Il canto della fenice (parte I)

(Harry)

Harry era nervoso: tra pochi minuti gran parte di Hogwarts si sarebbe radunata in prossimità del lago nero, per assistere alla celebrazione del funerale di Silente. Non aveva mai partecipato ad un funerale prima d' ora e non era di certo nei suoi progetti di vita farlo, ma si incamminò comunque al di fuori del castello con Ron ed Hermione che, come sempre, in quel tipo di situazioni, gli lanciavano occhiatine compassionevoli; soprattutto Hermione, che non faceva altro che rivolgergli sguardi cauti come se potesse scoppiare a piangere da un momento all' altro. Lo avevano sempre infastidito, li odiava.

Forse quel "sempre" non sarebbe mai esistito se non fosse stato Harry Potter, l' eroe a cui tutti avrebbero dato affidamento, ora che Silente era fuori gioco; il prescelto, la guida che continuava a perdere persone, persone che avrebbero potuto aiutarlo, sostenerlo, e così acquisiva sempre più indipendenza, non aveva scelta d' altronde; qualcuno si divertiva a portava via le persone che lo potevano aiutare, che non lo facevano sentire maledettamente solo e incapace di fronte alla realtà, e di questo lui ne era stufo, non avrebbe aspettato, avrebbe agitato, velocemente, prima che fosse stato troppo tardi, perché di tempo ce n' era poco: avrebbe messo fine a Lord Voldemort.

-Harry, ci sediamo qui?- la voce di Hermione lo raggiunse; sbatté le palpebre e si rese conto solo in quel momento di essere arrivato in prossimità delle numerose sedie poste per il funerale.

Odiava non sapere cosa fare, odiava non sapere dove andare, quali posti visitare per trovare gli innumerevoli horcrux, odiava stringere tra le mani quell' insulso medaglione che era servito solo ad indebolire il preside; se non avesse bevuto quel liquido...

-Stai bene?- chiese la ragazza con voce più apprensiva. Lui alzò gli occhi su di lei e poté intercettare di sfuggita la breve occhiata che si lanciò con Ron. Cercò di sorriderle -Sì, sediamoci qui-

Si mossero verso le prime tre sedie che non trovarono occupate. Harry allentò la presa ferrea sul medaglione, lasciandolo scivolare nella tasca del mantello. Non ci avrebbe pensato in quel momento

***

Nel medesimo istante in cui il corpo di Silente venne poggiato sulla bianca lastra di marmo, dalle grandi mani di Hagrid, un suono leggero, malinconico, giunse dalle alte torri del castello, diffondendosi nell' aria; l' origine di quella melodia era una figura infuocata che si librava nel cielo e che, planando, sfiorò la superficie delle acque del lago per poi posarsi accanto al suo vecchio padrone. Fanny

-Rinascita- sussurrò alla sua destra Hermione, che lo guardava con i suoi occhi svegli, lucidi dal pianto. Harry la osservò incuriosito, senza capire (e te pareva...) mentre Ron sembrava cercare qualcuno tra la folla

-Le fenici rinascono dalle ceneri, dalla loro stessa morte. Sono sempre state simbolo di rinascita e speranza nel mondo magico e, di questi tempi, la gente ne ha bisogno-

***

Silente venne ricordato come il solo che sconfisse Grindelwald (GREDENCE! Fermate il mio disagio, please)

Silente venne ricordato come Stregone Capo del Winzengamot

Silente venne ricordato come colui che contribuì alla sapienza magica

Silente venne ricordato come l' unica persona che tu -sai-chi temeva

Silente venne ricordato anche come l' unico preside della scuola che venne sepolto al suo interno

Harry lo ricordò come un' ancora di salvezza per i mali che lo perseguitavano; un faro nella notte buia e profonda, che si illuminava per i troppi segreti che racchiudeva; una figura bianca, luminosa, umana: anche lui aveva sbagliato, si era fidato di Piton, il suo assassino, il Mangiamorte che il preside aveva continuato a difendere

Fu con questi pensieri che si diresse da solo verso le mura del castello, quando una voce limpida lo riportò alla realtà

-Ciao Potter- Vera Mason lo raggiunse con passo lento e gli rivolse un sorriso incerto che non gli piacque, somigliava tanto a quelli di Hermione -Stavi tornando dentro?- chiese la ragazza; non si erano più parlati dalla notte in cui i Mangiamorte aveva oltrepassato le difese di Hogwarts

