prologo: il primo giorno di scuola è una piaga d'Egitto
PAPÀ
/pa·pà/
sostantivo maschile,
qualcuno che dà consigli ed è sempre incoraggiante
e protettivo.
Vedi anche; supereroe.
Principato di Monaco, primo giorno di scuola.
-Papà? Papà, svegliati!-
Charles si lamenta nel sonno e si gira nel letto, cercando di scivolare nuovamente nel tepore delle coperte e nel mondo dei sogni.
Nel suo dormiveglia, Charles sta finalmente per rilassarsi in una vasca calda e profumata ma un peso lo schiaccia sul fianco destro, interrompendo il suo dolce sogno.
Sarebbe arrabbiato se chiunque altro avesse deciso di svegliarlo in maniera tanto brutale, ma dato che gli artefici di questo brusco risveglio sono i suoi figli, non può che sorridere.
Il viso di Julia, con un sorriso mancante di un incisivo, è davanti al suo; è talmente allegra che sembra in grado di illuminare la stanza con la sua sola gioia e non lo pensa solo lui.
-Sei sveglio! Dai, alzati, facciamo colazione e andiamo a scuola- strilla la bambina, provocando al padre un principio di mal di testa. È prima mattina e la voce squillante della piccola Leclerc non è di certo delicata.
-Andiamo? Mi sembra di aver finito la scuola anni fa, non credevo di dover tornare in classe!- dice il pilota mentre si alza a sedere e stringe sua figlia in un abbraccio.
La bambina ridacchia mentre i capelli spettinati di Julia fanno il solletico sotto il naso di papà Charles, hanno un profumo dolce di albicocche che caratterizza lo shampoo della Garnier per bambini senza silicone e che non brucia gli occhi che il pilota si ostina a mettere nel carrello ogni volta che si reca a fare la spesa.
-Non tu, papà! Hervè e io dobbiamo andare a scuola oggi!- esclama Julia per poi girarsi tra le braccia del padre e appoggiarsi al suo petto.
Charles sospira gettando un'occhiata al soffitto, gli sembra ieri di aver tenuto quel piccolo fagottino rosa tra le braccia, di averla guardata dormire di notte nella culla e di averla portata sui kart per la prima volta.
Pensare che inizierá il suo primo anno di scuola elementare tra nemmeno due ore lo rende estremamente nervoso, sa che niente sarà più come prima ma lo sapeva già dalla scelta dello zainetto per la scuola. Voleva essere preparato ma non esiste un manuale per genitori che dica come comportarsi in casi simili.
Contro ogni aspettativa di Charles, sua figlia ha scelto uno zainetto nero con i cuoricini rosa ed è molto contenta della sua scelta. Ogni tanto la bambina si ferma in contemplazione della cartella e sorride, Charles si chiede cosa ci trovi di così interessante, ma poi alza le spalle e non ci pensa più.
-Papà posso chiederti una cosa?- afferma Julia, con un filo di voce mentre le sue mani giocano con l'orlo della maglietta del pigiama ornata da unicorni rosa, maglietta regalatale per il suo compleanno ma mai piaciuta così tanto.
Sia chiaro non è il rosa che non le piace, ma gli unicorni.
-Certo, funghetto- sorride Charles mentre la bambina si spinge contro il petto del padre, il pilota percepisce che la figlia ha qualcosa che non va e si mette in ascolto.
Il pilota e la bambina sono due gocce d'acqua, se c'è qualcosa che li preoccupa hanno l'estremo bisogno di dirlo a qualcuno e non diventano quieti finchè non sono stati ascoltati.
Le stringe le spalle con un braccio e nel frattempo attende che la voce di Julia gli riempia le orecchie, la bambina prende un respiro e successivamente professa tutto d'un fiato:-Ho paura-.
Charles rimane in silenzio, sa che quando Julia sta parlando non vuole essere interrotta, non ci si deve intromettere nemmeno se sta pensando a qualcosa, altrimenti la conseguenza è un'esplosione di rabbia incontrollata.
-E se le bambine sono antipatiche? Se mi prendono in giro?- chiede Julia senza incrociare lo sguardo di Charles, sbuffa e ricomincia con il suo discorso:-Insomma, ho sentito che Melisse è cattiva e tutto è suo. Se mi ruba le amiche cosa faccio?-.
