Secrets

Il primo amore è sempre un'esperienza travolgente, bella, ma spesso anche ricca di tristezza. E Peter aveva lo sguardo malinconico di chi sta vivendo un primo amore tormentato e confuso, senza alcuna esperienza su cui basarsi, e sì, forse la stava mettendo giù un tantino drammaticamente, ma Jade non si faceva vedere a scuola da tre giorni e gli mancava da morire.

Oltre a ciò, aveva mille atroci dubbi e la sensazione che ora il suo angelo l'odiasse, il che era anche peggio di semplicemente non esser ricambiato. Era stato così terribile, quel bacio? Vabbe' che non aveva mai baciato nessuno, ma davvero la sua goffaggine non aveva limiti?

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Jade era ancora a letto quando Robert entrò in camera sua, sorridendo quasi con indulgenza.

- Buongiorno. Come stai, fratellino? - chiese, e il minore tirò ulteriormente su le coperte. E che diamine, l'aveva scoperto?

La sua farsa durava da tre giorni, tre giorni nei quali era rimasto a casa nella pace più assoluta, il cellulare rigorosamente spento per evitare di leggere ogni messaggio inviatogli da Peter.

- Un po' meglio - rispose con un filo di voce, schiarendosi la gola.

Robert si sedette sul suo letto e lo fissò in silenzio per un interminabile istante, poi sorrise con il consueto affetto e gli carezzò i capelli.

- Jade... qualcosa non va, a scuola? - domandò, in apprensione, e lui s'affrettò a scuotere la testa in segno di negazione.

- A me puoi dirlo, davvero. Anche se pensi che sia qualcosa che devi risolvere da solo... voglio dire, lo so che ormai sei grande e vuoi essere indipendente e t'imbarazza che il tuo fratellone ti protegga... e io giuro che non farò nulla che tu non voglia, ma... sono qui, okay? Comunque, mi fido delle tue parole - e si alzò, tornando al sorriso di prima, quello che stonava del tutto con le sue parole.

Jade rimase per qualche minuto zitto, sentendosi un verme. A parte il fatto di aver mentito a Robert sul proprio stato di salute, suo fratello si fidava incondizionatamente di lui, mentre tutto ciò che aveva egoisticamente fatto era stato rinchiudersi nella propria solitudine forzata, circondato da una corazza di diffidenza verso ogni cosa e persona, e Robert non se lo meritava.

Ma come faceva a dirgli di Peter, quando nemmeno lui sapeva quali fossero i propri sentimenti ed emozioni?

- Rob, io... - iniziò, afferrandolo per una manica, e il fratello maggiore si girò, stupito.

Che davvero Jade si fosse deciso a vuotare il sacco?

I suoi occhi castani scintillarono di fioca speranza, mentre si accomodava nuovamente di fianco al caldo corpo del minore.

Jade annaspò, boccheggiando, poi arrossì e sembrò ritrarsi come un animale ferito.

- ... ti voglio bene - mormorò infine, stringendolo goffamente in un abbraccio. Rob lo strinse a sua volta, affondando il viso nell'incavo fra spalla e collo e celando la propria delusione.

- Anch'io, fratellino, anch'io... - replicò a bassa voce, non riuscendo però a scacciare la netta sensazione che gli stesse nascondendo qualcosa.

E tornò da Andrea, non prima di avergli lanciato un'ultima, indecifrabile occhiata.

Jade sospirò, sprofondando nel cuscino, e si grattò il capo. Per un attimo era stato lì lì per confessare ogni cosa... Peter... i propri sentimenti... perfino ammettere l'evidenza che a se stesso negava... e che avrebbe continuato a negare, ma doveva per forza tornare a scuola, segreti o no.

Lanciò una breve occhiata al cellulare che giaceva poco più in là e poi una alla porta che Robert aveva socchiuso prima di uscire, e si girò dall'altra parte.

Mi stai aspettando, sogno?

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