Vado in giro e vedo cose
La vecchietta della casa all'angolo
Era seduta, come sempre, sulla seggiola di paglia sistemata sull'uscio del bugigattolo che era il suo appartamento a pian terreno, avvolta nello scialle a fiori, con lo sguardo rivolto verso la strada.
Come sempre alle otto del mattino, vide uscire dal portone di fronte l'ingegnere con la valigetta marrone ormai consunta; come sempre sollevò la mano per salutarla e lei rispose con un cenno della testa.
Dieci minuti dopo, come sempre, scese anche la moglie con il bambino, per portarlo a scuola: quella creatura portava sulle spalle uno zaino con il peso di una cultura che ancora non era sua.
Il giornalista
La polvere lo circondava, sentiva la terra nella bocca, sulla lingua e in mezzo ai denti.
Il suono delle mitragliatrici era ritmico e spezzato solo da pochi secondi di urla, strazianti, di dolore o di allerta.
Quando si spostò dietro un altro angolo, cercò di fare capolino e osservare meglio; tirò fuori il fidato taccuino e la matita, ormai ridotta a un moncherino spuntato: quattro carri, due auto e decine di soldati. Prese nota.
Poi recuperò il telefonino e provò a scattare qualche foto, allungando il braccio oltre il muro, pur rimanendo nascosto. Al sicuro, dove al sicuro non era.
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