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Nota ¹: appena finite di leggere il capitolo: leggete la nota autrice che c'è alla fine, grazie e buona lettura 😘

Capitolo 29.
Una serata Londinese di marzo.

"Nella vita si può condividere tanto con una persona, ma non è detto che stia per sempre accanto a te, così come accadde a Jorginho e Mia. Avevano vissuto momenti intimi di estrema passione, ma stare insieme non era contemplato in nessun modo."

*Quattro mesi dopo*

Jorginho camminava per le strade di Londra con la testa un po' sovrappensiero, ma immediatamente la sua attenzione venne catturata da uno dei suoi amici, Mason, che si lamentò per l'ennesima volta della poca linea sul suo cellulare.

"Jorgi, puoi camminare più veloce? E menomale che sei uno sportivo! Qui non prende bene il telefono" a quelle parole l'italo-brasiliano gli lanciò un'occhiata malefica. Non riusciva a capire perché avrebbe dovuto correre se quella era una passeggiata di puro relax prima di andare a cena da Kepa.

Era la prima volta, dopo il loro litigio, che il portiere aveva esteso l'invito a casa sua anche a Jorginho. In quei mesi non si erano parlati tanto, tranne che nel momento in cui il centrocampista si era recato davanti a Kepa e gli aveva spiegato bene tutta la situazione e si era scusato con lui. In quel momento sembrava quasi che allo spagnolo non fregasse nulla delle scuse del suo amico, ma piano piano, invece, aveva riniziato a parlargli. Prima per piccole e insignificanti cose, poi sempre di più, fino a quando, il giorno prima, aveva invitato Mount, Thiago Silva, Havertz e Pulisic a casa sua, per poi girarsi verso Jorginho e chiedere se avesse avuto piacere di partecipare anche lui.

Ovviamente lui accettò immediatamente, quasi non gli sembrava vero di sentire quelle parole, pensava non sarebbe mai più accaduto, ma Kepa lo sorprese.

"Scusa, mi piace guardare le vetrine, se vuoi puoi raggiungere gli altri, Mason, mica sei obbligato a camminare con me" gli rispose Jorginho annoiato, mentre con un cenno del capo indicò il gruppo degli altri che era un bel po' più avanti.

Mount rise e lui capì subito che dalla sua bocca stava per uscire una delle sue solite perle "So che potresti avere una crisi di mezza età anticipata ai trent'anni, ma non è tanto virile dire che vuoi guardare le vetrine dei negozi come una ragazzina vanitosa"

"Sparisci, Mason" gli intimò l'italo-brasiliano e, vedendo il suo sguardo fulmineo, per una volta Mount decise di lasciarlo davvero in pace e di andare a dare il tormento agli altri loro amici.

Mason era così, un tornado sempre in movimento che non si lasciava sfuggire l'occasione per scherzare o fare una battuta, come nell'ultima settimana: aveva iniziato a torturare la nuova fotografa della squadra solo perché il suo nome era Chelsea... insomma, non era semplice chiamarsi così e lavorare per il Chelsea, non se in giro c'era Mason Mount, ma comunque lui era stato fondamentale negli ultimi mesi di vita di Jorginho, insieme a tutto il suo gruppo più ristretto.

Erano davvero riusciti a tamponare la ferita che la relazione tormentata con Mia gli aveva lasciato. E ormai l'aveva superata.
Stava riniziando a frequentare un'altra ragazza, da qualche settimana, Sabina. L'aveva conosciuta in Italia, durante una pausa con la Nazionale. Gli si era avvicinata per chiedergli una foto e qualcosa, in quel momento, era scattato tra i due. Non aveva, però, nemmeno avuto il coraggio di chiederle il nome, l'aveva ritrovata sui social solo qualche ora dopo, visto che lei aveva postato la loro foto e l'aveva taggato, e da lì avevano iniziato a conoscersi.

