Capitolo 51 - Acqua alla gola
"Eddie va' a svegliarla" ordinò Rudy mescolando lo zucchero nel caffè facendo tintinnare rumorosamente il cucchiaino. Aveva la pessima abitudine di svegliarsi in modo scontroso e attaccarsi alla sua tazza preferita prodigandosi in aspre ma ben costruite arguzie contro chiunque gli capitasse a tiro, senza peli sulla lingua, senza rivolgergli uno sguardo.
Spalmato su una delle sedie di ferro battuto che stavano in terrazzo, chiuse gli occhi verde chiaro ancora segnati dal sonno. Vestito solamente dalla vita in giù, di un costume da bagno blu scuro, fu illuminato dalla già veemente e senza remore luce del sole che tinse di un colore dorato la pelle levigata del suo torace nudo. I capelli biondi simili a fili d'oro. Incrociò le caviglie trangugiando a grandi sorsi il suo caffè: sembrò reduce da una nottata scompigliata.
"Hai dormito bene Rudy?" domandò Maya al suo fianco, un biscotto in una mano e il cucchiaino nell'altra. Qualcosa nella sua voce sembrò stranamente allusiva. "Di' la verità, ti sei visto con il pizzaiolo anche ieri sera." lo punzecchiò picchiettando il suo cucchiaino sul suo avambraccio. Rudy non la guardò neppure, si portò di nuovo la tazza alle labbra e sorseggiò la bevanda scura con estrema lentezza.
"Voglio andare al mare prima che faccia notte, Eddie" incalzò ricevendo un'occhiata di sbieco dal fratello minore, dall'umore molto meno contrariato quella mattina ma messo a dura prova da quel tono saccente e tirannico. Si alzò da tavola entrando dalla porta finestra nell'esatto istante in cui suo padre ne usciva con un vassoio di croissant.
Avevano ridotto ogni eccesso di Lexi ad una sua responsabilità, come se Eddie avesse in qualche modo il potere di frenare la sua avanzata. Sarebbe stata una battaglia persa in partenza come lei gli aveva dato modo di constatare innumerevoli volte. Salì le scale bussando svogliatamente alla sua porta per poi aprirla senza attendere prima una risposta.
Contrariamente a quanto tutti si aspettavano, era sveglia, in piedi davanti allo specchio a figura intera con nient'altro che la parte inferiore del costume. Eddie perse un battito, la maniglia stretta nel suo pugno e le labbra ridotte ad una linea tagliente.
Lexi sollevò lo sguardo intercettando la sua fosca sagoma tramite lo specchio, non ci volle molto prima che la piega di stupore impressa in un primo momento nel suo viso lasciasse il posto alla sua confortante maschera abitudinaria.
"Entra e chiudi la porta" ordinò con impudica tranquillità. La stanza era piccola e spoglia, arredata con gli stessi colori del resto della casa e un balcone che si affacciava nell'entroterra ma da cui, osservando con attenzione si poteva scorgere un frammento di oceano tra le fronde degli alberi. Non vi era altro che un letto singolo e un armadio oltre che, ovviamente, lo specchio. Così la ricordava Eddie, poiché dopo un giorno infestato dalla presenza di Lexi Wolfe, l'ambiente si era tinto di una sfumatura molto più caotica e vissuta.
Eddie obbedì cautamente, mantenendosi per lo più fermo sulla soglia.
L'aveva già vista nuda, ma non dopo l'incendio. I suoi occhi, irremovibili, indugiarono visibilmente sul suo corpo deturpato. Riusciva a vedere come la pelle sulla sua schiena si faceva di un colore un po' più scuro, una macchia che si estendeva fino al fianco destro e la lunga cicatrice che saettava tra le costole, scavata da un taglio superficiale ma all'apparenza doloroso.
