Capitolo 16 - Trappola per topi
"Oh sei qui. Dov'è quell'altro piccolo bastardo?" un uomo dai capelli corti color sabbia si muoveva tra il disordine dei mobili rovesciati con un viso tra i più arcigni, accompagnato da una donna silenziosa alle sue spalle che non fece altro che produrre una smorfia disgustata mentre spostava una lampada infranta in vari cocci con il piede.
"Siete voi" la postura di Lexi si rilassò appena quando distinse le due figure che vagavano per il suo salotto come fossero due sopravvissuti ad un disastro nucleare che frastornati registravano mentalmente i danni subiti.
"Cos'è non ci riconosci più?" continuò l'uomo spostando lo sguardo sulla ragazza davanti a sé. "A chi vorresti fare il culo nero? Sentiamo piccola stronza deficiente" sputò acidamente serrando la mascella, i suoi occhi emanavano scintille di una furia trattenuta.
"Arthur"
"Non cambia più nulla Rosie, ormai ci hanno scoperti è inutile mostrare la bella faccia, questa copertura è saltata." alzò il tono di voce, gesticolando con una mano categorico, nei suoi vestiti eleganti e nei suoi occhiali dalla montatura spessa; non sembrava affatto l'uomo di una volta, quello a cui Lexi aveva voluto bene.
"Oh eccolo là, il bastardo. Ciao Eddie, l'ultima volta che ti ho visto avevi otto anni e tua madre era appena schiattata." Quest'ultimo, appoggiandosi allo stipite della porta con le braccia incrociate, fissava i due nuovi arrivati con noia. Lexi se ne stava immobile ancora con la mazza in mano e il capo chino.
"Limitatevi a chiudere quelle boccacce e ascoltare" consigliò Eddie con il gelo a scaldargli la voce.
"Tu non dici nulla Lexi?" Gli angoli della bocca della ragazza si sollevarono lentamente verso l'alto arcuandosi sempre di più fino a regalar loro un sorriso da stregatto, gli occhi spalancati e le sopracciglia inarcate le conferivano un'aria raggiante e allo stesso tempo inquietante, come un minatore che scopre una nuova vena d'oro o un esploratore che ha scovato un tesoro di inestimabile valore.
FLASHBACK
[ "Devi chiamarli."
"Eh?"
"I miei genitori, chiamali, di' loro che li abbiamo scoperti e che vogliamo trattare un accordo equo." Chiusi nella macchina di Eddie, nel parcheggio dell'ospedale i due si fissarono con una particolare sfumatura di serietà.
"Che tipo di accordo?" il suo tono fu particolarmente cauto, la voce roca riscaldava l'abitacolo mentre i suoi occhi rimanevano inchiodati all'azzurro cupo di quelli di lei.
"Non deve interessarti, hai già i tuoi affari per la testa. Mettili solo al corrente di questo: se non arrivano a Sacramento entro venerdì si possono considerare dietro le sbarre." scandì parola per parola, si slacciò la cintura e senza attendere oltre scese dall'auto seguita dallo sguardo pensoso e terso di nuvole grigio scuro del suo detective. ]
"Vi ho in pugno" il sorriso che mostrò loro fu dei più raccapriccianti che riuscì a fare. I coniugi fuorilegge si scambiarono un'occhiata ma non dissero nulla, la parola passò alla ragazza che troneggiava con supponenza davanti a loro.
"Per cominciare sono sotto processo per un'accusa ingiusta nei miei confronti, siccome sono minorenne se presenzio senza dei tutori potrei essere spedita in casa famiglia anche se vincessi la causa. Per cui il patto è il seguente." appoggiò la mazza da baseball a terra usufruendone come un bastone.
"Voi rimanete piantati qui per tutto il tempo, senza muovervi e io non andrò alla polizia a denunciarvi distruggendo la vostra sciocca copertura." sorrideva alla Lexi e poco più in la Eddie non potè far a meno di lanciarle un'occhiata perplessa. Aveva svelato le sue intenzioni e seppur una parte di lui aveva intuito esattamente quali fossero, sentirle era un altro discorso. Non c'era nulla di minimamente emotivo nella sua presentazione dei fatti, come se quelli non fossero i suoi genitori ma semplici estranei.
Il padre rigirò la poltrona capovolta e si sedette sogghignando sommessamente.
"E così... anche tu ti sei data alla malavita. Buon sangue non mente."
"O la mela non cade mai troppo lontana dall'albero." aggiunse la moglie andando a sedersi al suo fianco sul bracciolo. Lexi emise un verso di scherno e roteò ancora una volta la mazza.
"Per cominciare, le accuse contro di me sono totalmente infondate. Lo capirete quando alla fine del processo Eddie mi avrà fatto vincere."
"Eddie? È un ragazzino che una volta si è ribaltato con la bicicletta da fermo." Il fuorilegge lo squadrò da capo a piedi con quell'aria sfacciata. Se sperava che avrebbe intercettato qualche particolare reazione in lui si sbagliava.
