Capitolo 28 - Kaz & Inej
"Dove?" il ragazzo si voltò in direzione del palco, dove il signor Cost celebrava il suo discorso, portando una mano alla tasca interna della giacca. Lexi, alle sue spalle, inclinò di nuovo il capo con un sorriso di chi la sa lunga e incrociò le braccia al petto. Scosse la testa e ne approfittò per dileguarsi con il favore della folla. Era una guardia. Il ragazzo che ci stava provando con lei la stava tenendo d'occhio. E se lei era sotto il mirino delle guardie di Cost che cosa ne era di Eddie?
Arrivò all'ascensore schivando una marea di persone e vi si tuffò dentro reggendosi le gonne di raso per impedir loro di arrecarle intralcio. Lo sguardo torvo e la mascella contratta, aveva ancora le braccia incrociate quando le porte dorate dell'ascensore si spalancarono sul corridoio del loro piano. Cominciò a marciare impettita, i pugni stretti lungo il corpo, le decolleté rosso lucido dai nastri che le avvolgevano i polpacci risuonarono attutite contro il tappeto rosso. Giunse di fronte alla porta della stanza numero 77 e come se nulla fosse la aprì. Accompagnò la porta così che non facesse troppo rumore e avanzò istintivamente verso l'uomo in piedi di fronte al suo detective. Gli schiacciò una mano, dalle lunghe unghie smaltate di nero, sulla bocca e con l'altro braccio gli serrò la gola stringendo a più non posso. La guardia del corpo fu colta totalmente alla sprovvista, i suoi gemiti attutiti accompagnarono i suoi pugni e graffi sulla pelle delle braccia della ragazza.Quest'ultima però aveva una presa fin troppo ferma per una diciassettenne. Continuò a stringere ma l'uomo non era un principiante: Lexi sentì le piante dei piedi sollevate da terra e prima che potesse anche solo pensare di liberarsi, esercitò una 'leggera' pressione in un punto dietro l'orecchio.
Il tonfo del suo corpo che si accasciò al suolo fu l'unico suono udibile dopo i suoi gemiti.
"Cristo" sbottò guardandosi le mani allibita e disgustata.
Eddie sedeva impassibile su una sedia d'antiquariato al centro di quel salotto raffinato, con i polsi ammanettati.
"L'hai ucciso?" domandò a titolo informativo. Sembrava averle chiesto se nel suo caffè ci fosse lo zucchero.
"Ovviamente no, l'ho tramortito, si sveglierà a breve" rispose bruscamente scuotendo le mani in aria.
"Wow"
"Già" commentò perlustrando il luogo.
"Dove hai imparato a tramortire le persone?" aggiunse sarcasticamente.
"Dalla scuola della vita"
"Dovresti trovargli le chiavi addosso, slegami"
"E perchè? Sei molto più attraente così" tutto ciò che ottenne fu un'occhiataccia. I capelli gli ricadevano sulla fronte disordinati, le ciocche erano sparate in tutte le direzioni. Fronteggiando quel suo sguardo torvo Lexi smise di sorridere, guardandolo meglio, e si inginocchiò al suo cospetto.
"Che ti ha fatto?" gli sfiorò la mascella facendo sì che si voltasse verso sinistra. I suoi occhi scivolarono dal taglio ancora sanguinante sul labbro al rossore sullo zigomo e sul sopracciglio. Le sue sopracciglia ebbero un fremito e per un attimo il suo sguardo assunse una nota di incredulità.
"Trova la chiave"
Obbedì allontanandosi e prendendo a curiosare nelle tasche dell'uomo.
"Credo che il nostro amico della boutique sia uno scagnozzo dei Cost anche lui." commentò inginocchiata a terra.
"Ti ha vestita di rosso così che potesse tenerti d'occhio?" borbottò Eddie fissandole la schiena scoperta.
"Non essere geloso." ammiccò voltandosi quanto bastava per mostrargli il suo solito sorrisetto.
"Muoviti."