La bambina gesticola e ci impiega un po' a trovare le parole giuste per formare la frase successiva.
-E se non sono simpatica? Se dicono che sono brutta perché non ho un dente? Se dicono qualcosa perché non mi piacciono le bambole? Alle femminucce piacciono queste cose ma a me mi fanno schifo, mi piacciono i kart!- esprime la bambina con il broncio, Charles ridacchia per l'errore grammaticale della figlia mentre lei si volta verso di lui.
-Perché stai ridendo? È una cosa bruttissima! Se rimango sola?- biascica la bambina, con la voce bassa e gli occhi lucidi; papà Charles si allarma, irrigidisce la schiena senza sapere come agire.
Consolare una bambina di sei anni è una delle cose più complicate che Charles conosce, alle volte pensa che guidare una Ferrari sarebbe preferibile a una delle crisi di Julia.
-Perché pensi che saranno tutte antipatiche? Melisse è un'eccezione non la regola, funghetto- afferma papà Charles, la bambina rimane in ascolto mentre il pilota prosegue:-Non ti prenderanno in giro e Melisse non ti ruberà le amichette. Sai quante bambine vorrebbero fare amicizia con te? Tantissime! E poi è fortissimo avere un'amica che guida i kart, magari potrete disegnare il tuo prossimo casco insieme-.
Julia ci pensa su per poi aprire le labbra in un leggero sorriso, le piace tanto disegnare e ogni anno Charles le permette di disegnare un casco nuovo, tutto di suo pugno.
Per ora, Julia ne ha disegnati tre e in ogni casco della sua collezione, c'è un particolare disegnato da papà Charles, da nonna Pascale, da zio Arthur e zio Lorenzo ma il più importante di tutti è quello del fratello gemello di Julia.
La bambina li rende partecipi di modo da poterli portare sempre con sè quando non possono esserci alle sue gare, ma sono sempre tutti lì ad applaudirla per ogni suo successo e consolarla nei suoi momenti no.
Alla consolazione ci pensa nonna Pascale, con i suoi intramontabili biscotti con pezzettoni di cioccolato e un bel bicchiere di latte fresco.
L'unico appiglio femminile di Julia è proprio la nonna, a cui confida tutto ciò che non vuole dire al padre, passa le ore con lei al tavolo della cucina, mentre dondola le gambe che non toccano il pavimento, reggendo con due mani il bicchiere di latte e facendo briciole dappertutto.
Alle volte Julia è un completo disastro, ci sono situazioni in cui sta parlando con la nonna in modo tanto espressivo e gesticolando che inevitabilmente urta il bicchiere pieno di latte, facendolo rovesciare sul ripiano.
Julia però è una bambina che non resta con la mani in mano davanti a un danno, in quel caso afferra un panno umido e comincia a pulire il tavolo mentre la nonna la aiuta.
È il funghetto del suo papà, Charles la chiama così perché quando Julia toglie il casco, i suoi capelli rimangono a forma di fungo e non può fare a meno di ridere mentre Pascale vorrebbe solo mettere le mani in quel groviglio di capelli e dargli un ordine.
È anche la lunetta di zio Arthur ed è la persona con cui va più d'accordo assieme alla nonna. Insieme organizzano una miriade di scherzi, anche se Charles non apprezza l'influenza che il fratello ha sulla bambina. Sono legati da un rapporto speciale, non a caso Arthur è il padrino della bambina e le sta accanto in ogni passo.
-Non rimarrai mai da sola, Julia. Ci sono tantissime bambine che aspettano solo te. Ti fidi di me?- chiede Charles sporgendosi quel che basta per lasciare un bacio sulla guancia alla figlia.
La bambina annuisce e avvolge il collo del padre con le braccia, stringendolo a sè e sussurrandogli:-Ti voglio tanto bene, papà-.
Charles stringe il corpicino della bambina ancora più forte, quando Julia si stacca e salta giù dal letto per andare in cucina, Charles la segue ma nota che al tavolo di legno scuro manca una persona.
-Julia, dov'è tuo fratello? A quest'ora dovrebbe essere già sveglio- chiede il pilota entrando in cucina e non trovando il bambino biondo seduto a tavola come ogni mattina.
