Russia x America - request
Proposto da: La_figlia_di_Efesto
Ship: Russia x America
Rating: rosso
Gender: girl x girl
Punto di vista: 1^ persona (Russia)
Idea: America è una regina e Russia è la sua guardia del corpo
~~~
America ghignò e passò le dita sulla mia armatura, mettendosi a giocare con una delle cinghie che la tenevano a posto - Perché non me lo ripeti? -
- Cosa, altezza? - risposi mantenendo la mia espressione fredda e impassibile, anche se sentivo un piccolo sorriso che cominciava pericolosamente a formarsi agli angoli della mia bocca.
- Lo sai cosa - mise il broncio guardandomi male, come una bambina che faceva i capricci perché non aveva ottenuto quello che voleva.
Sospirai appena e appoggiai la mano sulla sua guancia passandoci delicatamente sopra il pollice - Ti amo, mia regina... il mio corpo e il mio cuore ti appartengono -
Di nuovo sul suo viso si formò quel ghigno soddisfatto mentre arrossiva e strofinava il viso sul mio palmo - Meglio -
Mi piegai leggermente in avanti per poterla baciare, ma lei subito scivolò via dalla mia presa - Niente affetto, lo sai... -
Sbuffai appena alzando gli occhi al cielo, anche se era la regina non poteva cambiare le tradizioni senza diventare una dittatrice. Mi fece un cenno con la mano e io mi rimisi a posto, in modo che le nostre posizioni risultassero più appropriate per una regina e la sua guardia.
Odiavo il fatto di non poter dimostrare a tutti che lei era mia, soprattutto quando così tanti uomini si facevano avanti per chiedere la sua mano. Non che fossi una che chiacchierava della sua cotta con il primo che capitava o che comunque dava molto affetto anche in pubblico, solo mi dava fastidio come cosa.
Ovviamente sarei rimasta al suo fianco anche se avesse sposato qualcun altro, anche se non saremmo mai riuscite a rendere pubblico il nostro amore, solo mi annoiava. E sapevo che quando qualcosa mi annoiava, prima o poi veniva affrontata.
Di colpo America si girò verso di me e mi schioccò un bacio sulla guancia - Quando ero solo una principessa era tutto più semplice... -
***
La mia principessa era semplicemente... fastidiosa. Cercavo di non farmelo pesare troppo, ma cazzo! Perché doveva sempre comportarsi come una bambina, scappando dalle lezioni e cercando in tutti i modi di evitarmi? Sapevo che non le piaceva avere una babysitter a tenerla sott'occhio, ma avrebbe potuto rendermi il lavoro un po' più facile.
Finì il suo allenamento giornaliero di scherma e si mise la spada sulle spalle, tornando da me e inchiodandomi con i suoi occhi color oceano - Mi annoio -
- Vostra altezza cosa vuole che faccia riguardo a questo? -
- Dio, Russia! Te l'ho già detto cento volte di chiamarmi America e basta! - alzò gli occhi al cielo e si passò una mano tra i capelli sistemandoseli in modo che non le dessero fastidio.
- Chiedo perdono vostra alt- America... America -
Dannazione. Semplicemente non ero mai stata così intima con qualcuno, non sapevo come comportarmi e la cosa mi metteva a disagio, quindi provai a sorriderle sperando che chiudesse quella dolorosa conversazione.
Lei rimase a bocca aperta e pensai di aver sbagliato qualcosa, in fondo non sorridevo praticamente mai - C-cosa? -
- Sei adorabile! - squittì per poi arrossire e abbassare la testa - Fallo più spesso -
- Oh... ehm... grazie? - mi misi anch'io a guardare altro.
- Figurati! Sai, quando sorridi non sei male, mi piaci un sacco! -
- Non può piacerti un'altra donna - la guardai confusa e il viso di America si sbriciolò diventando una maschera rassegnata e malinconica - Ah... giusto... -
Mi sentii subito in colpa per averla fatta rattristare, in fondo dovevo proteggerla anche dalle brutte emozioni - P-però posso sorriderti lo stesso -
- Mi sta bene - ridacchiò - Ora andiamo o faremo tardi -
***
Mi rabbuiai e sfiorai uno dei peluche di pezza sul cassettone di America.
Ero stata così stupida a non rendermi contro prima di quello che entrambe provavamo.
- Oh, Russia! Che ci fai qua? - sbadigliò America rientrando nella camera.
Mi girai verso di lei e arrossii mordendomi il labbro. Indossava solo un accappatoio traslucido, probabilmente era appena tornata dal suo bagno.
- Volevo... parlare. Riguardo noi due - mormorai.
