Capitolo 18 - Perle pericolose

8 ore prima del processo...

"Sei davvero carina stasera." mormorò Michael voltandosi brevemente verso la ragazza dai capelli rossi.

"Gra-grazie" le sue gote si arrossarono più del dovuto mentre distoglieva lo sguardo puntandolo verso il finestrino. L'abitacolo dell'auto si intinse nuovamente in un falso silenzio accompagnato dal perpetuo rumore del motore. Fuori i lampioni brillavano illuminando lembi di città e lasciando il resto nella penombra. Erano in periferia e le luci si facevano sempre più fioche, riusciva a distinguere i contorni delle case, gli alberi e nient'altro.

"Fa freschetto per essere maggio" disse abbracciandosi da sé per guadagnare un po' di calore. Le gambe scoperte erano piene di brividi. Le tenui luci dei comandi dell'auto spiccavano bianche e rosse sul cruscotto, il profilo del ragazzo era nient'altro che una linea eppure Maya non potè fare a meno di fissarlo di sottecchi temendo che il suo sguardo scrutatore potesse essere rilevato dai suoi sensi. Non disprezzava Michael, ma non lo desiderava neppure. E adesso, in quell'antro buio non faceva che cercare cercare cercare. La luce fulminea di un lampione rischiarò l'ambiente dal profumo di vaniglia, bagnò di una tonalità arancione i lineamenti del ragazzo concentrato sulla guida; come una saetta che squarciava il cielo gremito di nubi temporalesche. Maya distolse di nuovo lo sguardo, stavolta puntando in basso. Cercare cercare cercare, ma non trovare, non del tutto, non la parte più importante.

"Pensavo...ti posso mostrare un posto?" corrugò la fronte battendo velocemente le ciglia.

"Ehm...certo, ma adesso?"

"Si, non ci vorrà molto e c'è una vista splendida!" esclamò con un lieve sorriso impresso sulle labbra, le mani strette sul volante.

"Non saprei, devo portare Lexi a casa e..."

"Prometto che non ci vorrà molto." attorno ai suoi occhi si formarono le cosiddette zampe di gallina per il sorriso luminoso che le dedicò adesso. Aveva una collezione di sorrisi bellissimi e quella sera li sfoderava per lei, soltanto lei. Maya schiuse la bocca e alla fine acconsentì, le mani strette in grembo. Imboccarono una strada ancor più periferica, da qui le illuminazioni erano ancora più scadenti eppure si vedevano le stelle.

"Si vede un cielo bellissimo" bisbigliò con gli occhi appiccicati al vetro pur di guardare in alto. "Vedrai, il luogo che ho scoperto ha una visuale sul cielo e sulla città...sembra di essere immersi in una costellazione." disse con trasporto. Forse era solo stanca e non riusciva a focalizzarsi sul momento Si portò una ciocca di capelli dietro le orecchie sbloccando il cellulare per controllare l'ora. Dopotutto il processo non sarebbe stato prima delle nove. Sospirò guardando la strada dal suo finestrino, una serie di tortuose e alte figure arboree apparvero fosche e sfocate alla sua vista ma in compenso uno spicchio di luna le rallegrò il panorama. In piena città, la luna era minuscola, anonima, indifferente, ma nel pieno della natura riluceva diventando la protagonista. E a chi importava che non fosse luce propria, la notte era sua.

Qualcosa di caldo si accostò alla sua pelle, ad un tratto la mano che prima stringeva il volante si spostò sul ginocchio di Maya. Si sorrisero a vicenda. La luminosità del cellulare rese la sua pelle dorata di una tonalità quasi spettrale. Cercò di non farci caso ma il suo calore la faceva arrossire tanto da farla diventare paonazza, dello stesso colore dei capelli. Il tocco del ragazzo cominciò a salire lungo la coscia tanto da farla sentire un tantino a disagio. Rimase immobile incapace di reagire, ma le sue mani non si fermarono, si spinsero sotto il tessuto roseo dell'abito raggiungendo quasi l'intimità. A quel punto, Maya con uno scatto gli spostò la mano discostandosi il più possibile verso lo sportello.