"Ora che ci hanno presi che facciamo? Dobbiamo scappare? Fast&Furious?" domandò ancora inginocchiata mentre apriva la serratura delle manette. "Ci ritroveremo in una di quelle occasioni in cui è necessario rubare un'auto ma ops, ha il cambio manuale e allora passeremo i successivi centoventi secondi - a partire da questa constatazione - ad esclamare 'non so guidare con il cambio manuale! non so guidare con il cambio manuale!" terminò le sue fantasie ondeggiando le dita in maniera plateale.
"Per la cronaca, io so guidare con il cambio manuale" rispose afferrandole la mano per aiutarla ad alzarsi. "E non siamo in un film."
("Ma siamo in un libro, ed è ancora più eccezionale" )
Uscirono finalmente dalla stanza dirigendosi verso l'ascensore, uno di fianco all'altra camminando con determinazione.
"Perchè ti ha picchiato?"
"Mi sono rifiutato di sbloccare il telefono, ho raccolto le informazioni che cercavo e sono lì." le rivolse un'occhiata e lei fece altrettanto. Le porte dell'ascensore si aprirono su un ragazzo dalla chioma castana e lo sguardo assottigliato: i due si fermarono all'istante.
"Bene, ecco Bonnie e Clyde"
"Via da questo hotel" scandì il moro prendendola per un braccio e trascinandola giù per le scale.
"Ma che cazzo!" Lexi fu trascinata giù per una serie di scalini, la mano premuta in quella fredda del ragazzo, stretta in una presa ferrea, l'altra ad alzarsi l'orlo dell'abito rosso.
"Aspetta, così cado Eddie!" esclamò incespicando più volte nei tacchi. A seguito della prima rampa si fermarono e la mora andò inevitabilmente a sbattere contro la sua schiena. Stava osservando l'ascensore che secondo i suoi calcoli si sarebbe fermato direttamente al piano terra.
"Coglione" si lasciò sfuggire Eddie risalendo le scale accompagnato da un sorrisetto sardonico. "Con la maggiore delle probabilità ha mobilitato tutti all'ingresso principale, pensando che scapperemo arrivando dalle scale. Da queste scale" ormai camminava in tutta tranquillità verso il piano superiore.
"E quindi aspettiamo che risalga l'ascensore?"
"Che ore sono?" domandò il detective con la mano sul pomello rotondo di una porta.
"Dieci e mezza"
"David Cost è qui allora. Nel salone del ricevimento." e detto ciò aprì la porta che dava su delle scale di emergenza. Lexi che finora aveva avuto un'espressione neutra si mise a scuotere la testa con un sorriso esasperato.
"Hai studiato anche la piantina dell'albergo?" domandò retoricamente passandogli avanti per imboccare le scale.
"Ho fatto anche questo e credimi quando ti dico che posso liberarti da questo guaio, da tutte le accuse, ma tu devi fidarti di me e lasciarmi agire a modo mio." L'uno a pochi centimetri dall'altra si fissavano intensamente lasciando che le allusioni come fantasmi aleggiassero intorno a loro. Avrebbe dovuto accontentarsi delle briciole.
Lexi lasciò che le sue pupille si scontrassero prima con uno e poi con l'altro occhio. Divorando con lo sguardo. Ad un certo punto emise un verso di scherno e stupefatto. No, niente briciole per Lexi: "Mi prenderò tutti i tuoi segreti da sola."
Di scatto la sua mano si allacciò al suo collo e in punta di piedi posò le labbra sulle sue, sapevano di nicotina, champagne e sangue e rendendosene conto ebbe ancora più voglia di baciarlo. Le poggiò una mano sulla vita tirandola a sé, risalì in una carezza fino alla schiena nuda, la sua pelle gli parve vellutata. Approfondirono il bacio, le loro lingue schioccarono insieme assaporandosi e improvvisamente tutto prese una forma onirica lasciando loro due in una sorta di spazio liminale. Eddie si allontanò faticosamente, appoggiato com'era alla porta spalancata le fece un cenno educato in direzione della buia scalinata.
"Dopo di te Lexi"
"Grazie mio adorato vampiro"
[...]
"È parecchio elettrizzante non credi? Specialmente visto che fino ad un attimo fa avevi detto che non ci sarebbero state fughe da film" ridacchiò sotto i baffi tenendosi stretta al ragazzo che raggiunto il fondo delle scale cercava di aprire la porta al buio.