"Avvicinati." lo incitò inclinando il capo mentre si contemplava allo specchio "Ho bisogno di aiuto con i lacci del costume. Il gesso rende difficile legarli" Eddie si mosse lentamente verso di lei tenendo lo sguardo basso. Afferrò i lacci color lilla sfiorando inevitabilmente la sua pelle, calda al tocco. Da così vicino riusciva a sentire il suo profumo, qualcosa misto alla crema solare, sapeva di mandorle. Non fu l'unica cosa che la vicinanza gli fece riconoscere; altre ferite caldeggiavano sulla sua pelle in segni diagonali, alcuni paralleli alla lunga escara rossastra che le oltrepassava la schiena, non ancora cicatrizzata.
"Non così stretto" il moro serrò la mascella e allentò la presa facendo un fiocco. Quando sollevò lo sguardo colse l'immagine del corpo di Lexi, riflesso nello specchio e le sue ciglia ebbero un fremito. L'ustione arrivava fino all'ombelico e anche parte della gamba destra era attraversata dalla stessa cicatrice.
"È meno grave di quel che sembra" disse interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Il moro incrociò i suoi occhi azzurri nello specchio.
"Stavo cercando di uscire quando l'esplosione mi ha sbalzato all'indietro, fortunatamente ero piuttosto lontana dall'epicentro. Poi qualcosa deve essermi caduto in testa, ma non ricordo con esattezza. Un trauma cranico che mi ha fatto finire in coma e un'ustione di secondo grado." fece spallucce sminuendo il problema. Ma non era ciò che gli avevano detto i medici. Era indubitabile che il suo processo di guarigione aveva del miracoloso, ma prima che partisse l'infermiera gli aveva accennato una sospetta emorragia cerebrale.
Non era 'meno grave di quel che sembra' perchè non se lo ficcava in testa? Perché doveva scherzare così? Perché era circondato da donne che tenevano così poco alla loro vita?
Doveva uscire da lì.
"Non è stata Darleen, vero?" domandò di punto in bianco l'istante prima che la porta si aprisse e che lui scomparisse dietro di essa. Sospirò voltandosi appena.
"Ero andato a casa di Stix quel giorno, per piazzare il microfono. Li tenevo d'occhio."
"Qualcuno in combutta con loro? Michael Grebs o... Oliver... o chissà Alex per esempio?"
"Non ha mai citato l'incendio come una sua manovra organizzata. Ma scaverò più a fondo, te lo prometto." Lexi annuì solenne. "Adesso muoviti o ti lasciamo qui"
"Fammi indovinare Rudy sta per avere una crisi isterica perché non stiamo rispettando il suo rigoroso programma quinquennale" sogghignò.
[...]
"Yuuu-huuu"
Lexi prese la rincorsa dalla spiaggia, pronta a gettarsi tra le braccia dell'oceano, lasciandosi alle spalle tutti gli altri. Le braccia spalancate per accogliere ogni alito di quel vento dal sapore salato che le scompigliò i capelli. Ogni passo faceva volare via un pugno di sabbia, piccoli granelli che si disperdevano di nuovo in un unico grande mucchio, poi i suoi piedi arrivarono alla battigia sfiorando l'acqua e poi ancora le onde arrivarono a lambirle le caviglie e i polpacci. Eddie alle sue spalle aveva appena steso il telo da mare sulla sabbia che si raddrizzò in piedi impallidendo.
Lexi corse e corse, finché l'acqua non le arrivò oltre le ginocchia, schizzando da tutte le parti col suo scalpiccio bagnato, e finalmente si tuffò.
Ma la sua testa rimase stranamente asciutta e riusciva a respirare benissimo tant'è che aprì gli occhi corrugando la fronte. Sotto di sé riusciva a vedere la superficie increspata dalle onde sciabordanti mentre una sagoma torreggiava su di lei stendendo un'ombra.
Quella sagoma era Eddie.
