Capitolo 9
- CHE COSA?! E' TORNATA NELLA SUA VECCHIA CLASSE?! - urlarono Kaede e Ryo, le uniche capaci di dire qualcosa.
Per un'intera settimana non hai messo piede nella sezione E; questo perché stavi studiando per i tuoi esami di riammissione: eri riuscita a superarli brillantemente, senza troppa fatica.
Korosensei annuì tristemente, e si soffermò a guardare Karma: il rosso aveva gli occhi sgranati, viso shoccato, mentre guardava un punto indefinito; la sua mente si era svuotata, lasciandolo incapace di accettare la realtà che lo circondava.
"L'ha fatto per Asano? Si... stanno frequentando?" si chiedeva mentre Okuda e Terasaka, i suoi vicini di banco, cercavano di risvegliarlo "O forse..." non poté continuare il proprio pensiero; sapeva che doveva seguire le lezioni.
*skip time*
Erano passate ben 3 settimane, e tu, per Karma eri un argomento taboo: se qualcuno diceva il tuo nome rischiava la propria incolumità.
Nella A invece, tutti ti trattavano come una regina soprattutto quando Asano era al tuo fianco, ovvero la maggior parte del tempo; oltretutto lui e suo padre avevano finanziato le tue cure, che erano state incentivate dai soldi ad essere più veloci ed efficaci: eri ormai quasi arrivata al traguardo che ti avrebbe poi condotta sul podio della guarigione.
Quel giorno però, non sapevi che se non ti saresti curata, il cuore sarebbe andato così veloce di rischiare di esploderti nel petto, facendoti rischiare una crisi forse.
C'era stata una delle solite verifiche generali che la classe A effettuava ogni due settimane, per verificare che tutti studiassero per tenersi al passo con le lezioni: il primo a concluderla e consegnarla fu come al solito Asano, che venne poi però chiamato nell'ufficio del padre per chissà quale solita lista di cose da fare o chissà quale discorso sulla supremazia.
Tu consegnasti meno di dieci minuti dopo che uscì lui dall'aula, come al solito eri più lenta di lui nel controllare quello che scrivevi, vista la tua bravura, ritenevi sempre di sentirti troppo sicura, abbastanza da fare grossi sbagli, il che ti portava sempre a controllare meticolosamente, passo per passo, tutti i tratti che avevi tracciato mentre scrivevi, anche solo per controllare errori nella grammatica sfuggiti.
Consegnasti al professore, che ti fece un sorriso compiaciuto che fossi come al solito molto precisa in quanto a scrittura e nel rimanere negli appositi spazi concessi.
Ne approfittasti per chiedergli di uscire per andare al bagno, e lui acconsentì, vista la tua scusa di non voler disturbare i compagni che erano in procinto di concentrarsi per consegnare: uscisti dall'aula, facendo quasi nessun rumore, davvero intenzionata a non disturbare, e una volta fuori ringraziasti che le mura erano molto spesse, quindi potevi anche fare più rumore.
Il bagno però era solo una scusa: questa verifica vi venne apposta consegnata in ritardo, per vedere come reagivate alla pressione e alla richiesta di lavorare in breve tempo. Per fortuna di alcuni tuoi compagni, questa cosa non influiva più del 10 % delle altre verifiche, che ne valevano circa il doppio.
Ti avviasti verso l'ufficio del preside, per aspettare il tuo amico: eri solita aspettarlo sempre, ti piaceva anche confrontarti con lui su i tuoi sbagli, anche se erano pochi preferivi anche un suo parere su come anche sorpassarli.
Continuasti a camminare, rivolgendo lo sguardo verso le nuvole, oggi bianchissime e dense, ma senza l'intenzione di scurirsi per piovere. Sorridesti: forse avresti chiesto ad Asano di fermarsi un po' al parco con te.
Mentre ci pensavi sorridendo, sbattesti contro la spalla di qualcuno più alto di te: ti apprestasti subito a scusarti per la tua poca attenzione sul corridoio, ma le parole ti morirono in gola, nella quale si formò un nodo: - Karma... - eri stupita di vederlo in quell'edificio, mentre affondavi i tuoi occhi (c/o) nei suoi fatti di ambra.
- Tu. - disse lui, con un tono distaccato, che celava in realtà tante emozioni: rabbia, delusione, gelosia e nostalgia. Non te l'avrebbe mai detto ma gli era mancato tanto guardare nei tuoi occhi, quegli occhi che non si sarebbero mai macchiati di nulla di maligno.
Il tuo cuore accelerò il battito, mentre reggevi a fatica il suo sguardo, che ti faceva sentire caldo al viso, soprattutto sulle guance; sentisti un presa sul tuo polso, ritrovandoti a osservare la sua mano confusa: in pochissimo tempo ti tirò verso di lui, mettendoti l'altro braccio intorno ai fianchi, facendoti scontrare con il suo petto, mentre la sua mano, abbandonando il polso, si posizionò delicatamente sulla tua testa, insinuandosi nei tuoi capelli.
Il tuo cuore ti pareva potesse balzarti fuori dal petto, eppure riuscì a rimanere dove si trovava: non riuscivi però a staccarti; ti beavi del suo profumo, che ti donava una sensazione di relax e sicurezza, protezione quasi. Le tu bracci si mossero senza che te ne rendessi conto, e in breve tempo ti trovasti a cingergli il busto, con la fronte che non toccava la sua pelle solo grazie alla camicia che profumava di ammorbidente, lasciandoti sorridere per la tenerezza del pensiero di lui che ringraziava la mamma o chi di dovere per aver lavato la divisa.
