Capitolo Ventidue
Ermal aveva deciso di far finta di niente. Dopotutto l'aveva fatto anche Fabrizio, segno che voleva cancellare tutto. Forse nemmeno provava le sue stesse cose. Si sentiva un idiota anche solo a pensarci. Non poteva rimanere all'oscuro di tutto? La sua mente doveva proprio fargli ricordare cos'era successo?
Lui stava benissimo senza ricordare. Con Fabrizio andava alla grande e, se fosse stato per lui, non gli avrebbe detto mai e poi mai cosa provava. Invece il vino lo aveva ampiamente fregato.
Rinald aveva ragione fin dall'inizio, ma lui non era mai stato bravo in queste cose. Il moro gli aveva scombinato tutte le sue idee e le sue convinzioni. Lui non aveva mai provato attrazione fisica per qualcuno. Anche con Giulia, il piercing non era servito a nulla se non a mettersi assieme, perché quella relazione era finita lì, poco dopo. Aveva pensato poi di essere gay visto che le cose con Giulia non avevano funzionato, ma anche in quel periodo non aveva mai provato attrazione fisica per qualcuno, nonostante ci aveva provato in qualsiasi modo. Da lì era arrivato alla conclusione di essere demisessuale. Rinald più volte gli aveva detto di rilassarsi e non darsi etichette, ma lui voleva semplicemente capire cosa non andasse in lui. Ci aveva pensato più e più volte fino a quando si era iniziato a smuovere qualcosa.
Con Fabrizio era diventato ancora più confuso e dopo il vino, peggio ancora.
(15:37) Non glielo dirò. EM
(15:48) Sei proprio idiota. RM
Ermal un po' se l'aspettava quella risposta, perché sapeva di esserlo.
(15:51) Grazie tante, eh. EM
(15:55) Non capisco se ci sei o ci fai. L'hai baciato, pronto?! La parte più imbarazzante l'hai già fatta. RM
(15:56) Eh certo, tanto sono io quello che fa la figura di merda. Mica tu. EM
(15:59) Ma che figura di merda vuoi fare che Fabrizio ti mangia con gli occhi? RM
(16:00) Non avrebbe fatto finta di niente se così fosse. EM
(16:02) Niente, rimani il solito complessato. Non lo fa perché crede che tu non ti ricordi nulla. RM
Gli stava per rispondere un "complessato lo dici a tuo fratello" ma sarebbe stato un cane che si mordeva la coda e il complessato sarebbe tornato ad essere lui.
No, meglio evitare.
(16:05) Parlare con te non ha senso. EM
(16:05) Eppure continui a scrivermi, fratellone. RM
E Ermal avrebbe voluto dirgli che era perché, nonostante tutto, sapeva che Rinald aveva ragione ma non l'avrebbe mai ammesso.
Tutto qui.
Il weekend era sempre la parte migliore. Avere due bambini in giro per casa colorava tutto ed il riccio si stava davvero abituando.
I bambini, spesso, notavano anche quello che non dovevano. Okay, non c'era niente di male ma Fabrizio si sentiva tremendamente in imbarazzo quando succedeva. Un po' come quella sera. Avevano finito di cenare da poco, Ermal stava lavando i piatti. Ormai era diventata un'abitudine, il riccio si era offerto di lavarli lui quando c'erano i bambini, in modo che il maggiore potesse stare più tempo con i figli. Aveva dovuto insistere un po', perché Fabrizio non voleva accettare ma alla fine aveva ceduto.
Non si aspettava, però, che mentre uscivano dalla cucina Luca gli dicesse <<Papà, perché ora abbracci sempre Ermal?>> Fabrizio si era ritrovato sorpreso, non sapeva cosa dire. Obiettivamente non aveva mai pensato al perché, semplicemente lo faceva e basta ma i bambini erano curiosi e lui non aveva risposte concrete. Ci aveva pensato Anna a toglierlo dall'imbarazzo. Anzi, a mettercelo di più. <<Pecché è il pincipe, Luca>> aveva detto al fratello tirandogli la maglietta per richiamare la sua attenzione. <<Prima nemmeno lo toccava>> le aveva risposto sottovoce, anche se il padre lo aveva sentito. <<Lo facevo anche prima, Lu>> gli aveva quindi risposto. Si era anche girato per guardare in direzione della cucina e capire se il riccio avesse sentito qualcosa del discorso.
