23°
Capitolo 23.
Caduta con tutte le scarpe.
"Jorginho decise di prendere un aereo solo per capire, una volta per tutte, cosa ne sarebbe stato di lui e Mia, sperando che quella volta, la ragazza, parlasse sinceramente e senza più sotterfugi."
Mi ero dimenticata l'atmosfera pacifica che c'è al 55 nel pomeriggio. La musica è bassissima, appena di sottofondo, e le persone che lo popolano hanno un'età molto più alta rispetto a chi lo frequenta la notte. Sorseggiare un caffè con Venere, Aura e Sophia è davvero un toccasana per la mia mente.
Sto provando a non pensare alla telefonata fatta a Jorginho. Sto provando a non pensare alla sua non risposta. Sto provando a non pensare che mi sono aperta con lui e che lui, a questo, non ha dato nessun peso. Ho il cuore stanco e non so come sia possibile. Come sono arrivata a provare tutto questo?
"Federico passa più tardi a prendermi. Ha prenotato una cena non so dove, non mi ha voluto dire nulla" Venere mi riporta sul pianeta Terra e io sorrido debolmente, sentendo la malinconia colpirmi... Un po' mi ritrovo ad invidiarla, ma perché? Vorrei che la sua normalità con Chiesa fosse anche la mia normalità con Jorge? Non credo, no?
Ma posso smettere comunque di pensarci, è chiaro che lui ormai mi detesta e non vuole avere più a che fare con me. La telefonata, seppure ora mi imbarazza ricordarla, è servita a farmi mettere l'anima in pace.
"Porca vacca, Mia." alzo lo sguardo di scatto su Aura appena sento il suo tono stupito. La vedo osservare un punto dietro le mie spalle e io le lancio un'occhiata interrogativa "Dio, girati. Subito"
Sento Sophia e Venere commentare immediatamente, ma non do loro retta. L'unica cosa che faccio è guardare dietro di me, proprio come la mia migliore amica mi ha indicato. I miei occhi si posano immediatamente sulla figura dell'italo-brasiliano che, vestito in modo semplice eppure super attraente, si sta guardando intorno.
Mi si blocca immediatamente il fiato davanti alla sua vista e lui, dopo qualche secondo, sposta lo sguardo sul tavolino a cui sono seduta io. I suoi occhi indugiano sulla mia figura per qualche secondo, come se mi stesse analizzando alla perfezione, poi sposta l'attenzione su Sophia e la saluta con un cenno della mano.
Io, dal mio canto, non capisco più nulla. Penso solo che: Jorginho è a Torino, nel bar in cui sono io e non ho la più pallida idea del perché. Potrebbe essere venuto per me? Dopo tutto ciò che abbiamo passato è venuto fino a Torino solo per me?
"Dio, è davvero più figo dal vivo." Aura mi fa sorridere con questo suo commento sincero e meravigliato, mentre io annuisco. Eccome se lo è. Una bellezza che ti toglie il fiato.
Lo vedo mentre scambia qualche parola con il barista, come se lo conoscesse, poi sospira e si avvia verso il nostro tavolo. Il cuore inizia a battermi veloce nel petto e la cosa peggiora quando si ferma accanto a me. Anche solo averlo così vicino ristabilisce quella maledetta tensione che c'è tra noi. Irresistibile e dannato, ecco cosa è per me.
"Ciao ragazze. Sophia, come va? È da un po' che non ci si vede" si scambiano una stretta di mano, confermandomi così che si conoscono, ma non me ne frego più di tanto, io continuo ad osservare solamente lui. I suoi occhi verdi e furbi, il suo corpo perfetto fasciato da un jeans scuro e da un maglioncino nero e i suoi capelli perfettamente pettinati. Immediatamente la mia fantasia inizia a viaggiare verso un sentiero che ci siamo promessi di non ripercorrere più.
"Jorge, abbastanza bene, tu? Ginevra mi ha detto che l'House ti sta piacendo e che lo frequenti spesso."
Jorginho annuisce, col sorriso che lo contraddistingue stampato sul viso "quel locale è perfetto come questo, hai fatto un ottimo lavoro" Sophia lo ringrazia per i complimenti, poi lui, finalmente, riposa il suo sguardo su di me.
I suoi occhi quasi bruciano mentre mi osservano e io devo davvero trattenermi per non prenderlo per mano e portarlo a casa mia. Sono in astinenza di lui. Che patetica che sono.
