Russia x America - private

[In questo periodo mi stanno venendo un sacco di idee per storie, ma sono tutte tristi/impegnative/serie e quindi rischiavo di deprimere me e voi QwQ perciò...
Per tutte le persone ANNOIATE, STRESSATE o TRISTI ecco a voi un momento fluffoso con la Russia x America protagonista, così potete tirarvi su il morale ÙwÚ]

Per il nostro terzo anniversario avevo programmato una serata perfetta, volevo rendere America felice. Sapevo di non essere il ragazzo migliore del mondo, sebbene lui non si lamentasse mai, perché spesso diventavo freddo, mi infastidivo e rifiutavo ogni coccola. Perciò avevo preparato tutto per bene in modo da farmi perdonare: avevamo un tavolo in uno dei ristoranti più lussuosi della città (consigliatomi da Francia) e una volta finito di mangiare saremmo andati al parco per una passeggiata sotto le stelle, una delle cose per cui il mio ragazzo sicuramente andava matto era Central Park, poi da lì saremmo tornati a casa per concludere i festeggiamenti.
Ovviamente, tutto quello che poteva andare male si trasformò in un disastro.
Per le sette eravamo pronti, America stava benissimo nel suo nuovo abito (lungo fino ai piedi, ricoperto di brillantini rossi e con uno spacco nella gonna che mi faceva venire voglia di abbandonare tutti i piani e riportarlo in camera) e sembrava sul punto di esplodere per la gioia di quella serata. 
Quando però arrivammo al ristorante la ragazza dietro al bancone del direttore di sala scosse la testa - Mi dispiace, non c'è nessuna prenotazione a vostro nome... - 
Sbattei le palpebre osservandola - Sta scherzando, vero?! Ho prenotato due mesi fa! - alzai una mano pronto a sbatterla sul tavolo con stizza, ma America mi fermò accarezzandomi il petto e fece un piccolo sorriso - Non preoccuparti Rusky. Sono sicuro che c'è un tavolo libero per noi - 
- In realtà no... - mormorò la ragazza imbarazzata - Abbiamo tutto esaurito per le prossime tre ore -   
Fu così che ci ritrovammo in strada, affamati ma senza un posto dove andare. Io ero semplicemente furioso, avevano appena rovinato la prima parte di quella serata speciale. Cercai di calmarmi mentre tornavamo verso la macchina e appoggiai il mio giaccone sulle spalle di America, che mi rivolse uno sguardo di ringraziamento e smise di rabbrividire per il freddo.
- Torniamo a casa? - proposi dispiaciuto.
Fece per rispondere, ma il suo sguardo si spostò davanti a noi - E perché? Andiamo a mangiare! - mi prese per mani e, correndo sui suoi tacchi come se niente fosse, mi portò ad un chioschetto di hot dog lì vicino. Con un piccolo sorriso comprai quello che voleva, mentre mi saltellava accanto, e poi si mise a mangiare tutto contento il suo hot dog ricoperto di ketchup.
Quando finimmo la nostra cena America chiese - Ora dove andiamo, piccolo mio? - 
Sorrisi ancora e risposi, sperando di migliorare la serata - A Central Park, per fare una bella passeggiata - 
I suoi occhi si spalancarono, ma non per l'entusiasmo - A quest'ora?! Sei matto?! Vuoi che ci derubino, o peggio?! - 
Lo guardai spaesato e balbettai - C-certo che no... è così pericoloso? -
Si mise a ridacchiare, rivolgendomi una piccola occhiata compassionevole - Si vede che non sei mai stato a New York di notte, amore... ti porto io in un bel posto - mi prese per mano e mi trascinò per le strade affollate.
Entrammo in un edificio, pagammo due biglietti e prendemmo un ascensore, arrivando su una gigantesca terrazza illuminata da cui si vedeva tutta la città. America fece un piccolo sospiro soddisfatto e andò ad appoggiarsi alla balaustra - L'Empire State Building è sempre più bello ogni volta che lo vedo... - mormorò con tono malinconico.
Io rimasi indietro per poterlo osservare, tenendo le mani in tasca. Lui era così bello, perfetto, un ragazzo meraviglioso. Ogni mattina mi preparava la colazione, si preoccupava per me, cercava con ogni gesto di farmi felice, arrivando addirittura a mettere i miei interessi davanti ai suoi. Sotto il primo strato, quello che vedevano tutti, era una persona davvero fantastica.
E io, in cambio, non riuscivo neanche a fargli passare una bella serata.
Proprio quando ero sul punto di affondare nella tristezza, nell'autocommiserazione e nel senso di colpa, il mio angelo girò appena la testa verso di me e sorrise - Non vieni a vedere? - 
Annuii in silenzio e lo abbracciai da dietro, appoggiando la guancia sulla sua testa e passando le braccia intorno ai suoi fianchi, assicurandomi che il cappotto lo proteggesse dal vento freddo che soffiava lassù.
Rimanemmo stretti in silenzio per qualche minuto, poi America si girò con un enorme sorriso in volto e mi diede un bacio a stampo - Pronto per il tuo regalo? - recuperò un piccolo pacchetto e me lo porse. Lo aprii subito e quando vidi il meraviglioso ciondolo al suo interno sospirai e mi feci di nuovo malinconico.
- Non... non ti piace? - mi chiese preoccupato abbassando gli occhioni e io scossi subito la testa - No, no, lo adoro... solo... mi dispiace che questa serata non sia andata come speravi, non ne combino mai una giusta - 
America mi guardò e scoppiò a ridere - Amore, ti rendi conto di che cazzata stai dicendo? Abbiamo mangiato degli hot dog e sai quanto li adoro! Ora sono su uno dei miei posti preferiti in tutta la città! E la cosa migliore sai qual è? - fece un sorrisetto e passò le braccia intorno al mio collo - Tu sei qui con me. È questo che mi interessa davvero -
- Dio, quanto ti amo люблю - sussurrai baciandolo.

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