*Capitolo 35 - Cena di Trimalchione
"Che cosa? Questo non era in programma."
"Nemmeno il signor Wolfe se è per questo" rispose a tono scoccando un'occhiata truce all'avvocatessa dall'altro lato della sala.
"Si faccia avanti." Henry appoggiò le mani sulla superficie solida del tavolo e raccolse alcuni documenti da uno dei suoi fascicoli. "La difesa chiama a testimoniare Louisa Miyong" le lunghe ciglia nere che contornavano quei tenebrosi e sbarrati occhi dorati ebbero un fremito, Eddie fu colto di sorpresa da quella variante inaspettata. Voltandosi di poco indietro riconobbe la donna che aveva cercato di far sposare giorni fa. Percorse il corridoio tra le file di panchine seguita dalla sopprimente occhiata del moro fino a quando non raggiunse la sbarra e recitò il giuramento; nel farlo vi riconobbe lo stesso nervosismo che aveva presenziato al loro primo incontro. Eddie increspò le sopracciglia riflettendo con lo sguardo basso, puntato sulle sue scarpe. Quale clausola avrebbe potuto permetterle di testimoniare per loro pur essendo già con un piede nel confine cinese?
"Signorina Miyong lei era alla fiera ad Alhambra street la mattina del 5 maggio 2019, corretto?" "Si"
"Che cosa ha visto quella mattina?"
"Dunque" poggiò una mano sul banco e concentrò il suo sguardo nella folla. "Stavo camminando con mio figlio nel passeggino quando sono incappata in una lite, due ragazze stavano discutendo animatamente, sarei dovuta essere solo di passaggio ma ad un certo punto una delle due prende lo zucchero filato dell'altra e lo getta via per terra."
"Saprebbe riconoscere la ragazza?"
"Si" ci fu un istante di trepidante esitazione, gli occhi a mandorla della donna si andarono a posare su una persona ben precisa con una nota ripugnata nello sguardo.
"Darleen Forrest" esalò distogliendo immediatamente lo sguardo da lei. Eddie risollevò nuovamente lo sguardo squadrandola meglio, distingueva una leggera pulsazione nella bocca, vicino alle labbra: le stava nascostamente torturando con i denti, indice di tensione. Lei sarebbe stata rimpatriata comunque. Non possedeva un ricco armamento di nozioni giuridiche come Rudy, ma il suo intuito gli suggeriva che non c'era speranza e guardarla in quello stato non poteva che accertare i suoi sospetti. Eppure, egoisticamente, non potè che esortarla mentalmente a mettere da parte le emozioni e i tremolii per non compromettere la solidità della testimonianza.
"Questo vostro onore è un dettaglio che nella deposizione della presunta vittima non compare" "Vada avanti signorina Miyong" la incitò il giudice Robinson.
"Erano a pochi metri da me e la signorina Wolfe aveva lasciato correre, si era allontanata dall'altra parte. Ma la signorina Forrest non sembrava intenzionata a finirla qui e l'aggredì."
"Era rimasta a guardare?"
"Le ruote del passeggino erano impiastricciate di zucchero e mi ero fermata a pulirlo via." spiegò guardando il giudice.
"Obiezione vostro onore, Darleen Forrest era stata attaccata prima della scena dello zucchero filato, quando fu gettata a terra in mezzo all'asfalto." intervenne la Keets con le braccia incrociate al petto.
"Quello era stato un incidente, la mia assistita l'ha urtata per errore non vedendola arrivare alle spalle. Darleen Forrest ha preso volontariamente i fatti fuori contesto, pertanto ha fornito una falsa testimonianza dinanzi alla giuria."
I giurati si scambiarono occhiate e borbottii sommessi. Henry aveva la pelle del collo paonazza per l'enfasi infusa in quelle frasi, pronunciate ad alta voce, concisamente, in modo tale da cristallizzare l'intera aula in una bruma veritiera. Rudy lo fissava con un sorrisetto fiero e gli occhi assottigliati.
"Ti do una notizia: Henry Miller è entrato nella modalità squalo." sussurrò alla mora al suo fianco, che dal suo canto non poté far a meno di assumere anch'essa un ghigno soddisfatto.
