioso, all' ennesimo deglutire a vuoto e all' ennesima occhiata nei pressi della roccia da parte del ragazzo, Vera poté constatare che Potter fosse da manicomio. Fece per andare a controllare cosa cavolo ci fosse alla base di quella benedetta roccia ma dei folti capelli neri comparsi all' improvviso non glielo permisero. Il ragazzo si trovava davanti a lei a proteggere qualcosa che avrebbe potuto essere o il cesto contente i dolci oppure la sua borsa; valutò quest' ultima opzione come quella più probabile.
-Cosa c' è nella tua borsa?- domandò diretta. Vide la luce di sorpresa passargli negli occhi che si dilatarono sempre più. Erano così vicini, lui era come immobilizzato, incapace di muovere alcun muscolo, lì accucciato al limite della roccia, con la probabile borsa tenuta tra le mani che riteneva dietro la schiena, gli occhi verdi fissi nei suoi, come se fosse in trance, tanto che a Vera venne in mente di provare ad utilizzare le tecniche babbane per incantare i serpenti, lui con i suoi occhi verdi, era perfetto
E lo fece: si avvicinò ancora di più –Potter, cosa c' è nella tua borsa?- gli sussurrò notando con grande disappunto quanto fossero lunghe e nere le sue ciglia in confronto alle sue corte e chiare. Lui scosse la testa debolmente, facendo sfiorare i loro nasi...
Successero più di una cosa nei pochi secondi a seguire: lo sbilanciarsi del ragazzo verso di lei, uno scricchiolio lontano, il brusco allontanamento di Vera che, in questo modo, poté vedere una chioma rossa in lontananza
-Per Salazar, la carota ambulante- piagnucolò lei
-Chi? Ginny?- lei roteò gli occhi, trattenendosi dallo sbuffare –Dove vai?- chiese il ragazzo facendo trapelare una certa angoscia
-Pensi che io voglia star qui a conversare piacevolmente con la carota, mister mi-hanno-tagliato-la-lingua-ma-quando-mi-fa-comodo-parlo?- disse acida, ormai già in piedi –Mi nasconderò qua, dietro il tronco, finché non passeranno oltre, ok?- aggiunse poi, vedendolo perso. Non aspettò di ricevere nessuna risposta e si nascose, sedendosi sull' erba, con la schiena appoggiata al fusto del salice
-Harry!-
-Ehi, Ginny...ciao Neville- Vera non sapeva chi fosse Neville, ma il nome le era famigliare
-Neville mi sta aiutando in Erbologia...siamo appena usciti dalla serra ma- la carota si fermò -Stai bene Harry?- Vera arricciò il naso, e si scoprì realmente interessata alla sua risposta
-Sì, sì, è solo che non ho dormito molto stanotte e...- la serpe sbuffò sonoramente e vide con la coda dell' occhio Potter lanciarle un' occhiata di avvertimento
-Ah, ok- Ma si poteva credere ad una scusa così patetica? -Ron e Hermione?-
-Sono a Hogsmeade per l' esame, no? Noi due lo dovremo fare insieme- si inserì allegramente nella conversazione Neville
-Oh, è vero! Harry, mi dispiace, potevi venire anche tu con noi due. So che Erbologia non la studi più, ma almeno non saresti stato qui tutto solo e...-
-Mi serviva stare qualche ore da solo, davvero- la interruppe con tono dolce; involontariamente Vera, spostò la testa di lato, dalla parte del masso, come se, così facendo, potesse riuscire a capire perfettamente cosa dicevano, i loro movimenti
Fu Neville a interrompere quell' attimo di silenzio che si era venuto a creare -È ora di pranzare, vieni con noi?-
-Di già?!- esclamò Potter. Anche Vera era sorpresa; si ricordò che il suo orologio era da tempo indietro di un' ora e imprecò mentalmente –Passo da Hagrid a salutarlo, è da tanto che non lo vedo e poi vi raggiungo in Sala Grande- i due acconsentirono e si allontanarono, permettendo alla ragazza di uscire dal suo nascondiglio -Sì, ho sentito- lo anticipò Vera -torniamo dentro il castello- presero il cesto e le due borse dei due ragazzi prima di ripercorrere la riva del lago Nero
-Ehm...scusa per prima?- mormorò Potter come se fosse una domanda, dopo minuti di silenzio, trascorsi con una certa tensione per entrambi: lei l' aveva continuato ad osservare di nascosto mentre il ragazzo camminava come un automa e stringeva a sé, con una morsa, la sua borsa come se da un momento all' altro gliel' avrebbe potuta sottrarre
La ragazza lo guardò di sottecchi -So già che sei pazzo, non mi sono tanto sorpresa prima...e, puoi benissimo allentare la presa, non ho intenzione di perquisirtela. Per adesso- aggiunse con un ghigno
-Che serpe generosa- commentò un pochino sollevato, ma non abbassando comunque le difese
-Già-
Sono tornata!! Spero che abbiate capito la parte del racconto mantello perchè è molto importante e, sono sincera, non sono sicura di averla scritta molto chiaramenteXD... da questo racconto si può intuire che c' è una parentela alla lontana tra i due, ma soprattutto come reagirà Vera se e quando saprà che il mantello in questione lo possiede proprio il nostro Harry?
L' aggiornamento di settimana prossima vi prometto che non lo salterò! ♡♡
~anirbas~
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top