"Pff" schernì "Ti rode perchè ha scoperto i tuoi giochetti, un ragazzino con la metà dei tuoi anni. Imbarazzante" Il volto del padre si contrasse in una smorfia che non preannunciava nulla di buono.
"Oh Lexi, denunceresti davvero i tuoi genitori? Sono pur sempre tua madre, è un legame che non si può spezzare." intervenì la donna protendendosi verso la figlia, aveva intrecciato le dita delle mani come se stesse pregando, per cercare di entrare in una conversazione ragionevole e non avventata. Eddie la squadrò dalla testa ai piedi con la crescente sensazione di star vivendo un deja-vù o perlomeno una scena somigliante a qualcosa che ormai la sua mente aveva interiorizzato.
"Tua madre ha ragione, abbiamo passato tanti bei momenti, prescindendo da tutto siamo la tua famiglia." Lexi, i capelli bagnati che le gocciolavano in fronte, inclinò il capo squadrandoli dalla testa ai piedi.
"State usando una nuova tattica? Puntare sulla mia sensibilità? Divertente" annuì avvicinandosi lentamente e accovacciandosi ai loro piedi. Li fissava dal basso con un sorriso raggiante, se fosse stato un film muto sarebbe sembrata un'allegra rimpatriata di famiglia. Con uno scatto veloce qualcosa si serrò alle loro caviglie, sollevando versi di sconcerto. "Ma che cazzo!" "Eh!" puntarono lo sguardo in basso, quasi un cane avesse fatto i propri bisogni sulle loro scarpe e inorriditi si accorsero della trappola in cui erano incappati.
"Pensate davvero di potermi manovrare come un burattino? Sono pur sempre la figlia di due freddi manipolatori criminali." assottigliò gli occhi sorridendo solo da un lato, la crudeltà impressa nel suo sguardo. "Non scorre misericordia nelle mie vene" sibilò
"Che hai fatto!?" scoppiò la madre gettando ogni ombra di contegno al vento.
"Precauzioni" si alzò assieme a loro ed indietreggiò mentre questi armeggiavano con il braccialetto elettronico, che aveva sgraffiniato a Muriel dalla stazione di polizia, tentando di toglierlo.
"Stupida puttana, toglili subito!"
"Prendetevi una stanza in albergo, non vi voglio tra i piedi, ma se mettete piedi fuori dai confini di Sacramento per voi è la fine. Ho le prove di tutti i vostri delitti, dal primo omicidio all'ultimo. Contradditemi e segnerete la vostra dipartita" Ridacchiò maleficamente.
"Non rivedrete più la luce del sole" esclamò a gran voce con le braccia spalancate.
"Dopo tutto quello che abbiamo fatto per te? E' così che ci ripaghi?" strillò il padre mentre Lexi si trascinava al piano di sopra con nonchalance, passando di fianco al moro.
"Ci vediamo domani alle 9 in punto" salutò raggiante sparendo sotto lo sguardo dei tre. E mentre fissava la sua chioma corvina Eddie si domandò se cambiandole il colore dei capelli non avesse annientato ogni traccia di umanità in lei.
12 ore al processo
Lexi indossava un vestito corto di raso color lilla e con la borsetta appesa ad un braccio si aggiustò l'orlo aderente tirandolo verso il basso. L'attimo dopo si spinse nel corridoio di casa Miller fino alla cucina bloccandosi sulla soglia con un'espressione fredda e austera stampata in volto.
"Non sei ancora pronta." constatò con le braccia che le ricadevano lungo i fianchi mentre osservava Maya ingozzarsi di gelato di fronte al suo cellulare. Quest'ultima si immobilizzò con il cucchiaio colmo di gelato alla fragola ancora sospeso a mezz'aria e spostò gli occhi azzurri sulla figura elegante e sofisticata della sua vicina di casa. Sgranò gli occhi.
"Dicevi sul serio?" domandò posando il cucchiaio e strofinandosi il tovagliolo sull'angolo della bocca.
"Non costringermi a portarti in pigiama." la pregò posandosi una mano sulla tempia. Squadrava il suo abbigliamento poco curato con il labbro inferiore stretto tra i denti e le sopracciglia increspate dalla frustrazione.
"Non vengo da nessuna parte Lexi!" esclamò stridula la rossa raddrizzandosi sullo sgabello. Quest'ultima la schernì avvicinandosi lentamente al bancone e appoggiando la borsetta colma di lustrini argentati sulla superficie marmorera. "Oh si invece" sussurrò malignamente lanciandole un'occhiata assottigliata e letale.
"E va bene, cammino da sola!" sbottò mentre la neo mora le dava delle spintarelle per costringerla ad andare in camera a cambiarsi. Sulla soglia per poco non andò a sbattere contro il fratello che si appiattì contro il muro per lasciarla passare.
"Ma che-"
Maya lanciò un'ultima occhiata adirata a Lexi e poi salì le scale agguantando la ringhiera con prepotenza, non facendo che borbottare calpestando il parquet con fin troppa foga.
