Capitolo 46 - Doppiamente imprigionata
"Quattro" Maya individuò la sua pedina a forma di cagnolino sul tabellone e la spostò quattro caselle più avanti.
"Che fai? Compri?" domandò Rudy monocorde, le dita intrecciate sotto il mento.
"Assolutamente si." annuì convinta passando le banconote fittizie al ragazzo seduto a capotavola, alla sua destra, che annoiato si mise a contarle in quanto contabile del gioco.
"Qui manca un pezzo da cento signorina, chi cavolo vorresti imbrogliare?" aprì il mucchietto di soldi a ventaglio spostando lo sguardo dal viso della sorella alla somma sul tavolo ripetutamente.
"Oh scusa, devo aver contato male" la rossa stava per prendere una nuova banconota ma si bloccò con una mano a mezz'aria. Aggrottò le sopracciglia. "No invece. Sei tu che sei uno sporco truffatore!"
"Non so di cosa tu stia parlando" fu tutto ciò che ottenne in risposta, data in tutta calma e compostezza.
"Tira fuori i miei soldi!" esclamò, il viso paonazzo aveva raggiunto la stessa tonalità della sua chioma leonina. Il biondino azzardò un lieve sorriso e come per magia svelò una banconota dal palmo della mano fino ad allora vuoto. A discapito di quanto tutti cercavano di far credere, probabilmente nessuno poteva sfoggiare una morale immacolata a cominciare dallo studente universitario. Rudy Miller aveva intrapreso la facoltà di giurisprudenza seguendo le orme del padre, ma non si poteva ignorare che fin da piccolo nutrisse una strana propensione per i trucchi di magia che prevedevano una posta piuttosto alta: sostanzialmente era un mago con i soldi.
Imbufalita, Maya gliela strappò di mano premurandosi personalmente di metterla al suo posto, nella cassa del gioco.
"Sei uno stronzo" scandì puntandogli un dito contro mentre si sedeva nuovamente, facendo strisciare rumorosamente la sedia mentre si avvicinava al tavolo.
"Oh e non abbiamo ancora cominciato a giocare a poker" ridacchiò il biondino sollevando le sopracciglia con aria ammiccante.
"Lexi tocca a te" tagliò corto Maya scoccando un'ultima occhiata colma di biasimo al fratello.
I due poi si voltarono verso la - fin troppo ambiguamente - silenziosa presenza dall'altro capo del tavolo. La ragazza dai capelli neri sciolti sulle spalle sollevò le mani appoggiandole sulla superficie legnosa del tavolo, il suo viso contorto in un'espressione annoiata. Ogni suo movimento produceva un tedioso scampanellio metallico.
"È proprio necessario?"
"Ovviamente" rispose Rudy incrociando le braccia al petto.
Lexi sospirò e cercò di afferrare la sua pedina a forma di cappello a cilindro dopo aver tirato i dadi, ma con scarsi risultati. Le manette le inchiodavano i polsi e come se non bastasse oltre ad avere terribili polsini rosa pelosi esse erano legate alla gamba del tavolo. Le risultava impossibile sporgersi più di qualche centimetro. Fu alquanto imbarazzante assistere alla sua forzata dipartita motoria: nonostante la compassione di Maya, che le avvicinava il tabellone da gioco il più possibile, ogni sforzò era inutile.
Sbuffò e si alzò di scatto gettando in allarme gli altri due. Lexi afferrò la sua pedina con le labbra chinata sul tavolo.
"Eww che schifo" commentò il suo torturatore. "Ma così rischi di ingoiarla!" rimproverò la rossa come si farebbe ad un bambino. Il movimento della pedina sul tabellone fu poi seguito con un cruciale silenzio che fu infranto dal grugnito di una risata strozzata emessa dal ragazzo non appena essa si fermò sulla casella indicata. Maya si morse le labbra per trattenersi.
"Vai in prigione?! Ma scherziamo!?!?" sbottò ricadendo sulla sedia come un peso morto.
"Mi sa che è destino, piccola." commentò Rudy stiracchiandosi.
"Con piccola ci chiamerai le stupide ragazzine che leghi con queste stupide manette mentre fai sesso"
"Vuoi essere messa in lista?"
"Eww vi prego, smettetela di parlare sempre di...quello" commentò la minore della combriccola scuotendo le mani.
"Se Eddie fosse stato qui non mi avrebbe legata come un cazzo di randagio" sputò acidamente pur mantenendo un tono di voce abbastanza pacato.
