Not Your Normal Christmas Carol - Parte 1

A/N:: Questa one-shot contiene parolacce, alcolismo, possibili menzioni di sesso e menzioni di suicidio. Se una qualsiasi di queste cose ti da anche solo leggermente fastidio sei pregato di non leggere la storia.
La storio contiene anche personaggi omosessuali. Se la cosa ti da fastidio, per prima cosa vattene a fare in culo e per seconda cosa stai lontano dal mio account. Grazie!

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Gregory era seduto su uno degli sgabelli del bar e aveva un bicchiere di qualcosa in mano. Aveva gli occhi rossi e le occhiaie gli arrivavano più o meno al mento. I capelli erano sfatti e scompigliati, e il ragazzo aveva chiaramente bevuto già quattro o cinque bicchieri. Kaii non lo aveva mai visto così.

Rabbrividì rendendosi conto che non avrebbe dovuto assolutamente pensare cose del genere, per due motivi. Il primo era che era già fidanzato. Il secondo era che Kaii era ubriaco fradicio, e da ubriaco faceva sempre figure di merda.

Però, Gregory era bellissimo, in quel momento anche triste, e Kaii moriva dalla voglia di avvicinarsi. Un ciao non avrebbe fatto nulla di male, alla fin fine. Percepì un braccio intorno al suo corpo. Il braccio del suo ragazzo, Eiji, che stava chiacchierando animatamente con Izumaki. Kaii avrebbe dovuto probabilmente essere geloso: Eiji e Izumaki erano sempre stati molto intimi, e Kaii sapeva che a Izumaki piaceva Eiji.

Ma non lo era, e il motivo era proprio il ragazzo al balcone. Non sapeva se tra lui e Eiji ci fosse più quella cosa che entrambi avevano prematuramente chiamato amore. Era successo tutto così, ad un tratto, e allo stesso modo, ad un tratto era finito tutto. Kaii si era alzato una mattina con una cotta gigantesca su Eiji, mesi prima di incontrare Gregory, e giusto qualche giorno fa, poi, si era svegliato così, senza nessun sentimento per Eiji se non un profondo affetto amichevole, e una voglia matta di scoprire il sapore delle labbra di Gregory.

Kaii si girò verso il suo ragazzo. «Eiji, possiamo parlare?» chiese, allungando la e in modo spropositato. «Certo, dimmi.» Izumaki si alzò. «Vi lascio da soli.» disse, e poi si incamminò da qualche parte. Eiji la seguì con gli occhi, Kaii no. «Credo che dovremmo lasciarci.» Kaii non lasciò spazio a nessuna spiegazione. Quando era ubriaco (cosa che era spesso) era sempre così: nudo e crudo, non sempre in senso letterale, ma sempre moralmente.

«Credo anch'io. Forse abbiamo chiamato amore qualcosa che era solo affetto.» O voglia, pensò Kaii tra se e se, ma non lo disse. Invece annuì. «Quindi siamo apposto. Amici?» Tese la mano, aspettandosi che Eiji la prendesse. Lui lo fece e loro si scambiarono una stretta di mano. «Amici.» 

Kaii sorrise e poi si alzò. Carta bianca per me, pensò. Carta completamente bianca.

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Gregory prese un altro sorso di vodka e ingoiò. Non ricordava più nemmeno come era finito lì, in uno squallido bar da qualche parte della città, il giorno della Vigilia di Natale. 

O meglio, sapeva perché, ma non era sicuro né di come era finito dentro quel posto, né perché era uscito di casa la notte della vigilia e men che meno perché aveva scelto la Vigilia di Natale per affogare le sue sofferenze nel alcol.

Forse era perché ogni cosa che vedeva quel giorno continuava a ricordargli di Kaii, del suo sorriso sghembo e dei suoi stupidi maglioni natalizi che Gregory voleva, in momenti differenti del giorno e per diversi motivi, strappargli di dosso

C'erano giorni in cui sapeva che se avesse visto la sua faccia si sarebbe affogato in una piscina di acido per quella cosa che apparentemente si chiamava dolore, e altri in cui gli avrebbe urlato contro per avergli dato quello stupido bacio a quella stupida festa davanti a quello stupido laghetto perché era stupidamente Kaii, e Kaii faceva sempre quello che gli pareva. Lo odiava.

