Capitolo 24 - Cacciatori di taglie
L'auto oltrepassò una chiesa in stile gotico sulla sinistra, Lexi si sporse per osservarla oltre il vetro accanto al posto dell'autista. Spiccava per il modo in cui stonava con l'ambiente circostante, la pietra marrone appariva rozza e cruda e l'enorme rosone centrale aveva vetri opachi e scuri. Quella rapida occhiata terminò quando Eddie svoltò a destra per Mason Street, lasciandosi alle spalle gli edifici moderni e abbracciati in lontananza da un filo sottile di nebbia. La luce del pomeriggio illuminava il fondo valle; la strada proseguiva in discesa ed era fiancheggiata da palazzi esternamente graziosi con tanto di cornicioni decorati. Proseguirono ancora per una manciata di chilometri per poi fermarsi in una zona commerciale, gremita di negozi e boutique. Eddie accostò l'auto e spense il motore facendo tintinnare il portachiavi. Lexi non disse nulla, presa com'era dalla radicale ispezione del luogo.
"Non dovresti essere qui" asserì lui sospirando. Evitava deliberatamente il suo sguardo, concentrandosi sui passanti che brulicavano sui marciapiedi. Un bassotto aveva alzato una zampa in direzione della ruota della sua cadillac. Eddie non ci badò più di tanto, sembrava non vederlo veramente.
"Me l'avevi fatto capire, si" fece spallucce la mora voltandosi a guardarlo.
"Immagino che qualunque cosa io faccia, non c'è modo di tenerti buona da qualche parte per un giorno intero."
"L'unico modo è usare un sedativo...per orsi" Nessuna reazione. Lexi incrociò le braccia al petto cercando il suo sguardo, ben nascosto che neppure si rifletteva nel vetro del finestrino.
"Sapevo l'avresti detto." mormorò languido addolcendo i modi. Rimasero ancora in silenzio per così a lungo da farle pensare che quello non era un modo carino per dire che la conosceva bene, bensì il preludio di un attacco a sorpresa che prevedeva per davvero il coinvolgimento di un sedativo per orsi o magari una fiocina per balene azzurre chissà. Poi, invece, il moro estrasse il portafoglio e da lì la carta di credito. La tenne tra l'indice e il medio, voltato in avanti, gliela porse con estrema indifferenza.
"Va' a comprarti un vestito, Cenerentola, e diamo il via alle danze." le disse monocorde. La ragazza rimase completamente di stucco. Fece scivolare lo sguardo dalla carta al ragazzo, il braccio proteso verso di lei, il profilo netto dai lineamenti taglienti.
"Vuoi che compri un vestito da sera?" scandì inarcando un sopracciglio e poi corrugando la fronte in maniera circospetta. A quel punto il ragazzo si voltò seccato e la fulminò con lo sguardo.
"Si." Le prese la mano e le schiaffò la tessera sul palmo. "Qualcosa di sobrio ed elegante. Niente esagerazioni Lexi, non questa volta" La ragazza impostò ancora quel suo sguardo malizioso e restituì l'oggetto al suo legittimo proprietario.
"Vieni con me o non se ne fa niente" Eddie sbattè le ciglia per un lunghissimo frangente poi sospirò.
"Non ti sarei di alcun aiuto, adesso va'." Le fece un cenno del capo, i suoi nervi erano messi a dura prova a causa di quel comportamento ribelle e complessivamente tedioso da tenere sotto controllo, ma il suo viso rimase lapidario e contenuto. La ragazza a quel punto si avvicinò pericolosamente al moro; il suo volto era a pochi centimetri dal suo, abbassò lo sguardo sulle sue labbra sigillate e sorrise inclinando il viso come se volesse baciarlo.
"Se vuoi comprarmi un vestito è giusto che lo scelga tu" sussurrò soffiando sulla sua bocca. Non staccò gli occhi da lì neppure per un attimo, come una belva con l'acquolina, sembrava contemplare la preda che avrebbe assaporato ponderando a lungo sul gusto che avrebbe avuto.
"Ed è giusto che tu mi aiuti ad indossarlo quando sarò nel camerino" Eddie rimase glaciale nella sua calma indifferente, ma per un attimo le sue labbra ebbero una sorta di fremito come scosse da un possibile sorrisetto che non si dispiegò mai. Si sporse anche lui, avvicinandosi al suo orecchio e guardando fisso fuori dal finestrino mormorò sommessamente con quella sua voce serpentinata e roca.
