9 - Debito

Dopo averle tastato più volte i suoi capelli, per assicurarsi che fossero asciutti, Wladimir portò Cordelia a letto, dove gli fece togliere il telo bagnato e la fece coprire con le coperte. La ragazza continuava ad essere troppo scossa per parlare, ma i suoi occhi lo osservavano incerti. Era quasi mattino, ormai, e lui aveva del lavoro da svolgere come Principe ereditario. Ma doveva sbarazzarsi del corpo della serva in bagno. Quando ebbe finito di eliminare minuziosamente le tracce, si avvicinò e posò un lieve bacio sulla tempia di Cordelia, inebriandosi per qualche istante del suo profumo, ed uscì nella più completa discrezione.

Prima di dirigersi da suo padre, il Principe aveva un conto in sospeso con Geltrude Silentowl. Non sapeva bene come comportarsi, dato che l'unico testimone vivente era lui – escludendo la mandante dell'omicidio e la vittima. Conosceva i vantaggi della sua posizione, ed il suo resoconto degli avvenimenti , in quanto figlio dei sovrani, avrebbe avuto un valore molto più alto, anche se fosse stata un'evidente bugia.

Perché comportarsi così? Geltrude era esclusa a priori dalla corsa al trono, essendo quella generazione diritto dei Darkriver. Wladimir non capiva questa malsana idea di alternare le Casate che si succedevano al potere: e se neanche una della famiglia di turno fosse stata all'altezza?

Stava per chiedere ad una delle guardie quale fosse la stanza della giovane, quando si rese conto che sapere cosa era accaduto nel bagno di Cordelia lo avrebbe messo in una scomoda situazione. Avrebbe lasciato intendere che lei non era più pura, non più disponibile ad un matrimonio. E per quanto serbasse rabbia per quella Silentowl, non poteva compromettere il futuro del suo piccolo raggio di sole.

Cambiò direzione e si diresse alla stanza delle strategie, dove il padre gli avrebbe spiegato le varie dinamiche di come comandare un esercito a distanza.

Mentre Wladimir cercava di capire le parole complicate dell'Imperatore Barnabas, Cordelia continuava a rigirarsi nel letto. I suoi sogni erano pieni d'acqua, e lei sognava di andare troppo in basso e perdere il prezioso ossigeno che aveva in corpo, rimanendo a fondo. Quando il più vivido degli incubi le occupò la mente, si svegliò con il fiatone, come se davvero avesse bisogno di recuperare l'aria mancante.

Ricordava poco della notte precedente: la madre era entrata a sorpresa nel suo bagno, e Wladimir si era nascosto dietro la vasca, accanto a lei. Poi una serva era entrata per aiutarla, e Cordelia stava pensando a come congedarla senza destare sospetti, quando aveva sentito la sua testa strattonata e l'acqua nei polmoni. Poi nulla.

Si alzò, notando con stupore che fosse avvolta dalle lenzuola, stranamente spiegazzate, e si vestì. Il sole era già alto, e questo la mise in allarme: sapeva che la madre era ad un pranzo per cercare un valido genero, e si sarebbe indisposta se avesse visto che non era ancora pronta.

Si acconciò i capelli velocemente, per poi accorgersi che la sottoveste ed il corsetto giacevano dimenticati sul pavimento. Un pensiero le passò per la mente in un baleno, e lei cominciò a tremare. Il risveglio a tarda ora, il fatto che non indossasse la camicia da notte, il letto completamente sfatto... non poteva essere! No, Wladimir non poteva aver approfittato di lei a tal punto che...

Quando la madre bussò alla porta squittì dalla sorpresa. Doveva dirle i suoi sospetti? Avrebbe dovuto spiegare anche perché Wladimir si trovasse nel suo bagno, però. Scosse la testa, mentre si affettava ad aprire.

Lady Josefine entrò entusiasta. «Ho appena parlato con un Lord piuttosto benestante. Visto che compirai diciassette anni a breve, festeggeremo sia il tuo compleanno che il tuo fidanzamento».

Cordelia annuì, un po' delusa. Sapeva che il futuro da nobildonna le riservava questo, eppure non pensava che l'inizio della sua vita da coniugata fosse così vicino. E se poi ci si aggiungeva la notte passata con Wladimir, che avrebbe fatto? Il suo futuro marito forse sarebbe stato costretto a non dire nulla, dato che il futuro Imperatore in persona aveva avuto sua moglie prima di lui, o avrebbe gridato allo scandalo?

«Hai ancora le vampate?», chiese la donna, osservandola circospetta.

«No, madre», rispose lei, interdetta. Cosa glielo faceva pensare?

«Meglio così, allora. Stasera ti incontrerai con il tuo fidanzato, Maximilian Blackeye. Vedi di non fartelo sfuggire. Hai pranzato?».

Cordelia annuì, nonostante stesse morendo di fame. Rispondere con un 'no' avrebbe portato Lady Josefine a chiederle il motivo di tale ritardo, e la ragazza non poteva certo spiegarle come si fosse svegliata.

Lady Josefine fece un cenno freddo con la testa, come se fosse una domanda meccanica, quella che aveva appena posto alla figlia. Fece per dire qualcosa, ma un servo bussò alla porta.

La ragazza si affrettò ad aprire, e l'uomo in divisa annunciò che Lady Cordelia era stata invitata ad un tè pomeridiano, alle cinque.

«Dove?», chiese interdetta la giovane.