"Oh oh ma lui non c'è" ridacchiò Rudy diabolicamente alzandosi in piedi. "Il piano è questo, io ti lego per avere la certezza assoluta che tu non combini casini e se mi rompi il cazzo chiamo la polizia." sorrise per poi dirigersi in cucina.
"Non oseresti, Eddie ti farebbe a pezzi"
Dopo aver recuperato una serie di schifezze dalla credenza tornò nuovamente al tavolo.
"Ti faccio una domanda, piccola." Si avvicinò a Lexi accovacciandosi per raggiungere la sua altezza. "Chi è più crudele l'avvocato del diavolo o il diavolo stesso?" sibilò guardandola fisso con quei penetranti occhi verde giada; sembravano volerla bruciare per quanto intensamente le stavano incollati addosso. Ma Lexi non si fece intimorire, si avvicinò appena, fronteggiando il suo sguardo con un finto sorrisetto che le increspò gli angoli degli occhi e rispose:
"È un modo per dirmi di non sottovalutarti?"
L'angolo della sua bocca si sollevò e l'istante dopo tornò a sedersi cominciando a trangugiare patatine. La partita a Monopoly proseguì nell'immobilità della ragazza che persino il gioco aveva recluso. Da quella mattina continuava ad arrovellarsi su dove fosse andato Eddie, con un piano in mente e la sua cadillac era sparito dalla circolazione con la stessa andatura di un gatto.
Al risveglio, aveva trovato l'altra metà del letto vuota. Vi aveva passato una mano sopra, allisciando le pieghe delle lenzuola. C'era ancora il suo odore, constatò appoggiando la testa sul suo cuscino, sapeva di qualcosa simile a cannella. Non le aveva lasciato nessun biglietto, messaggio, post it o piccione viaggiatore ad indicarle dove fosse aveva semplicemente deciso di volatilizzarsi ancora. Si mise a sedere sul letto sbadigliando quando la porta si aprì all'improvviso, tanto da andare a sbattere contro il muro e produrre un fracasso tale da far cadere un quadro che andò in frantumi. Per poco la ragazza non sussultò, ma trattenne quell'impulso sgranando gli occhi esageratamente tanto che a breve sarebbero potuti rotolare via dalle orbite. Se quell'effrazione poteva facilmente essere scambiata per un blitz dell'FBI, la realtà fu più che deludente e allo stesso tempo confortante.
A fare il suo turbolento ingresso fu il primogenito dei Miller, che rimase sulla soglia con le braccia incrociate e uno sguardo torvo.
"Dovevo immaginarlo"
"Buongiorno anche a te raggio di sole" mugugnò la mora stropicciandosi gli occhi. Un rumore di passi anticipò l'arrivo di un'altra figura, quella di Maya.
"Oh l'hai trovata" sospirò sollevata.
"Era questo il problema? Temevate per la mia incolumità, che cari." si portò una mano al petto sorridendo commossa.
"Si esatto" annuì la sorella minore, intrattenendo un sorriso leggermente forzato.
"Chi ti ha dato il permesso di uscire dal seminterrato?" furono le tonanti e insensibili parole del biondino.
"Dovevo chiederlo?"
"Finchè quell'idiota di mio fratello non torna da dove cavolo è andato tu sei sotto il mio stretto controllo, vorrà dire che per le seguenti ventiquattro ore tu" scandì parola per parola avvicinandosi alla ragazza e puntandole un dito contro. "Sei sotto la mia stretta vigilanza"
Nel corso della mattinata era sparita un'altra volta, ma superflue furono le sue giustificazioni del tutto plausibili (stavolta per davvero), Rudy la trascinò in salotto nel quale - traendo quel suo ridicolo paio di manette pelose - fu imprigionata.
"Guarda che volevo solo lavarmi le mani!" sbottò gridandogli contro mentre disponeva le pedine e il tabellone del gioco.
"Dai Lexi" mormorò Maya posandole una mano sulla spalla, come a voler frenare le sue escandescenze ottenendo nient'altro che un'occhiataccia.
"Non siamo contro di te, noi vogliamo solo che tu non ti cacci nei guai" cercò di spiegarle ottenendo un verso di scherno da parte di Rudy che si stava cimentando nel conteggio scrupoloso delle banconote
"Io voglio solo che non cacci me nei guai" rettificò, gli occhi verdi fissi sulle sue mani che si muovevano scattanti e fin troppo veloci.