-Era mia intenzione, sì- emozioni contrastanti gli scorrevano nel corpo: era contento di averla lì accanto, ma allo stesso tempo provava una certa angoscia al pensiero che, dopo che avrebbero lasciato Hogwarts per le vacanze estive, non avrebbe potuto sapere il giorno in cui si sarebbero rivisti; era una completa confusione il suo futuro, tutto costellato da "ma", "se", "forse"... non esistevano certezze, esistevano solo obbiettivi che si era imposto -Ti va di fare una passeggiata?-

Lei accettò, e così si incamminarono per raggiungere il loro salice piangente, chiacchierando su argomenti leggeri. Alla domanda della ragazza "dove sono Weasly e la Granger?", Harry notò bene l' usanza dei loro cognomi al posto de "i tuoi amichetti", lui le rispose che stavano pedinando il fratello di Ron, Percy, provando a parlargli e a farlo sentire in colpa per i mancati auguri di compleanno di Molly Weasly. Vera gli raccontò del suo completo fallimento nell' esame G.U.F.O. di Erbologia e di come, invece, aveva trovato semplice quello di Incantesimi e, così, arrivarono a destinazione.

Gli sembrò strano risedersi di nuovo su quel grande masso: lui ancora sull' estremità e lei vicino al tronco del salice, come se l' ultimo mese non fosse mai passato, ma ne erano successe di cose

Si girò a guardarla e la ragazza fece lo stesso, con un' espressione prudente negli occhi. Fu quell' espressione che lo convinse a parlare -Senti Vera, non devi sentirti obbligata a parlarmi solo perché...- il ragazzo prese tempo, cercando di formulare un discorso sensato

-Solo perché è un momento difficile per te?- suggerì lei piatta

-Sì, e giuro, preferisco stare isolato piuttosto che tra persone che continuano a rivolgermi sguardi cauti e-

-Sta' zitto- lui continuò il suo blaterare come se non l' avesse sentita -Non li sopporto! Godric se non li sopporto-

-Potter, smettila di piangerti addosso-

-Piangermi addosso? Io mi piango addosso?!- esclamò. Non sapeva da dove provenisse tutta quella frustrazione improvvisa, forse l' aveva semplicemente accumulata nel tempo; Vera non lo stava proprio aiutando a farla andar via, anzi lo stava aizzando, anche se non faceva nulla in realtà: se ne stava lì, a fissarlo con sguardo torvo, rigida e quasi annoiata -Sì, se non l' avessi fatto, quelli sguardi cauti, come dici tu, non ci sarebbero stati-

Per Harry, quella frase suonò chiaramente come un insulto -Ah? E' così, eh? Allora io ora mi dovrei sentire in colpa perché cado continuamente nella merda, eh? Dovrei chiedere scusa alle persone perché- si bloccò perché non sarebbe riuscito più a parlare: la sua voce si sarebbe smorzata nella bocca della ragazza che si stava muovendo sulla propria e poi, non ricordava neanche più su che cosa si stesse lamentando prima di essere interrotto

Lei iniziò il bacio e lei ne pose fine, lasciando il ragazzo leggermente stordito -Non ti capirò mai- constatò, rendendo gli occhi di Vera ancor più brillanti -Sei tu che sei troppo semplice-

-Non credo sia un difetto-

Vera gli si avvicinò ancora di più -Dai un vantaggio gratuito agli altri in questo modo-

-Tu hai gli occhi che danno un vantaggio- sussurrò compiaciuto, notandoli diventare più freddi

-Il colore dipende dalle mie emozioni e io le so controllare a differenza tua- Harry la osservò farsi velocemente la coda, assorta e notò lungo il suo collo un sottile segno che risplendeva perlaceo alla luce del sole, come una cicatrice; quel segno fu coperto velocemente dalla massa dei suoi lunghi capelli legati che ripose tutti in quel lato del collo. Quando alzò il suo sguardo verso quello della ragazza, notò un leggero nervosismo passarle sul viso che si riflettè sullo scurirsi del colore degli occhi -Non sempre- le disse

Lo guardò, sbattendo ripetutamente le palpebre, quasi disorientata -Può darsi- mormorò infine, non incrociando i suoi occhi

La curiosità era tanta: avrebbe voluto in qualche modo sapere di più su quel sottile segno inciso sulla pelle, chiederle come e quando se l' era procurato; era sicuro che Vera sapesse che lui l' avesse scorto ed era altrettanto evidente che non voleva parlargliene.

