52. Agente Dory e Tenente Saetta
Il primo bacio fra Will e Nico è stata la cosa più spiazzante del pianeta. Cioè, uno si potrebbe immaginare, che so, occhi negli occhi con sabbia sotto i piedi e tramonto sul mare. Oppure, magari, il classico avvicinamento lento lento delle facce dei due Elementi fino all'inevitabile collisione.
E invece no. Elemento Ken ed Elemento Ombra hanno rifiutato la tradizione.
Come al solito, li stavo pedinando. Come attrezzatura da spia professionistica, avevo con me un walkie talkie con cui tenermi in contatto con il mio socio in affari, l'Agente Dory. Ogni tanto dall'altro capo arrivava la voce di Annabeth. Evidentemente Percy aveva il microfono acceso. Spensi momentaneamente il ricevitore e mi concentrai sulla mia love-mission. Li pedinai fino alle cucine. Si erano beccati una punizione perché, durante la partita di Caccia alla Bandiera del giorno prima, pareva avessero barato. Gli dei sanno come diamine si può barare in un gioco senza regole. Nessuno li aveva visti far niente. E ora si godevano le loro cucine e i loro duecento o più piatti da lavare.
Mi appostai alla finestra. Era piccola e in posizione elevata: con un po' di fortuna non avrebbero guardato verso di me. Il primo a entrare nella stanza fu Nico. Jeans neri, maglietta nera, scarpe da ginnastica nere. Poi fece il suo ingresso Will. Pantaloncini azzurri, maglietta arancione, infradito giallo limone.
Dei, che dolci!
-Sei un idiota, Will! È colpa tua. Questa non te la perdono!- cominciò poi a strillare Nico.
-Ah no? E io cosa dovrei dire? Per poco non sono più capocabina!
-Affari tuoi! Sei tu che continui a starmi addosso e se ora tu non fossi più capicabina, sarebbe solo colpa tua!
-Sai una cosa? Andate a 'fanculo te e la tua bandiera!
-Andate a 'fanculo te e... e...- Nico sembrava non trovare più le parole. Accipicchia. Mi sedetti meglio sul davanzale e cercai di togliere lo sporco dalla finestrella per vedere meglio. Per facilitare la cosa, mi alzai in volo.
-E..?- fece Will, in tono di sfida.
Cavolo cavolo cavolo. Accesi il walkie talkie.
-Agente Dory? Ci sei? Passo.
Percy mi rispose subito.
-A rapporto, Tenente Saetta! Passo.
-Elemento Ombra ed Elemento Ken stanno litigando. Intendo, pesantemente. Intendo, davvero davvero pesantemente. Passo.
-Sono in cucina? Sigilla la porta prima che a uno dei due salti in mente di uscire. Teniamoli chiusi insieme. Passo.
-Piano ammirevole, Agente Dory. Eseguo. Passo e chiudo.
Interruppi la comunicazione e volai a bloccare la porta il più velocemente e silenziosame te possibile. Cavolo, io sì che sono efficiente. Quando tornai alla finestra, Nico stava quasi ringhiando.
-La sai una cosa, Solace- esplose.
-Sei il primo amico che abbia mai avuto. Bianca era mia sorella, non contava. Ma perfino in Italia gli altri mi evitavano. Sono sempre stato troppo strano. E sapevo di esserlo, non me la prendevo se gli altri si tenevano alla larga. Perciò, be', grazie di averci provato, bel tentativo. Torna pure alle tue care occupazioni di capo cabina. È giusto così.
Detto questo, si voltò e fece per andarsene.
-Nico, aspetta!- gridò Will. Fece per rincorrerlo, ma il terreno si spaccò davanti a lui e ne uscì uno scheletro a trattenerlo. Allora il figlio di Apollo pescò un piatto dalla pila sul secchiaio e lo lanciò ai piedi di Nico. Risultato: un piatto in meno e un Nico di Angelo parecchio irritato. Notai le spalle del ragazzo irriggidirsi, ringraziai il cielo di non vederne l'espressione. Riaccesi il walkie talkie.
