Capitolo quindicesimo

L'euforia di quella mattina lo seguì per tutto il giorno come un mantello. Non sorrideva così tanto dal suo primo anno, ma a differenza di quelli, questi erano sorrisi veri. Non erano rivolti a nessuno in particolare, era solo la felicità di aver volato ed essersi divertito. Lui sapeva ancora volare, la caduta era stata solo un incidente, e soprattutto, sapeva ancora divertirsi su un manico di scopa. Probabilmente molti, come Jade, avrebbero sperato in più giorni all'anno di un James così solare. Alle lezioni era stato attento e nell'ora di studio libero si era sentito particolarmente produttivo. Aveva finito il saggio di pozioni, disegnato una cartina per Astrologia e ricopiato in bella, in modo ordinato, gli appunti di Erbologia. Per l'ora di pranzo si diresse verso la Sala Grande. Oggi era uno dei giorni buoni. Si sentiva bene con il suo corpo e anche l'umore era buono. Non capitavano spesso giornate così, ma quando succedevano, era come essere investiti da un treno di positività. Decise così di permettersi di mangiare a pranzo, non molto, solo qualcosina, un po' come ricompensa per quella mattina. Era indeciso su dove sedersi. Si sentiva come uno del primo anno ai primi giorni ad Hogwarts. Eppure, in piedi sulla soglia della Sala Grande, sentiva come fondamentale la scelta di con chi avrebbe mangiato quel giorno. Una delle poche volte in cui si concedeva un pranzo, sarebbe stato un disastro sbagliare persona. Mentre si guardava intorno con le mani raccolte sulla pancia, vide spuntare un gruppo di Serpeverde. Li scrutò alla ricerca di una persona in particolare.
"Albus" chiamò alla vista della testa del fratello.
"Ciao James" lo salutò staccandosi dal gruppetto dei suoi compagni di casa "Tutto bene?"
"Ti va di mangiare con me Al?" domandò, stupendo pure sé stesso.
Albus sembrò sorpreso, ma non disse nulla, annuì semplicemente e varcò insieme a lui la porta della Sala Grande.
"Dove vuoi sederti?"
"Scegli tu, mi fido di te Al"
Albus gli fece cenno con la mano di seguirlo. Attraversarono tutta la Sala Grande fino ad arrivare sotto il tavolo degli insegnanti. Quando il fratello lo fece virare a sinistra, James capì che non si sarebbero seduti al tavolo di Grifondoro. Dopo essersi sistemato sulla panca lo vide, però, dall'altra parte della sala.
"Quindi è così che ci vedete voi, giusto?"
Albus annuì. "Bella vista eh dal tavolo Serpeverde?"
James scosse la testa. "Mi dispiace fratello, ma preferisco comunque il mio"
Erano seduti all'estremità della panca, in modo da non essere circondati da persone. Albus studiò le pietanze poste in mezzo al tavolo prima di servirsi delle polpette. Non iniziò a mangiare subito, però, guardò piuttosto il fratello, in attesa che anche lui si mettesse qualcosa nel piatto. Lui lo guardò sospettoso.
"James..." sospirò, sconsolato.
"Non mangio con te perché tu mi stia addosso. Anzi promettimi che non dici nulla sull'argomento, se no mi alzo e me ne vado" attaccò, subito in difesa.
"Solo se mangi qualcosa"
James annuì e lo stesso fece il fratello. Lentamente si servì un po' di riso con dei piselli. Albus davanti a lui, fece un cenno affermativo con la testa.
"Raccontami come va" lo spronò Albus tagliando la carne e pucciando i pezzi nel purè di patate "Che lezioni avevi oggi?"
"Incantesimi, un'ora di studio libero e due di Difesa contro le Arti Oscure" snocciolò, mentre si versava nel bicchiere dell'acqua.
"Beh ti è andata bene. La tua materia preferita e Incantesimi dove vai sempre molto bene"
James annuì. "Tu cos'avevi?"
"Brutta giornata oggi" sbuffò "Cura delle Creature Magiche, Artimanzia ed Erbologia"
"E al pomeriggio cos'hai?"
"Erbologia e poi, se Godric vuole, Pozioni"
James ridacchiò. Albus era la persona peggiore che conoscesse con gli animali e le piante. Li sapeva trattare solo da morti e secchi, motivo per cui eccelleva in Pozioni. Rimasero in silenzio per un paio di minuti per mangiare. Mentre divorava il suo pranzo, Albus controllava con la coda dell'occhio quanto effettivamente mandasse giù il fratello. Lentamente James si portava alla bocca una forchettata scarsa di riso e prima di mandarla giù la masticava a lungo. Al contrario beveva continuamente, probabilmente entro la fine del pranzo si sarebbe finito da solo la caraffa d'acqua.
"Hai già ricominciato a volare?" chiese infine Albus, mentre si serviva un secondo piatto.
James non poté fare a meno di pensare che uno sconosciuto avrebbe sicuramente indicato il fratello come il maggiore tra i due. Poneva sempre le domande e lo teneva sotto controllo, esattamente come avrebbe fatto un genitore.