Da quella posizione però, qualcosa ti sfuggiva, mentre la campanella suonava, lasciando gli studenti liberi di uscire dalle aule, per dirigersi in mensa per l'ora di pranzo: gli studenti su bloccarono: nessuno ignorava chi voi foste. Il numero 2 della classifica istituzionale, che a volte passava al primo podio, e la terza, che purtroppo non superava mai la grande intelligenza del suo amico e del rosso.
Qualcuno della vostra classe, un "sottoposto" di Asano, sapeva che lui non voleva che tu fossi con Akabane, e allungò una mano verso di te, per allontanarti dal rosso: quest'ultimo però gli fece cambiare idea molto velocemente. Alzò verso i ragazzi uno sguardo bestiale, tremendo: sembrava davvero una belva pronta a saltare addosso alla sua preda, mentre proteggeva il suo prezioso tesoro, di un inestimabile valore.
Ti svegliasti da quella sensazione di benessere totale quando sentisti la sua voce, con un tono dolce: - Torna con noi, mi... ci manchi. -.
Sentisti il tuo cuore sussultare: si era corretto all'ultimo? Oppure avevi solo sentito male?
Stavi per rispondere, quando qualcuno ti costrinse a staccarti dal calore del corpo del rosso, e ritrovasti un braccio davanti a te, anzi una schiena, ancora più alta di te, con una camicia che celava il corpo di Asano: sussultasti appena ti venne in mente il quadro della situazione, appena realizzasti chi si ritrovava l'uno davanti all'altro. Due lupi Alpha, pronti ad attaccarsi a vicenda, tutto a tua insaputa per poter tenere per se una lupacchiotta omega, che in questo momento, avrebbe le orecchie basse e la coda tra le zampe per la preoccupazione.
- Akabane. Questo non è il tuo edificio. Torna nella E. - disse senza troppi convenevoli: non lo garbava molto l'idea di mostrarsi violento davanti a te, anche se l'idea di tirare un pugno sul viso beffardo del rosso, lo attirava particolarmente.
Lui ignorò Asano. Adorava i suo occhi pieni di rabbia e la vergogna di non riuscire a sottomettere qualcuno a se, soprattutto davanti a qualcuno... davanti a te.
Si mise a camminare nella vostra direzione, davvero intenzionato a proseguire la strada per il suo edificio; Si arrestò quando fu al tuo fianco, abbassandosi al tuo orecchio, sostenendosi sulla tua spalla, poggiandoci la mano, che quasi sfiorava il tuo collo, emanando quasi calore: - Ricordati, che in questo gioco, chi gioca le carte giuste, vince dei premi. Attenta alle tue mosse (t/n)-chan! - sussurrò con voce divertita e roca quasi, permettendo di far sentire solo a te le sue parole.
Prese il tuo mento tra l'indice e il pollice, dirigendo il tuo viso a guardare il suo, fece poi uno dei suoi soliti ghignetti beffardi e divertiti dal tuo viso in fiamme: ti fece l'occhiolino, per poi lasciare la presa e, rimettendosi le mani in tasca, ti lasciò lì, in mezzo al corridoio, sotto lo sguardo preoccupato di tutti: - (t/n)? Stai bene? Cosa ti ha detto? - ti chiese preoccupato l'arancione.
Ignorasti involontariamente la sua presenza, o quella di qualunque altra persona, mentre le tue orecchie riuscivano a sentire solo i passi del rosso mentre si allontanava da te, mentre resistevi all'istinto di corrergli dietro, per sentire di nuovo qual calore emanato dal suo corpo, accompagnato da quel suo profumo da capogiro: i tuoi occhi riuscivano solo a ricostruire davanti a te la sua schiena dritta, che procedeva sicura di se per la sua strada.
La tua mente riuscì solo a dirti una cosa: quel ragazzo era l'unica cosa che volevi dal profondo del tuo cuore.
^ANGOLO AUTRICE^
Helloooo
da quanto tempo *lacrimuccia* oddio- non penso che sia uno dei peggiori lassi di tempo tra un capitolo e l'altro hahaha è che ultimamente mi vengono in mente tantissime ide, tante immagini da realizzare per i capitoli, e poi mi sfuggono sempre o sinceramente parlando mi manca la voglia.
per non parlare di come sono entrata ormai in totale fissa con Bakugou Katsuki di My Hero Academia, ufficialmente il mio anime preferito di tutti, visto che Kacchan è molto simile alla persona che mi piace, è stato amore a prima vista haha (che poi tra circa un'ora e un quarto è il compleanno di Kacchan, quindi chi ha il mio numero blocchi pure il mio stato di WhatsApp haha)
Ad ogni modo con questa reader non siamo molto lontani dalla fine: ho davvero fatto l'errore di iniziare mha, visto che appena vedo un anime nuovo, parto in fissa, e ciaone a tutto il resto.
Ho comunque cercato di allungare un po': questo capitolo doveva essere solo la metà del 9 originale, ma ho deciso di allungare e tagliare, per cercare di fare qualcosa che mi soddisfacesse di più.
Ho inoltre notato le innumerevoli notifiche in questi giorni: questa reader è arrivata a 2,18 k di letture e 120 stelline per tipo 8 capitoli, e ho letto davvero tantissimi commenti stupendi, che se potessi metterei tra i preferiti.
Spero che la storia continuerà ancora a tenervi compagnia, visto il brutto periodo, scusate il ritardo e questo angolo autrice Kilometrico!
ciao!
By Quin!
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top