Non resistette -Vera?-

-Dimmi-

-Posso farti una domanda?- vide nascere sul suo viso un lieve sorriso -Proprio non ce la fai a trattenerti, eh?- Harry non seppe cosa dirle: aveva già capito che cosa volesse chiederle?

-Va bene, tanto è acqua passata- borbottò tra sé la ragazza che successivamente spostò la ciocca di capelli dal collo per rivelare la cicatrice -Cosa ti sembra?- gli chiese, piegando la testa per esporre ancora di più la pelle attorno al segno

Harry si sporse verso di lei per riuscire a vederlo meglio: da vicino non era proprio una linea perfetta, anzi, erano due corte linee discontinue che si distanziavano di poco tra loro, una leggermente più larga dell' altra -Una cicatrice?- mormorò, alzando il capo e trovandosi gli occhi della ragazza vicini ai suoi

-Te ne intendi molto bene tu, no? Comunque sì, è una cicatrice di un morso...- lui strabuzzò gli occhi -Non un morso di un lupo mannaro, Potter! Stai tranquillo-

-Va bene, non ero proprio pronto per sapere che fossi un lupo mannaro o...- si fermò, avendo all' improvviso bisogno di deglutire

-E neanche di un vampiro, Salazar! Mi fai finire? Così la smetti di prenderti infarti?!- esclamò ridendo

-No, aspetta, è un succhiotto?!-

Vera fece una faccia buffa -Ma li hai mai visti dei succhiotti?-

-Posso fartene uno?-

-Ma cretino, certo che no!- sbottò lei con le guance chiazzate

La risata che gli sorse fu talmente spontanea che il largo sorriso che gli apparve, dopo che la ebbe terminata, fece fatica a scomparire; la ragazza, nel mentre, gli aveva tirato un giocoso pugno sul braccio e continuava a scuotere il capo -Ma tu non eri quello mogio mogio di pochi minuti fa?-

-In linea di massima, sì- disse togliendosi le lacrime dagli occhi -Dai, che morso è?-

Lei sospirò -E' di un velenottero, mi ha morso a sei anni-

-Un, un velenottero? E' quella specie di farfalla blu che sta quasi sempre nel suo bozzolo?- la ragazza annuì, così lui continuò -Ma... come? Cioè, non è che se ne incontri molti in giro...- commentò, aggrottando la fronte

-Già, non è stata una cosa tanto involontaria-

-Ti sei fatta mordere?- chiese confuso

-Mi son dovuta far mordere: il suo veleno è un antidoto molto potente-

-Provoca la morte! Hagrid mi ha detto che viene usato al San Mungo per i pazienti in fin di vita, cosa...?-

-Il veleno puro sì -lo interruppe Vera, poggiando la mano sul polso del ragazzo, gesto che l' avrebbe comunque zittito -da solo provoca la morte, ma se mischiato con altri elementi può essere utilizzato in altri modi-

-Va' avanti-

-Hai mai sentito parlare di obscurus?- Lui rimase in silenzio -Oh, allora devo partire proprio dalle origini- mormorò sorridendo un po' nervosa, Harry lo percepiva dal continuo guizzare dei suoi occhi celesti -L' obscurus è un parassita che si può presentare quando si è bambini ed è abbastanza difficoltoso contenerlo-

Era restia a parlare, ma il ragazzo non riusciva a frenare la sua curiosità -In che senso? Cosa succede?-

-Se non si riesce a contenerlo, diventa incontrollabile e potrebbe devastare tutto e tutti coloro che lo circondano, trasforma dei bambini in dei... - Vera alzò finalmente il capo e lo guardò negli occhi -li trasforma in dei mostri-

Harry si sorprese per l' intensità del suo sguardo -Come fanno dei bambini a trasformarsi in dei mostri solo con un parassita?-

