il canto della fenice (parte II)
Grazie all' espressione che si dipinse sul viso della ragazza, ne ebbe la conferma: Josh era proprio dietro di loro. Quando nella sua mente queste parole divennero realtà, riuscì ad ordinare al suo corpo di togliere la mano dai capelli biondi della ragazza, di girarsi per vedere il fratello di quest' ultima, non prima di aver coperto il viso con un velo di assoluta innocenza; sapeva anche lui che il risultato era veramente pessimo
Josh Mason non prestò la minima attenzione ad Harry -Mi puoi spiegare che cosa-
-Dentro- disse decisa lei, indicando la porta di pietra
Dopo aver ricevuto un' occhiattaccia velenosa dalla grande serpe, Harry cercò lo sguardo di Vera, mentre questa era ormai vicina all' entrata, ma non lo ottenne, così la chiamó e i loro occhi si incrociarono per pochi attimi prima che lei sparisse nella sala comune, circondata dal braccio protettivo del fratello.
Ritrovatosi solo, in quello spazio desolato, numerosi pensieri gli affollarono la mente. Si sentiva in colpa per non essere riuscito a parlare con la grande serpe: avrebbe voluto almeno cercare di chiarire qualunque cosa con lui, provarci, ma Vera non gli aveva dato alcuna possibilità e, cavoli, quella situazione lo rodeva dentro
Sbatté le palpebre e decise di risalire le scale verso l' alta torre Grifondoro, riconoscendo che da quella porta non sarebbe mai usciti i due fratelli; poi, si accorse di una cosa: sulla manica del suo mantello si trovava una piccola scritta: tranquillo, ho la situazione sotto controllo, visto che sono in potere di ricattarlo. È molto probabile che ci vedremo domani sul treno; Vera
***
-Harry, sono riuscita comunque a consultare i libri inerenti all' argomento, ieri sera- gli disse Hermione mentre, con Ron al suo fianco, faceva guizzare gli occhi su ogni superficie di Hogwarts che poteva osservare per l' ultima volta
-Quale argomento?- chiese il rosso, appoggiando la gabbia di Leo sui sedili dello scompartimento dell' Hogwarts Express
-L' argomento obscurus-
Ron strabuzzò gli occhi -Ma Hermione, ti abbiamo già spiegato io e Harry cosa c' è da sapere, non c' era bisogno di trovare libri come tuo solito... -
-Ronald, mi interessava sapere di più...- disse, sedendosi di fronte al suo ragazzo
-Mi avevi detto che eri stanca e che saresti salita a dormire- le ricordó Ron, scaldandosi. Harry poggió il capo sul finestrino che dava sul corridoio, non volendo ascoltare oltre la loro conversazione; sempre i soliti
-Be', l'ho fatto- gli rispose con stizza la ragazza, ottenendo un' occhiataccia dal rosso -L' ho fatto dopo aver aperto il libro, ma...-
-Ti avevo chiesto di restare ieri sera, per passare del tempo assieme e tu inventi scuse per andare a leggere i tuoi stupidi libri-
-Cosa stiamo facendo scusa ora? Non lo stiamo passando?- chiese retorica, ormai arrabbiata
Le orecchie del ragazzo erano definitivamente divenute di un rosso vivo -Del tempo insieme, da soli-
-Se volevate stare da soli, me lo potevate anche dire- si inserí finalmente nella conversazione il moro
-Ma no, Harry, lo sai che Ronald parla a vanvera e...-
-Quello che ti ho appena detto, non è parlare a vanvera. Io ci tengo e tu, evidentemente, no-
-Ma lo senti, Harry? Comuque, mi avevi detto tu di approfondire, non è vero?- chiese con uno sfondo minaccioso
-Sì, certo- disse, alzandosi e uscendo dallo scompartimento
-Vedi? Lo hai fatto andare via! È già depresso per quello che è successo, non...- sentì la voce ovattata di Hermione in lontananza e percorse più velocemente il corridoio, verso gli scompartimenti serpeverdi. Si era promesso di incontrare Vera solo dopo che i suoi due migliori amici fossero andati a svolgere il loro compito di prefetti, ma non sarebbe riuscito a stare un secondo di più con loro che continuavano a battibeccare. Aveva sempre pensato che, se si fossero messi insieme, i loro litigi sarebbero diminuiti, e invece no, erano notevolmente aumentati; la loro presenza, nella ricerca degli Horcrux, era sempre meno gradita...
-Vuole qualcosa dal carrello, caro?- la voce della vecchia signora anziana, che in molti avevano soprannominato nonna Ciocca o nonna Friz (quest' ultimo il preferito di Harry) lo fece voltare -Ehm... - chissà tra quanto tempo non avrebbe mangiato i dolci dei maghi; come minimo un anno -Prendo tre dolci per ogni tipologia, grazie-
Nonna Friz, con un gran sorriso, gli porse tutti i dolci richiesti, che, a malapena, ci stavano in sette sacchettini. Ecco, forse aveva esagerato un po'...