-Ha detto che arrivava in qualche minuto- dice candidamente la bambina mentre si siede sulla sedia e dondola le gambe come fa sempre.
-Ma non è qui- dice ovviamente Charles indicando la sedia vuota accanto alla bambina, Julia fa spallucce e continua a dondolare le gambe per poi allungarsi a prendere uno dei biscotti che nonna Pascale le ha preparato un paio di giorni prima.
Non sono diventati duri, è uno dei segreti che Pascale non vuole rivelare a nessuno, i gemelli vi risponderebbero che è l'amore ma i tre fratelli Leclerc vi direbbero che si tratta solo di ingredienti di ottima scelta ma nessuno sa realmente come i biscotti di Pascale facciano a rimanere morbidi per un lasso di tempo così lungo.
-Intanto tira fuori il latte e il succo dal frigorifero, con due mani! Ci sono anche i biscotti e i pancake della nonna, non mangiare quelli con le gocce di cioccolato o tuo fratello si arrabbia- dice Charles mentre controlla anche in bagno nella speranza di trovare il figlio fuori da letto, ma il risultato è fallimentare.
La bambina esclama un si, il pilota sospira per poi percorrere il corridoio al contrario, la sua unica meta è la stanza dei gemelli.
Charles apre lentamente la porta della stanza, illuminando la cameretta, il letto sulla destra è disfatto e in disordine, con il lenzuolo della Ferrari completamente stropicciato mentre quello di sinistra, accoglie sotto le coperte un piccolo ospite.
Sotto di esse c'è Hervè che trema da capo a piedi al solo pensiero di dover cominciare la prima elementare. Stringe a sè il suo orsetto di peluche che porta il nome di Otto, è un regalo dello zio Lorenzo o come lo chiama lui zio LoLo e non lo lascia mai.
Hervè piange in silenzio, con la coperta tirata fin sopra la testa e solo un piccolo spiraglio per far passare un minimo d'aria. Ha detto a Julia che sarebbe arrivato in cucina in poco tempo ma ormai gli sembrano passati anni luce da quel momento.
Non si stupirebbe se scendesse dal letto e si trovasse già grande.
Altrettanto lentamente, Charles si avvicina al letto del bambino e si accovaccia di modo da poterlo guardare in faccia.
-So che non stai dormendo, piccolino- ridacchia mentre il viso di Hervè spunta da sotto le coperte, il biondo stringe forte Otto e tira su con il naso.
-Perché piangi?- domanda Charles allungando una mano per sistemare una ciocca di capelli biondi del bambino.
Capelli biondi come quelli di sua madre.
-Non voglio andare a scuola- bisbiglia Hervè mentre altre lacrime gli bagnano le guance.
È sempre stato un bambino timido; non parla molto, preferisce osservare le piccole cose e sorridere per quelle. È un grande amico di zio Lolo e in lui trova quello che definisce come il suo migliore amico. Passano molto tempo insieme, seduti al pianoforte o al porto con i piedi penzoloni sull'acqua.
A Hervè piace molto camminare nella natura del Principato, è stato Lorenzo che lo ha portato per la prima volta nel punto panoramico di Montecarlo e da allora Hervè gli chiede di andarci almeno una volta al mese.
Non ha amichetti della sua età, lui ha Lolo e Otto e crede che sia la cosa più bella del mondo.
-Perché no piccolo?- chiede Charles sporgendosi in avanti toccando il naso di Hervè con il suo, il pilota sa bene che è un gesto che è in grado di calmare il bambino nel giro di pochi secondi e lo compie ogni volta che Hervè lo necessita.
-Non voglio lasciare solo Otto- sussurra il biondino affondando la testa nel cuscino ancor più di quanto non lo sia già.
-Ma Otto non sarà solo- sorride dolcemente il numero sedici, gli occhi di Hervè si illuminano un poco mentre domanda:-Davvero?-
-Ci sarò io, zio Lolo e tutti i suoi amici! Si divertirà tantissimo- ridacchio il bruno strofinando il naso contro quello del bambino, Hervè ride a sua volta stringendo l'orsetto tra le braccia.