[...]
I pesanti battenti del portone principale furono spalancati, con un inquietante cigolio, rivelando un'accozzaglia di bagliori luminosi accompagnati da un alto vociare caotico. Henry corrugò appena la fronte, accecato dai flash, mentre il biondino avanzava imbronciato intimando i fotografi di fare spazio e a lasciare passare. Lexi si sistemò la giacca elegante in bilico sulle spalle cercando qualcosa all'interno delle tasche.
"Li vedi quei tipi Eddie?" domandò percependo la sua solida e confortante presenza alla sua destra ma a debita distanza.
"No." rispose secco assumendo un tono estremamente serio, alchè Lexi fece un verso di scherno per l'ironia ben costruita.
"Quei tipi stanno fotografando Dio" con un movimento scattante del polso aprì le stanghette degli occhiali da sole che andarono a sistemarsi sul suo naso. "Ed ora Dio sta scendendo in terra" aggiunse muovendosi lentamente sui tacchi a spillo lungo la scalinata che portava al cortile gremito di giornalisti. Senza scomporsi seguì Rudy ed Henry fino alla macchina, riuscendo notevolmente a schivare ogni uomo o donna provvisto di microfono che le si piazzava davanti. Eddie alzò gli occhi al cielo esasperato e circumnavigò la folla raggiungendo il resto del gruppo.
La dimostrazione aveva avuto il suo effetto, perché i Wolfe scrutavano in lontananza la macchina che si immetteva nel traffico scambiandosi a vicenda un'occhiata torbida e carica di amarezza e indignazione. Fu il primo passo dell'acre vendetta che Lexi avrebbe servito ai suoi sciocchi genitori, e dopo aver imparato a camminare avrebbe spiccato il volo.
Lei non era fatta di cristallo.
[...]
"Voglio la verità!" esclamò Henry schiacciando con fin troppa foga uno spicchio d'aglio con il piatto della lama di un coltello. L'orologio aveva da poco scoccato le sette di sera e la luce crepuscolare illuminava le pareti della cucina di casa Miller, in cui i tre uomini della famiglia si stavano dando da fare per preparare un succulento arrosto con patate.
"Non sono un idiota Lexi" Proseguì scuotendo il coltello con disinvoltura. Lexi sedeva sullo sgabello accanto all'isola al centro, con i gomiti appoggiati al bancone e i palmi delle mani a sorreggere il mento. Dopo l'udienza era stata implicitamente invitata a trascorrere la serata con loro, ma il gesto serbava un tacito sentore di paternale che infatti non tardò a manifestarsi.
Scosse la testa smettendo di tritare l'aglio. Mollò il coltello sul bancone provocando un turbolento suono di metallo che si scontrava con il marmo. "Che cos'hanno di sbagliato i tuoi genitori?"
"Calmati papà, sono certo che Eddie e Lexi ci daranno una spiegazione esaustiva. Non è vero Eddie?" Si intromise Rudy mentre tagliava la lattuga per l'insalata, indossava una maglietta a maniche corte bianca e dei pantaloni grigi, liberato dalla tenuta legale che comprendeva rigorosamente una camicia e una cravatta.
"Rudy" fece Eddie senza rivolgergli uno sguardo, con un tono di ammonimento. Quest'ultimo vicino al lavandino teneva gli occhi fissi sulle patate che stava sbucciando accuratamente per il contorno dell'arrosto. Ognuno di loro aveva un compito ben preciso che continuavano ad eseguire nonostante lo sfacelo a cui stava andando incontro quel processo.
"Cosa, Eddie?" sbottò scuotendo una foglia di lattuga in aria. "Qui siamo tutti curiosi a proposito degli strani eventi che stanno avvenendo attorno a questo caso." Eddie dava loro le spalle ma anche guardandolo dritto negli occhi non si sarebbe dedotto poi molto.
"Ho sorvolato sulla misteriosa assenza dei tuoi genitori durante l'arresto, ma poi Oliver Moore ti ha tradito e adesso loro. Che significa tutto ciò?"