«Non mi è stato riferito, miss. Lady Josefine,», continuò, richiamando su di sé l'attenzione della donna, «mia signora, ho un messaggio anche per voi», dopo aver riferito che la donna era attesa per ultimare gli accorti del fidanzamento, il servo fece un inchino, congedandosi.

Cordelia sbatté le palpebre, confusa. Come poteva andare all'appuntamento quando non ne conosceva la locazione?

La madre la incitò a sbrigarsi, dato che mancava solo un'ora, ed uscì per recarsi chissà dove per continuare gli accordi per il suo futuro.

La ragazza era interdetta. Forse qualcuno si sarebbe presentato per accompagnarla, perciò prese un vestito più grazioso di quello che già indossava e si sistemò i capelli, dividendoli in trecce che si univano sulla nuca, lasciandole il collo scoperto e fresco. Alle cinque cominciò a sentirsi agitata. E se fosse stato uno scherzo?

Uscì in corridoio, forse sperando di incontrare qualche servo che si stesse avvicinando alla sua porta, ma quando svoltò l'angolo il suo braccio venne intrecciato ad un altro, più muscoloso.

«Buon pomeriggio, miss», esordì Wladimir, sorridendole amabilmente.

Il cuore di Cordelia mancò un battito. Scosse la testa, cercando di schiarirsi le idee.

«Se non erro, sono in debito con voi di un appuntamento», continuò lui guardando di fronte sé, mentre la conduceva ad una strada che la ragazza aveva percorso per l'ultima volta quattro anni fa.

La Darkriver era scissa in due: non sapeva se essere lusingata dal comportamento del Principe, che stava cercando di rimediare, o se provare un piacere perverso all'idea di potergli rendere pan per focaccia, per di più nello stesso posto dove tutto era cominciato.

Superarono le ultime stanze dell'ala Bloodwood e salirono le eleganti scale che portavano alla terrazza. Questa era esattamente come Cordelia ricordava: alta ed immersa nel verde circostante il Palazzo.

Wladimir fece il galantuomo, scostandole la sedia per farla accomodare. Si sedette poi di fronte a lei, facendo segno ai servi di servire loro il tè.

Il Principe bevve un sorso, senza aggiungere zucchero, e poi posò i gomiti sul piccolo tavolo, rivestito da una tovaglia molto elaborata e bella: sicuramente costosa. «Vi siete sentita male, stamattina?», chiese, per cominciare una conversazione.

Cordelia cercò di non apparire sorpresa o a disagio, mentre i suoi sospetti sulla notte precedente tornavano a galla. «No, perché?», cercò di domandare in tono innocente. Avrebbe fatto finta di nulla, finché lui non avesse ammesso qualcosa.

Il ragazzo cambiò posizione sulla sedia, e la guardò intensamente. «L'esperienza della notte scorsa non è qualcosa che si dimentica facilmente», rispose serio.

Era vero dunque? Cordelia si sentì morire, pensando alla reazione del suo fidanzato la prima notte di nozze. «Non ricordo nulla della notte precedente», ammise, fissandolo negli occhi. Voleva vedere se il suo sguardo avrebbe vacillato, confermando i suoi dubbi.

Il suo accompagnatore sbatté le palpebre, sorpreso. «Voi, miss, siete stata vittima di un quasi attentato alla vostra vita», disse in modo lento, per non spaventare la giovane. Lei però sospirò rincuorata: era ancora pura, ed il suo fidanzamento non sarebbe stato compromesso.

«Questa cosa vi rende più serena?», chiese scettico Wladimir.

Cordelia scosse la testa, alzando le mani. «No, no, è solo che...», ma la frase le morì in gola, ripensando a quelle fantasie campate in aria.

«Solo che?», ripeté Wladimir, incitandola a continuare.

La ragazza si ricosse, alzandosi frettolosamente per sottrarsi a quella situazione. Da lieta era diventata imbarazzata, e si odiava per aver permesso ancora una volta alle gote di infiammarsi. Non sarebbe mai riuscita a vendicarsi di lui, se ad un minimo accenno di sorriso sul volto imperiale il suo cuore avesse cominciato a fare capriole. «Con permesso, Principe, ma ora devo raggiungere mia madre per completare gli accordi del mio fidanzamento».

Wladimir annuì, facendole un gesto di congedo e non degnandola più di uno sguardo.

Cordelia fece un mezzo inchino e si defilò. Che diavolo le era venuto in mente? Perché, tra tutte le scuse che poteva dire, le era uscita quella? E perché era così ferita dalla reazione del Principe, che non aveva avuto neanche un lampo di gelosia nello sguardo? Sperava forse di essere qualcosa di più di un semplice intrattenimento, quando le donne con cui aveva rapporti non erano a Palazzo?

Bene, il fine di quell'appuntamento era stato portato a termine: rimediare all'incontro di quattro anni prima. Ora lei e Wladimir non avevano più motivo di incontrarsi e trascorrere il tempo da soli, insieme.

Cordelia si impose di abituarsi all'idea di scambiare con lui solo parole di formalità, dopo quel giorno, circondata da persone nobili a serate di feste o banchetti. Nient'altro. Non avrebbe permesso al suo cuore di correre all'impazzata come un cavallo imbizzarrito, non come conseguenza di uno sguardo intenso del Principe. No, ora le sue attenzioni dovevano essere solo per il futuro sposo, Maximilian Blackeye.

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