Passa un momento di silenzio in cui Charles si perde nelle iridi verdi di Hervè, iridi verdi come le sue e quando le guarda rimane sempre senza parole. Gli piace vedere come abbia trasmesso qualcosa di suo a un bambino.
-Papà, se Otto ha i suoi amici, vuol dire che li avrò anche io?Non voglio rimanere da solo- chiede con voce sottile sottile, Charles sorride:-Certo e non sarai mai solo, ci sarà anche Julia. Adesso vai a fare colazione, la nonna ti ha preparato i pancake con le gocce di cioccolato, non vorrai che se li mangi tua sorella-.
In un batter d'occhio, Hervè si è levato il lenzuolo di dosso e sta correndo verso la cucina, reggendo Otto sottobraccio e facendo rumore con i piedini sul parquet del corridoio.
Julia sta già bevendo il suo succo d'arancia, tenendo il bicchiere rigorosamente con due mani per non far gravare tutto il peso del bicchiere su una mano sola.
I due bambini mangiano stranamente in silenzio, Charles ha vietato loro la televisione subito appena svegli quindi normalmente il bancone della cucina è avvolto da chiacchiere a bocca piena ma oggi i gemelli sono molto quieti.
Magari oggi sarà una giornata facile pensa Charles mentre sorseggia a forza una tazzina di caffè e latte, non è mai stato abituato a fare colazione e il fatto che il suo nutrizionista lo abbia esplicitamente obbligato a non saltarla rende quel pasto solo più difficile.
La quiete viene meno nel momento stesso in cui Hervè e Julia devono prepararsi per andare a scuola; su consiglio dello zio Lolo, Hervè ha preparato le sue cose la sera prima.
Ha scelto un paio di pantaloni marroni e una polo color beige, assieme alle sue scarpette Adidas preferite che sono un regalo dello zio Arthur.
Julia invece sta mettendo a soqquadro il suo armadio pur di trovare qualcosa di adatto per fare una buona impressione sulle bambine del Principato.
Scarta il vestitino bianco con i papaveri rossi che le ha scelto nonna Pascale, scarta la gonnellina nera regalata da zio Lolo con tanto di maglietta perfettamente abbinata e scarta anche la sua maglia stampata preferita, quella che papà Charles le ha portato dal Texas, raffigurante il circuito delle americhe.
-Julia perchè ci metti tanto?- strilla Charles notando il gemello seduto sul divano intento a coccolare ancora un po' Otto prima di lasciarlo in cameretta.
Si ricorda ancora la prima volta che Hervè ha dovuto separarsi dal suo orsetto, era il primo giorno dell'ultimo anno di asilo e le maestre avevano consigliato a Charles di cercare di rompere quel legame.
Hervè giocava con pochissimi bambini e non lo faceva per più di una decina di minuti, poi si sedeva in un angolino e rimaneva in silenzio coccolando l'orsetto oppure gironzolava per l'asilo tenendo il peluche stretto al petto e a volte parlandogli.
Quella mattina, Charles aveva nascosto Otto mentre Hervè dormiva ancora, era riuscito a toglierlo delicatamente dalle sue braccia e lo aveva chiuso a chiave nell'armadio della sua stanza.
Era stata una tragedia.
Hervè non smetteva di piangere e Julia tentava in ogni modo di consolarlo, dopo averlo abbracciato un po' aveva iniziato a cercare l'orsetto per tutta la cameretta.
Charles cercava di spostare l'attenzione di Hervè su altro ma appariva impossibile, il biondino era arrivato all'asilo in una valle di lacrime e Charles lo aveva lasciato a malincuore assieme alle sue maestre che provavano a confortarlo in tutti i modi possibili.
Quando Charles era poi tornato a prenderlo nel pomeriggio, si sorprese di trovarlo che giocava con un bimbo con i capelli ricci, tenne nascosto Otto per tutta la settimana e quando fu nuovamente lunedì, lo restituì a suo figlio.
La cosa che lo stupì fu che prima di uscire dalla porta di casa, Hervè era scattato verso la cameretta con Otto tra le mani e quando uscì dalla stanza, l'orsetto non era più con lui.
