Capitolo Otto
<<Rinald, ti ricordo che io con le mani ci lavoro>> Ermal aveva scandito le ultime parole mentre parlava con il fratello e andava avanti e indietro per la cucina. Aveva già fatto quattro giri del tavolo, quella storia lo stava logorando.
<<Beh, detto così sembra qualcos'altro>> aveva risposto Rinald trattenendo a stento una risata. A volte sembrava se li andasse a cercare i doppi sensi. <<Possibile che ultimamente non posso parlare seriamente con te?>> il maggiore aveva quasi sbuffato.
<<Non prendertela, era spontaneo>>
<<Seh, vabbè>> aveva detto, alzando gli occhi al cielo.
<<Dimmi qual è il problema>> La pazienza di Rinald era davvero qualcosa di incalcolabile. Ermal, negli ultimi giorni, era davvero insopportabile. Andava in crisi per qualsiasi cosa e tutto solo perché Fabrizio non gli aveva detto nulla e ora era il suo danno - o meglio quello che Ermal riteneva fosse colpa di Fabrizio - che andava ad influire sul suo lavoro.
<<Il problema è che per colpa sua mi sono ustionato una mano. Sai per quando devo consegnare il pezzo? Entro venerdì. Sai quanto manca?>> aveva preso a parlare a macchinetta, approfittando del fatto che Fabrizio non c'era.
Ora che ci pensava non gli aveva nemmeno chiesto come stava la bambina, anche se era troppo in crisi per farlo.
<<Cin->> Rinald aveva provato a rispondere prima di capire che era una domanda retorica e che il fratello aveva già ripreso a parlare.
<<Indovina un po'? io non riesco ad usare una mano. Dimmi tu come cazzo faccio>> il tono della voce non era del tutto tranquillo, anzi lo aveva alzato durante l’ultima frase.
<<Hai chiesto a Vige?>> aveva provato il minore.
<<Sì, è a Milano dai suoi>> era stato il primo che aveva contattato, ma nulla.
<<Magari puoi chiedere a Fabrizio, se ti scusi>> il riccio aveva spalancato gli occhi a quella affermazione del fratello.
<<Scusarmi io? È lui che mi ha cacciato in questo guaio>> era in quel momento che aveva alzato la voce ancora di più. Rinald voleva solo farlo ragionare. Insomma, Fabrizio non era la causa di tutti i mali e doveva rendersene conto e tornare lucido. Tornare a capire che era un padre in difficoltà e che l'ultima cosa di cui aveva bisogno era il suo coinquilino che gli dava contro dopo essere stato comprensivo.
Ci erano voluti altri venti minuti al telefono con Rinald e tutta la sua pazienza per farlo ritornare in sé.
Ci aveva pensato tanto prima di mandare quel messaggio. Non gli aveva parlato e l'aveva cacciato in malo modo quando si era ustionato la mano. Ripresentarsi così forse non era il massimo, ma gli sembrava giusto. Almeno per il rapporto che stavano creando negli ultimi tempi. Non più di indifferenza nei confronti dell'altro.
(15:14) Come sta Anna? EM
Quando Fabrizio aveva visto il telefono illuminarsi, tra tutti quelli che potevano mandargli un messaggio, non credeva fosse proprio Ermal. Aveva aspettato che i bimbi crollassero per il pisolino pomeridiano prima di rispondergli.
(15:53) È stata dimessa ieri pomeriggio. La febbre si è abbassata. FM
(15:57) Grazie per averlo chiesto. FM
Non sapeva se richiedere qualcosa per la mano, ma ormai era sabato e il giorno dopo sarebbe tornato. Forse era ancora incazzato, quindi meglio evitare. In più non aveva ricevuto altri messaggi.
*
<<Diglielo>> era intervenuta Giada.
Fabrizio si era distolto dai pensieri. Giada, come sempre, riusciva a capire ciò che pensava. <<Cosa? Sei ancora sicuro di tenerci in casa?>> Giada gli aveva fatto un cenno con la testa per fargli capire che sì, se lo disturbava non sapere se aveva cambiato idea, doveva farlo. <<A Giadì, ma che ne so, a me quello me pare bipolare ultimamente. Giovedì me sembrava la persona più comprensiva der monno, poi er pentolino ja rotto l'equilibrio der cervello>>. Giada aveva sorriso a quella affermazione, Fabrizio era sempre il solito. <<Magari con un altro pentolino si ristabilisce>> aveva tentato la donna.
