Capitolo 26 - Pepite d'oro e champagne

"Loro sono i Cost" mormorò Eddie stringendo una flute colma di champagne tra le dita. In un angolo della sala da ricevimenti i due giovani erano riusciti a passare inosservati agli occhi della miriade di borghesi che caldeggiavano l'evento. Le luci erano talmente brillanti da rendere gli occhi ambrati del ragazzo accesi e molto più evidenti del normale, spiccavano su quel viso pallido come due pepite d'oro. I tavoli lungo il perimetro erano semivuoti, drappeggiati da tovaglie di cotone beige con peonie in vasi di cristallo. L'altro colore che si abbinava al beige delle decorazioni era un acceso blu di Persia che si presentava sottoforma di tulle o seta. Seppure la raffinatezza dell'ambiente li classificava fuori luogo, Lexi ed Eddie si erano apparentemente amalgamati ad esso con maestria e professionalità.

"Hanno a che fare con il mio caso?" domandò Lexi affiancandolo dopo aver recuperato anche lei un drink. Si erano sistemati ad una distanza altamente ravvicinata, i loro gomiti si sfioravano impegnati com'erano in quel complottare sostenuto. Eddie si portò il calice alle labbra prendendo un sorso di quel liquido dello stesso colore delle sue iridi, le bollicine salivano spedite dissolvendosi in superficie come i pulviscoli messi in evidenza dal fascio di luce che trabocca in una stanza. Non scostò neppure in quell'occasione gli occhi dalla coppia che osservava, di cui studiava i movimenti con passiva intensità. Se lo spalancare dei suoi grandi occhi era segno di una sfrenata curiosità che aveva bisogno di essere placata, l'assottigliarli quasi fossero sopiti era indice di una conoscenza già integrata in precedenza.

"Rosemary e Lucius Cost, lui possiede un'importante impresa pluridecennale tramandata da suo nonno. Le azioni fruttano quanto un albero di limoni e negli ultimi dieci anni non hanno fatto che aumentare i prezzi di esse. Si tratta di denaro, denaro, denaro." cantilenò le ultime parole tenendo prudentemente d'occhio la folla. Lexi dopo avergli concesso uno sguardo seguì il suo e ripescò dalla folla una coppia di sessantenni che si scambiava cordiali cenni con coetanei, vestiti di tutti punto; Mrs Cost indossava un enorme zaffiro che le pendeva dal collo rendendola facilmente individuabile anche all'occhio meno esperto.

"Va' avanti"

"Hanno organizzato questa serata di beneficienza in onore dei bambini-soldato, per fornire aiuti monetari più che umanitari da parte dei più grandi magnati di San Francisco" continuò con una mano nella tasca dei pantaloni. Il colletto della camicia inamidata aderiva al suo collo, piegato accuratamente così come il nodo della cravatta. Lexi ancora faticava ad adattarsi a questa immagine sofisticata che si era autoimposto.

"Le festicciole dove il tintinnio dei bicchieri è il suono più forte che si sente sono sempre l'occasione adatta per spennare questi polli dei ceo." commentò Lexi appoggiando il bicchiere ancora pieno su un vassoio di passaggio.

"Hanno un figlio, David Cost, futuro Ceo della Cost enterprises, attualmente vice direttore generale."

La ragazza corrugò la fronte. Teneva lo sguardo fisso nel vuoto come presa in un'importante macchinazione. "Sono collegati a Darleen?"

Il moro le lanciò un'occhiata indecifrabile. "La loro attività è una catena di alberghi sparsi in tutta la California del Nord, sono cinque anni che stimano un piano per diffondersi anche al sud ma le trattative per i terreni sono lunghe e dispendiose. In ogni caso avranno dieci ettari da bonificare e da edificare una volta terminata la compravendita."

"Ma il vecchio non mi pare sia così portato per il progetto" commentò la ragazza inclinando il capo e arricciando il naso.

"No infatti, come ho detto, è prossimo alla pensione e ha problemi ai reni da circa otto anni. Calcoli." fece ondeggiare l'alcol nella flute seguendo movimenti circolari, ne fissava i bordi con uno sguardo noncurante tirando su col naso.

"Adesso cominci a spaventarmi però. Sai dirmi anche quanti peli ha in testa?" sgranò gli occhi attendendo per un attimo una risposta. Non ottenne altro che silenzio per cui distolse lo sguardo da lui.

"In media l'uomo ne ha 110 mila." bofonchiò ricevendo un'occhiata stralunata e allibita dalla ragazza che appena colse le sue parole si voltò con uno scatto improvviso. Nel coglierla Eddie si lasciò scappare un minuscolo sorriso che scomparve prima ancora che qualcuno potesse intercettarlo.

"L'Intercontinental è uno dei loro alberghi, ma non il principale. Ho fatto in modo che la nostra stanza si trovasse vicino alla loro."

"È una suite, non trovi sia un grande spreco di soldi per un'indagine?" Eddie fece per parlare aprendo bocca ma distolse in fretta lo sguardo sigillando nuovamente le sue labbra. Tutti cominciarono ad applaudire elegantemente all'interrompersi della melodia suonata dall'orchestra.

"Qual è il tuo piano esattamente?" domandò Lexi tirando a sé il moro per una manica, così che una signora potesse passare. Il ragazzo la scrutò mentre prendeva posto al tavolo in loro prossimità. Poi tornò a fissare la sua accompagnatrice latitante.