"Forse hai bevuto un po' troppo" pigolò adesso nel pieno del disagio. Si voltò verso il sedile posteriore dove Lexi era ancora dormiente, i capelli neri che le coprivano l'intero viso.

"No sto benissimo, forse tu hai bisogno di un sorso. Per alleggerire la tensione." ridacchiò mostrando la bottiglia di vetro nel vano portabicchieri. Maya seguì il suo indice e i suoi occhi divennero vitrei incatenati all'ombra.

"È così che si deve fare in questi casi?" domandò fissando l'alcol.

"Be' si, le persone hanno bisogno di una spinta in più ogni tanto se no come fanno?" Maya corrugò la fronte sentendo improvvisamente ancora più freddo di prima. Se no come fanno. C'era qualcosa di maledettamente sbagliato nelle sue farneticazioni.

"Voglio andare a casa." annunciò dopo attimi di silenzio assordante.

"Cosa? Non fare la guastafeste." mugugnò posando ancora la sua mano dove non avrebbe dovuto.

"Devo andare davvero Michael, Lexi ha un impegno importantissimo domani mattina e deve tornare a casa"

"Parli del processo?" domandò retoricamente scoccando una rapida occhiata. Le voci girano in fretta, pensò Maya. Fece per aprir bocca ma rimase agghiacciata con gli occhi sbarrati e le labbra schiuse

"...cavolo perchè sei venuta con quella maniaca Maya? Finirà per uccidere anche te."

"Anche?" i suoi occhi saettarono sulla sagoma sdraiata sui sedili posteriori.

"Ascoltami bene, sei una bellissima ragazza, non dovresti circondarti di gente come lei." Maya fece per voltarsi nuovamente in avanti e nello spazio di un secondo Michael approfittò di quella vicinanza e la baciò stringendole il viso con una presa fin troppo forte e maldestra.

"Ma sei impazzito?" Maya strillò allontanandosi di scatto, il viso arrossato, gli occhi azzurri sgranati per lo sconcerto, il petto andava su e giù scosso dai respiri pesanti.

"Rilassati un po' Maya, sei proprio una rottura." il sorriso ormai si era affievolito sul suo viso.

"Potevamo morire! Pensa se avessi perso il controllo dell'auto?!"

"Non è successo come vedi" Maya emise un verso allibito e scossa si portò una mano alla fronte chiudendo gli occhi.

"Riportami subito a casa, Michael!"

"Prima dammi un bacio vero" e la strattonò ancora facendo collidere per la seconda volta le loro labbra. Maya gli assestò una serie di pugni sul petto cercando di staccarsi con la forza, ma la mano che le stringeva la chioma folta e ondulata non accennava a mollare la presa. La macchina zigzagava lungo la strada fortunamente deserta e intanto quel bacio abominevole continuava per secondi interminabili. Mugugnava contro la sua bocca dal sapore pungente di alcol e qualcos'altro che non seppe distinguere lottando per venir via dalla sua presa prepotente.

"Quanto sei fastidiosa, preferisci farmi un lavoretto laggiù?" propose inarcando un sopracciglio a pochi centimetri dal suo viso.

"Aaah!" gridò Maya dal dolore. Agguantò più capelli, tanto da stringere fino alla cute con violenza costringendola a rimanere bloccata, alla sua completa mercè. Intanto l'auto continuava il suo percorso in rettilineo, con un guidatore totalmente irresponsabile, rimanendo appena nella propria corsia. La baciò ancora ignorando le sue proteste, ma stavolta le loro labbra ebbero appena il tempo di toccarsi.

Qualcosa di freddo, accompagnato da un tintinnio, si serrò lungo la gola del ragazzo stringendola al poggia testa, allontanandolo da Maya. Una catenella d'argento collegata alla borsa di Lexi e una Lexi in uno stato pietoso che si era protesa nell'apertura tra i due sedili stringendo la presa sulla catenella. "Le-Lexi!?" esclamò Maya singhiozzando sorpresa.

