Capitolo 4.
Iniziativa.

"Mia pensava e ripensava a come avrebbe potuto agire senza poi pentirsi della sua scelta, e quella le sembrò l'idea migliore."

Sono passati tre giorni da quando io e Jorginho ci siamo risvegliati nello stesso letto dopo aver passato la notte insieme, e tutto è tornato alla normalità, più o meno.

Io sono tornata a lavoro e sto cercando di svolgere ciò per cui mi pagano, senza farmi distrarre troppo dall'italo-brasiliano che sembra che si metta in mostra di proposito. Ogni occasione sembra buona per avvicinarsi, con una scusa o con un'altra, come quando dieci minuti fa si è messo a bere non molto lontano da me, senza distogliere lo sguardo dal mio mentre portava le labbra alla borraccia.

Nonostante questi gesti, però, non ci siamo nemmeno rivolti la parola, esattamente come facevamo prima. E a me va benissimo così.

Il mister congeda i ragazzi e io scatto qualche altra foto, mentre si avvicinano a recuperare le loro cose nella panchina e poi si avviano negli spogliatoi. Immortalarli in momenti del tutto casuali mi piace tantissimo, è come se quella foto esprimesse a pieno l'anima di una persona che, distratta, è molto di più se stessa.

"Scusa, hai la tua attrezzatura fotografica sopra la mia giacca." la voce di Jorginho mi fa sussultare. Capisco che è fin troppo vicino e girandomi ne ho solo la conferma. Trattengo il fiato automaticamente appena incrocio i suoi occhi verdi, poi cerco di riprendermi e annuisco, facendogli capire che ho recepito il messaggio.

Mi avvio verso la panchina e sposto la mia borsa con dentro i vari pezzi della macchina fotografica. "Prego, ora puoi prenderla."

Si avvicina a passo lento verso di me e sorride malizioso, mentre recupera la sua giacca blu e se la infila "se volevi una scusa per parlarmi, bastava dirlo."

"Non ho bisogno di nessuna scusa per fare nulla." perché dovrei? Sono io ad avergli chiuso in faccia ogni porta per una possibile frequentazione di puro divertimento "Ora, se non ti spiace dovrei sistemare le cose."

"No no, fai pure." alza le mani in aria, in segno di resa, ma continuando a ridacchiare "Farò finta di non aver capito che non continui a ripensare in loop a ciò che abbiamo fatto."

Strabuzzo gli occhi sentendo la sua risposta e mi sento immediatamente divisa a metà: una parte di me vorrebbe tirargli uno schiaffo per questa sua strafottenza, l'altra parte di me sta letteralmente bruciando per lui ed è consapevole che ha ragione. Eliminare la nostra nottata dalla mia mente non è semplice.

Opto per non rispondere, iniziando a sistemare le mie cose in ordine, per poter andare via, dato che per oggi ho finito di lavorare. Grazie a Dio tra poco non lo vedrò più.

"Mi stai solo confermando ciò che ho detto." ma lui non demorde, continua a ribattere anche davanti al mio silenzio

"Cosa vuoi da me, Jorginho?" lo sfido, posando ogni cosa sulla panchina e girandomi verso di lui. È completamente spettinato e provato dall'allenamento, e questo lo rende così attraente che vorrei sparisse immediatamente prima che mandi al diavolo, nuovamente, i miei buoni propositi.

Mia, torna in te, non puoi reagire così ogni volta. Assolutamente.

"Niente di specifico, ciò che volevo l'ho avuto." sorride sbilenco alludendo alla notte della festa, ma poi scoppia a ridere, con la sua solita risata. "Scherzo, non sono così stronzo. Volevo solo capire se ci avevi ripensato, perché la sintonia che si è creata nella tua stanza da letto era parecchia e non è una cosa facile e solita."

Perché deve essere sempre così diretto e farmi mancare l'aria? Tra poco, ogni volta che so che lui sarà presente, inizierò a portarmi una bombola di ossigeno. "Dio, Jorginho. È stato bello, ma perché continui a provarci e provocarmi dopo che ti ho detto che non voglio succeda più?"

Mi rendo conto che le mie parole gli fanno ben intendere che effetto mi fa, ma non mi importa, voglio solo stia lontano e non mi renda difficili le cose.

"Perché so che lo vuoi tanto quanto lo voglio io." si avvicina più a me e io, d'istinto, mi guardo intorno per vedere se qualcuno ci stia osservando. Per fortuna sono tutti rientrati negli spogliatoi, dai calciatori, ai tecnici, ai fisioterapisti, nessuno escluso. Ci siamo solo io e lui, accanto alla panchina. "Basta solo ammetterlo."