-Tu sei nato tra babbani e-

-Non l' ho scelto io-

-Sì, lo so, ma la sostanza non cambia- disse lei un po' troppo acida -Sei nato tra babbani e, non è colpa tua, lo so, ma non conosci gran parte delle cose del mondo magico. Tu potresti trovare un libro sulla storia delle creature magiche, cercare il nome di obscurus e sapere che è uno degli animali classificati più pericolosi che siano mai esistiti, ma non avresti mai un' idea del livello di pericolosità: il nome obscurus nella comunità magica fa drizzare i capelli quanto pronunciare il nome di tu-sai-chi. I draghi sono degli agnellini in confronto a quello-

-Al quarto anno l' Ungaro Spinato che ho affrontato non mi è sembrato un agnellino- commentò. Se era una creatura così pericolosa come mai l' ordine, Silente, o i Weasly non gliene avevano mai parlato?
Rientrato in castello avrebbe interrogato Hermione sull' argomento; molto probabilmente lei non ne era a conoscenza... prima  volta che Harry sapeva qualcosa prima della ragazza! Un sorriso gli affioró sulle labbra

-Mi stavo quasi dimenticando del tuo continuo elogiarti-

-"E io le so controllare a differenza tua"- la scimmiottó lui

-Va bene, hai vinto tu- dopodiché si alzò, coprendo i raggi del sole pomeridiani che prima illuminavano il ragazzo

-Dove stai andando?-

-Mi tocca tornare nella tana delle serpi-

-E l' obscurus?! Mi avevi detto che-

-Il viaggio nell' Hogwarts express credo che basterà domani per raccontarti tutto, no?- alle parole di Vera, sorrise -Credo che ci avanzará tempo per fare anche qualcos' altro...- disse raggiungendola con aria innocente

-Ti piacerebbe, Potter- sussurrò Vera a pochi centimetri del suo viso, per poi allontanarsi dal ragazzo

Harry, ancora inebetito dall' ondata del profumo fruttato che lo aveva pervaso, le corse dietro - Ehi, ehi! Ti accompagno, aspettami-

***

I corridoi che portavano alla sala comune dei serpeverde erano illuminati da una bianca luce tenue che diventava sempre piu fredda mano a mano che si scendevano le scalinate di marmo bianco. Ai lati della grande porta in pietra scorrevole, erano poste due lanterne sorrette da minuziose costruzioni in ferro battuto: il complesso suggeriva grande eleganza e importanza all' ambiente.

Quando Harry, al secondo anno, era sceso nella sala comune delle serpi per interrogare Malfoy sotto le sembianze di Tiger o Goyle (non si ricordava più quale fra i due), non aveva prestato molta attenzione al luogo, forse troppo preso dalla piccola missione che doveva compiere; ora gli sembrava diverso da quel piccolo scorcio di ricordo che aveva conservato.

-Sembri sorpreso-

-Quattro anni fa mi era sembrato molto meno inquietante-

Vera alzò gli occhi al cielo -Be', è meglio che io entri nella sala comune- il ragazzo le fece segno di dargli un bacio, prima che lei si avvicinasse alla porta in pietra. La ragazza, con faccia esasperata, gli poggió brevemente le labbra sulla guancia, ma queste presto, vennero catturate da quelle di Harry che erano piegate in un sorrisino per quella piccola vittoria

-Domani, sul treno, quindi?- chiese il moro, facendo scorrere la mano sul lato del collo della ragazza

-Non c' è  tanto da dire, alla fine- sussurrò lei, mantenendo i loro visi vicini

-Appunto, è stata solo una tua scusa per ritrovarci anche domani-

Lei lo trafisse con i suoi occhi ambrati -È già la seconda volta oggi che ti pavoneggi, Potter, vedi di perderla questa abitudine-

-Vera?!- quella voce riuscì a suscitargli un tremiti lungo il corpo; ma poi perché era così spaventato? Non stava facendo niente di male, dopotutto...

Ciao wattpadiani (?)!! Sono tornata!! Come avrete letto, ho deciso di inserire nella storia la tematica obscurus, che mi ha tanto affascinato nel film Animali Fantastici e dove trovarli, come sempre, con qualche aggiunta personale, come il veleno del velenottero (scusate la ripetizione) che fa da antidoto al parassita. Spero che stiate passando delle felici vacanze di Natale, io era da tanto che le aspettavo e vi auguro un buon anno nuovo in anticipo! Ci si rivede♡♡

~anirbas~

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