"Preferisco la parte in cui viene tolto"
"A morsi?" rilanciò inarcando un sopracciglio. Eddie si era già allontanato concedendole un'occhiata aperta alle interpretazioni e nel mentre aprì lo sportello e scese dall'auto. Ogni tanto aveva anche lui i suoi momenti maliziosi. Si sistemò la t-shirt sotto la felpa nera aperta sul davanti e attese che anche lo sportello del passeggero fosse chiuso per premere il bottone sulle chiavi della macchina. Lexi lo affiancò e assieme si diressero verso il primo negozio di abbigliamento che pescarono.
[...]
Eddie era a disagio. Lo era sempre in mezzo a tante persone e per qualche strana ragione tutta San Francisco si era radunata in quel negozio di Haute Couture, iperbolicamente parlando. Il ragazzo tenne prudentemente le mani in tasca guardandosi intorno impassibile, mascherandosi; l'ambiente era raffinato e spiccava una gran quantità di elementi d'arredo sui toni dell'oro e del bordeaux a cominciare dai divanetti in stile rinascimentale impreziositi da intagli arzigogolati. Eddie inclinò il capo osservando uno dei pilastri che si ergeva in un caldo color bronzeo: non riusciva a concepire la natura della scultura nel capitello sembrava un miscuglio arboreo con la testa di Medusa. Scuotendo la testa seguì la ragazza che saltellava tra una fila di vestiti e l'altra passandoci le dita sopra con leggiadria, al chè gli venne spontaneo roteare gli occhi.
"Sai l'abito lilla non può essere aggiustato." disse lei percependo la sua presenza impacciata alle spalle. Gli altoparlanti diffondevano una sinfonia classica a volume molto basso, quasi da renderla muta tuttavia accompagnò la loro caccia alle taglie di quel pomeriggio, rimanendo un buono spunto di distrazione per Eddie.
"Ricordi? La scorsa notte-" proseguì ancora Lexi estraendo un vestito rosa pallido realizzato con il corpetto in pizzo.
"Taglia corto Lexi, ho capito." la interruppe il moro alzando gli occhi al cielo esasperato. Non era trascorso neppure un giorno che le allusioni in merito al loro momento intimo avevano raggiunto picchi incredibilmente alti. "Compra quello che vuoi, per sdebitarmi." Lexi lo guardò serrare la mascella ed evitare il suo sguardo con cautela; posò l'abito di nuovo al suo posto con un ghigno malizioso.
"Pensavo a qualcosa di economico" ribatté voltandosi. Sorpassò il ragazzo che la seguiva con lo sguardo mentre faceva scivolare le sue dita su una serie di tessuti dalle tonalità più disparate. "Sarebbe uno spreco spendere tanti soldi per un vestito che mi straccerai di dosso" esplicitò camminando al contrario pur di mantenere il contatto visivo. "Di nuovo"
Appena concluse la frase andò a sbattere contro qualcuno ed Eddie sospirò esasperato distogliendo ancora una volta lo sguardo. A breve avrebbe cominciato a mettersi le mani nei capelli dallo stress e a poco a poco gli sarebbero caduti, sarebbe diventato calvo e gli sarebbe cresciuta una tremenda pancetta floscia. Le rughe avrebbero segnato il suo volto ancora prima dei trent'anni e a quel punto il declino del suo corpo avrebbe infettato anche lo spirito ritrovandosi a cinquant'anni suonati a mangiare ciambelle durante un appostamento nel parcheggio di un motel da quattro soldi.
Già, erano sempre brillanti le prospettive sbocciate dopo le interazioni con Lexi, ormai lo stava contagiando con la sua stupidità.
"Pardon" si scusò la ragazza con un sorriso innocente, due fossette particolari le sbucarono agli angoli della bocca. Si ritrovò davanti un giovane uomo alto dai capelli castani e composti, due occhi castani incorniciati da ciglia scure e un naso alla... francese.
"La colpa è mia." assottigliò lo sguardo e le sue labbra si distesero in uno strano sorriso, come se stesse combattendo per trattenerlo. "Mademoiselle, lei è francese?"
"Per niente" A quel punto il sorriso si dispiegò senza indugi e per nasconderlo abbassò il capo un istante.
"Mi chiamo Ian."
"Lexi" la ragazza lanciò uno sguardo di traverso al moro alle sue spalle e poi al nuovo arrivato.
"Qual è il tuo colore preferito?" si mise una mano sul fianco spostandosi una ciocca dei suoi capelli dietro l'orecchio. Era ricoperta di chiazze violacee e la fasciatura alla testa, fissata in maniera storta per giunta, rendeva il quadretto ancora più catastrofico eppure quel ragazzo non le staccava gli occhi di dosso. Ma allora cos'era che lo attraeva? La sua voce? Il suo corpo? I suoi capelli semidistrutti dalle tinte? No. Perché gli anelli non toccano Saturno.
