19 - Salomone

Wladimir stava ancora cercando un libro per poter passare il tempo mentre si trovava dinnanzi la porta di Cordelia, quando un urlo lo distolse dal frugare tra gli scaffali. Riconoscendo la voce, si precipitò per il corridoio. La porta della moglie era spalancata ed il telo sporco di sangue giaceva per terra.

Wladimir imprecò. Non si era aspettato che Cordelia aprisse la porta, dopo le ore che aveva passato in solitudine. Se lo avesse saputo, non avrebbe di certo lasciato la lingua mozzata di Emanuela in bella vista.

Entrò come una furia, e vide la ragazza sdraiata per terra, mentre una serva le faceva aria con un vassoio. Le mani della donna in divisa erano macchiate di rosso, ed intuì che fosse stata lei a trovare il telo. Considerando che non aveva avuto mancamenti ed il colore del volto non era verdognolo, Wladimir le ordinò di prendere il telo ed il suo contenuto e bruciarli.

Prese in braccio Cordelia e la depose delicatamente sul letto, per poi bagnarle la fronte con un pezzo di stoffa zuppo. Dopo qualche minuto, decise di recidersi il polso e farle bere il suo sangue, ma la moglie non reagiva, non deglutiva. Allora Wladimir si riempì la bocca del suo stesso sangue, e si chinò a baciarla, facendo passare la propria linfa per le delicate labbra di lei. Fu costretta a mandare giù il fiotto di sangue, riprendendo lievemente coscienza.

Il Principe si staccò, sollevato, e si sedette su una poltroncina lì vicino, in attesa che Cordelia si svegliasse del tutto. La sentì tossire e si avvicinò, dandole delle pacche sulla schiena come se fosse stata una bambina.

Quando vide gli occhi di lei scrutarlo, si ricordò della scenata di Emanuela. Si tirò su, e le disse: «Stai bene, finalmente. Se ti servisse una serva, in fondo al corridoio c'è la Signora Mariella che conosce l'inglese, rivolgiti a lei».

Fece per andarsene, per non invadere troppo il suo spazio, data la situazione di qualche ora prima, ma si sentì afferrare la mano. Si voltò, stupito, e vide Cordelia osservarlo dal basso, seduta sul loro letto.

«Le hai tagliato la lingua?», sussurrò lei.

Wladimir annuì, guardandola intensamente.

«Perché?»

Il ragazzo chiuse gli occhi, non sopportando più lo sguardo indagatore di lei. Non pareva schifata od altro, nonostante lo svenimento subìto, ma non riusciva a confessarle la verità in modo così diretto, fissandola. «Ti ha ferita, con quella lingua. Il minimo che potessi fare era impedirle di ripetere una cosa del genere», disse. Poi cambiò idea, aprendo le palpebre e lanciandole uno sguardo che era puro fuoco. «La ucciderò e ti porterò la sua testa, se riuscirà a provarti che quel bambino non è mio e che non ci sono andato a letto».

Cordelia lo osservava, senza dire nulla. Era così semplice credergli, dire di sì e lasciarsi andare sul suo petto. Aveva dimenticato che era la loro luna di miele, dopotutto. «E come riusciresti a provare che quel neonato non è figlio tuo?»

Wladimir soppesò la domanda. «Farò come Salomone. Minaccerò di tagliare il bambino in due parti, e la vera madre sacrificherà la sua metà pur di non vedere il figlio morto». Sì, lo avrebbe potuto fare. Tutto, per lei.

Cordelia gli diede un pizzicotto sul dorso della mano che ancora aveva nella sua.

«Ahi!», si lamentò Wladimir, più per la sorpresa che per vero dolore. Ma non ritirò la mano.

«Salomone giaceva anche con donne che non erano sua moglie!», lo rimproverò lei.

Wladimir sghignazzò. «Allora dovrai darti da fare per sostituirle tutte...»

Cordelia alzò gli occhi al cielo, per poi tirarsi su. Fece qualche passo per vedere se era stabile, poi si voltò verso Wladimir. «Puoi chiamarmi una serva? Ho disperato bisogno di un bagno».

Wladimir annuì, sporgendosi e chiamando una donna in divisa, in perfetto italiano. Ordinò di riempire la vasca, poi diede un bacio sul dorso della mano di Cordelia, che ancora stringeva, e fece un passo indietro, in corridoio.

Cordelia sbatté le palpebre. «E tu dove vai?»

«Ti lascio rilassare», rispose lui, preso in contropiede.

«E tu hai intenzione di lasciare la tua povera moglie, appena rivenuta da uno svenimento, da sola in una grande vasca? Ma tu guarda chi ho sposato», borbottò, chiudendogli la porta in faccia.

Wladimir sghignazzò, scuotendo la testa. Era tornato a splendere, quel piccolo raggio di sole, e sapeva di poter tagliare tutte le lingue del genere femminile, pur di sentirla scherzare con lui un'altra volta. Aprì la porta, per rispondere a tono a quell'accusa, ma in camera non c'era nessuno.

Sorridendo, si liberò dei vestiti ed entrò in bagno.

La vasca era piena e l'acqua incontrava l'aria con piccole spire di vapore. La stanza, quasi più grande della camera da letto, era perfettamente illuminata da almeno un centinaio di candele e grandi lampade ad olio.

Cercò con lo sguardo Cordelia, ma non la vide. Aggrottando la fronte, stava per tornare indietro quando vide affiorare qualcosa dalla superficie dell'acqua. Capelli.