"Mia, sono venuto per parlare con te. Possiamo spostarci?" sentendo le sue parole lancio uno sguardo alla mia migliore amica che, con gli occhi, mi sta minacciando dicendo di alzarmi e andare immediatamente con lui. Vedo che anche Venere e Sophia sembrano d'accordo, nonostante non sappiano la storia che c'è dietro, perciò mi alzo e, annuendo, inizio a camminare verso fuori.
Sento i passi del centrocampista dietro di me, ma solo una volta che siamo fuori dal 55 gli rivolgo il mio sguardo. "Possiamo parlare"
Si infila le mani nelle tasche dei jeans e aggancia i miei occhi con i suoi, mentre si inumidisce le labbra prima di iniziare a parlare. "Le tue parole dell'altra notte non mi lasciano indifferente, tanto che ho preso un aereo e ho deciso di raggiungerti. Voglio solo sapere quanta sincerità c'era da parte tua"
Deglutisco immediatamente e decido che è arrivato il momento di essere sincera anche senza alcool in circolo. "Era tutto vero, pensavo tutto ciò che ho detto. Provo qualcosa per te, non ho saputo evitarlo"
"Questo cosa comporta? Che sei pronta a prendere posizione?"
Sorrido debolmente e, arresa ai miei sentimenti, annuisco piano. "Sì, voglio stare con te. E non solo per incontri di sesso random. Voglio essere la tua ragazza, Jorginho. Non voglio che nessun'altra si avvicini a te, perché sa che già ci sono io. Voglio baciarti quando voglio e fare sesso con te quando mi va, senza pentirmi, senza timore"
Lui si avvicina maggiormente a me, portando il suo viso a pochi centimetri dal mio e iniziando a sussurrare "io sono d'accordo, Mia Venturi. Sono d'accordo perché non riesco a mandarti via dalla mia testa e mi attrai come nessuna prima. Solo Dio sa quanto devo resistere per non spogliarti qua e vederti completamente persa per me"
Trasalisco immediatamente sentendo le sue parole, sia per la dichiarazione che mi ha appena fatto, sia perché stiamo trattenendo lo stesso istinto. Abbiamo lo stesso desiderio.
"Vuoi una relazione seria con me dopo tutto?" chiedo, un po' scioccata, mentre lui fa immediatamente un gesto affermativo col capo. Come sono passata dal volerlo tenere lontano per la differenza d'età, per non complicare le cose e tutto il resto, ad affrontare con lui questo discorso?
"Sì, Mia. Ma solo se lo vuoi anche tu e stavolta non scappi più da me." pronunciando queste parole la sua sicurezza vacilla un po', ma cerca comunque di non darmelo a vedere.
Avvicino maggiormente le mie labbra alle sue, mentre inizio a guardare, in modo alternato, la sua bocca e poi i suoi occhi. Mi fa impazzire. "Non voglio scappare più. Voglio te."
Sorride maliziosamente e, senza ribattere, mi fa indietreggiare fino a farmi toccare il muro con le spalle, afferra la base del mio collo con la mano e fa scontrare le nostre labbra. Mi bacia con foga e passione, come se volesse dimostrarmi che sono sua, che mi desidera, che non poteva più starmi lontano in nessun modo.
Io ricambio allo stesso modo, mentre infilo le mani sotto il suo maglione e gli accarezzo il petto. Trasalisce davanti al mio tocco e mi blocca le mani tenendomi ferma per aria, smettendo di baciarmi e osservandomi con un sopracciglio inarcato, come per rimproverarmi la mia intraprendenza, anche se in realtà so che non gli dispiace.
Nei suoi occhi vedo la voglia che ha di me e questo mi fa completamente impazzire. Mi fa sentire desiderata, bella e unica.
"Andiamo via, Jorginho. Non ne posso più di starti lontana"
Sorride in modo sbilenco, mentre posa la bocca leggerà sul mio collo e mi bacia in modo delicato, facendomi sentire i brividi su tutto il corpo. Dannazione. "Quanta fretta, Mia." mi deride scherzosamente, mentre tira fuori le chiavi della macchina, che ha sicuramente noleggiato, dalla tasca dei jeans e me le mostra "Saluta le tue amiche, ho una stanza in hotel che ci aspetta."
Gli rubo un bacio e poi, senza farmelo ripetere due volte, corro dentro il 55 per salutare le ragazze e avvisarle che sto andando via. Non ho nemmeno bisogno di parlare, il mio viso sono sicura che parli da solo. Impossibile nascondere l'effetto che l'italo-brasiliano mi fa.
