17°
Capitolo 17.
Prendersi le proprie responsabilità.
"Vedere Kepa che piano piano iniziava a provare qualcosa per Mia, era dannoso per chi gli voleva bene, bisognava intervenire assolutamente."
Jorginho
Sono passate quasi due settimane dall'ultima volta che Mia si è presa gioco di me e, da allora, non abbiamo nemmeno più parlato. Le cose tra lei e Kepa sembra che stiano continuando ad andare avanti, e questa cosa mi dispiace terribilmente. So che il mio amico si sta affezionando a lei, lo vedo da come la guarda, ma so che per lei non è lo stesso.
Spesso capita che io e Mia incrociamo i nostri sguardi e vedo l'odio più puro nei suoi occhi, come se potesse anche permettersi di odiarmi. È lei quella nel torto, ma ancora non sembra capirlo. Assurdo come faccia la vittima a piacimento suo.
Abbiamo appena finito di ringraziare i nostri tifosi per il sostegno che ci hanno dato durante la partita, e mi giro cercando Mason che mi ha detto che avrebbe voluto parlarmi appena possibile. Lo cerco con lo sguardo e lo vedo parlottare con Kai nell'ingresso del tunnel, così li raggiungo velocemente.
"Ragazzi, che succede?" entrambi si girano completamente nella mia direzione e vedo i loro sguardi un po' preoccupati, come se non fossero sicuri che parlarmi sia la cosa più esatta. Beh se loro reagiscono così dev'essere senz'altro qualcosa di serio. "Avanti, ditemi!"
"Vogliamo parlare con Kepa... È bruttissimo vedere come si sta piano piano attaccando a lei. Ha lo sguardo che brilla ogni volta che ce ne parla ed è orrendo non potergli dire la verità, ci sembra di prenderlo per il culo" Kai decide di parlare, facendo fuoriuscire tutto il disagio che questa situazione gli sta creando
"Non volevamo farlo per te, ma non è più fattibile come cosa, Jorge." la parole di Mason mi fanno capire che anche lui nutre dentro sé lo stesso sentimento e io, per quanto difficile sia pensare al dopo, a ciò che succederà tra me e Kepa, lo capisco. Hanno perfettamente ragione.
Mi passo la mano sulla barba e annuisco sentendo le loro parole, mentre decido di prendere posizione, non potendo più evitarlo. "Gli parlerò io stesso, ragazzi. Domani andrò a parlargli a casa sua, stanotte non mi sembra il caso. Timo ha organizzato una serata a casa sua per festeggiare la vittoria, perciò lasciamo a domani direttamente. Va bene?"
Loro si scambiano uno sguardo e poi entrambi annuiscono, con espressione grave. Lo so che non vorrebbero mettermi nei casini, ma è giusto che Kepa sappia ogni cosa. Mi sono fatto ingannare da lei e non posso essere egoista per questo, devo prendermi le mie responsabilità.
*****
Mia
Kepa ha insistito perché venissi anche io a questa festa organizzata per la vittoria della squadra, a casa di Werner, ma mi sento un po' a disagio. Insomma, solitamente quando sono in mezzo a loro è solo per il lavoro, mentre senza la macchina fotografica mi sento un po' nuda.
Il portiere, però, è super carino e non mi lascia sola nemmeno per un momento, e questo mi aiuta senza dubbi. La sua mano è posata costantemente sul mio fianco o sulla mia schiena e, ogni tanto, mi stampa un dolce bacio sulle labbra. Sembra che stanotte cerchi ogni modo per avere un contatto fisico e, qualcosa, mi suggerisce che oggi passeremo al gradino successivo nella nostra relazione.
Mi giro verso destra sentendomi osservata e i miei occhi si posano su Mount e Havertz che stanno chiacchierando tra loro e, ogni tanto, guardano me. Probabilmente non hanno ancora digerito che ho fatto in modo che non parlassero con Kepa di niente, ma sinceramente non me ne importa. Potrebbero pure odiarmi a morte che non me ne fregherebbe nulla, l'importante è che si facciano gli affari loro. Invece di pensare alle loro fidanzate, Elise e Ginevra, con cui ho chiacchierato prima per pochi minuti, e passare la serata con loro, pensano ai pettegolezzi. Chi mai li capirà.
Sposto lo sguardo, per non dare loro troppa importanza, e la mia attenzione viene catturata, immediatamente, dall'italo-brasiliano. Indossa un jeans scuro e una camicia bianca, non completamente abbottonata e con le maniche arrotolate disordinatamente, è maledettamente attraente come sempre, ma non è questo che ha stuzzicato la mia attenzione, bensì il fatto che sta chiacchierando e ridendo con una ragazza che non ho la più pallida idea di chi sia.
Lei è bella, innegabilmente, con dei folti capelli ricci e castani. Fasciata in un tubino nero con lo scollo a cuore e sembra, in tutti i modi, che faccia di tutto per far sì che le sue gambe restino il più scoperte possibile. Ecco, sono queste le donne perfette per lui, visto che quelle come me non le sa trattare come meritano.
La vedo ridere sguaiatamente con aria maliziosa, dopo qualcosa che lui le ha sussurrato all'orecchio. E mi viene immediatamente un forte motto di rabbia per quanto è ridicola la scena. Che pena.
Inutile dire che lui sorride compiaciuto e con quel suo solito modo di fare da finto modesto. Ridicolo che faccia finta di non avere poi così tanta autostima, quando sa bene di essere bello e di piacere, e gioca queste due carte per ottenere ciò che vuole.