Maya alzò gli occhi al cielo e bisbigliò un: "Non ascoltarlo"
Fu così che Lexi si arrese al suo destino da doppia carcerata, standosene quieta a quel tavolo perdendo tutte le sue vincite. I polsi imbavagliati, la guancia appoggiata alla superficie liscia del tavolo; soffiava l'aria dal naso per far muovere il suo magro bottino come unica forma di intrattenimento.
"Se dovessi dare un nome ad una prigione sarebbe Rudy Miller." sollevò lo sguardo verso il biondino. "Avrei preferito l'arresto vero e proprio a questa sottospecie di tortura."
Non ricevette risposta, il ragazzo aveva concentrato altrove la sua attenzione: precisamente alle sue spalle.
"Maya il telecomando" la rossa obbedì e passò l'oggetto al fratello che con uno sguardo attento alzò il volume reggendo con l'altra mano un pacchetto di marshmellow. Quando Lexi si voltò fu come guardarsi allo specchio mesi prima. Una foto occupava metà dello schermo, trasmessa dal telegiornale locale, la mostrava in piedi con un cartello tra le mani: lo stesso che stringeva al momento del suo primo arresto. I suoi capelli ancora del colore delle rose, il viso contorto in un'espressione vagamente ammiccante.
"Nella mattina di ieri la diciassettenne accusata di aggressione e percosse Alexis Wolfe è uscita tra le cinque e le sei del mattino dal Mercy General Hospital di Sacramento scomparendo per circa un'ora e mezza. Al suo ritorno fu dimessa dall'ospedale e da allora non si ha alcuna traccia di lei."
Il gomito appoggiato allo schienale della sedia, il sopracciglio inarcato: adesso stavano mostrando il filmato delle videocamere di sorveglianza che la riprendevano mentre sgattaiolava per le scale senza farsi vedere.
"Oh andiamo! Stavo solo cercando da mangiare!"
"Ottimo pretesto, lo useremo sicuramente in aula." ironizzò Rudy.
"Non si vede neppure che esco dall'ospedale!" indicò il televisore con la mano.
"Ed ora lasciamo spazio alle testimonianze di amici e parenti."
"Dovevate arrestarla subito, dovevate mandarla in manicomio! Lei è soltanto un'assassina. Assassina! Puttana!" gridò la madre contro la telecamera, il volto deformato dalla rabbia, una vena le si era gonfiata sulla fronte arrossata. Il marito cercava di trascinarla via, le lacrime scivolarono sulle guance barbute. Poi l'immagine si interruppe e cadde il silenzio.
"La tragedia che ha subito questa famiglia non va lasciata impunita, per cui chiunque abbia informazioni sull'assassina Alexis Wolfe e su dove possa trovarsi è pregato di contattare immediatamente le autorità."
Maya si affrettò a spegnere la tv prima che qualcosa di ancora più empio ne uscisse e un'occhiata apprensiva fu rivolta alla mora che le dava le spalle.
"Lexi, non devi ascoltarli, andrà tutto bene." le accarezzò la schiena con una mano e si voltò facendo un cenno intimidatorio al fratello che controvoglia concordò.
"Già..."
"E ricorda che Eddie ha un piano e i suoi piani sono sempre brillanti per quanto non ne abbia mai conosciuto niente se non l'esito." aggrottò la fronte.
In quel preciso istante, il telefono di Rudy vibrò sul tavolo e in quel frangente di quiete attirò l'attenzione dei tre che gettarono lesti lo sguardo sul display illuminato. Come evocato fu proprio Eddie a chiamare, il suo nome lampeggiava sullo schermo facendo sprofondare la stanza in un'atmosfera greve. Senza tante cerimonie il destinatario della chiamata avvicinò il cellulare all'orecchio.
"Si?"
Lexi percepì la tensione avvolgerla, una nube elettrizzante calò nella stanza. Si protese appena in avanti sulla sedia per cercare di captare qualcosa di quella conversazione ma con scarsi risultati. Poi un paio di occhi verdi si sollevarono su di lei, impenetrabili non lasciarono dedurre niente delle parole assimilate.
"Si, glielo dico. Ma tu sei una testa di cazzo" e non appena terminò quelle parole anche la chiamata arrivò al suo capolinea. Rudy si rigirò il cellulare tra le mani, arricchendo di ulteriore suspense quell'attesa. Sembrò soppesare un momento l'intera figura di Lexi, come se stesse ponderando il modo migliore di far entrare un capo in una valigia strapiena.
A quel punto si voltò verso sua sorella. "Piani sempre brillanti eh?"
Ella assunse un'espressione confusa.
"Preferivi il vero carcere? Sei stata accontentata."
03/08/2022
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top