29. Di Angelo, Voglio Un Regalo Di Natale!
Nico stava ascoltando la musica quando un abbronzatissimo Will Solace in felpa e pantaloncini gli si avvicinò e, con espressione stranamente severa, mosse le labbra senza emettere alcun suono. O, almeno, Nico non lo sentì mentre gli Ac/Dc cantavano Hells Bells a tutto volume nelle sue orecchie. A malincuore, sfilò le cuffiette e si rivolse al medico impaziente.
-Hai parlato, Solace?
-Sì, razza di idiota! Vuoi ucciderti i timpani con quel volume? Lo sai che potresti rimanere sordo se...
-Devi dirmi qualcosa di intelligente e dotato di scopo concreto o sei venuto qui e basta?
Will arrossì. In effetti sì, era andato lì e basta. Era il 24 dicembre! E se Nico avesse dimenticato di indossare la felpa? E se gli fosse venuta una broncopolmonite acuta? O un torcicollo cronico? Doveva assicurarsi che stesse bene. "In fondo, siamo amici" pensò il figlio di Apollo, indeciso se esserne felice o amareggiato. "Solo amici". Cercò una scusa il più velocemente possibile, e alla fine se ne uscì con: -Nico, domani è Natale!
Nico aggrottò le sopracciglia e in viso gli si dipinse un'espressione confusa. Will, che si innamorava ogni giorno di più del volto del figlio di Ade, rischiò di arrossire di fronte a quegli occhi imbronciati.
-Bene, Will. Buon Natale!
-Nico, no! Porta male fare gli auguri prima!
-Oh, ehm... Ehi, ma che importa?! I semidei non festeggiano il Natale!
-E tu che ne sai? Anzi, voglio farti sapere che io ti farò un regalo, domani, e ne desidererei uno anche io, se non ti dispiace!
-Questo sì che si dice un pensiero spontaneo, Solace!
Will gli sorrise e si compiacque nel vedere il figlio di Ade arrossire. Almeno finché non alzò gli occhi al cielo.
-A domani, allora!
Nico annuì. -A domani, Will.
-
-JASON!
Nico bussava freneticamente alla porta della Casa di Zeus. Anche il figlio di Giove, come altri semidei, aveva deciso di trascorrere l'anno al Campo. Il giorno seguente, però, sarebbe andato a casa di Piper e ci sarebbe rimasto per un paio di settimane.
Jason aprì la porta. L'interno della sua Cabina era insolitamente in disordine; evidentemente non era a buon punto con la preparazione delle valige.
-Nico!- salutò allegro, gli occhiali storti sul naso.
-Jason- fece il figlio di Ade, la voce carica di urgenza. Il semidio romano alzò un sopracciglio, allarmato. Prima di cambiare idea, Nico rivelò: -DevofareunregalodiNataleaWillSolace!
-Che?
Nico provò a non arrossire (senza successo) e ripeté, più lentamente: -Devo fare un regalo di Natale. A... sì, be', a Will Solace.
Jason rischiò l'infarto. La sua meravigliosa otp! Cercò di non mettersi a saltellare.
-Jason! Jas, tutto a posto?
Okay, forse qualche saltello se l'era lasciato scappare, ma che importava? Sollevò il pugno e, con la stessa audace e brillante interpretazione usata nei cartoni per bambini, gridò: -TI AIUTERÒ A SCEGLIERE IL REGALO!
Poi, a voce più bassa, aggiunse: -Ci conviene chiamare Piper con un messaggio-iride, suppongo sia il suo campo d'azione... sai, tresche amorose e...- si interruppe, il discorso inchiodato dall'occhiataccia del figlio di Ade, poi si riprese e si sfilò una dracma di tasca.
-Offro io!
Nico sospirò, decidendo si sorvolare sul motivo per cui Jason affidasse alla figlia della dea dell'amore il compito di aiutarlo.
-
Will andò in panico nel momento stesso in cui si allontanò da Nico. Già, perché lui non aveva un regalo per il figlio di Ade. Torturandosi i riccioli biondi, si spremette le meningi alla ricerca di qualcosa per Nico. Una serata al cinema? In città? A ristorante?
O magari in casa, al caldo, a vedere un bel film romantico? Optò per l'ultima opzione. Si be', magari avrebbe comprato un horror, dato che era certo che Nico non avrebbe gradito storie romantiche. Sorrise nell'immaginarsi accoccolato su un vecchio divano con il figlio di Ade, una coperta, il buio totale a parte il bagliore della televisione e la neve che imbiancava il mondo esterno. E, perché no, la sua mano sarebbe scivolata sopra quella gelida di Nico e la avrebbe scaldata. E allora, solo allora, forse, avrebbe avuto il coraggio di dichiararsi. Will scosse la testa. Non sarebbe successo niente del genere. Inutile fantasticare. Camminò fino alla Casa Undici e chiese agli Stoll di procurargli un buon film dell'orrore.