Sorrise dolcemente e si sedette sul letto per poi toccare il materasso accanto a lei. Subito mi misi dove aveva indicato e mi schiarii la gola - Odio tutto questo... questa situazione. Non mi piace non poterti avere in tutti i modi che voglio... so che non possiamo farci niente e me ne farò una ragione, ma mi fa male al cuore -
America sospirò e si passò una mano sul viso - Mi dispiace, ma la gente potrebbe... il consiglio... -
- Люблю, conosco tutte le ragioni - appoggiai la fronte contro la sua - Resterò al tuo fianco per sempre, volevo solo fartelo sapere -
- Diciamoglielo - mormorò sorridendo.
- Ame, non sei costretta se non te la senti -
- Ma voglio farlo. Non posso permettere che il dolce cuore da bimba della mia guardia soffra - mi fece la linguaccia e mi strinse appoggiando la guancia sulla parte di corazza che mi copriva il seno.
Alzai gli occhi al cielo e ricambiai l'abbraccio passando le dita sulla seta del suo accappatoio - Mi piace questo vestito - mugolai e le baciai la fronte - Voglio toglierlo -
- Mi sembra giusto - ridacchiò - Ma tu tieni su l'armatura, è sexy -
- Ogni suo desiderio è un ordine, altezza - la baciai afferrandole un fianco con una mano, mentre con l'altra le sfilavo l'accappatoio lanciandolo via in un angolo della stanza.
Lei ricambiò e mosse piano il corpo, sfregando la sua pallida pelle perfetta contro le mie mani rovinate dal lavoro e mandandomi scariche di elettricità verso il ventre. Le morsi il labbro e scesi lentamente lungo il suo collo senza mai staccare la bocca da lei, volevo marchiare quella sensazione nella mia testa in modo da non dimenticarla mai.
Iniziai a riempirla di segni scuri, coprendo quelli che ormai cominciavano a sbiadire e godendomi i gemiti che le uscivano dalla bocca nonostante cercasse di soffocarli il più possibile. In particolare, mi fermai a torturarle il seno perché ormai conoscevo a memoria i suoi punti deboli e sapevo che i suoi capezzoli erano tremendamente sensibili, così quando mi misi a leccarlo ottenni un'imprecazione dalla mia regina che mi fece ghignare soddisfatta.
Ripresi a scendere e le diedi un ultimo bacio sulla pancia per poi infilare delicatamente un dito dentro di lei. Inarcò subito la schiena e piantò le dita nelle mie spalle come se fossi l'unica cosa a cui poteva aggrapparsi per rimanere a galla. Mugolai piano, le sue unghie nella mia pelle mi avevano fatto eccitare ancora di più, e aggiunsi un secondo dito per poi cominciare a muoverle con calma.
Il suo respiro divenne ancora più irregolare e nascose il viso nel mio collo rabbrividendo ogni volta che sfioravo un nuovo punto mentre la esploravo. Aumentai la velocità e America riprese a gemere direttamente contro il mio orecchio, abbandonando il tentativo di trattenersi e lasciandosi semplicemente andare. Sfruttai i suoi piccoli ansimi e le sue mani che si stringevano convulsamente sulla mia schiena per trovare la velocità perfetta e facendo andare più a fondo le dita riuscii a farla venire con un ultimo gemito che prese la forma del mio nome.
America arrossì e mi sistemò una ciocca dei capelli corti dietro l'orecchio - Sei bellissima, lo sai? -
- Non quanto te, Люблю - ribattei sdraiandomi sul letto e stringendola contro di me.
***
America si sedette sul suo trono e si sistemò velocemente la giubba, mentre gli altri membri del consiglio prendevano posto guardandosi confusi.
Uno degli uomini si alzò e fece un piccolo inchino - Vostra altezza, a cosa dobbiamo questa riunione di emergenza? -
- Solo un'informazione su una cosa personale - rispose secca la regina, quindi girò la testa verso di me. Sapevo cosa vedeva, cosa vedevano tutti: una donna fredda, imponente, spaventosa e con una cicatrice che le attraversava la guancia.
- Io e la mia guardia stiamo insieme. Non mi interessa niente di quello che pensate, ora potete anche andarvene -
- M-ma essere gay è un peccato - cominciò a dire qualcuno e io subito ringhiai appoggiando la mano sull'elsa della spada - Ha detto che potete andarvene -
Quando furono usciti tutti America si alzò sorridendo e mise le braccia intorno al mio collo - Ecco fatto, amore mio -
- Sei stata fantastica - le diedi un bacio sulla guancia - E... ora che lo sanno... posso fare una cosa che desideravo da tanto tempo -
I suoi occhi si illuminarono della sua tipica curiosità infantile - Cosa? -
- Mi vuoi sposare? -
[E si torna ai bei tempi in cui non si rilegge prima di pubblicare, quindi se ci sono degli errori perdonatemi :3]
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