Gli avrebbe voluti mettere nella sua borsa, ma era occupata dal mantello dell' invisibilità...
Cinque minuti dopo, stava controllando ogni scompartimento serpeverde, per riuscire a trovare Vera, coperto dal tessuto che lo rendeva invisibile.
La bella notizia fu che non impiegò molto tempo a trovarla, la brutta, invece, fu che la ragazza era in compagnia di Roxie White; sperava di trovarla da sola
-... comunque ho notato che non si è ancora abituato- stava dicendo Roxie
-Credo proprio che non ci riuscirà mai- commentò Vera, ridacchiando -E poi, lo sai che è testardo, che fa fatica a cambiare idea- continuò lei
-E che è iperprotettivo-
-Oh, questo l' hai potuto confermare per esperienza?- Ma che...?!
-Mah, sembra che delle volte non mi calcoli nemmeno- rivelò Roxie
-Non ti preoccupare, lo conosco, questa fase la tiene all' inizio della relazione, per mantenere la sua aurea da perfetto misterioso- la borsa zeppa di dolci gli stava dolendo al braccio, prima o poi, sarebbe dovuto entrare...
-Quante volte la utilizzata quest' aurea?-
Vera assotiglió lo sguardo -Mi stai, forse, cercando di chiedere indirettamente con quante ragazze è stato mio fratello?-
-Esattam... -
-Vera- sussurrò Harry, sperando che la ragazza lo sentisse, anche con un vetro che li divideva. Evidentemente, lo riuscì a sentire, visto che entrambe si erano irrigidite e lo stavano fissando, inconsapevoli
-Harry?- lo chiamó con voce un po' troppo acuta, aprendo di scatto la porta dello scompartimento. Il problema fu che il ragazzo non fu così veloce a spostarsi, testimone il tonfo che risuonó nel corridoio, seguito da un lamento di quest' ultimo
-Dov' ė Potter, Vera?- domandò l' amica
L' interpellata spalancò gli occhi, occhieggiando costantemente ogni centimetro del corridoio -Non lo so-
Harry si rialzò con una certa difficoltà -Sono sotto il mantello dell' invisibilità- mormorò all' orecchio della ragazza che, colta di sorpresa, inspirò rumorosamente, per poi sciogliersi in un sorriso -Non ti aspettavo così presto-
-Già, neanche io- disse entrando nella cabina -Mi tieni un attimo questi?- chiese dandole la sua borsa
-Scusa, Vera, ma potevi almeno avvisarmi che Potter si era trasformato in una borsa dotata di parola, grande amica che sei!- esclamò Roxie
Il moro arrotoló il tessuto e lo ripose sul sedile -Ho dovuto usarlo: la vista di un Grifondoro nella vostra area avrebbe creato un po' di scompiglio- disse come per giustificarsi di fronte allo sguardo calcolatore di Roxie che finalmente abbandonò la sua preda
Vera, invece, guardava perplessa il contenuto della sua borsa -Ma si può sapere perché ne hai presi così tanti? Lo sai vero che tra meno di tre mesi ritorniamo a scuola?- il ragazzo restó in silenzio di fronte alle sue parole; non voleva dirglielo di fronte alla sua amica
-Roxie, perché non vai a vedere cosa sta facendo Josh e magari lo tieni un po' alla larga?- l' altra la guardò male -Non potevi essere più diretta- Harry si spostò leggermente per farla uscire e dovette stare più del dovuto in quella posizione perché Roxie si fermò -Dimenticavo, Vera- disse rovistando nelle tasca del mantello -L' ho ritrovato ieri sera, quando stavamo preparando il baule. Tieni- così dicendo, le consegnò un piccolo bigliettino sgualcito e se ne andò
Il moro intravide l' espressione preoccupata della ragazza, mentre lesse il piccolo foglio -Cosa c' è scritto?- chiese non potendolo minimamente vedere, dato che era seduto di fronte a lei
Vera scosse il capo -No, non è niente di importante- disse la ragazza, facendolo sparire tra le pieghe del mantello; sicuro che lo sia
-Allora, adesso puoi dirmi perché sei arrivato così presto- e tu potresti dirmi che cosa c' è scritto lì sopra
Harry, cercando di sgonfiare la sua curiosità, le parlò del litigio dei suoi due amici
-Oserei dire che stiamo andando molto meglio noi due- osservò lei
Harry cambió posizione in silenzio, andandosi a sedere al fianco di Vera e dandole un leggero bacio sulle sue labbra dischiuse; la vide arrossire leggermente, reazione che lo sorprese.
