Germania x Italia - request

Proposto da: la_mitica_karol
Ship: Germania x Italia
Rating: rosso
Gender: boy x girl
Punto di vista: 1^ persona (Italia)
Idea: Germania è un professore figo, punto

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Mi mordicchiai nervosamente il labbro cercando di non fare notare quanto fossi interessata al nuovo professore di economia, come d'altronde chiunque avesse un minimo di gusto in quella classe universitaria.
Quando avevano parlato di cambiare insegnante mi ero rassegnata, già immaginando un uomo vecchio e noioso come il precedente. Ma poi, quella mattina, alla cattedra si era seduto un ragazzo di circa trentaquattro anni che ci aveva fatto rimanere tutti senza fiato: era alto, muscoloso (come notai quando si arrotolò le maniche della camicia), morbidissimi capelli scuri e degli occhiali da vista squadrati che, oltre a stargli da dio, rendevano ancora più intenso lo sguardo glaciale dei suoi occhi color ocra brillante.
Ci osservò tutti e si presentò con tono serio - Immagino sappiate già cosa ci faccia qua. Potete chiamarmi professor Berlin. Ora cominciamo - prese il libro e si mise a spiegare. Era dannatametne bravo.
Passarono alcuni giorni e quel professor Berlin (avevo scoperto, grazie alle mie conoscenze, che di nome faceva Germania) era diventato famoro in tutta la scuola, in parte per il suo aspetto e in parte per il suo carattere, che mi ero accorta con piacere essere da perfetto dominatore, perciò mi ero posta come sfida trovare il modo di andare a letto con lui.
Così, una mattina andai nella classe vuota in cui si trovava, durante l'orario del pranzo in modo che non ci fosse nessuno in giro ad interromperci, e mi sedetti sulla scrivania con un sorriso malizioso sul volto.
Lui alzò gli occhi dal libro che stava leggendo e mi guardò male - Signorina Rome... si può sapere cosa diavolo vuole? -
- Sono venuta a parlare dell'ultimo compito - risposi con tono innocente dondolando le gambe - Mi ha dato una C... io sono qui per guadagnarmi una A -
Abbassò di nuovo gli occhi impassibile - Scordatelo -
Sbattei le palpebre stupita, non ero abituata a sentirmi dire di no, soprattutto quando indossavo i miei vestiti che non fallivano mai: una minigonna e una camicetta semitrasparente che lasciava intravedere (visibilmente) il reggiseno che portavo sotto. Mi schiarii appena la gola per riprendere il mio contegno e misi il broncio - Perché? -
- Primo, sarebbe ingiusto per gli altri studenti e io odio chi bara - mi inchiodò di nuovo con il suo sguardo, facendomi rabbrividire - Secondo, non sono interessato a fare sesso con te, non riusciresti a reggere -
- Io cosa?! - esclamai offesa - Certo che posso reggerti! Chi ti credi di essere?! -
Per la prima volta sul suo viso si formò un sorrisetto e chiuse definitivamente il volume, alzandosi e appoggiando le mani accanto ai miei fianchi - Non hai idea di con chi hai a che fare. E non intendo rischiare il mio posto per accontentare i capricci di una bambina viziata - si voltò per prendere le sue cose e andarsene.
Arrossii violentemente per la rabbia e incrociai le braccia ribattendo secca - Ammettilo che hai solo paura di non riuscire a soddisfarmi... daddy~ -
Si bloccò e mugolai contenta nel vedere che avevo trovato un tasto debole.
- Non mi lascerai in pace finché non ti accontenterò, vero? - sbuffò pesantemente e tornò davanti a me - Ma non dire che non ti ho avvertita -
Alzai gli occhi al cielo passandogli le braccia intorno al collo - Come vuoi. Ora fai qualcosa per favore -
- Va bene, va bene... - mugolò piano appoggiando le labbra sul mio collo, per succhiare piano la pelle, e in poco sfilò ad entrambi tutti i vestiti, ma senza toccarmi in nessun modo. Anzi, rimase semplicemente a fissarmi senza fare niente! Si limitava a passare gli occhi sul mio corpo, tenendomi le gambe aperte, e non faceva altro.