<<Sì, in testa, forse>> Fabrizio aveva lasciato cadere il telefono sul tavolo per poi prendersi la testa tra le mani. Non mentiva se diceva che quel giovedì sera, quando Ermal aveva scoperto tutto, credeva che sarebbe andato tutto bene, soprattutto dopo la gentilezza di Ermal.
Giada gli aveva passato una mano sulla spalla quasi a consolarlo. <<Che devo fa'?>>
<<Appena metabolizza si sistema tutto, vedrai>>
<<Speriamo>>
<<Vedrai>> gliel'aveva detto con un tono rassicurante, tanto che Fabrizio si era ricordato perché in quegli otto anni era stata il suo tutto. <<Grazie, Giadì. Sei l'amica migliore>>
<<Peccato che ti ci so' voluti due figli per capirlo>> Giada non l'aveva detto con tono accusatorio, anzi, voleva scherzarci sopra. Segno che l'aveva superata una volta per tutte. Era stato Fabrizio, infatti, il primo ad allentare la presa. Aveva capito che la compagna, col passare del tempo, era per lui più una sorella che un amore. E soprattutto aveva capito che semplicemente vedeva in lei la ragazza che lo aveva salvato da tutto e che gli aveva rimesso in mano la sua vita.
<<Scusame, ancora, so' stato 'na frana>> aveva replicato abbassando lo sguardo.
<<Macché, gli errori si fanno insieme>>
<<Te sei 'n pezzo de pane, ecco che>> Giada aveva sorriso, per poi alzarsi ed andare in camera di Anna che li stava chiamando. Probabilmente si era svegliata perché aveva sentito le loro voci assieme, ne approfittava sempre in quei casi.
(16:14) So che non è il migliore dei modi, ma volevo sape' se hai cambiato idea. Insomma, dovrei organizzarmi per cercare un'altra sistemazione. FM
(16:27) Perché dovrei aver cambiato idea? EM
(16:31) Non so, vista l'altra notte, nun vorrei esse' de troppo. FM
<<È bipolare, t'ho detto, manco me risponne più>> Giada aveva dato un'occhiata al telefono del moro <<Beh, un po' acido l'ultimo messaggio>> aveva detto per poi tornare a guardare il dipinto che stava facendo.
<<Ma nun è vero>>
<<Sembri arrabbiato>>
<<Da che parte stai? Ho pure diritto d'essello visto come m'ha trattato>> e okay, forse era vero, ma nella visione d'insieme c'era stato un grosso malinteso.
(16:54) Di troppo tu... A parte che siete in tre, poi mi sono già espresso. EM
<<Che cazzo de risposta è?! Dai, Giadì, ma te pare normale? Prima è comprensivo, me porta all'ospedale, me dice de sta tranquillo e poi? Che risposta de merda>> Giada aveva alzato gli occhi al cielo, prima di passarsi una mano sul volto. Non era assolutamente una risposta coerente.
(16:57) Si può sape' che problemi c'hai? FM
(16:58) Non lo so, tu quali hai per non avermi detto nulla in due mesi? EM
Fabrizio davvero non lo capiva. Andava oltre ogni suo tentativo di comprensione. Giada continuava a dirgli di respirare, perché incazzarsi non sarebbe servito a nulla. Ma come faceva? Se uno prima sembrava volesse aiutarti e poi cambiava e attaccava?
(17:01) Me pare avessimo già chiarito. Il "siete in tre" me pareva già ovvio mentre 'o scoprivi e mentre me offrirvi 'o scambio co' la camera tua. FM
(17:10) Era una constatazione. Il "mi sono già espresso" doveva farti capire altro. EM
<<'na constatazione de che?>> aveva sbuffato guardando Giada. Non ce la faceva e non poteva farcela quando sarebbe tornato se le cose non si fossero sistemate. Aveva risposto di getto, senza nemmeno pensarci troppo.