Rudy scostò lo sguardo sulla sua vicina di casa che, a braccia incrociate, sorrideva come se ogni cosa stesse andando nella direzione giusta che nel mondo di Lexi era la direzione "guai". Inarcò un sopracciglio facendole una vera e propria radiografia dalla testa ai piedi.
"Ti pare una scelta razionale quella di andare a ubriacarti la sera prima del processo?" le scoccò un'occhiata contrariata facendo riferimento al suo abbigliamento non proprio sobrio. I capelli erano legati in una corta coda scura e scalata, l'abito le fasciava il busto e le braccia lasciandole scoperte le gambe e il décolleté senza risultare troppo 'volgare' agli occhi della società.
"Ovviamente Rudy" sorrise rientrando in cucina.
"Aaaaallora" proruppe ancora dondolandosi sulle punte degli stivali con il tacco che le arrivavano fin sopra al ginocchio.
"Eddie è in casa?"
"Eddie è sempre in casa."
"Ah" si appoggiò con nonchalance su uno sgabello cominciando a guardarsi attorno annoiata nell'attesa che la rossa si preparasse.
"Vuoi fare colpo su di lui, non è vero?" ammiccò il ragazzo prendendosi una birra dal frigo. Lexi emise un verso di scherno.
"O magari volevo fare colpo sul sexy quasi avvocato biondo in cucina." Rudy sorrise a sua volta prendendo un sorso della bevanda.
"Saresti già nel mio letto se non fosse per il carattere di merda che ti ritrovi."
"Lusingata" Lexi si portò una mano al petto fingendo meraviglia.
"Sono pronta." Lexi sorrise ma l'attimo dopo, nel vedere il guaio che aveva combinato Maya con il trucco, si ammusonì.
"Si, per fare la pubblicità delle Lelly Kelly." si portò una mano alla fronte emettendo un sospiro plateale. Maya socchiuse la bocca e allargò le braccia mimando un chiaro segno di protesta misto all'incredulità.
"Non importa, aggiusteremo tutto in macchina, guidi tu?"
"Ho quindici anni!"
"Ancora? Oh lascia perdere...Rudy!" si voltò di scatto verso il biondino che se la stava già per squagliare.
"Non guardare me." ma Lexi l'aveva già puntato, tanto che cominciò a fargli cenno con il dito di tornare sui suoi passi e rientrare in cucina.
"Su, fai un favore alla tua vicina preferita." A quelle parole il biondino lasciò ricadere le braccia lungo il corpo, la birra ancora alla mano, guardava in alto ispezionando l'intero soffitto bianco. Abbassò di nuovo lo sguardo sulla ragazza che intanto aveva incrociato le mani in segno di preghiera.
"No ho controllato, la mia vicina preferita è la signora Gibson, è scarsa in matematica riesco sempre a fregarle più soldi del previsto quando sbrigo le commissioni al posto suo." le dita ancora intrecciate e protese in avanti, Lexi inarcò un sopracciglio scettica.
"E tu saresti un uomo di legge?"
"Va bene, su, salite in macchina." Dieci minuti dopo Rudy parcheggiò di fronte ad una casa che emetteva musica a tutto volume, Lexi era ancora intenta a passare un po' di ombretto dorato sulle palpebre della pseudo amica sopportando le sue puerili proteste quando si fermarono sul ciglio della strada. Guardò fuori dal finestrino e poi gli occhi azzurri e ingenui della rossa.
"Ci siamo Maya, vedrai ti divertirai"le strinse le spalle e scese dall'auto.
"A mezzanotte siete fuori, devi essere riposata per domani e non ubriacarti." raccomandò Rudy con uno sguardo assolutamente categorico sporgendosi con il braccio fuori dal finestrino.
"Ogni tuo desiderio è un ordine" fece un profondo inchino e si incamminò verso l'occhio del ciclone.
"Mi starai vicina, vero?" domandò ansiosa la ragazzina che si guardava attorno continuamente.
"Certo che si Ape Maya, ti terrò sotto la mia ala al sicuro." le strizzò le guance e si addentrò trascinandola con lei tra i corpi sudaticci che invadevano persino l'ingresso. La musica alta faceva tremare il pavimento, le urla esaltate dei ragazzi si mischiavano ad essa. Molti si muovevano disordinatamente nella pseudo pista improvvisata, dappertutto c'erano braccialetti fluorescenti che si illuminavano nella penombra in cui era immersa la stanza. Lexi era riuscita a nascondere quasi completamente le sue ferite in via di guarigione tanto da sembrare quasi intatta. Era un cielo stellato, la sua pelle brillava di miriadi di puntini d'oro.
"Ma che ti sei messa?" gridò Maya al suo orecchio.
"Spray brillantinato" rispose alzando la voce a sua volta. La rossa non parve molto a suo agio, mentre Lexi ghignava euforica.
"Lexi... dovresti fare attenzione a-" Non riuscì mai a terminare la frase.
17/04/2022
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