"Felice che tu ti stia divertendo." mormorò per poi aprire la porta quanto bastasse a spiare l'esterno. Uno spiraglio dorato illuminò l'interno della porta di servizio, sbirciando Eddie si accorse che era un corridoio di servizio. Aprì un altro poco la porta ma un istante più tardi si ritrovò a chiuderla nuovamente.
"Ti hanno visto?" domandò in tutta calma Lexi.
"Non credo" rispose ispirando profondamente. Si sedette sulle scale riprendendo fiato e rimanendo in silenzio, la tenue luce della torcia a rischiarare il lugubre passaggio.
"Non mi spiego ancora una cosa. Perchè fai tutto questo?" si sedette al suo fianco, le spalle si sfioravano. "Certo, lei merita di sapere ma non eri costretto a prenderti quest'altro compito."
"Ho fatto un accordo" sussurrò. "Era l'unico modo per ottenere la testimonianza" aggiunse per poi rialzarsi e ricontrollare l'esterno. Lexi continuò a fissare la sua sagoma da seduta con la bocca chiusa in una linea retta.
"C'è ancora qualcosa che non so, vero? Se no non riesco a spiegarmi perché questa donna debba complicarmi la vita"
"Via libera" Uscirono allo scoperto, percorrendo a passi svelti il lungo corridoio dalla tappezzeria dorata e beige che ricopriva il novanta per cento degli interni di quell'hotel. Riuscirono a passare inosservati fino a quando non entrarono nella hall.
"Controllano le scale e l'ingresso." mormorò Eddie affacciandosi appena.
"Allora passiamo dietro ai pilastri." indicò Lexi e acquattati riuscirono (miracolosamente) a non farsi vedere mentre arrivavano all'ingresso della sala da ricevimento.
"È' quello con i capelli rossi" indicò Eddie e allora Lexi si sollevò in punte di piedi per vedere meglio.
"Che aspettiamo allora?" si avviò a passo spedito verso l'uomo in smoking che discuteva amabilmente con una giovane donna dai capelli biondi, sorseggiando un cocktail che aveva tutta l'aria di essere un manhattan. Gli picchiettò la spalla e quest'ultimo si voltò.
"Salve" proruppe cordialmente concedendogli un sorriso affascinante.
"Buonasera."
"David Cost?"
"In persona" Disse spostando lo sguardo alle spalle della mora.
"Siamo qui per dirle che la sua famiglia le ha mentito spudoratamente e ingannato per diverso tempo affinchè lei potesse condurre l'azienda lontano dalle persone a cui tiene" il sorriso solare del rosso si spense di colpo, il bicchiere vacillò tra le dita.
"Cosa?"
"Parlo della sua donna e suo figlio." proseguì brutale la ragazzina. "Dico bene, Eddie?" quest'ultimo alzò gli occhi al cielo e prese la parola.
"Signor Cost, il mio nome è Eddie Miller, sono un investigatore privato." e immancabile il suo tesserino con tanto di fotografia fu messo allo scoperto e osservato con perplessità.
"Non capisco."
"Non abbiamo molto tempo prima che gli uomini di suo padre ci mandino via, per cui ascolti bene. La sua compagna, la signorina Myiong non è stata ancora rimpatriata ne ha voluto lasciarla come le hanno fatto credere. È ancora a Sacramento assieme a vostro figlio e la sta aspettando."
"Prendeteli!" udirono una voce concitata alle loro spalle e i due ragazzi si voltarono in contemporanea. Una serie di guardie si stava dirigendo verso di loro senza badare ai commensali che si scostavano oltraggiati dal loro cammino.
"Signor Cost è il momento di riscuotersi" ordinò Lexi con un tono greve e lo sguardo torvo, lottando contro l'impulso di tirargli uno schiaffo o il manhattan che reggeva. Eppure l'uomo sembrava provato e completamente smarrito in quella nuova serie di informazioni. I due ragazzi vennero presi e scortati verso l'uscita come fossero due criminali suscitando versi di sconcerto e parlottii agitati da parte dell'élite in preda allo scandalo.