Si affrettò verso la vasca, e tirò fuori la ragazza. Ad occhi serrati e labbra schiuse, pareva dormire. I capelli bagnati e pesanti le inclinarono la testa all'indietro. Wladimir la cominciò a scuotere, ma prima che potesse anche chiamare aiuto Cordelia borbottò, in tono derisorio: «Troppo ingenuo».

Il Principe liberò un sospiro di sollievo, mentre Cordelia apriva gli occhi rideva. «Dovresti vedere la tua faccia in questo momento».

«Anche la tua», rispose Wladimir, con un sorriso divertito.

Cordelia non si aspettava una simile risposta, e gli chiese: «Perché? Com'è la mia faccia?».

Il sorriso del Principe si allargò. «Un po' troppo bagnata», e senza preavviso le tirò la testa giù, sott'acqua. La lasciò subito, mentre entrava nella vasca. Quando la testa di lei riaffiorò, le disse: «Quindi adesso siamo pari?», alludendo al suo finto annegamento.

La moglie ci pensò su. «Beh, no. Devo prima avere una tresca con un italiano».

Wladimir strinse i denti. «Provaci e gli taglio le...», ma la sua frase fu coperta dalle risate sguaiate di lei. «La violenza ti fa così ridere?».

Cordelia si asciugò le lacrime, e a singhiozzi rispose: «No, è solo che l'espressione che hai fatto è davvero divertente». Si ricompose. «A proposito di evirazione, lo sai che ti aspetta se succede una cosa del genere di nuovo?», ed indicò la porta, alludendo però ad Emanuela.

Wladimir impallidì. «Messaggio ricevuto, signora», sussurrò. Poi il sorriso divertito tornò. «Beh, visto che ancora sono tutto intero, direi di approfittarne».

Cordelia alzò gli occhi al cielo, rimproverandolo. «Te ne approfitti sempre».

Lui tirò su un sopracciglio. «Vorresti farmi capire che hai a disposizione tuo marito in una gran bella vasca e non vuoi sfruttare la situazione? Guarda», disse, afferrando una bottiglietta, «ci sono anche i sali». Le sventolò l'oggetto davanti agli occhi, ma a causa delle mani bagnate gli scivolò, finendo in acqua. «Beh, c'erano», si corresse.

In pochi minuti, i sali fecero effetto: una densa schiuma cominciò a ricoprire i loro corpi, mentre Wladimir sghignazzava e Cordelia sbuffava.

«Avevo detto 'bagno rilassante'», si lamentò. «Sai no, chiudere gli occhi e godersi l'acqua calda?».

«Tu chiudili pure, gli occhi, che a rilassarti ci penso io», disse il ragazzo, avvicinandosi.

«Wladimir!», lo rimbeccò lei, sentendo ciò che si trovava sotto l'acqua.

«È la bottiglietta», si giustificò lui, facendola ridere.

«Sì, come no! Quando crescerai?».

«Quindi non giochiamo?», le chiese lui, facendo sporgere il labbro inferiore.

Cordelia era visibilmente divertita, ma cercava di non dargli soddisfazione. «E a cosa vorresti giocare?»

Wladimir eliminò la distanza fra i loro corpi. «Un attimo e ti faccio vedere».

******

«Preferirei andare a nuoto», disse Cordelia, sospirando.

«Dai, sono solo ventisette giorni. Quasi un mese in cui sarai intrattabile, non riuscirò a baciarti e forse neanche a dormire. Non lo trovi magnifico?», le disse Wladimir con finto entusiasmo. Scesero dalla carrozza e si diressero al molo. Joseph era già lì, parlando in italiano con il capitano.

Cordelia sbuffò. Si era aspettata che la ciurma fosse inglese, almeno per poter comunicare un po'. Si salutarono, ed in perfetto inglese il cugino rivolse alla Principessa i suoi auguri per una vita felice e tanti piccoli eredi. «E tanta pazienza», aggiunse, mentre Wladimir parlava con il capitano. «Ce ne vuole, maritata con un uomo del genere», e le fece un occhiolino di intesa, che fece ridere la ragazza.

«Torneremo a trovarti», promise lei. «Ma prima dovranno essere stati inventati mezzi di trasporto più veloci ed indolori», aggiunse, rabbrividendo.

«Vi aspetto. Ma non portatevi dietro Wladimir, per carità!», rispose lui allo stesso tono, e risero insieme. Il Principe li osservò da lontano con un sopracciglio alzato, ma non disse nulla.

Salutò il cugino con calore, e cominciarono ad incamminarsi per la passerella di legno quando Joseph richiamò Wladimir, avvicinandosi e porgendogli qualcosa. Cordelia finse di non essersene accorta, salendo sul ponte e cominciando già a ricordare cosa aveva penato durante il viaggio precedente.

Il capitano si avvicinò alla Principessa, parlandole in italiano. Lei aggrottò la fronte, ma prima che potesse cercare di capire l'uomo nell'impeccabile uniforme, il marito le circondò i fianchi con un braccio e rispose al posto suo. Poi afferrò il bicchiere che l'italiano stava porgendo, mettendolo tra le mani di Cordelia. Un inchino, e furono soli.

«Bevi», ordinò lui.

Cordelia scosse la testa. «A cosa serve?».

«Non puoi berlo e basta?», chiese Wladimir, cercando di infastidirla.

«No, chissà cosa saresti capace di rifilarmi», le rispose, distraendosi dall'imminente e nauseante partenza.

Wladimir alzò gli occhi al cielo. «È un sonnifero, serve a rilassarti e non farti sentire le onde che si infrangono sulla nave». Ma non finii neanche la frase, che Cordelia aveva giù bevuto il contenuto del bicchiere.

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