Non sapeva come sarebbe andata, ma sicuramente ci sarebbe andato piano e con calma, vista la relazione tossica dalla quale usciva. Però era già consapevole che Sabina fosse l'esatto contrario di Mia. Era dolce, simpatica, empatica e la sua bellezza era capace di toglierti il fiato, cosa che accadde anche al centrocampista. Era felice con lei, come non capitava da tanto, perciò voleva vivere quel momento senza farsi particolari problemi o progetti.

Osservò i suoi amici camminare davanti a lui e sorrise vedendo Kai insultare Mason. Erano uno spasso quei due, soprattutto perché accanto a Thiago Silva e Pulisic sembravano dei veri e propri bambini.

Jorginho scosse la testa e si fermò un attimo ad ascoltare un ragazzino di non più di vent'anni che con la sua chitarra stava suonano un pezzo anni '80 molto famoso. Era veramente bravo e si chiese chissà quanti artisti validi suonavano per strada senza avere il successo meritato.

Qualcosa, improvvisamente, però, attirò la sua attenzione. Poco più in là, dietro le persone ferme ad ascoltare l'esibizione del ragazzo, vide Mia camminare mano nella mano con qualcuno. Per un momento si bloccò, non gli sembrava vero, non avrebbe mai immaginato di incontrarla quel giorno, non pensava a lei da un bel po' di tempo.

Era vestita in modo impeccabile come sempre, ma i suoi capelli erano tinti di un rosso fuoco acceso, cosa che le donava un'aria ancora più dannosa, non se lo seppe spiegare, in quelle vesti sembrava essere una creatura ancora più fatale. Dopodiché spostò lo sguardo sul suo accompagnatore e sgranò appena gli occhi quando vide che lo conosceva abbastanza bene, era Phil Foden, trequartista del Manchester City e della nazionale inglese.

Fu leggermente meravigliato di vederli insieme, ma non più di tanto, sapeva che lei era andata a lavorare al City, perciò, visto tutto ciò che aveva fatto al Chelsea, era ovvio non sarebbe rimasta single per molto tempo nel suo nuovo posto di lavoro.

L'italo-brasiliano si chiese immediatamente cosa avrebbe detto Mount se avesse saputo che lei stava con un altro suo amico. Mason e Foden giocavano nella stessa nazionale e avevano davvero un bel rapporto, non ne sarebbe stato felice quando l'avrebbe scoperto, visto quanto detestava Mia per tutto. Jorginho ne era certo e quello lo fece ridere leggermente, sarebbe stato divertente tormentare un po' Mount.

Mia, come richiamata, sentì lo sguardo di qualcuno bruciarle addosso e alzò gli occhi, incontrando immediatamente quelli verdi ed espressivi di Jorginho, quegli occhi che l'avevano mandata fuori di testa, quegli occhi che aveva adorato e odiato allo stesso tempo.

Si sentì percorrere da un brivido che la colpì dalla testa ai piedi. Non riusciva a credere che lui fosse là davanti a lei, bello e dannatamente attraente come sempre. Per un momento si perse a ricordare i momenti di passione che avevano condiviso, ma si maledì immediatamente. Si chiese come poteva pensare a quelle cose dopo tutto ciò che Jorginho le aveva fatto. Non meritava di essere ancora così potente per lei, assolutamente. Lei, ormai, stava con un altro da circa due mesi, e andava tutto a meraviglia.

Lei e Phil andavano davvero d'accordo e non litigavano quasi mai, se non in rare occasioni in cui però riuscivano subito a sistemare ogni cosa. La sua vita era radicalmente migliorata da quando si era trasferita a Manchester e solo alcune volte le capitava di ripensare all'avventura che aveva avuto con Jorginho. Era stato intenso, ma lei lo odiava immensamente e gli dava tutte le colpe di ciò che era accaduto, perciò faceva di tutto per tenerlo lontano dalla sua mente.

Dopo quello scambio di sguardi, Jorginho decise di voltarsi dall'altra parte, distruggendo il legame creato dai loro occhi. Quella per Mia fu l'ennesima dimostrazione che lui era solo uno stronzo che non si meritava assolutamente nulla.

