6 - Guerra - 2a parte
Erano passati quattro anni da quell'appuntamento che non si era mai svolto.
Wladimir aveva dovuto seppellire il fratello maggiore Edmund, vittima di un'imboscata degli Angeli. Nonostante il triste avvenimento, il giovane si era ripromesso di vincere quella guerra in nome del Principe caduto. Contro ogni aspettativa, aveva sbaragliato i nemici ed era riuscito ad uscirne glorioso, segnando profondamente l'orgoglio dei Celesti.
Ormai ventunenne stava tornando a casa, a Palazzo, dove qualcosa di più importante lo attendeva. La morte dell'erede aveva fatto ricadere l'incombenza del trono su di lui, ed aveva bisogno di stare accanto al padre, per cercare di carpirne la saggezza. In quegli anni il Regno era in fermento, anche se lontano dal terreno di guerra, molti Demoni erano andati in battaglia e mai tornati. La drasticità della situazione aveva portato alla partenza di molti nobili, che di solito si tenevano lontani dai campi di guerra. Questi avevano abbandonato tutto, rendendo le donne vedove o libere dall'impegno di fidanzamento. Per questo in quel preciso periodo lo stesso Imperatore Barnabas II aveva annunciato che non si sarebbe dovuta rispettare la regola della maggiore età delle fanciulle. Non poteva pretendere che una simile convenzione venisse rispettata, erano stati tempi duri per tutti: persino il ragazzo che avrebbe dovuto prendere in sposa la più piccola dei suoi figli, Vivian, non aveva più fatto ritorno.
L'arrivo del Principe ereditario non fece che risollevare l'umore tra le schiere di Darkriver. Cordelia era tra esse, ma non certo per conquistarlo e portarlo davanti ad un celebrante; no, lei aveva intenzione di giocarsi tutte le carte in suo possesso per fargliela pagare. Gli avrebbe mostrato ciò che aveva rifiutato quando l'aveva avuta su un vassoio d'argento.
Il corridoio dell'ala est era piuttosto in fermento, gruppi di ragazze correvano a destra e a manca per cercare di farsi belle ed intercettare il Principe prima delle altre. Cordelia era stata ad un mercato popolare, una volta – gran brutta esperienza – e sentire tutti quei gridolini non fece che farle rivivere il ricordo.
Strinse il corsetto, che ormai aveva imparato a sopportare, e prese il più bello fra i suoi abiti. Decise di non indossare gioielli, seguendo le regole della madre.
Lady Ludovice, l'Imperatrice, aveva organizzato una festa per celebrare il ritorno del figlio, ma si vociferava fosse anche per distrarsi dal vuoto causato dalla perdita del figlio Edmund. Conoscendo sua madre, Cordelia immaginava che la moglie di Barnabas sarebbe stata consolata da Lady Josefine, che avrebbe sfruttato la scomparsa di Robertine pur di avere un vantaggio.
In quei quattro anni Cordelia si era impegnata nelle lezioni di Lady Henrietta, tanto che la donna si fece sfuggire anche un mezzo complimento, un giorno. Aveva la postura di una regina, ed una bellezza spietata. Si sarebbe piegata solo per poi erigersi più alta, il tutto senza scombinare l'acconciatura ben curata.
Aveva molti spasimanti alla sua porta, e Lady Josefine sfruttava ampiamente quel favore per guadagnarsene altro. Si svolsero anche dei duelli fra i pretendenti, tutti allo scopo di far bella impressione sulla ragazza, che però non li degnava di uno sguardo. Il suo obiettivo era essere lusingata da un solo uomo, per poi calpestarlo e lasciarlo moribondo a terra.
Non si stupì neanche di quanto scalpore potesse creare la presenza di Wladimir, ma si sentì quasi dispiaciuta per quelle povere ragazze: sarebbero state usate e poi gettate, come lo era stata lei.
Infilò le scarpe ed uscì, lasciandosi guidare dalla scia di ragazze eccitate che si dirigeva nella grande sala.
Questa era illuminatissima, ma non c'era cibo: tutto lo spazio era riservato agli invitati, in parte per le chiacchiere ed in parte per i balli.