"Voglio che tu li tenga d'occhio mentre io mi infiltro nella loro suite" sputò tutto d'un fiato, una manciata di centimetri a separarli. La mora si immobilizzò rimanendo a fissarlo imperterrita.

"Beh" scosse la testa "Mi sa che lo champagne era buono" e detto ciò sfilò dalle dita affusolate del ragazzo il bicchiere posandolo su un tavolo a caso, il chè gli provocò un'alzata d'occhi al cielo.

"Sono qui a San Francisco da tre settimane, c'è un'alta probabilità che abbiano portato con loro informazioni importanti per il tuo caso. Ci sono segreti che è meglio tenersi stretti, sono come il passaporto per la realtà che più ci piace."

"Poetico, ma criptico. Quindi parla Eddie, davvero" gli posò una mano sul petto incollando gli occhi nei suoi. Il ragazzo abbassò lo sguardo su quel contatto rimanendo immobile per qualche istante. No. Non l'avrebbe fatto, avrebbe lasciato che fossero i fatti a parlarle.

Sospirò. "Mi servono quelle informazioni" mise in chiaro concisamente indietreggiando di un passo non riuscendo più a reggere quella vicinanza spietata. Lexi non ci badò, bensì si perse a scrutare il vuoto con una mano a mezz'aria, là dove prima c'era il suo corpo slanciato.

"Il figlio"

"Di lui si perdono le tracce"

"È lui il fulcro di tutta questa faccenda. Un progetto da portare avanti, un erede inglobato in esso, ma segreti da tenersi stretti. Segreti che comprometterebbero un impero, non è così?" portava avanti le sue macchinazioni, in piedi in quell'angolo di sala. "Segreti legati a me, indirettamente."

I suoi occhi si sollevarono sulla folla e si concentrarono sulla pedana rialzata in fondo alla sala, dove un leggìo di cristallo torreggiava nel centro. Incorniciato, a lato, un manifesto raffigurante dei bambini dal viso sporco che imbracciavano un fucile. Una scritta. Poi un flash sia letterale che figurato.

"...è una donna sola che ha un figlio piccolo a cui badare..."

L'uomo, Mr Cost era salito sul palco con l'intento di celebrare un discorso di commiato e di ringraziamento. Si ergeva fiero dietro il leggìo fronteggiando la macchina fotografica di un reporter con finta umiltà lasciando che il suo sorriso corroso dagli anni venisse catturato dall'obiettivo. Fu allora che la bocca schiusa della ragazza si distese in un sorriso sghembo.

"Oh adesso è tutto chiaro." sussurrò come deliziata di aver scoperto una nuova faccia della medaglia; gli occhi le brillavano alla luce della ribalta, fissi sull'anziano. Eddie invece non aveva occhi che per lei. Le scrutava il viso mascherato dal trucco che celava ogni ferita, ogni cicatrice alla meglio e poi inaspettatamente sorrise. Un sorriso vero, uno dei più realistici mai conosciuti finora, entrambi gli angoli della bocca erano sollevati disegnando due fossette lievi e per un frangente fu talmente ampio da mostrare la dentatura bianca. E quella contrazione di muscoli che umanamente veniva chiamato sorriso andò di pari passo con il luccichio rivelato in quegli occhi celesti.

"Dobbiamo trovare il figlio." sentenziò voltandosi di scatto. Eddie tossicchiò e distolse lo sguardo ricomponendosi.

"Prima i documenti."

Annuì. "Va bene allora, vai.'" Eddie si voltò avviandosi verso l'uscita ma poi Lexi lo prese per il braccio. "Come avresti fatto senza di me?" domandò crogiolandosi nell'importanza del suo ruolo nella faccenda.

"Come ho sempre fatto." rispose come se fosse ovvio ma il tono in cui lo disse risultò più freddo del solito. La maschera divertita della ragazza per un attimo vacillò, lasciò andare la manica della giacca del moro.

"Tu!" Entrambi si voltarono e il ragazzo dai capelli castani incrociato poco prima alla boutique si palesò con acceso entusiasmo. "Ciao Scarlett"

"Ian" Lexi si voltò completamente verso di lui, le labbra dipinte di un malizioso, scarlatto sorriso. "Ma che fortuita coincidenza" incrociò le braccia al petto.

"Il vestito ti sta d'incanto." e mentre lo disse i suoi occhi effettuarono una radiografia completa del suo corpo soffermandosi fin troppo sul decoltè.

"Grazie ma i miei occhi meravigliosamente azzurri sono qui" si indicò il viso. Il ragazzo ridacchiò e fu allora che notò un'altra presenza.

"Oh, piacere Ian Thompson" porse la mano in segno cordiale al ragazzo ma Eddie non fece altro che guardarla ineccepibilmente annoiato.

"Lui è Eddie, un collega" si intromise la mora appigliandosi al suo braccio. "È di poche parole." lo giustificò ma apparve più che altro come una presa in giro, tant'è che di sbieco si beccò un'occhiataccia contrita.

"Ti va se parliamo un attimo? In privato?"

Lexi sorrise ancora di più, inarcando un sopracciglio. "Ma certo"

Si voltò, forse per cercare la reazione del suo investigatore. Ma lui era già sparito, non lasciando traccia di sé.


18/05/2022

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