<<Non è ve'o, papà>> Anna aveva risposto subito sicura. Aveva anche ragione, ma Fabrizio non lo avrebbe mai ammesso. Così aveva risposto la cosa più ovvia che gli poteva venire in mente.
<<Okay, perché è mio amico. Abbraccio sempre anche zio Roberto>> Anche con Roberto, suo amico da sempre, tanto che i figli lo chiamavano zio, si abbracciavano. Era qualcosa di normale, se non fosse che Luca aveva ribattuto subito <<Ma no come Ermal>> e aveva ragione.
Suo figlio aveva ragione e lui non sapeva minimamente come togliersi da quella situazione.
<<Va bene, tutti a lavarsi i denti>> Fabrizio li aveva portati così in bagno sperando di non dover dare delle spiegazioni ad Ermal, perché in quel momento non sapeva darle nemmeno a sé stesso.
*
Dovevano essere solo dieci minuti, che poteva succedere in dieci minuti? Ermal continuava a ripeterselo. Non aveva mai trascorso del tempo da solo con i bambini di Fabrizio, eppure ora lo stava facendo. Aveva proposto di scendere lui a comprare lo sciroppo per Luca, che quella mattina si era svegliato con la tosse, ma Anna non voleva saperne di lasciarlo uscire. Fabrizio aveva anche provato a fare il finto geloso, ma non era servito a nulla. Aveva solo guadagnato un "Dai papi, subito fai" e un bacio sulla guancia.
Quando aveva sentito il campanello suonare, aveva riso. Fabrizio era prevedibile. Mai una volta che si ricordasse le chiavi quando sapeva che Ermal era in casa.
<<Perché non ti porti mai le chiavi, Biz->> aveva detto, interrompendo, mentre apriva la porta e capiva che la persona davanti a lui non era il suo coinquilino. <<Non sei Bi-Fabrizio>> aveva detto poi, constatando l'ovvio.
<<Non proprio. Giada, piacere>> la donna davanti a lui gli aveva allungato la mano e sorriso, aspettando che il riccio ricambiasse.
<<Ermal>> era stato un po' colto alla sprovvista.
<<Sì, ti avevo intravisto in ospedale. Luca dormiva sulle tue gambe>> lui l'aveva completamente rimosso a dire il vero.
<<Ah, sì, scusa. Entra pure>> aveva aperto la porta un po' di più e le aveva fatto cenno di entrare.
<<Mamma! Mamma!>> Anna le era subito corsa incontro per abbracciarla. Giada prontamente l'aveva presa in braccio. <<Tesori, che avete combinato?>> se era lì, infatti, il motivo era che Fabrizio l'aveva chiamata subito, al primo colpo di tosse di Luca.
<<Io niente, lui e papà>> aveva risposto la piccola mentre indicava il fratello. Giada si era ormai avvicinata a Luca e si era seduta sul divano accanto a lui. Gli aveva poi appoggiato le labbra sulla fronte per capire se avesse la febbre, ma non sembrava scottare. <<Ho solo la tosse, mamma. Papà si agita>> il piccolo si era poi appoggiato alla spalla della madre e si era stretto attorno al suo braccio.
<<Lo so, tesoro. Immaginavo>> aveva risposto la donna, per poi lasciargli una carezza sul viso. Anna si era alzate e aveva indicato il riccio per poi dire <<Mamma lui è Emmal, il pincipe di casa>> Giada aveva mimato un lo so prima di sorridere alla bimba e sentire la voce di Ermal intervenire <<Fabrizio è sceso a comprare lo sciroppo, non avevamo nulla in casa. Per quello non c'è. Non li avrebbe mai lasciati altrimenti>>
Giada aveva cercato con tutta sé stessa di non ridere e ci era anche riuscita, per poi annuire e <<Non preoccuparti>> gli aveva detto. Ed era vero, non avrebbe mai messo in discussione la capacità di giudizio di Fabrizio. Sapeva di potersi fidare, se aveva lasciato i bimbi con lui un motivo c'era e da come Anna lo adorava credeva anche di aver capito quale fosse.