Lo odiava come aveva odiato quello stupido bacio. E visto che continuava a pensarci, era ovvio che lo odiava. Non c'era un altra spiegazione, no?

Gregory sospirò di nuovo e prese un altro sorso di vodka. Poi sentì un fruscio dietro di lui e un ragazzo biondo si sedette sullo sgabello lì a fianco. 

Oh, cazzo.

Era Kaii. Gregory avrebbe saputo riconoscerlo anche con un costume da panda addosso, probabilmente. Aveva i capelli biondi sparati da tutte le parti, un crop top bianco con un apertura sul petto a forma di cuore che per poco non fece prendere un attacco di cuore a Gregory, un paio di pantaloncini stretti sui fianchi e degli stivali bianchi col tacco che, sì, fecero effettivamente prendere un attacco di cuore a Gregory, perché iniziò a battere così velocemente che non poteva non essere un infarto.

«Ehyy, Gregory. Come mai qui?» gli chiese, sorridendogli, allungando troppo le lettere. «Affogo le mie sofferenze. Tu?» rispose, non curante. Kaii era palesemente, troppo palesemente, ubriaco. «Mi diverto. Ho visto un paio di bei ragazzi prima di notare te.» «Ah, quella di te e Eiji è una relazione aperta?» «No, ci siamo lasciati.» Il castano gelò.

«Come mai?» chiese, quasi sussurrando. «Non c'era più feeling, diciamo. Perché affoghi le tue sofferenze nell'alcol, tu, invece?» "Per te", sarebbe stata la risposta corretta. Ma, Gregory era un grandissimo bugiardo e una bugia in meno non gli avrebbe risparmiato le agonie del Inferno.

«Bei ragazzi che spezzano i cuori.» «Beh, potresti sempre affogarti in qualcos'altro, sai?» Gregory per poco non si strozzò. «C-cosa?» domandò, sconcertato dalla risposta A. genuina e B. con riferimenti sessuali del ragazzo davanti a lui.

«Sì, beh... sai cosa intendo, no? Dopotutto...» Kaii squadrò Gregory da capo a piedi con quello sguardo, e Gregory rabbrividì. «...insomma, uno come te saprà sicuramente di cosa parlo.» poi sorrise, normalmente stavolta, e Gregory rabbrividì di nuovo. «N-on proprio.» rispose, imbarazzato. «Cos'è, vuoi che ti faccio vedere?» 

Il castano si imporporò. «N-no, idiota! Intendo che non, beh, uno come me, come dici tu, non sa di cosa parli.» Kaii rimase zitto un secondo e poi scoppiò a ridere. «Sei per caso vergine, Gregory?» «Ehm, sì.»

«E che mi dici di tutte le tue belle fan-girl?» «Sono gay, Kaii. Le mie "belle fan-girl", che tra parentesi non esistono, non mi interessano.» «E i tuoi fan-boy?» «Non credo di aver fan-boy, neppure.»

Kaii sorrise. «E io?» Gregory strabuzzò gli occhi un altra volta. «T-tu?» domandò. «Mhm.» «Beh, tu stavi con Eiji e comunque n-non sei interessato a me, no?» Kaii sorrise di nuovo, quel sorriso sghembo che Gregory tanto odiava, che gli faceva venire voglia di afferrargli la faccia e fargli sparire quel sorrisetto stupido. 

«Forse lo sono, invece. Ma se tu pensi di no...» Kaii stampò un bacio sull'angolo della bocca di Gregory. «Ci vediamo domani alla festa di tua madre, Gregory. Ciao ciao.» sorrise e si incamminò da qualche altra parte, mentre il castano, completamente scioccato, lo guardava andarsene.

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AUTHOR'S SPACE
Un altra one-shot su Kaii e Gregory (ovvero i miei gay preferiti) e, stavolta, ci sarà una parte due, che pubblicherò non so quando (lol) su quello che accadrà alla festa di Camilla (A.K.A. la mamma di Roy) che spero vi piacerà! Ah, e Kaii è un fuckboy 100%
- Con amore e gayosità, Kamy

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