E così dopo tre giorni era tornato a scuola, ignorando le occhiate insistenti che Rob gli rivolgeva e lo sguardo quasi di scuse di Andrea, il che era non poco assurdo e incomprensibile, ed evitando Peter come la peste, manco gli avesse... fatto qualcosa di peggio che baciarlo.
Il castano era cocciuto, molto cocciuto, non aveva mai visto qualcuno accanirsi così tanto per lui. Forse era una prerogativa del suo avere sangue inglese, altra spiegazione non poteva esserci, l'amore lo escludeva a priori, nonostante l'avesse baciato.
Jade non si sarebbe mai innamorato di un ragazzo, e questo lo portava ad attaccare fermamente qualunque sentimento di Peter che somigliasse all'amore. Diamine, non era come Robert!
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Era giunta la fine della giornata e finalmente poteva tornarsene a casa. Non era stato un granché il suo ritorno a scuola, nessuno s'era degnato di salutarlo e lui non c'era rimasto poi tanto male... o almeno così pensava.
E mentre usciva, cercando di ricordare dove diavolo avesse ficcato le cuffiette dell'iPod, iniziò a diluviare, e le parole del fratello maggiore gli rimbombarono nelle orecchie: non restare troppo sotto la pioggia, aveva detto.
Sconsolato, si lasciò cadere su una panchina, messa da poco sotto il portico. Faceva assai freddo quel giorno e prendersi la pioggia non era affatto una bell'idea, doveva ammetterlo. Mandò un messaggio a Rob, nel quale gli diceva che sarebbe tornato a casa non appena avesse smesso di piovere.
Lasciando vagare lo sguardo sulla pioggia battente, quella pioggia rumorosa, furiosa, martellante, i suoi pensieri iniziarono ad apparire nella sua mente come lampi in un temporale, sbrigliati, selvaggi, e nient'affatto allegri.
Si sentiva così solo... ricordava che pioveva, il giorno in cui gli era stata annunciata la morte di Chris, e pioveva anche il giorno del suo funerale. Sua madre amava la pioggia, mentre Jade ne aveva sempre avuto paura, paura che era aumentata a dismisura quando lei e suo padre erano morti. Sua madre riusciva ogni volta a calmarlo, da quella paura immensa e insensata, mentre Rob era impotente contro quel suo terrore.
Anche in quel momento non poté fare a meno di sentire il cuore strizzarsi in una morsa gelida, lasciandosi prendere da un panico assurdo. Una lacrima gli rigò la guancia.
- Che triste vista, eh? - sussurrò una voce dal marcato accento inglese, il tono dolce e malinconico.
Jade sussultò tanto violentemente che per poco non cadde dalla panchina. Si asciugò fugacemente la lacrima e portò una mano al cuore, quasi a controllare che fosse ancora al proprio posto.
Peter gli sedette accanto con noncuranza, non come se per poco non gli avesse procurato un infarto.
- Jade... - mormorò il ragazzo dagli occhi violacei, ed egli si scostò appena, prendendo le distanze.
- Jade, mi sei mancato - continuò Peter, azzerando nuovamente lo spazio fra di loro e facendo per baciarlo, così, come se niente fosse, ma lui si alzò di scatto e lo mollò lì, scappando sotto la pioggia.
- Non pensare che sia finita qui, Jade! - gridò un'ultima volta il castano, guardandolo lentamente confondersi nella pioggia scrosciante.
Non ti lascerò andare, mai.
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