-
-Jason, scusa, potrei parlare da sola con Nico?
Piper era stata davvero sorpresa della situazione che si era venuta a creare tra Nico e Will. Cavoli, sembravano una coppietta sdolcinata al primo appuntamento! Il DNA ereditato dalla madre le suggeriva che presto sarebbe sbocciato qualcosa di più della semplice amicizia.
-Jason...- ripeté. Il suo ragazzo annuì piano e si allontanò con un'espressione delusa. "Pazienza" pensò Piper. Si sarebbe fatta perdonare.
-Nico, togliti quell'aria imbronciata- lo rimproverò.
-Perché dovrei? Guarda in che razza di situazione mi sono cacciato!
-Oh, non fare il brontolone! Lo so che ti piace Will!
-Cosa? No, no, a me non piacciono i biondi!
-Come no! Ormai sappiamo tutti che i mori non sono il tuo tipo. A meno che tu non voglia puntare sui rossi...
-Oh, andiamo!
-Nico, sinceramente: ti piace Will?
Nico arrossì. Okay, forse si era preso una cotta. Una cotta bella grande.
-Sì- cedette sbuffando, dato che Piper lo sapeva comunque, data la sua discendenza.
-Lo ami?
Nico si prese una trentina di secondi per riflettere. Aveva mai amato qualcuno in quel modo? Percy valeva come risposta? No, probabilmente no. Quello che provava per Will era diverso. Era cercarlo con gli occhi in ogni posto in cui andasse. Arrossire ad ogni occhiata che gli veniva rivolta. Alzare gli occhi al cielo quando il figlio di Apollo gli rivolgeva la parola, anche se dentro di sé aveva voglia di ballare. Fremere ad ogni contatto fisico, e non di repulsione. Sognarlo ogni singola notte e rimanere deluso quando si risvegliava solo nella sua Cabina.
Con Will chiacchierava per ore, a volte si lanciava addirittura in qualche battuta. Quando acoltava la risata del figlio di Apollo sembrava che un po' del calore di Will si facesse largo nel suo petto e gli sciogliesse il ghiaccio che da anni si era stanziato in lui. E gli sarebbe stato eternamente grato per quella scintilla di vita.
Era questo che voleva dire "amare"?
-Sì- rispose con un fil di voce.
Piper annuì.
-Allora regalagli un bacio.
Nico strabuzzò gli occhi. -Un bacio?!
-Economico, eh!
-Che razza di regalo è?! E se non ricambiasse?!
-Bazzecole! Tu regalagli un bacio!
Il figlio di Ade fece per protestare, ma Piper disse: -Buon Natale, Nico!- e agitò la mano per far dissolvere il messaggio iride.
Il ragazzo si ritrovò a fissare il muro e borbottare: -Porta male fare gli auguri prima...
Angolo mio e unicamente mio. No, non ho bisogno di sgonfiare l'ego.
Okay, ve lo dirò subito: questo capitolo non avrà un seguito. Non ve lo aspettate. Perché? Perché è un piccolo, insignificante tributo. Oggi è il 13 Giugno 2016: ieri un idiota patentato è entrato in un locale gay e ha fatto fuori cinquanta persone perché era omofobo.
Ne sono stata molto colpita, come altri, immagino: è inumana tanta cattiveria. Questi ragazzi non possono amare chi diavolo gli pare? Nico non può amare Will? Alec non può stare con Magnus? Helen e Aline? Dov'è il problema?!
In ogni caso, sono poche le notizie del telegiornale che vengono ricordate davvero. E non voglio che questa cada nel nulla.
Questa Solangelo è per loro. Per cinquanta persone che vivevano la loro vita e sono morti per...cosa? Per cosa sono morti? Quale assurdo motivo ha scatenato tanto odio nei confronti di sconosciuti innocenti?
Non lo so.
Non scriverò un seguito di questa storia, ma non significa che sia finita: potete immaginarlo da soli il continuo. Nico che si procura un film romantico anche se ne preferirebbe uno dell'orrore, ma mette il parere di Will prima del suo. Immaginate l'imbarazzo quando Will lo viene a sapere, dopo che si era preoccupato della stessa cosa. Immaginate una stanza buia, Nico che sussurra: -Buon Natale- prima di baciare Will. Immaginate i film mentali di questo fighissimo figlio di Apollo.
Immaginate quante storie simili sono morte insieme a quelle cinquanta persone.
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