In poco mi stufai, ero eccitata, volevo essere toccata, ne avevo bisogno. Così decisi di pensarci da sola visto che non sembrava intenzionato ad aiutarmi: mi passai una mano sul seno per cercare di ottenere una bella scarica di piacere, schiacciandolo delicatamente e tirando piano i capezzoli.
Ma non appena Germania se ne accorse il suo sguardo si fece furioso e mi schiaffò via la mano - Non ci pensare neanche - ringhiò.
- Cosa? Tu stai lì a fissarmi e io non posso toccarmi? - ribattei acida.
- No, tu non puoi toccarti. L'unico che può farlo sono io in questo momento - continuò con tono serio - Quindi abbi un attimo di pazienza e resisti, ora ti accontento -
Brontolai qualcosa senza rispondere e appoggiai le mani sulle sue braccia cercando di trattenere l'impulso di spingerlo via e riprendere a sfiorarmi, mi stava facendo davvero diventare impaziente ed era una cosa che odiavo.
Lentamente, sempre con quella esasperante calma, riprese a lasciare baci e soprattutto morsi sulle mie spalle, attaccando ogni centimetro di pelle che trovava. Mugolai contenta e mi strinsi forte a lui tirando fuori da una piccola tasca nascosta della gonna un preservativo - Tieni - sussurrai leccandogli il collo.
- Grazie - disse calmo aprendo la bustina e mettendoselo per poi allargarmi meglio le gambe ed entrare subito in me. Appoggiò il mento sulla mia spalla e sospirò piano rimanendo fermo.
- Ancora?! - sbottai agitando i fianchi per farlo muovere, quella lenta tortura mi stava esaustendo, ma a differenza della volta precedente non ottenni rimproveri, solo una fragorosa risata. I suoi occhi dorati si posarono nei miei per rivolgermi uno sguardo dolce e il professore mi diede un bacio, andando più a fondo dentro di me mentre stringeva le mie cosce fino a lasciare il segno delle sue dita nella mia pelle soffice.
Ricambiai gemendo piano nella sua bocca e, completamente conquistata da quell'occhiata, lo lasciai giocare come preferiva con il mio corpo fino a quando non venne nel preservativo con un piccolo sospiro, il massimo dei suoni che si era lasciato sfuggire. Io, al contrario, avevo faticato a tenere la bocca chiusa, diventava quasi selvaggio quando faceva sesso (anche se un minimo della sua attenzione andava sempre al non farmi male) e la cosa mi piaceva da morire. Mi accasciai esausta contro di lui e mormorai un - Non male... -
Di nuovo mi deliziò con la sua risata - Non male? Sei seria? A giudicare dalla tua espressione non eri mai stata così bene in tutta la tua vita - fece un sorrisetto malizioso, era dannatamente sicuro di quello che stava dicendo.
Divenni viola e mi morsi il labbro scuotendo la testa orgogliosamente - Non è vero! Semplicemente mi hai colta di sorpresa!
- Come dici te - alzò le spalle buttando il preservativo usato e rimettendosi i vestiti - Ce la fai almeno a tornare nella tua stanza -
- Ma cer... - mi bloccai quando mi alzai in piedi, perché le mie ginocchia rischiarono di cedere da quanto mi tremavano le gambe - Ma quanto cazzo ci sei andato pesante?! -
Ridacchiò - Credo che tu non te ne sia resa conto al momento, ma molto pesante... solo che eri come svenuta, riuscivi solo a gemere - mi aiutò a rivestirmi e mi prese in braccio baciandomi la guancia.
Ripensai ai minuti precedenti e socchiusi la bocca stupita, era davvero tutto molto confuso, come se avessi avuto un blackout mentale - Merda... - imprecai ancora a bassa voce stringendolo - Avevi ragione -
- Lo so - rispose - Ho sempre ragione -
Ci fu qualche secondo di silenzio, poi aprii ancora bocca - Me la dai una A? -
- Fammi pensare... no -
- Ma come no! - incrociai le braccia mettendo il broncio offesa e gli feci la linguaccia.

[Spero ti sia piaciuta :3 anche perché (in perfetto stile Bea) ho scritto di corsa per finirla in tempo e non ho riletto un cazzo, yasssssss, per non parlare del fatto che il correttore automatico mi segna una parola sbagliata una volta no e l'altra neppure, doppio yasssssssssssss]

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