-Agente Dory? Credo stiano per menarsi. Passo.
-Perdinci! C'è già sangue versato? Passo.
-Non ancora. Cosa faccio se...
-Se passano alle mani intervieni. Passo.
-Perché? Molte storie hanno i loro alti e bassi. Passo.
-Jason, non vogliamo che si ammazzino. Passo.
-Giusto. Passo e chiudo.
Tornai a concentrarmi sulla scena. Nico, nel frattempo, aveva resuscitato un altro scheletro, non so se volontariamente o meno.
Però, più che arrabbiato, sembrava spaesato.
-Mi hai... mi hai appena lanciato...
-Ti prego, Nico. Scusa. Ma non ti arrabbiare. Non mi sono stancato di esserti amico. Non potrei mai. Non voglio farti del male.
Curioso da dire, dopo aver appena lanciato al diretto interessato un piatto di ceramica.
Il corpo di Nico fu scosso da un brivido. Poi voltò le spalle a Will, e questa volta potei vederlo in faccia. Una minuscola lacrima minacciava di scendergli dagli occhi. La asciugò velocemente.
Valutai le ipotesi rapidamente, come solo un vero agente come me sa fare. Lacrima di rabbia? Improbabile, avevo visto Nico in situazioni ben più tragiche e non si era mai scomposto tanto. Le altre due possibilità sembravano azzeccate entrambe. La prima: era commosso per le parole di Will? La seconda: era terribilmente deluso per essere appena stato friendzonato? Le annotai mentalmente. Più tardi avrei dovuto appuntarle sul raccoglitore ad anelli su cui scrivevo tutti i progressi Solangelo. Non lo avevo fatto vedere nemmeno a Piper.
Poi accadde. Nico lasciò cadere gli scheletri. E sussurrò un piccolo: -Immaginavo.
Poi camminò piano verso la porta. Che, naturalmente, era ancora chiusa. Il figlio di Ade provò ad aprirla. Poi ci diede una spallata. La porta non cedette. Nico vi appoggiò la fronte e chiuse gli occhi. Un'altra lacrima, stavolta più evidente.
Will, che intanto era rimasto immobile al suo posto con lo sguardo perso nel vuoto e la bocca leggermente aperta, probabilmente impegnato a tradurre quel "Immaginavo", si riscosse. Doveva aver raggiunto l'eureka dell'anno.
Be', alleluia.
Camminò velocemente verso Nico e, senza pensarci troppo (evidentemente se avesse indugiato Nico si sarebbe ritratto. Un applauso a Will Solace per avermi evitato di bestemmiare in novanta lingue diverse!), alzò il viso di Nico all'altezza del proprio e fece congiungere le loro labbra. Il figlio di Ade spalancò per un attimo gli occhi scuri, poi li chiuse e (secondo alleluia della giornata!) rispose al bacio.
Oh per Afrodite. Doveva essere un sogno. Rischiai di svenire, il che avrebbe provocato anche una caduta di quattro metri. La voce di Percy mi giunse dal walkie talkie.
-Jason! Jason tutto a posto?
Aveva lasciato perdere l'idiozia del "Passo". Ottimo.
Cercai di darmi un tono, ma la voce mi uscì di tre ottave più alta. Sperai che il ricevitore non lo rendesse troppo evidente.
-Sì, perché?
-Penso che tu abbia attivato per sbaglio il tuo microfono. Mi è arrivato un barrito di grizzly del Nevada Selvaggio morente di broncopolmonite.
Decisi di sorvolare sul fatto che 1) gli orsi non barriscono e che 2) il Nevada Selvaggio non esiste nemmeno nelle peggiori fantasie di Gea. (Come diavolo si dovrebbero chiamare gli abitanti?)
-Si sono baciati!- dissi invece, con un leggero aumento del tono sulle ultime sillabe. Leggero.
Poi svenni davvero. L'ultima cosa che ricordo, è la voce di Percy che gridava nel walkie talkie.
-Jason? JASON!
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