"Stamattina" annuì.
Albus inclinò il capo e lo guardò storto. "Jamie, lo sai che non dovresti allenarti di mattina"
"Guarda che c'è luce"
"Potrebbe succederti qualcosa"
A James dispiacque un poco andare avanti con la conversazione, Albus sembrava seriamente preoccupato.
"Non svengo, tranquillo. E poi avevi detto che non avremmo parlato di queste cose"
Il fratello incassò il colpo senza dire una parola. James, anche se poco e lentamente, stava effettivamente mangiando.
"È nuovo quel maglione?" domandò invece "A me mamma non ha mandato nulla"
"Non è di mamma. L'ho trovato di fianco alla mia scopa oggi"
"E non sai chi te l'ha mandato? Potrebbe essere pericoloso Jamie, devi fare attenzione"
Nuovamente l'apprensione alla Albus saltava fuori. James infilzò un pisello e lo masticò il più lentamente possibile, prima di rispondere.
"Non penso. Poi è caldo, mi piace"
Gli prese la mano e glie la fece appoggiare sulla manica. Albus non poté fare a meno che annuire.
"Secondo te perché fa così caldo?" domandò allora James "I miei altri maglioni non sono così"
"No, neanche i miei" concordò "Ma magari chi te l'ha mandato ci ha fatto sopra un incantesimo per riscaldarlo. Oppure uno che si adatti alle tue esigenze e ti faccia il caldo di cui hai bisogno"
James annuì, rapito. Non aveva mai pensato ad usare la magia per i vestiti. Ma forse era una cosa più da donna quella.
"Conosci l'incantesimo?"
"No, ma sei vuoi ci posso guardare. Sono sicuro che nonna lo conosce di sicuro, è solo troppo orgogliosa per farlo sui maglioni che ci manda lei"
"Grazie" gli sorrise James, mandando giù un altro pisello.
La sua pancia brontolava e ricordò che forse era per quello che evitava di mangiare a pranzo. Gli veniva solo più fame.
"Al, sabato ci vai ad Hogsmade?" cercò di avviare una conversazione James. Era raro che avessero delle conversazioni così lunghe da soli e soprattutto senza monologhi di Albus sulla pericolosità del suo stile di vita. Era decisamente più simpatico suo fratello quando dismetteva gli abiti da crocerossina.
"Si ci vado con gli altri del mio anno" ovviamente Serpeverde, ma questo era sottinteso "Forse mi vede con Rose e Hugo nel pomeriggio tardi per una Burrobirra. Penso vogliano già iniziare a pensare ai regali di Natale"
Tipico del fratello, comprare i regali un mese prima per non dover fare la coda nei negozi l'ultimo weekend disponibile. Ovviamente James era tra quelli che compravano tutto all'ultimo, arrivando senza un'idea su cosa volesse poi effettivamente regalare.
"Tu vieni?"
"Non penso" alzò le spalle James "Allenamenti e cose così, sai no?"
Albus annuì. "Ancora convinto col professionismo, vero?"
Non c'era bisogno di una risposta. Bastava guardarlo per capire che ogni sua azione vergeva verso quella meta. Non c'era una singola cellula nel corpo di James che non stesse lavorando per entrare nella migliore squadra di Quidditch del Regno Unito.
"Ehy Al, visto che vai ad Hogsmade, mi potresti passare a prendere un nuovo pigiama e una tuta?"
Albus lo guardò confuso. "Non puoi farteli mandare da mamma?"
James scosse la testa ripetutamente. "Assolutamente no. Quelli di mamma sono grandi e imbarazzanti. Lo sai anche tu"
Il fratello alzò le spalle. "E così sia. Una tuta e un pigiama, quindi. Altro?"
"Direi di no" gli poggiò una mano sul braccio "Grazie Al"
Parlarono altri cinque minuti di quello che avrebbero fatto nel pomeriggio, mentre Albus mangiava una fetta di torta al limone e James beveva l'ennesimo bicchiere d'acqua. Nel piatto era rimasta metà della porzione di riso ma Albus fece finta di non vederla.
"Mi sa che sia ora di tornare nelle classi" constatò James.
La Sala Grande si stava riversando di massa nei corridoi. Si alzarono anche loro e recuperarono le borse abbandonate sotto il tavolo.
"Grazie per aver pranzato con me oggi, mi ha fatto piacere Al"
"Anche a me ha fatto assai piacere" gli sorrise, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Si guardarono per qualche secondo negli occhi. Evidentemente Albus era combattuto, voleva dirgli qualcosa, i suoi occhi imploravano il fratello di lasciarglielo fare. Alla fine però rimase in silenzio.
"Buon pomeriggio, allora, Jamie"
"Anche a te, fratello"
Si guardarono un attimo intorno, come per controllare di non star attirando l'attenzione di troppe persone, e poi si abbracciarono. Due pacche sulla schiena e poi si avviarono, separatamente, anche loro fuori dalla Sala Grande.

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