"Guarda la strada" mormorò in tono cavernoso rivolta al molestatore. Non sembrava più nemmeno lei, il viso macchiato di sangue e i capelli appiccicati al viso che le creavano una serie di ombre spettrali. Non stava sorridendo, neanche di poco.

"Sei pazza? Levami le mani di dosso." si lamentò il ragazzo portando le mani, una dopo l'altra, al collo.

"I banali molestatori sentono i polsi freddi in queste situazioni, ma tu, oh, tu hai dato fastidio alla maniaca sbagliata, amico mio, e sentirai la tua fottuta gola gelare." scandì glaciale al suo orecchio. Lexi non stava neanche stringendo abbastanza da impedirgli di respirare eppure lui era tutto impanicato, cercava di graffiarla e di picchiarla pur di farla allontanare. E allora frenò, bruscamente, all'improvviso , schiacciando il pedale così a fondo da far spegnere la macchina.

Accadde in un lampo, Lexi non ebbe neppure il tempo di meravigliarsi che fu proiettata in avanti verso il vetro del parabrezza scontrandovisi con un impeto tale da creare una grossa crepa.

Il silenzio seguì immediato dopo quel tonfo e con la stessa immediatezza si infranse per le urla della ragazza. Maya gridò spostando il materiale plastico dell'airbag che si era aperto per lei ma non per la sua amica.

"Lexi, Lexi!!" tentò di muoverla ma non seppe esattamente cosa fare e le sue mani tremavano. Michael d'altro canto non dava cenni di movimento.

"O mio Dio, O mio Dio!!" afferrò il cellulare, scorrendo tra i contatti fino a cercare un numero di telefono per poi portarselo rapidamente all'orecchio. Lo tenne appiccicato all'orecchio con entrambe le mani mentre i suoi occhi, talmente spalancati da rischiare di staccarsi dalle orbite, vagarono da una parte all'altra della macchina. Sentì un improvviso capogiro nel cogliere il disastro che la circondava.

"Andiamo rispondi!" il viso straziato dall'angoscia mentre il sangue colava in un inquietante rivolo lungo i comandi dell'auto.

"Si" la voce fredda e roca dall'altro lato l'acquietò almeno di poco.

"Eddie...devi venirci a prendere, Lexi...abbiamo avuto un incidente e lei non sta per niente bene." farneticò deglutendo a fatica mentre scostava i capelli neri della ragazza.

Silenzio.

"Perde molto sangue Eddie!!" piagnucolò terrificata lasciando ricadere le ciocche sul suo viso con dita tremolanti.

All'improvviso il buio districato dalle luci tenue dell'auto fu totalmente rimpiazzato dalla luce, un bagliore luminoso tinse il suo volto angosciato di un candore innaturale divorando ogni dettaglio dei suoi connotati. Socchiuse gli occhi cercando di capire da dove provenisse tutto ad un tratto; il suo cuore perse un battito.

"Michael! Accendi l'auto sbrigati!" strillò presa da un'agitazione incontrollabile, un auto si dirigeva a tutta velocità, dritta verso di loro che erano bloccati di traverso in mezzo alla strada. Il ragazzo, intontito, faticò a spostare l'airbag ma alla fine riuscì ad accendere almeno il quadro.

"Ti prego! Sbrigati!" Le luci abbaglianti si accesero e il suono del clacson dell'altro veicolo riempì di panico la ragazza. Chiuse gli occhi e nell'istante stesso si udì un profondo colpo.

Eddie, dall'altro capo del telefono, sgranò gli occhi assimilando con terrore quanto aveva sentito.







(Grazie a Lidia che ha aspettato il mio aggiornamento, mi fa piacere che a qualcuno stia piacendo questa storia<3<3)

21/04/2022

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top