-Non mi serve più adesso!- aveva detto per poi uscire allegramente di casa, sfortunatamente questo momento di pace è durato meno di un anno perchè l'amichetto che Hervè aveva trovato era stato costretto a trasferirsi con i genitori e il biondino si era chiuso di nuovo in sè stesso.
-Non so cosa mettermi!- urla la bambina e Charles si passa le mani sulla faccia mentre sbuffa, si avvia verso la camera dei gemelli ed è come se nell'armadio di Julia fosse scoppiata una bomba atomica.
-Sei uguale a tua madre- sussurra Charles scuotendo la testa, si augura che la bambina non abbia sentito e si avvia verso il guardaroba. Sarà pur sempre un uomo, ma dopo sei anni con una bambina in casa ha cominciato a capirne di moda femminile.
-Vediamo un po'... che ne dici della camicia che abbiamo comprato a Saint Tropez e un paio di jeans? Puoi mettere le scarpe nuove- afferma Charles tirando fuori la camicetta azzurra firmata Luisa Spagnoli e i pantaloni.
La bambina corruga la fronte e dubbiosa proferisce:-Però mi avevi detto che non potevo mettere le scarpe nuove ancora per un po'-
-L'ho detto?- dice Charles fingendo di pensarci su, Julia sorride rivelando ancora una volta la mancanza del suo incisivo e si affretta a tirare le scarpe fuori dalla scarpiera.
In poco tempo anche la bambina è pronta e l'armadio è sistemato, dopo aver allacciato le scarpe e aver messo gli zainetti in spalla, Charles sta controllando di non aver lasciato qualche presa elettrica fuori posto quando il suo sguardo cade sul comodino accanto al letto matrimoniale.
La fede giace in un angolo, silenziosa.
Charles la agguanta e in poco tempo la fa scivolare lungo l'anulare sinistro, la tiene sempre e il perchè è molto semplice.
Non è per qualche motivo sentimentale dato che è divorziato e potrebbe gettare la fede nell'angolo più remoto di casa sua, in verità lo fa per tenere lontane le madri single del Principato.
Dio solo sa quanto quelle donne possano essere invadenti e alle volte particolarmente inopportune.
Dopo la sua ultima relazione con quella che è la sua ex moglie, Charles ha definitivamente chiuso con l'amore e qualsiasi cosa riguardi fidanzate o possibili mogli.
Alla parola matrimonio sente sempre un brivido che gli percorre la schiena, quando poi è invitato ai ricevimenti di amici o altri piloti della griglia, tende a stare sempre con i suoi figli e meno con gli invitati della sua età.
Semplicemente per il fatto che non appena si trova un po' lontano dai gemelli, viene circondato dalle spose che lo prendono sottobraccio e gli dicono:-Ho un'amica davvero carina che mi piacerebbe presentarti-.
La prima volta, Charles ha accettato molto poco volentieri ma a quelle successive ha iniziato a mostrarsi più schivo e meno interessato. Alcune spose lo hanno recepito, altre no.
Tutto questo perchè la sua ex moglie Carola è l'essere più spregevole che abiti il pianeta Terra. Quando i gemelli avevano sette mesi, Carola è salita su un aereo con un biglietto di sola andata per le Maldive e non lo aveva detto a nessuno.
I gemelli erano rimasti da nonna Pascale e Charles era appena tornato da una tappa con un fuso orario da incubo, quindi il primo luogo nel quale si era recato non era stato casa sua ma casa di sua madre, dove si era addormentato nella sua vecchia cameretta.
Dopo essersi ripreso dal fuso orario, aveva riportato i gemelli a casa ma all'interno di essa, mancava Carola; spaventato, il pilota aveva tentato di rintracciarla ma senza risultati ed era stato tramite il suo profilo Instagram che aveva scoperto della questione delle Maldive.
Carola non aveva risposto a nessuna telefonata e a nessuna mail, nemmeno quelle mandate dall'avvocato di Charles, l'unica cosa buona che quella donna aveva fatto, era stata quella di firmare le carte del divorzio.
Alla notifica di una nuova mail, Charles si era precipitato a leggerne il contenuto; quando aveva aperto la mail e ci aveva trovato all'interno i documenti firmati, stava per urlare ma i gemelli stavano dormendo, di conseguenza dovette condensare la sua esultanza in un'alzata di braccia e un sospiro vittorioso.