"Aspettate"
Il comando fece sì che gli scagnozzi dei Cost si arrestassero nel bel mezzo della hall, rimanendo prudentemente vigili sui due ragazzini.
"Come sarebbe che Louisa è a Sacramento?" David era uscito di corsa, le sopracciglia inarcate, gli occhi segnati dall'apprensione e dall'incredulità.
"Non starli a sentire David e voi portateli via" Tutti si voltarono verso l'uomo vestito dello stesso blu della pietra preziosa al collo della moglie al seguito. Lucius Cost si ergeva di fronte a tutti loro con un'espressione lugubre e i lineamenti induriti ad accentuare le rughe copiose. La scacchiera era finalmente completa. Scacco
"No papà, loro rimangono. Parlate" ordinò categoricamente accompagnato da un gesto della mano.
Eddie dal suo canto, tirò su col naso e concentrò il suo sguardo penetrante sull'uomo dai capelli rossi. Aveva un viso piccolo e pallido, le guance coperte di peluria e due occhi che spiccavano per la loro tonalità scura.
"Louisa Myiong mi ha ingaggiato per venire a cercarla, lei e il bambino non se la passano bene ultimamente. Il visto è scaduto ed è distrutta da quella che a lei pare come la sua scomparsa, signor Cost"
"Ma non capisco...ho ricevuto un'email. Lei non voleva più vedermi, ha smesso di rispondermi al telefono e non l'ho più trovata nella vecchia casa a Sacramento."
"Di questo dovete ringraziare unicamente vostro padre." accennò con il mento all'uomo poco più in là che stringeva i pugni così intensamente da far sbiancare le sue nocche.
"Menzogne."
"Ho le prove, molte email dimostrano una corrispondenza con un investigatore che si è occupato di mettere in scena questa patetica farsa."
L'uomo fece una smorfia e si girò di scatto verso suo padre. "È la verità? Ma perché l'hai fatto?"
"Perché è un bastardo razzista e voleva che tu sposassi una donna facoltosa per portare avanti l'impresa di famiglia, dico bene vecchio?" si intromise Lexi sistemandosi la spallina del vestito.
Ma l'uomo non rispose, continuò a fissare il figlio con sguardo greve e tagliente mentre il suo non era altro che ferito.
"Questi documenti dimostrano l'implicazione di vostro padre in questa faccenda, recuperati direttamente dal suo pc." non specificò come ma porse il cellulare all'uomo che cominciò a scorrere tra le foto leggendo con occhi tremanti quelle righe fotografate.
"Papà..." disse a fil di voce.
"Tesoro tuo padre l'ha fatto per il tuo bene, per la famiglia" si giustificò la madre tentando di indorare la pillola.
"Mamma? Sapevi tutto?" ella abbassò lo sguardo, congiungendo le mani.
"Non posso crederci" scosse la testa incredulo. I due ragazzi ancora bloccati tra le grinfie delle guardie non emisero un fiato.
"Mi avete ingannato! Perchè mi avete fatto questo? Non avrei abbandonato l'azienda, è un sogno che condivido anche io dopotutto, perché?" cominciò ad alzare il tono della voce ma non ricevette alcuna risposta.
Il silenzio piombò nella hall, l'orologio a muro scoccava le undici meno dieci e il fragore della festa, con le voci concitate e l'orchestra continuavano a riverberarsi in quella drammatica sera all'Intercontinental Hotel. Alla fine con un verso di scherno il figlio rinunciò al riscontro con il padre e si voltò.
"Lasciateli andare." tentennanti le guardie obbedirono ed Eddie e Lexi tornarono liberi. "Vi ringrazio per tutto, adesso potete andare"
Lexi raccolse un lembo del suo vestito e cominciò ad avviarsi all'ascensore. Eddie al seguito si voltò ancora una volta. "Signor Cost"
"Si?"
"Torni al più presto da suo figlio."
L'uomo lo guardò per un attimo con perplessità per poi annuire con determinazione.
"Torna da quella puttana orientale e suo figlio bastardo e ti estrometterò per sempre dall'azienda di famiglia" furono le uniche brutali e velenose parole che provennero dalla bocca dell'anziano e che segnarono un'altra ferita nel figlio.
Scacco Matto
04/06/2022
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