(17:11) Der cazzo. FM
<<Perché, Fab? Devi cercare di tenertela 'sta sistemazione. Non mandarla all'aria>> Giada aveva guardato la risposta di Fabrizio, che stava uscendo di testa mentre continuava a girare il cucchiaino nella tazza. <<'O vedi come fa?>> aveva chiesto girando lo schermo del telefono verso Giada. <<Uomini>> aveva replicato semplicemente la donna.
(17:15) Senti, la camera è ancora lì quando vuoi degnarti di tornare. EM
(17:16) Chi te capisce a te è bravo. FM
L'aveva chiusa lì. Ermal non aveva più risposto e lui aveva spento il telefono
*
Quando quella domenica sera era rientrato non sapeva come comportarsi. Due giorni forse gli erano bastati per farsi passare l'incazzatura. Anche se dopo gli ultimi messaggi non ci credeva molto.
Faticava davvero a capire il più piccolo.
Prima era gentile e poi attaccava.
Prima lasciava correre tutto e poi tirava fuori il peggio di sé.
Fabrizio non lo capiva proprio.
<<Come… Come va la mano?>> aveva fatto il primo passo, senza nemmeno salutare prima. Erano entrambi stati in silenzio dal momento in cui Fabrizio era rientrato. Ermal nemmeno ci sperava in un confronto. Gli ultimi messaggi non erano stati dei migliori ma Fabrizio gli sembrava tranquillo.
Aveva alzato la testa dal libro quando aveva iniziato a sentire la voce del maggiore, senza aspettare la fine. <<Va, un po' bruciata>> aveva detto vago, con tutta la tranquillità che poteva avere. Non voleva fare altra polemica. In più Rinald e Sabina avevano speso più di qualche ora a farlo ragionare e ad alleggerirgli le paure che aveva.
<<Me spiace. Nun volevo fa danni e credevo avessimo chiarito pe’ la storia dei bambini>> la stessa cosa aveva fatto Giada con Fabrizio, per quello ora si ritrovava a chiedere scusa anche per cose che dovevano già essere risolte.
<<Li faccio anche da solo. Lascia stare. Non dovevo prendermela con te>> Cosa? L'aveva detto davvero? Fabrizio non credeva di sentire bene. Per quello aveva insistito <<T'ho già detto che me spiace pe' tutto>> Ermal aveva iniziato a fissarlo, prima di dirgli <<Smettila>>
<<De fa che?>> aveva chiesto il maggiore.
<<Di scusarti. Sono stato uno stronzo l'altra notte e pure per messaggio ma non per questo devi continuare a scusarti tu. Anna come sta?>> wow. Non credeva che Ermal avrebbe mai ammesso di essere stato uno stronzo e invece stava succedendo. Oltretutto gli stava di nuovo chiedendo della piccola, segno che probabilmente gli era passata davvero l'incazzatura. Per quello - Fabrizio - aveva risposto con tranquillità, raccontandogli di quei due giorni. In modo molto restio, dopotutto avevano discusso anche per quello per messaggio.
L'aria che tirava quella sera non era delle migliori. Sembrava più quella di qualche mese prima quando, agli inizi della convivenza, ognuno faceva per sé. C'era stato solo un momento che aveva interrotto la tensione che c'era nell'aria. Dopo che aveva messo in chiaro che non aveva nulla contro i bambini e che le cose che aveva detto il giovedì sera le pensava davvero, si era lanciato a dirgli <<Ascolta, avrei bisogno di una mano per comporre un pezzo perché io non riesco a suonare con questa bruciata. Non ho nessuno che mi possa aiutare, per questo volevo chiederti se puoi farlo tu>>
A Fabrizio, per l'ennesima volta in quel weekend, era mancata la terra sotto ai piedi.
Note:
Tutto si sistema, prima o poi. Il come e il quando non si sa. Basta avere pazienza ma loro sono già avanti. Vi ringrazio sempre per aver letto anche questo capitolo, per i commenti che avete lasciato e che lascerete (se vorrete) e per le stelline. Alla prossima!
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