A nice day
Quel mattino, il sole pareva brillare di più, il cielo essere più azzurro, gli uccelli cantare più allegramente. Peter spalancò gli occhi blu e fissò per un interminabile attimo il soffitto della propria stanza, inondata dai raggi dorati, e sorrise, un sorriso enorme e luminoso.
Nei suoi pensieri c'erano costanti due occhi giallo-verdi abbinati a un viso dolce e innocente, e un nome che era riuscito a strappare dalla bocca di qualche suo compagno.
Jade.
Arrossì, ridacchiando come una ragazzina, e sprofondò il volto nel cuscino, non smettendo però di sorridere, in preda a un'eccitazione degna della mattina di Natale.
Sua madre fece capolino nella stanza.
- Peter? Ti senti bene? - chiese, e lui annuì, non lasciandosi scalfire il buonumore nemmeno da quella pronuncia troppo inglese del suo nome.
- Certo, mamma, adesso scendo - rispose e, quando sua madre tornò in cucina, si lasciò scappare l'ennesima risatina.
Era una così bella giornata.
~~~
Il quarto giorno 'dopo Chris' era stato costretto a tornare a scuola, nonostante Robert gli avesse detto che poteva restare a casa, se non si sentiva di andare. Ma se l'era auto-imposto ed era stato irremovibile, almeno con se stesso. Suo fratello non meritava alcuna durezza, era sempre così affettuoso... a volte anche troppo.
La mattinata era trascorsa senza parecchi intoppi, anche se non aveva ascoltato una sola parola di tutto ciò che avevano borbottato stancamente i vari professori, limitandosi a guardare fuori dalla finestra con aria assente.
Ogni cosa, il gentil passero sul ramo, il candido fiore appena sbocciato su quel ramo, le ciliegie ancora acerbe troppo in alto per essere colte, e quello stesso ciliegio, tutto gli ricordava Chris, perché era stato lui stesso a mostrargliele, lasciandolo meravigliato e un poco vergognoso, insomma, aveva sedici anni, non quattro. Ma quei pensieri li aveva tenuti per sé, continuando a pendere da quelle labbra sempre sorridenti, eppure un sorriso che non raggiungeva gli occhi.
Se ci pensava, l'unica volta in cui aveva visto gli occhi di Chris sorridere era stato quel giorno, sì, aveva detto: ci vediamo domani, Jade, e aveva sorriso, un sorriso vero. Dunque lui sapeva. Sapeva che non ci sarebbe stato un domani. Strizzò gli occhi, sentendo le lacrime affiorare. Come aveva potuto fargli una cosa simile? Umiliarlo e, be', tradirlo così? Non era stata una cosa leale.
Finalmente la campanella perforò le orecchie degli studenti stanchi, mettendo fine a quel supplizio. Jade raccolse le proprie cose e si caricò distrattamente lo zaino in spalla. Mentre usciva dall'aula, ignorando il mondo che attorno a lui continuava ad evolversi, a brulicare e pulsare di vita, ebbe l'impressione che qualcuno lo seguisse. Ma, chiuso nel proprio stato di apatia e insofferenza, non gliene poteva importare di meno.
In quel momento però qualcuno gli tirò delicatamente la manica all'altezza del gomito, e suo malgrado voltò il capo verso lo scocciatore, che si rivelò essere quel bel ragazzo del giorno prima cui gli aveva sorriso.
- C-ciao - balbettò, il viso contratto in un'espressione di felicità allo stato puro.
Peter sentì le proprie gambe tremare, divenute molli come gelatina. Era così emozionato...
- Tu sei J-jade, v-vero? Io m-mi c-chiamo P-peter - esalò, arrossendo quando egli lo squadrò da capo a piedi.
Ma al posto di scoppiare a ridere e dire: piacere di conoscerti, P-peter, o mostrargli quel sorriso stupendo che si ritrovava, Jade palesò il proprio disappunto stringendo le labbra sottili in una smorfia ambigua.
- Jade - si presentò freddo e lapidario, girando poi sui tacchi e mollandolo lì come gli avesse appena rivolto il peggiore degli insulti.
E Peter dovette appoggiarsi al muro più vicino, in fretta, prima di svenire o avere un collasso o anche entrambe le cose.
Ho. Parlato. Al. Mio. Angelo!!!
Che dire? Più che colpo di fulmine, era scoppiata una vera e propria tempesta di lampi. Folgorato e cotto in un battito di ciglia. Ciglia che coprivano un paio d'occhi giallo-verdi...
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