Non appena i gemelli erano rimasti da Pascale, Charles aveva preso uno scatolone e aveva messo lì dentro qualsiasi cosa riguardasse Carola. Libri, fotografie, profumi, tutto ciò che gli capitava a tiro veniva buttato dentro quella scatola.
Tolse tutte le cornici che contenevano foto di loro due e le sostituì con quelle dei gemelli, ristrutturò la cucina perché quell'orrendo piano cottura lo aveva scelto lei e Charles lo aveva detestato fin dal primo istante, ritinteggiò la cameretta dei gemelli perché quell'albero fiorito rosa e azzurro lo aveva disegnato lei ed era la cosa peggio riuscita nella stanza dei bambini.
Gettò il Charles marito alle spalle e divenne il Charles padre che tutti ora conoscono, l'unica cosa che tenne dal suo matrimonio fu proprio la fede che indossa a qualsiasi ora del giorno quando si trova nel Principato.
Il trio cammina tra le strade, a differenze delle altre volte nessuno disturba Charles per chiedere una foto dato che è troppo assorto dalla chiacchiere di Julia.
Hervè invece rimane silenzioso, stringendo forte la mano sinistra di Charles che ricambia la stretta vigorosamente; all'ingresso della scuola una calca di bambini con zainetti colorati e voci squillanti si staglia davanti a loro.
-Va bene, oggi pomeriggio viene a prendervi Francine. Mi raccomando, fate i bravi- dice Charles accovacciandosi, prima sistema la camicetta di Julia poi passa la mano tra i capelli biondi di Hervè.
Charles allarga le braccia e i gemelli si tuffano a capofitto in esse, Hervè abbraccia stretto stretto il padre mentre Julia respira ancora una volta il suo profumo per ricordarselo per tutta la giornata.
-Vi voglio tanto bene- sussurra Charles nel momento in cui i gemelli lasciano le sue braccia, dà un bacio sulla fronte a ognuno e quando la maestra chiama a gran voce la prima elementare, Julia stringe la mano del fratello e lo conduce verso l'insegnante non prima di aver degnato il papà di un altro saluto.
Charles li osserva mentre si lascia sopraffare dall'emozione, sorride leggermente giocando con le bacchette degli occhiali da sole e non si rende conto delle mamme single e sposate del Principato che posano intensamente lo sguardo su di lui.
Ci sono solo i suoi bambini che aspettano composti in fila per due, tenendosi sempre la mano; quando la massa di bambini sparisce dalla sua vista, si infila gli occhiali da sole e si incammina verso casa di sua madre.
Le ha promesso che avrebbero passato una mattinata insieme e Charles non è il tipo di persona che non mantiene la parola data.
Suona il campanello e gli apre sua madre mentre un profumo famigliare gli solletica le narici. Gli vengono in mente tutti le volte che tornava a casa da scuola e trovava sua madre che lo aspettava al tavolo della cucina con il profumo di qualcosa di buono che si diffondeva nell'aria.
-Ciao maman- sorride Charles entrando in casa e trovando Pascale intenta a pulire il bancone della cucina, il pilota sorride e domanda:-Non dirmi che hai fatto altri biscotti! Casa mia ne è piena e Julia li mangia a tutte le ore-
-Sono biscotti ma è solo un piccolo esperimento, ci ho messo dentro dei piccoli marshmallow per cambiare qualcosa. Una volta cotti dovrebbero assomigliare a uno snack americano o qualcosa del genere- borbotta Pascale piegando il panno che stava usando non molto tempo prima.
-A Hervè sono piaciuti i pancake?- chiede con un sorriso, Charles si siede al tavolo e sorride a sua volta:-Li adora ogni volta, non so perché me lo chiedi sempre. I gemelli amano la tua cucina, se potessero vivrebbero qui. Sono migliorato nel tempo, ho smesso di cucinare pasta e tonno in scatola ma non ti batterò mai-
Pascale osserva il figlio e capisce che c'è qualcosa che lo turba, conosce bene la sensazione di un genitore dopo aver lasciato i figli al loro primo giorno di scuola. L'ha provato per ben tre volte e comprende il fatto che Charles abbia bisogno di qualche minuto prima di parlare.