Aveva preso il telefono per scrivere un messaggio al moro.
(16:14) Il tuo coinquilino è adorabile. Si impanica quanto te. GD
Fabrizio non poteva credere a quello che stava leggendo. Li aveva lasciati un attimo e Giada era già arrivata a casa. Non era incazzata perché li aveva lasciati con Ermal, ma aveva addirittura trovato il tempo per capire che Ermal era adorabile.
Che poi, adorabile... Chissà perché era arrivata a quella conclusione. Sì, era vero, ogni tanto era adorabile. Soprattutto quando era con i bambini e quando sorrideva. Sì, quando sorrideva per Fabrizio non c'era altro che poteva reggere il paragone. Forse perché all'inizio non lo vedeva sorridere mai e ora, invece, quando lo faceva sembrava tutto più bello.
Poteva dire con certezza che era adorabile anche da brillo, un po' molesto forse ma adorabile. Quello sarebbe rimasto solo a lui. Nessuno l'avrebbe saputo.
(16:21) Sto tornando. FM
Aveva così risposto, sperando non succedesse nulla in quel frangente.
Così era stato. Aveva trovato Ermal in cucina, intento a fare una centrifuga - cosa per cui veniva preso in giro spesso dal moro - e Giada sul divano con i bambini. <<So' tornato>> aveva detto mentre si avvicinava alla donna e <<Grazie pe' esse' venuta>>
<<Non che ce ne fosse bisogno, eh>> gli aveva detto ridendo la donna. <<'O sai come so' fatto>>
<<Lo sappiamo tutti in sala, Bizio>> il riccio era entrato in sala porgendo un bicchiere a Giada e dicendo tutto ciò che stava pensando anche la donna. <<È matematico, oramai lo sanno tutti>>
<<Ridete, ridete, che poi rido io la prossima volta>> aveva detto guardandoli ridere. Aveva poi allungato il bicchierino con lo sciroppo al piccolo per poi riprendere dicendo <<Ve so' bastati dieci minuti a voi due, ve'? >> Riferendosi ai due adulti. Un po' vero lo era ed Ermal aveva alzato le spalle in segno di resa.
*
Fabrizio, alla fine, aveva deciso di provarci sul serio per il lavoro da grafico nella casa discografica di Ermal. Ci aveva pensato abbastanza prima di mandare il curriculum perché - come sempre - era eternamente indeciso, ma poi l'aveva fatto. Non credeva, tuttavia, che gli avrebbero risposto.
<<M'hanno risposto alla mail>> per quello l'aveva ripetuto più di una volta nella sua mente prima di dirlo ad alta voce al riccio.
<<Allora?>> aveva chiesto curioso avvicinandosi a lui e appoggiandogli una mano sulla spalla e una sul tavolo per guardare lui stesso il computer.
<<Vogliono che vada per un colloquio>> l'aveva sussurrato, quasi a non volerlo dire troppo forte per paura che svanisse.
<<Mi raccomando, segnala subito che non vuoi lavorare al mio disco, altrimenti sei spacciato>> gli aveva poi detto il riccio mettendosi a ridere e coinvolgendo anche Fabrizio, che gli aveva risposto con un semplice <<Idiota>> prima di continuare a ridere.
Stava provando a dare una svolta alla sua vita.
Ci stava provando davvero.
Note:
No, non è lunedì neanche oggi. Giuro che la prossima volta lo sarà. Il fatto è che questo capitolo è altamente di passaggio, quindi la sua (in)utilità mi ha spinto a non lasciarlo troppo staccato dal resto. A lunedì, sul serio, visto che mancano due giorni.
Grazie, come sempre.
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