Lì accanto, era riuscito a raggiungerla di corsa, ed era riuscito a frenare (almeno per quel momento) uno dei suoi brillanti e gloriosi sketch. Le stringeva il gesso con così tanta veemenza da far sbiancare le nocche, tenendole il braccio in su come se stesse - cupamente annunciando - il vincitore di qualcosa. L'unica cosa che avrebbe vinto Lexi sarebbe stata un unico commento tagliente che avrebbe reciso di netto il suo entusiasmo. Ella si voltò a guardarlo, le gambe sott'acqua assieme all'altro braccio, tenuta bizzarramente in bilico come una bambola di pezza parzialmente bagnata.
"Non puoi bagnare il gesso." asserì tranquillamente seppur la linea della sua bocca apparve tesa e la sua fronte corrucciata. Lexi si produsse in un verso contrariato alzando gli occhi al cielo, mentre veniva tirata su dal ragazzo.
Il suo braccio ricadde lungo il corpo grondante di piccole goccioline che scorrevano sulla sua pelle, riflettendo la luce.
"E come faccio?" domandò spalancando le braccia seguendolo verso la riva, dove l'acqua tornò a lambirle soltanto le caviglie.
"Ci potevi pensare prima."
"Noo! Ma io voglio fare il bagno!" gli afferrò il braccio scuotendolo bruscamente come un bambino che fa i capricci, impedendo al moro di andare oltre.
"Perchè non hai preso qualcosa per proteggerlo dall'acqua?" chiese infastidito mantenendo lo sguardo, annoiato e imparziale, lontano da quella fascia visiva (venti centimetri più in basso) nel quale faceva capolino la sua testa corvina.
"Pff" si mise le mani sui fianchi. "Perchè tu e quell'altro imbecille di tuo fratello mi avete messo fretta!"
"Wow" Come evocato, Rudy raggiunse il punto in cui sostavano i due assieme ad Henry, non potendo far a meno di prorompere con uno dei suoi deliziosi commenti pungenti.
"Serviva Lexi Wolfe per far entrare Eddie in acqua" Poi il suo sguardo si spostò sulla ragazza che lo fissava con un che di ammiccante nello sguardo, e non solo lui. Quelle sue iridi celesti saettavano velocemente da un Miller all'altro, così intrusive e inquisitorie da mettere a disagio.
"Però..." proruppe cominciando a battere le mani, aveva già archiviato il disappunto di poco prima. "Come siete fregni voi Miller in costume da bagno" alzava e abbassava le sopracciglia rapidamente, per poi azzardare un occhiolino piuttosto grottesco.
"Ho sempre pensato che aveste geni magici, ma ora ne ho la conferma. Signor Miller ce l'ho anche con lei, 'quarantanni e non sentirli' dico bene..." Spostò lo sguardo su Rudy.
"È proprio un peccato che tu abbia la gonorrea" annuì tristemente congiungendo le mani.
"Ti faccio a pezzi" ringhiò spingendola in acqua. Lexi presa alla sprovvista perse l'equilibrio e precipitò sulla sabbia, lo sciabordio delle onde quasi la investì, ma prima ancora che potesse reagire Rudy la trascinò con sé sempre più lontano dalla riva, sempre più in profondità spingendole la testa sott'acqua.
"Brbrbrb...aaa...il gesso...il gesso...!" disse prendendo fiato a piccoli tratti.
"Rudy!" lo rimproverò a gran voce suo padre.
"Oh non preoccuparti...non si bagnerà" disse sadico il biondino tenendole il braccio mentre, con l'acqua alla vita, le spingeva la testa giù. In quel punto sgorgò una serie di bolle scoppiettanti, oltre ad esse la scia nera e sinuosa dei suoi capelli si muoveva in profondità, riottoso, il suo corpo non la smetteva di contorcersi e di sottrarsi a quel peso che lo spingeva giù. La sua mano inanellata d'oro finalmente allentò la presa dal suo viso fino a scostarsi del tutto e a quel punto Lexi riuscì ad emergere pronunciandosi in un rumoroso respiro.