"Ehm...rosso" affermò tentennante il giovane uomo. Allora lei si guardò attorno e si avvicinò ad un appendiabiti estraendo un vestito rosso carminio, acceso brillante come il sangue, petali di rosa e fuoco mischiati una volta sola. Il tessuto era raso e riluceva alla luce del lampadario di cristallo sopra di loro. Lexi lo soppesò con lo sguardo, subito dopo si diresse verso il camerino.
"Lo indosserò pensando a te, Ian." gli lanciò uno sguardo significativo misto a lussuria e si richiuse la tenda alle spalle lasciando i due ragazzi soli.
Ian rimase imbambolato, le sopracciglia aggrottate e la bocca schiusa. Vi aleggiava ancora l'ombra di un sorriso mentre i suoi occhi erano ancora stretti attorno al movimento della tenda di velluto rosso dietro cui si era celata la ragazza. Eddie lo fissò, mentre si sedeva su un divanetto della zona d'aspetto, da sotto le lunghe ciglia scure. A quel punto il nuovo arrivato si accorse della presenza del giovane detective e gli si avvicinò.
"Quella ragazza è..."
"Cosa?"
"Magnetica" buttò fuori come se finalmente avesse trovato il termine giusto. Eddie, con le braccia rigidamente incrociate al petto, distolse lo sguardo puntandolo verso un manichino dalla testa ruotata ad un angolatura terribilmente innaturale. Quest'ultimo indossava un abito nero come la pece, dal corpetto stretto e privo di spalline e una gonna ampia e voluminosa che si districava in vari strati di tulle.
"Mica è la tua ragazza?"
"No"
"Oh bene perchè me la farei stesso in quel camerino anche conciata così." aggiunse più rivolto a sè stesso e spostò ancora una volta gli occhi sul camerino, in maniera assai inquietante. Eddie inarcò un sopracciglio, ispezionandolo da capo a piedi. Indossava una camicia azzurra e in mano reggeva uno smocking già perfettamente confezionato. Eppure i suoi piedi sembrarono saldati in quel punto del negozio, non si spostava nemmeno al passaggio dei clienti. Il chè rese il momento ancora più imbarazzante del previsto.
"Le stai facendo una radiografia?" sputò fuori sarcasticamente. Il giovane uomo, che probabilmente era all'incirca ventunenne; si voltò ancora in direzione del moro e fu in quel preciso istante che Lexi attaccò a gridare.
"Ho quasi fatto! Solo un attimo" Ian fu in procinto di rispondere, ma con la bocca semi aperta e un passo fatto in avanti fu interrotto sul nascere.
Eddie si piazzò accanto al camerino, con la schiena appoggiata al muro e tanto di braccia incrociate. Ian reagì di conseguenza ed indietreggiò colto da un rapido sguardo dorato. Senza dire una parola se la svignò pur di non sottostare oltre alla tensione che emanava la sua occhiata e il vociferare della boutique mischiato al quartetto d'archi che adesso stavano trasmettendo tornò l'unica cosa sulla quale Eddie si dovette concentrare.
"Il vestito è perfetto. Lo prendo." Lexi se ne uscì poco dopo così com'era entrata, nei suoi panni quotidiani e si guardò attorno intercettando il moro.
"Cos'è? Ti sei messo ad abbaiare contro Ian?" alluse notando l'assenza dell'altro ragazzo.
"Come al solito immagini cose non sono connesse alla realtà." le prese il vestito dalle mani e si avviò verso il bancone suscitando in lei un'espressione contrariata.
"Sei sicuro di volermi prendere proprio questo?" Si fermò alle sue spalle, mentre lui estraeva la carta di credito che porse alla commessa. Aveva preso a dondolarsi sui talloni, con le mani giunte dietro la schiena in attesa di una risposta.
"Grazie" borbottò il ragazzo infilando il portafoglio nella tasca dei pantaloni e afferrando la busta subito dopo producendo un rumore accartocciato.
Si voltò ritrovandosi faccia a faccia con la mora.
"Vedi Lexi" cominciò guardandola fisso negli occhi, non c'era nessun barlume vagamente emozionale nel suo tono, ostinato a mantenere il suo tipico, lapidario contegno. "A me, di come sei fuori, non importa poi molto" e detto ciò le lanciò la busta per poi uscire finalmente da quel negozio.
14/05/2022
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