Sbuffo nervosamente e mi viene voglia di andare verso di loro e cacciare via quella gatta morta come avevo fatto con quell'altra in discoteca. La sola idea che se la porti a casa e ci vada a letto, mi manda fuori di testa e vorrei urlare per il fastidio.
"Ehi, Mimì, stai bene?" mi giro verso Kepa sentendolo pormi questa domanda e sentendo il nomignolo che mi ha attribuito. Solo mio padre mi chiamava in questo modo, quando ero piccola, e questo mi fa sciogliere per la dolcezza. Quello stronzo mi chiama puttana e lui mi chiama Mimì. "Ti sto parlando da un po' ma ti vedo assente."
Lo sguardo dello spagnolo, per un momento, mi fa sentire in colpa per averlo ignorato e aver prestato la mia attenzione a Jorginho, che da me non merita assolutamente nulla. Così, per espiare questo malessere che sento dentro, poso la mano sul suo viso e lo faccio abbassare leggermente alla mia altezza, facendo scontrare le nostre bocche e baciandolo a fior di labbra.
Per un momento lui mi sembra stranito, ma poi ricambia immediatamente, accarezzandomi le punte dei capelli. "Andiamo da me, Mia? Ho bisogno di te, ovviamente non sei obbligata a fare nulla che tu non voglia." quasi si giustifica e io scuoto la testa, cercando di metterlo a suo agio, sorridendo poi subito dopo.
"Andiamo, non mi sento obbligata a fare nulla." faccio incrociare le nostre dita e, dopo aver salutato il padrone di casa, abbandoniamo la festa.
Prima di uscire dalla villa, però, mi concedo di lanciare un ultimo sguardo a Jorginho, il quale non alza nemmeno lo sguardo, troppo impegnato a flirtare con la donna davanti a sé.
Sono sempre più convinta che averlo allontano sia stata la cosa giusta.
*****
Il modo in cui Kepa mi spoglia e mi bacia, è così dolce e romantico che non mi era mai capitato prima d'ora. Sì, non ho avuto tanti amanti, lui è solo il terzo, ma sicuramente nessuno dei due precedenti mi aveva mai trattata con tale delicatezza, come se fossi fatta di porcellana e dovesse stare attento a non rompermi.
Non fare il paragone tra lui e Jorginho è impossibile. Mentre con il centrocampista sentivo la passione più pura anche quando solo mi guardava, con Kepa vedo una dolcezza disarmante.
Mi sgancia il vestito e me lo sfila, mentre sorride osservando il mio corpo quasi nudo. Non eravamo ancora arrivati a questo punto, ma non sento nessuna traccia di imbarazzo in me. Assolutamente. Mi mette a mio agio il modo in cui mi osserva.
"Sei bellissima, lo sai?" sì, ma questo meglio non dirlo se non voglio rovinare il momento con il mio narcisismo. Mi limito a scuotere la testa e far scontrare le nostre labbra, mentre lo faccio sdraiare su di me.
Poi, come se avessi chissà quale fretta, gli sfilo il maglioncino che ha addosso e poi, subito dopo, la maglietta. "Anche tu lo sei, Kepa"
Mi bacia ancora, ma questa volta con meno dolcezza e io ricambio immediatamente, facendogli capire la mia approvazione per la sua sfrontatezza. In poco tempo, ci ritroviamo senza vestiti e mi meraviglia quando lui mi chiede se sono pronta, così gli accarezzo i capelli dolcemente, stampandogli un bacio sulla fronte e annuisco, mentre non sgancio i suoi occhi dai miei.
Il modo in cui mi guarda, non riesco a spiegarlo. Come se fosse completamente ipnotizzato da me e farebbe di tutto pur di non lasciarmi andare, come se volesse fermare questo momento, per non smettere di viverlo mai.
D'altro canto, io spero davvero che le cose tra noi non vengano rovinate da terzi, perché forse non è poi una così cattiva idea quella di provare a costruire qualcosa di serio con lui. Sentirmi apprezzata da lui.
Abbassa leggermente il viso per posare le labbra sul mio orecchio e sussurrare quanto desiderava questo momento da quando mi ha incontrata. Io non ribatto, non sapendo cosa dirgli, faccio scontrare ancora le nostre labbra e continuo a godermi le bellissime sensazioni che è in grado di trasmettermi, continuo a godermi ogni singola emozione che è capace di suscitarmi.
Mi concentro solo su di lui che è, probabilmente, l'unico che mi merita, e a cui non ho dato la giusta importanza da subito. Però non è mai troppo tardi per accorgersi dei propri errori, e posso dire che sicuramente questo è un nuovo inizio.
Nota: 13:04 ehilà ragazze, aggiornamento diurno perché ieri non ho pubblicato.
Anyway, in questo capitolo vediamo Mason e Kai che vogliono assolutamente parlare con Kepa, e Jorginho dice loro che lo farà lui stesso in prima persona, prendendosi le proprie responsabilità.
Nella seconda parte, vediamo Mia diventare gelosa nel momento che Jorgi sembra provarci con un'altra, ma poi lei va via con Kepa e, per la prima volta, finiscono a letto insieme.
Raga, lui è minuscolo vi prego. Proteggetelo voi.
Detto ciò, aspetto i vostri commenti. Ci vediamo stanotte con il nuovo capitolo. Un abbraccio, Ele 🤍
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