Lui riprese ad ascoltare ancora il ragazzo cantare mentre strimpellava la sua chitarra, mentre lei si girò verso Phil che le stava raccontando un aneddoto divertente che riguardava Kane e Grealish, suoi colleghi in Nazionale.

Per lei era molto difficile concentrarsi dopo aver incrociato lo sguardo con quell'uomo che le aveva fatto provare cose indescrivibili, ma si costrinse a tornare con i piedi per terra e a dedicarsi completamente al suo fidanzato che era così premuroso, dolce e comprensivo. Non poteva desiderare di meglio, se lo ripeteva sempre.

L'italo-brasiliano, invece, decise di raggiungere i suoi amici che nel frattempo avevano fatto un bel po' di strada. Non si sentiva scosso, per nulla, si sentiva stranamente felice. Pensava che rivedendola avrebbe avuto chissà quali pensieri e avrebbe rimuginato su quello che era successo tra loro, ma non successe. Lui stava davvero bene, Sabina le piaceva e proprio quel giorno aveva pure l'occasione di riallacciare i rapporti con Kepa, per tornare ad essere amici come una volta. Era finalmente e nuovamente tranquillo, dopo tanto.

Mia e Jorginho quindi, in pochi minuti, dopo essersi guardati, ripresero entrambi a vivere la propria vita, come se non si fossero mai conosciuti e vissuti.

Certe persone possono pure stravolgerti la vita, ma non è detto che facciano parte di tutta la storia, bensì solo di pochi capitoli, ma poi vanno via. Ed era ciò che successe a loro. Era stato tutto troppo grande e appassionato, ma non era destino continuasse.

Così, in una serata Londinese di marzo, ebbero entrambi la conferma che era tra loro tutto finito, e ripresero ad essere solo due sconosciuti che avevano condiviso un pezzo di vita, ma nulla di più.

*FINE*

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Nota: 2:38 ehilà, eccomi con l'ultimo capitolo. Già... Ultimo, mi dispiace tanto finirla, perché mi sono divertita tanto a scrivere questa storia. PRIMA CHE ME LO CHIEDIATE: QUESTA STORIA NON AVRÀ SEQUEL, PERCHÉ COSÌ COME NELLA REALTÀ, ANCHE NELLE FANFICTION NON TUTTE LE STORIE D'AMORE SONO DESTINATE AD AVERE UN LIETO FINE.

Detto ciò, in questo ultimo capitolo, con un salto temporale di 4 mesi, vediamo Jorginho che passeggia per Londra con i suoi amici e poi incontra Mia. Ho deciso di scriverlo in terza persona per darvi la possibilità di vedere i pensieri di entrambi nello stesso momento, spero che l'idea vi sia piaciuta.

Vediamo che Jorginho ha conosciuto una ragazza (Sabi lo so che stai leggendo, amami) e che Mia si è fidanzata con un calciatore del City. Entrambi si guardano, ma Jorginho sembra avere superato ogni cosa, mentre Mia sembra quasi rammaricata per ciò che ha perso, anche se continua a ritenerlo colpevole di ogni cosa. ODIOSA FINO ALLA FINE.

Inoltre vi ho pure messo una delle perle di Mason, così per finire in bellezza.

⚠️⚠️ ATTENZIONE, NON TOGLIETE QUESTA STORIA DALLA BIBLIOTECA, PERCHÉ DOMANI POMERIGGIO/SERA PUBBLICHERÒ I RINGRAZIAMENTI DOVE DARÒ ANCHE LE NOTIZIE SULLA STORIA PREQUEL DI MATTEO E MADI. STATE CONNESSI, CHE INIZIA IMMEDIATAMENTE UN NUOVO VIAGGIO.⚠️⚠️

Detto ciò, grazie di tutto, vi ho amato ancora di più mentre scrivevo questa storia, ma ne parlerò bene nei ringraziamenti domani. Ora vi auguro una buonanotte/ un buongiorno. Vi abbraccio, Ele 🤍

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