Il pilota si accorge dello sguardo della madre su di lui e come quando era bambino, Pascale alza un sopracciglio mentre Charles si decide a vuotare il sacco.
Prende un respiro profondo per poi poggiare la testa tra le mani e guardare la superficie del tavolo, esala:-Stanno crescendo, mamma. Mi sembrava ieri che aiutavo Hervè a camminare per casa oppure quando Julia ha detto la sua prima parola. Te lo ricordi? Volevo farle dire papà ma poi ha detto pappa-
Charles ridacchia al ricordo di quel momento, nel frattempo sua madre lo osserva con un leggero sorriso dipinto sulle labbra. Quando sono nati i gemelli ha sempre pensato che Charles fosse troppo giovane per fare il padre ma dopo la rinuncia di Carola al suo ruolo di madre, ha visto suo figlio cambiare.
All'inizio non chiedeva aiuto a nessuno, per rimanere a casa con i gemelli aveva saltato un mese di preparazione per la stagione successiva, aveva addirittura pensato di ritirarsi per dedicarsi anima e corpo alla cura dei bambini. Quando Charles gliel'aveva detto, Pascale si era recata nel giro di cinque minuti a casa del figlio con la scorta di Lorenzo e Arthur.
Erano rimasti ore da Charles per farlo ragionare mentre Arthur cullava la sua lunetta che piangeva come una dannata, invece Lolo era sdraiato sul divano con Hervè addormentato sul suo petto.
Charles sembrava appena tornato dall'oltretomba, aveva delle occhiaie terrificanti e puzzava come una discarica tanto per citare suo fratello Arthur, Pascale gli aveva preparato un pasto caldo con quel poco che gli era rimasto in casa e lo aveva mandato a dormire.
Al che, il pilota si era opposto e aveva pregato tutti i presenti di andare a casa ma sua madre era irremovibile così come i due fratelli. Senza farselo ripetere due volte, Charles aveva abbandonato la cucina ed era collassato sul letto.
Da allora Charles aveva accettato l'aiuto della sua famiglia e ancora oggi si ripete che è stata la scelta migliore che abbia mai potuto fare nella sua vita.
-Insomma, loro crescono e vanno a scuola, fanno amicizia con altri bambini, imparano a scrivere e io rimango qui. Mi sembra di essere vuoto senza di loro, capisci quello che intendo? Inoltre io sono sempre fuori casa e mi mancano ancora di più- esprime Charles passandosi poi le mani sulla faccia e sbuffando da sotto di esse.
La donna guarda teneramente il figlio e piano domanda caffè?, il pilota annuisce e mentre attende che la macchinetta faccia scendere la bevanda marrone, una notifica attira la sua attenzione.
Da: Francine
A: Charles
I bambini sono ingestibili. Mi licenzio...
Non legge nemmeno una riga, chiude gli occhi e spera che non gli venga un infarto e un ictus nei prossimi trenta secondi, Charles getta in telefono sul tavolo e si passa le mani sul viso per la seconda volta nel giro di due minuti.
All'improvviso il pensiero del caffè gli fa ricordare che se lo dovesse bere le sue possibilità di infarto raddoppierebbero o addirittura diventerebbero esponenziali. D'improvviso si ricorda la passione di sua madre.
-Mamma, hai una tisana?- chiede Charles, Pascale si volta di scatto e alza un sopracciglio domandando:-Ovviamente, sono una bevitrice assidua di tisane per chi mi hai preso? Ma prima che ti mostri la mia collezione levami una curiosità, precisamente come mai ti servirebbe una tisana alle otto del mattino?-
-Perché un'altra tata mi ha lasciato a piedi, ecco perché-
Ciao a tuttə!
Vi avevo promesso l'avvento di questa storia ad agosto 2023 ma ho voluto farvi dare una sbirciatina!
Che ne pensate dei bambini?
Chi è il vostro preferito dei gemellini?
Io amo alla follia Hervè ma anche Julia ha un piccolo posticino nel mio cuore!
Spero che rimarrete con me e la famiglia Leclerc in questo viaggio fatto di risate e tanto altro!
Ci vediamo prestissimo.
Vi voglio bene, splendete sempre✨
Sempre vostra
-Teffly Straw (o per gli amici Lulù)
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