La sua bocca si avvicina pericolosamente alla mia e io abbasso istintivamente gli occhi, guardandogli le labbra. Sta giocando sporco. "Non farlo, Frello"

"Non faccio nulla. Sto così, se ti va puoi baciarmi. Sono qua." sussurra appena, mentre sposta lo sguardo dai miei occhi alla mia bocca, in modo alternato. Riesco a sentire fortemente il suo desiderio, il quale mischiato al mio diventa micidiale.

Non posso allontanarmi, non riesco, ma non vorrei nemmeno cedere e contraddirmi per l'ennesima volta. "Dovresti raggiungere gli altri" è l'unica cosa che dico, ma ormai è palese che non voglio lo faccia. Voglio elimini questa maledetta distanza, perché voglio una stupida scusa per poterlo baciare senza prendere io l'iniziativa.

"Forse dovrei. Oppure dovremmo entrare nel centro sportivo e raggiungere una delle stanze da letto." propone, e i suoi occhi brillano maliziosamente "A te la scelta, Mia" si inumidisce le labbra e questo gesto mi manda ancora di più in confusione. Dio, ma in cosa mi sto cacciando?

"Non possiamo..."

Alza leggermente gli occhi al cielo, sentendo la mia risposta, ma capisco che non è davvero infastidito, piuttosto direi divertito. "Devi essere convinta. Altrimenti, se non vuoi darmela vinta, scelgo io"

Sgrano appena gli occhi, rendendomi conto che ha capito bene ciò che vorrei facesse. Mi farebbe sentire meno idiota se fosse lui a prendere l'iniziativa e non fossi io a mandare tutto al diavolo? Lo fisso intensamente, sperando riesca a leggermi l'anima, e per fortuna capisce immediatamente.

Allontana il suo viso dal mio e mi prende per mano, facendo intrecciare le nostre dita e iniziando a camminare in direzione del centro sportivo. Cosa? Evidentemente non scherzava quando ha parlato di andare in una delle camere! E io che pensavo mi avrebbe baciata e poi saremmo andati via da qua.

Trattengo il fiato e lo seguo in silenzio, mentre con discrezione e senza dare nell'occhio, entriamo nel centro sportivo e poi saliamo fino al secondo piano, dove ci sono le stanze dove alloggiano durante il ritiro. Sento il cuore battere perfino nella gola, mentre cerco di non perdermi nella mia mente che da una parte mi sta rimproverando e dall'altra si sta congratulando.

"Il letto è piccolino, ma non penso sia un problema" le sue parole intrise di sarcasmo mi riportano alla realtà, mentre inizio ad osservare la stanza intorno a me.
È semplice ma elegante. Sono presenti due letti singoli, una scrivania con sopra una televisione nella parete davanti ai letti e un armadio alla destra. È un posto molto accogliente.

Mi giro verso di lui quando lo sento chiudere la porta a chiave e poi si avvicina a me. Sorride appena e porta la mano destra sulla base del mio collo, obbligandomi a mantenere un contatto visivo. "Eccoci qua, Mia. Ho preso io l'iniziativa, ma ora devi dirmi che sei d'accordo, altrimenti potrei pensare il contrario." è chiaro che lo stia facendo solo per mettermi in difficoltà, perché ha capito bene come reagisco davanti a lui "Parlami, Mia."

"Mi mandi fuori di testa, Jorge. Vorrei tenerti lontano, ma non riesco. Cosa mi stai facendo?" porto le braccia attorno al suo collo e faccio avvicinare i nostri visi "Ti penso costantemente e ciò che abbiamo fatto vorrei riaccadesse"

Annuisce e non ribatte più, facendo solo combaciare le nostre labbra e dando immediatamente via a un bacio passionale e ricco di desiderio. Finalmente il pensiero fisso che ho di lui da due giorni si zittisce e mi permetto di ricambiare con la stessa foga, non preoccupandomi di cosa penserò una volta che tutto sarà finito.

Mi fa indietreggiare fino al letto e poi mi fa sdraiare, facendo lo stesso subito dopo. Sento ogni cellula di me urlare, ogni cellula di me è in balia di lui, dei suoi baci, delle sua carezze.

Voglio solo sentirmi come mi ha fatto sentire a casa mia. In questo momento sono completamente sua e mi va bene così.

Nota: 18:14 ehilà girlz, aggiornamento a sorpresa perché ho finito presto di scrivere il capitolo del mio terzo cartaceo. AMATEMI. Ovviamente pubblicherò anche stanotte alla solita ora.

Anyway, in questo capitolo vediamo come Mia, per l'ennesima volta, manda al diavolo le proprie promesse, e la storia con Jorginho si ripete. Avevate dubbi? Io no

Detto ciò, come sempre aspetto i vostri commenti e i vostri pronostici. Ci vediamo più tardi con il nuovo capitolo, Ele 🤍

PS. Se non mi seguite ancora su Instagram: eleecabiddu, ricambio tutti.

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