"Non dimentichiamo l'introvabile Alex Stirner" aggiunse Rudy, giusto per mettere il dito nella piaga. Seguì il silenzio e l'immobilità nello sguardo della ragazza permise all'uomo di prendere un bel respiro e acquietarsi. Sinceramente, cercava qualcosa in quelle iridi azzurre, un minimo bagliore, una scintilla, qualcosa che la definisse umana. Eppure più si concentrava, più non ci vedeva nulla.
"Ascolta Lexi, io sono il tuo avvocato. In quanto tale devo essere messo al corrente di tutto ciò che ti riguarda per vincere la causa, quindi se mi hai mentito, se l'aggressione è opera tua devi dirmelo!"
"Noi non siamo qui per giudicare" aggiunse poi.
"Non penso sia questo papà" Rudy parlava guardando Lexi dritto negli occhi, con una nota di austerità nello sguardo; egli era a conoscenza di una parte della verità e sperava che lei ne rivelasse un'altra così da rimettere insieme l'enigma. Ma in quel ciclone di eventi, sembravano determinati a essere catturati dal suo occhio soltanto Eddie e Lexi che con i loro sguardi complici si scambiavano realtà segrete lottando segretamente in disparte contro la catastrofe ed estromettendo chiunque altro da essa. Ad un tratto accadde qualcosa di inaspettato.
"Perché stai sorridendo adesso?" chiese Henry esasperato. Non era un banalissimo ghigno malizioso, che abitualmente agghindava le sue espressioni, nessuna fossetta sulle labbra si presentò al suo cospetto come invece accadeva di solito. Eddie colse in quell'unico gesto l'ambiguità di cui nessuno era al corrente e per un microscopico istante sgranò gli occhi.
"Dateci un taglio." mormorò poi glaciale, attirando tutti gli sguardi su di sé. Agguantò il recipiente con le patate sbucciate e si avvicinò al bancone dell'isola dove continuò a pelare.
"Quel che è fatto è fatto, concentratevi su come far fronte a questo nuovo inconveniente"
"No Eddie, hanno ragione devono saperlo" appoggiò le mani al bancone e guardò gli uomini della famiglia Miller uno ad uno.
"I miei genitori sono dei criminali, io li ho scoperti e ora mi odiano" la foglia di insalata tra le mani di Rudy finì tutta intera nel recipiente assieme a quelle tagliuzzate, la bocca di Henry si schiuse in un'espressione scioccata. A quell'affermazione il gelo si infiltrò in quella cucina e le uniche cose a non soccombergli furono l'orologio che continuò implacabile con il ticchettio delle lancette e il forno, dal suo ronzare lento e misurato che addensava l'atmosfera di una greve inquietudine.
"Come?" il capo famiglia era sbiancato di fronte a quella nuova rivelazione così Eddie decise di prendere la parola.
"È tutto vero papà, per quanto riguarda Oliver Moore non conosco ancora i dettagli del suo tradimento ma ciò che è importante adesso è che Lexi non ha mentito, l'aggressione non è opera sua." l'intensità del suo sguardo fece sì che i suoi lineamenti si distesero secondo una calma minima che gli affluì in corpo.
Qualche ora dopo, il buio aveva inondato le strade di Sacramento e non c'era più nessun bagliore schiarente a tingere la casa dell'ora d'oro del giorno. I Miller al completo sul finire della cena, sedevano attorno alla tavola, ingombrata dalle stoviglie sporche e da una miriade di documenti provenienti direttamente dall'archivio personale di Eddie. Henry seduto a capotavola aveva incollato gli occhi sulle foto in bianco e nero delle carte di identità dei reali signori Wolfe.
"Sostanzialmente hanno usato l'identità dei precedenti inquilini della casa (misteriosamente spariti) per crearsi una copertura e un 'rifugio' nel momento in cui la loro principale attività mostrasse segni di cedimento."
"Ma noi li conosciamo da molto, non è possibile."
"Lo è. Si fingono dentisti di San Francisco ma sono rapinatori, ladri e probabili assassini." Eddie spostò un altro foglio, raccapezzato in mezzo a quel disordine, sotto il naso del genitore.