Come immaginava, la mancanza di un accompagnatore aveva richiamato molti spasimanti, come topi affamati di fronte ad un tozzetto di formaggio. Cordelia ne era sempre lusingata, e sfruttò quella situazione per attirare l'attenzione di Wladimir.
Quando Maximilian Blackeye e Timothy Silentowl cominciarono a litigare per chi dovesse avere l'onore del primo ballo, una voce diversa di intromise, ed i due si ammutolirono.
Spalle larghe, molto più alto e muscoloso di come se lo ricordava, Cordelia osservò Wladimir chiedere ai due gentiluomini quale fosse il problema. Dopo che la situazione venne alla luce, gli occhi del Principe si posarono su quelli della giovane. Nessun rossore colorò le guance, e gli occhi rimasero fissi, fieri. Le spalle non si abbassarono, in imbarazzo, ma anzi il petto andò più all'infuori, in un misto di orgoglio e soddisfazione.
«Nessuno di voi due, signori, avrà il primo ballo con questa dama», spiegò Wladimir, senza toglierle gli occhi di dosso. «Perché sarò io ad aprire le danze», aggiunse porgendole la mano, in segno di invito.
Cordelia sorrise, ammaliante. «Vi ringrazio, Principe», rispose con un inchino. Si avvicinò, senza afferrare la mano rimasta a mezz'aria. Quando arrivò molto vicina al Demone si scansò all'improvviso, affiancandosi a Maximilian Blackeye. «Purtroppo però, lord Blackeye è arrivato prima di voi», concluse con tono falsamente affranto. Il nobile in questione non perse tempo, appoggiò la mano alla base della sua schiena, mentre l'altra si intrecciava alle dita della Darkriver, e volteggiarono avvicinandosi alla pista. Grazie alle lezioni di Lady Henrietta, ballare era come respirare per lei. Avrebbe potuto passare ore a volteggiare, fare giravolte e far credere al compagno di essere lui a guidare il gioco.
Per quanto la tentazione fosse forte, non abbandonò mai lo sguardo di Maximilian. Non voleva perdere, cadere in tentazione per osservare l'espressione del Principe. Sentiva il suo sguardo sulla schiena in maniera quasi fastidiosa, ma l'esaltazione di non aver fatto errori né passi falsi, mostrandosi per una donna matura ed inavvicinabile ebbero il sopravvento. Inoltre, Lady Josefine stava osservando da lontano ogni cosa, e non avrebbe tardato a farle un resoconto dettagliato.
Cordelia ballò con tutti gli spasimanti, ma quando arrivò il turno di Wladimir, declinò l'offerta: «Vogliate scusarmi, Principe, ma sono troppo spossata per un altro giro».
Il ragazzo alzò un angolo della bocca. «Permettetemi allora di accompagnarvi fino alla vostra stanza», disse lui, offrendole il braccio.
Questa volta la ragazza non poté rifiutare, così intrecciò il braccio a quello più grande e muscoloso dell'accompagnatore e si fece guidare per i corridoi.
Accanto a sé, Wladimir poteva sentire il corpo caldo di quella che si stava facendo una donna. Non sperava in un cambiamento tanto repentino, anzi, durante quegli anni si era sempre immaginato quella timida tredicenne, alle prese con cose troppo da signore. Tornando aveva sperato che nulla fosse cambiato, e che quel tipico rossore rispondesse alla sua presenza, ma non era così. Se Cordelia era migliorata molto in fatto di bellezza esteriore, internamente era appassita. Non gli suscitava più quella curiosità, quella voglia di proteggerla da tutto e tutti. Aveva perso ciò che prima la distingueva dalla massa, ora era solo un'altra delle tante nobili di Corte alle prese con la seduzione.
Eppure sperava ancora che una parte di quell'ingenua ragazza fosse sopita, da qualche parte, in attesa del bacio del vero amore che l'avrebbe ridestata – come le storielle smielate che venivano raccontate alle bambine.
Arrivarono di fronte alla porta, ed entrambi sorrisero nel loro animo.
Cordelia pregustava il momento del congedo, quando gli avrebbe sbattuto la porta in faccia.
I piani di Wladimir erano diversi, ed ovviamente si aspettava che quel'uscio venisse chiuso: ma lui non sarebbe di certo stato dalla parte del corridoio.
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