"Cazzo!" sbottò, il petto spasmodico cercava di arraffare quanta più aria possibile. Gli occhi completamente rossi, iniettati di sangue, irritati dal sale: l'azzurro spiccava acceso come lapislazzuli.
"Ho appena cominciato" ridacchiò il biondino uscendo dall'acqua con nonchalance. Ma non appena mise piede sulla battigia un composto e statuario Eddie gli sferrò una ginocchiata dritta dritta nelle palle, forte abbastanza da farlo crollare languido in ginocchio ai suoi piedi, tenendosi le mani sulle parti dolenti.
"Ma che cazzo!" sbraitò sollevando lo sguardo verso quei dorati occhi impenetrabili.
"Volevo farti passare la gonorrea"
[...]
Un sospiro affranto si levò da quel cantuccio all'ombra sotto l'ombrellone, nel quale Lexi era stata costretta con quel patetico pezzo di gesso che le ricopriva l'avambraccio fino al gomito. Smosse la sabbia con le dita, i granelli le si infilavano tediosamente tra le unghie e ogni tanto si fermava a toglierli per poi riprendere ad accarezzare la spiaggia con movimenti ondulati. Spostò lo sguardo su Eddie che riparato da ogni raggio solare seguitava a spalmarsi la crema solare sulle zone più remote del suo corpo, come una sorta di maniacale ossessione. Erano trascorsi forse quarantacinque minuti da quando aveva tratto quel flacone spray dal suo zaino, quarantacinque minuti che la sua mano non stringeva altro, senza staccarsene, come una sorta di amuleto confortevolmente e misticamente protettivo. Assottigliò lo sguardo osservandolo arrancare per raggiungere il fondo della schiena.
"Ma la smetti?" gli chiese, le ginocchia strette al petto.
Fu perfettamente ignorata, ma anziché imbronciarsi la sua espressione si accese di malizia. Se fossimo stati in un cartone animato, sulla sua testa sarebbero spuntate due acuminate corna da diavolo. Si mise in ginocchio e si avvicinò a lui, invadendo il suo spazio vitale come solo lei osava fare.
"Lascia che te la spalmi io"
"No"
"Ma se non ci arrivi!" Non rispose ma continuò a spalmarsi la crema sul braccio. "Eh su"
"Ti annoi e stai cercando una scusa per palpeggiarmi Lexi. Quindi no" asserì senza nemmeno degnarla di uno sguardo. Lexi contrasse il suo viso in un'espressione altamente indignata, si mise una mano al petto e boccheggiò vistosamente.
"Mi ferisce profondamente scoprire che la considerazione che hai di me si riduce a umile palpeggiatrice" scandì. "Io ci tengo alla tua salute dermatologica" Eddie le dedicò un eloquente sguardo annoiato che poteva essere interpretato come un ironico e consapevole 'davvero?'. "Okay hai ragione, forse solo un po'" si voltò verso il mare e colse la figura Maya che sbracciandosi le lanciava vivaci cenni di saluto.
"Voglio andare in acqua" non ricevette risposta. Così si accasciò sul telo guardando il cielo. "Fa caldo" Eddie spruzzò (ancora) la crema sulle gambe, a più non posso, tanto che forse era diventato persino più bianco di prima.
"E se mi tenessi il gesso mentre io sto in acqua? Sarebbe la soluzione migliore." propose voltando la testa, poggiando la guancia sul telo.
"Scordatelo."
"Perchè?"
Eddie si arrestò, sollevando rigidamente lo sguardo verso Lexi.
"Preferirei farmi calpestare da un branco di elefanti, farmi divorare vivo pezzo dopo pezzo da un coccodrillo piuttosto che stare ancora al sole ad abbrustolirmi come una cotoletta" mise in chiaro scandendo ogni parola sperando che il messaggio fosse correttamente recepito.
angolo autrice: e quindi detto ciò cosa vi aspettate che accada nel prossimo capitolo? (buona notte di san lorenzo, sta notte guardate le mie due stelle Eddie e Lexi <3)
10/08/2022
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