"Questa è la licenza da dentisti che mostra il presunto anno di laurea, ma se guardi sul foglio vicino alla bottiglia capirai che nell'elenco dei laureandi di quell'anno non c'è alcun Wolfe." spiegò tenendo gli occhi fissi sulla mela che stava sbucciando accuratamente con il coltello.
Henry spostò lo sguardo da un foglio all'altro colto da un'incredibile confusione, probabilmente chiedendosi anche come il figlio riuscisse a destreggiarsi così bene in quel disordine di fascicoli.
"Wow" intervenne Rudy. "Adesso si spiegano tante cose."
"Che vorresti dire, biondino?" domandò Lexi assottigliando lo sguardo di fronte a quelle inopportune insinuazioni.
"Rudy?" lo ammonì una seconda volta il fratello "Conosci la storia di Trimalchione?"
"Senti Harvard non cominciare"
"Trimalchione era un liberto dell'antica Roma che dopo essersi arricchito cominciò a darsi molte arie, supponendo di essere superiore agli altri. Ma, morale della favola, rimaneva volgare e ignorante."
"Mi stai insultando Eddie?"
"No" fece spallucce posando uno spicchio della mela sbucciata al cospetto della ragazza al suo fianco. "Era solo il preludio" Rudy assottigliò gli occhi davanti alla sua esagerata compostezza e decise di tacere.
"Perciò, se ho ben capito i tuoi genitori non hanno alcun interesse utilitario nel difenderti"
"No, non ora che li ho scoperti. Se mi levassi di torno sarebbe un bene dato che ho minacciato di mandarli in carcere"
"Tu cosa?"
"Era l'unico modo per farli tornare a Sacramento, non mi avrebbero dato retta se glielo avessi chiesto con le buone." si giustificò masticando a bocca aperta il frutto.
"Quando l'hai scoperto Eddie?" continuò il padre posando di scatto i fogli sul tavolo. Stava sottoponendo i due ad un interrogatorio nato sotto una stella indispettita; seppure l'uomo cercasse di calmarsi prendendo dei bei respiri di tanto in tanto la questione lo turbava più di quanto si aspettasse.
"Settimane fa"
"E ce lo dici solo ora?" sbottò il fratello.
"Non spettava a me" lanciò un rapidissimo sguardo di sbieco a Lexi, che d'altro canto non sembrava particolarmente provata dalla faccenda. Più che altro c'era un sentore di divertimento nel suo portamento, ora, come se quel piccolo battibecco la deliziasse. Continuava a trangugiare gli spicchi di mela che silenziosamente le passava Eddie, seduta scomposta con le ginocchia strette al petto.
L'avvocato sospirò rumorosamente lanciando uno sguardo ammonitore ai due figli che continuavano a battibeccare, raccolse i fogli uno ad uno creando pile ordinate e meno confusionarie di come gli erano state presentate e una volta fatto spazio si soffermò a fissare la piccoletta dagli occhi celesti. L'apprensione non aveva abbandonato il suo sguardo neppure per un attimo:
"Sei davvero sfortunata, bambina mia." Il sorriso sornione sulle sue labbra svanì per un brevissimo istante.
"Tralasciando i problemi che Bonnie e Clyde qui hanno con la figlia, come ha fatto la Keets a scoprire tutto ciò?" la domanda di Rudy lasciò che un ulteriore asfissiante silenzio calasse nella stanza; nonostante esso destasse una sensazione generale di scomoda ignoranza, aveva almeno il merito di scacciare il disagio instaurato da quella tediosa rivelazione.
"Nessuno ne era a conoscenza tranne me ed Eddie"
"Qualcuno ci sta spiando?"
"Forse è ora che rispolveri la mia intima e passionale amicizia con Leo Keets, il figlio della nostra nemesi giudiziaria. Solo per ottenere informazioni utili ovviamente" alluse Rudy dipingendosi in volto lo stesso malizioso sorriso che contraddistingueva perpetuamente Lexi.
"Sono stati loro." tutti si voltarono verso Eddie. "Sono sicuro che abbiano parlato con l'accusa a nostra insaputa"
"Ma certo, per accorciare i tempi del processo e liberarsi più rapidamente di me" disse Lexi emettendo un verso di scherno.
"La domanda è: come ribatterai a questo colpo?"
18/06/2022
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