-Smettila di guardarmi così, Potter-
Harry sorrise -Salazar- borbottò lei, sprofondando la testa nel mantello del ragazzo che le cinse le spalle con il braccio sinistro, appena il suo battito cardiaco era tornato al suo ritmo normale -Vera, ti ho già detto che ho parlato con i miei amici per quanto riguarda l' obscurus, e Ron mi ha detto delle cose-
-Dimmele e poi ti dico se sono vere-
-Lui ha detto che l' obscurus si forma quando un bambino reprime la magia che viene come accumulata dentro di sé ed è per questo che, nel momento in cui la libera, questa lo devasta-
Seguì un momento di silenzio che, presto, venne interrotto da Vera -Sì- sospirò -Io... da piccola ho avuto dei problemi: non si capiva se fossi una maganó o meno; ma poi si è scoperto che facevo fatica a liberare la magia (?), qualcosa del genere. C' è una sottile linea tra il non riuscire a liberarla e il reprimerla-
-Quindi ti hanno fatta mordere dal velenottero- Lei annuì contro il suo torace -Sai, quando non si era ancora scoperto il potere di quel veleno, per i bambini che avevano l' obscurus, non si poteva fare niente: si stava lì, a vederli impazzire e poi a spegnersi-
Del suo viso poteva scorgere solo la fine del sopracciglio chiaro e poi un ammasso di capelli che le ricadevano sulla schiena, ed era abbastanza, non gli era mai sembrata così reale e vicina, non solo nel senso più superficiale del termine. Avvicinò le dita ai suoi capelli e iniziò ad accarezzarli, a trovare le ciocche più chiare e ad arricciarle mentre convinceva sé stesso a parlare, a dirle della sua missione. Questo lo mise in secondo piano, appena i suoi occhi individuarono il piccolo bigliettino bianco, piegato più volte, sul sedile.
Il suo corpo, guidato dall' istinto, fece il resto: allungò la mano non impegnata ad accarezzarle i capelli, e recuperó il foglio di carta, facendo attenzione a non toccare il corpo della ragazza. Nascosto dentro la sua manica, la sua ansia diminuí progressivamente; sembrava di essere un pazzo a pensarlo, ma anche il corpo di Vera pareva essersi irrigidito nel momento in cui aveva recuperato il biglietto
Ora o mai più -Vera?- lei alzò il capo, guardandolo leggermente assonnata
-Volevo dirtelo prima, io... - distolse il suo sguardo dagli occhi della ragazza - io l' anno prossimo, probabilmente, non tornerò ad Hogwarts- Lei si alzò a sedere di scatto e Harry non poté non guardarla negli occhi, ora celesti
-In che senso probabilmente?- disse con voce atona
-No, non probabilmente, non posso tornarci. Silente...- sembrava da una vita che non pronunciasse quel nome -Mi ha affidato un compito e devo portarlo a termine, fuori da Hogwarts-
-Non è solo una questione di orgoglio- il suo tono suggeriva che quella fosse una domanda, più che un' affermazione
-Spererei che fosse solo per orgoglio personale, ma purtroppo no-
Avrebbe voluto tanto scoprire tutti i pensieri che stavano circolando nella testa della ragazza, sembrava così concentrata; forse, però, era meglio così: si sarebbe sentito in dovere di spiegare e di rispondere ai suoi dubbi e questo non lo poteva fare
-Ma... sarai al sicuro nel posto in cui dovrai andare?- chiese, terminando la domanda, tentennante
-L' altro giorno mi hai detto che il tuo compleanno è il 20 dicembre, be'... - disse prendendole la mano e ponendo la propria sul cuore con fare teatrale -ti prometto che, prima di quel giorno, non morirò-
Vera lo guardò come se fosse pazzo, per poi scoppiare a ridere -Sta attento, però- gli sussurrò dopo, seria, a poca distanza dalle sue labbra. Il bacio che si scambiarono poi sembrava quasi un suggellamento di una promessa, di quella specie di patto, che aveva creato tra di loro. Harry sperò di riuscire a mantenerlo
***
L' ambiente era famigliare, le persone che gli erano vicine però sperava che non lo fossero. Dudly, Petunia e Vernon lo avevano, come ogni anno, riportato a privet drive numero 12; quella, però, era teoricamente l' ultima volta.
Cosa sarebbe successo appena avrebbe lasciato quella casa, non lo sapeva neanche lui; in linea teorica sarebbe andato alla tana per assistere al matrimonio di Bill e Fleur e successivamente avrebbe iniziato la ricerca per il medaglione perduto con Ron ed Hermione; da qualche parte avrebbero iniziato, il problema era sapere dove
Rintanato nella sua stanza, poggió velocemente il baule a lato del letto, Edvige che schiamazzava sulla scrivania e, altrettanto veloce, aprì lo sgualcito foglio di carta che aveva in mano, con crescente ansia e curiosità. Questo recitava: All' apice del profondo tormento, la persona legata al tuo sangue, ripristinerà l' eredità ed ostacolerà la discendenza
Dan, dan, daaaan! Vabbè, sono impazzita. Lo so, è da un po che non aggiorno, ma con l' inizio della scuola non ho avuto molto tempo per scrivere. Mancano circa 3 o 4 per finire la storia e credo che da ora in poi ne pubblicherò uno al mese. Vi vorrei ringraziare per le visualizzazioni e i commenti che ho ricevuto nell' ultimo periodo che mi danno sempre molto più entusiasmo per andare avanti con la scrittura. Ci si rivede a Febbraio♡♡
~anirbas~
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