*****
Lo osservo mentre chiude la porta della sua stanza ed io, dopo aver osservato il lusso dei mobili e l'ordine, mi giro immediatamente verso di lui. Non me ne frega assolutamente nulla della camera, l'unica cosa che conta, al momento, è lui.
"Finalmente soli" si avvicina a me e accarezza la mia coscia coperta dalle calze velate. Le sue dita passano leggere su di me, delicate e decise allo stesso tempo. Come diavolo ci riesce? "Quello alla reception ti mangiava con gli occhi, Mia. Peccato che non sappia ciò che facciamo insieme, non può nemmeno immaginarlo. Sei solo ed esclusivamente mia" mi lancia un'occhiata maliziosa e io ridacchio in risposta, trovandomi d'accordo.
Nemmeno l'ho visto il tizio di cui parla, ero troppo impegnata a fare il conto allo rovescia per quando saremmo stati soli.
"Basta parlare, Frello." gli tolgo immediatamente il maglione, mentre lo faccio sedere sul letto e poi mi siedo a cavalcioni su di lui. "Abbiamo già perso abbastanza tempo, non credi?"
Annuisce appena e poi inizia a baciarmi il collo per poi finire sul petto lasciato scoperto dalla maglietta leggermente scollata che indosso. È una dolce e lenta tortura, mentre le sue labbra mi baciano e accarezzano. Dopodiché, mi leva la maglia e io lo obbligo a baciarmi sulla bocca.
"Ti desidero, Mia. Voglio sentirti mia finché non ne avremo abbastanza!" è tremendamente serio che un brivido mi percorre la schiena "Voglio che dopo oggi nessuno potrà mai essere paragonabile a me."
"Vuoi sentirti dire che sei meglio di Kepa?" lo provoco, facendo diventare i suoi occhi scuri all'improvviso "Vuoi che ti dica che pensavo a te mentre lo facevo con lui? Che ho sognato che fossero le tue mani ad accarezzarmi? La tua bocca a bramarmi? Che avrei voluto fare il tuo nome?" sorrido maliziosa e, anche se vorrebbe essere fedele al suo amico, capisco che le mie parole gli fanno un certo effetto. Avvicino la bocca al suo orecchio e gli mordo il lobo leggermente, mentre faccio aderire maggiormente i nostri corpi
"Basta così." mi zittisce con un bacio quasi violento e io ricambio immediatamente, capendo di aver ottenuto l'effetto desiderato.
In poco tempo, tra baci, carezze e parole sussurrate, ci ritroviamo nudi e finalmente realizziamo il desiderio che ardeva dentro entrambi da troppo tempo. Immediatamente mi sento nuovamente completa, come se avessi sentito la sua mancanza più di ogni altra cosa.
Finalmente sento nuovamente quelle sensazioni, quella passione e quelle emozioni che solo lui è in grado di farmi provare. Mentre ripete il mio nome e mi fa sentire ancora più desiderata, mi rendo conto che sono persa per lui. Mi rendo conto che ci sono caduta con tutte le scarpe. Che non posso scappare. Che non voglio.
Vorrei sbagliarmi su ciò che sto pensando, vorrei che tutto questo fosse solo frutto del momento, del piacere che sa regalarmi, ma non è così. Mentre cercavo di stare attenta a non innamorarmi, probabilmente era troppo tardi, ed ora eccomi qua.
Completamente abbandonata a lui, che dimentico ogni cosa cattiva che ci siamo urlati contro, perché non voglio esca mai più dalla mia vita.
Nota: 2:39 ehilà, AMATEMI PERCHÉ QUESTO CAPITOLO È BOOM.
Anyway, capitolo dove entrambi mettono in tavolo le proprie carte e poi, dopo tanto, finiscono nuovamente a letto insieme, ma stavolta con il presupposto per una relazione seria. Voi che mi dite a tal proposito? Che ne pensate?
Jorginho comunque ti amo, regalatelo anche a me un Jorginho che prenda un aereo solo per chiarire con me. Sigh sigh.
Mi si spezza il cuore per Kepa, Mia ma come fai??
Detto ciò, come sempre vi auguro una buonanotte a chi leggerà ora e buongiorno a chi leggerà domattina. Grazie di ogni cosa, un bacio, Ele 🤍
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