17 - Luna di miele - 1a parte
Il mal di mare sembrava essersi impossessato di Cordelia. La cerimonia era stata stupenda, e lei aveva pianto tantissime volte, stretta nell'abbraccio di Wladimir. Ma ora tutta la sua felicità era stata rimpiazzata dalla costante nausea.
Tenendosi la pancia, disse al Principe: «Ti avviso: se anche una gravidanza è così fastidiosa, resterai senza eredi». Si sporse oltre il parapetto e vomitò.
Wladimir le corse incontro, cercando di tirarle su i capelli e calmandola. «Non sapevo soffrissi il mare aperto, altrimenti avrei organizzato un viaggio più breve».
Cordelia si pulì la bocca con un fazzoletto che il ragazzo le porse. Aveva ancora l'abito da sposa, visto che erano partiti subito dopo il ricevimento. Il pranzo era stato davvero ricchissimo, e in un primo momento le era piaciuto sul serio; ora però galleggiava tra le onde, e lei si ripromise di non mangiare più limone, che ornava la torta nuziale. «Ho già detto che te la farò pagare?», chiese, cercando di sdrammatizzare.
«Ventisei volte nell'ultima settimana, mi sembra», rispose lui, lasciandole i capelli e prendendola tra le braccia. «Riposa un po', moglie mia», le sussurrò. Le ultime due parole fecero rabbrividire Cordelia in modo davvero positivo, e per un attimo si dimenticò come fastidioso fosse l'oscillare della grande barca. «Andiamo sottocoperta», propose ancora Wladimir, prendendola per mano e dirigendosi nella loro cabina. «Tra poche ore saremo a Corte, e stasera avremo bisogno di tante energie», spiegò, facendola ridere.
La cabina era piccola ma graziosa. Lo spazio veniva diminuito a causa del letto matrimoniale che vi si trovava, che concorreva al grande scrittoio per bellezza ed intagli. Si sdraiarono, e mentre Wladimir ci mise davvero poco ad addormentarsi, Cordelia ebbe dei seri problemi con la nausea, tanto che più volte fu costretta ad alzarsi ed afferrare il secchio, temendo i conati.
Era un mese che si trovavano su quella maledetta barca, ormai, e si erano fermati solo una volta, allo stretto di Gibilterra, per rifornimenti e per pagare il pedaggio. Alla fine fu più l'esasperazione che la stanchezza, a prevalere. Ci avrebbero messo molto di più se avessero utilizzato un'imbarcazione progettata dagli Umani, ma le tecniche di navigazione dei Demoni erano avanti quasi di due secoli.
Arrivati a destinazione, qualcuno bussò lievemente alla porta ed annunciò di essersi attraccati al porto di Ostia. Wladimir scosse lievemente Cordelia, che aprì gli occhi immediatamente e, rinnovata da un'energia che non sapeva di possedere, si tirò su e corse letteralmente fuori, attraversando il ponte e la passerella. Ci mancava poco che si mettesse a baciare il suolo.
Il Principe stava ancora ridendo quando la raggiunse. «E pensa al viaggio di ritorno!».
Cordelia impallidì, ma non poté replicare perché un uomo si avvicinò, offrendo i suoi omaggi.
«Cugino Joseph», lo salutò Wladimir, stringendogli la mano. Poi gli presentò la ragazza, definendola orgoglioso come "mia moglie", e facendola arrossire.
L'ormai Principessa non riuscì ad inserirsi nella conversazione fra i due uomini, in realtà ci capì davvero poco, perché i due cominciarono a parlare italiano. Sembravano piuttosto legati, e riconobbe sul volto di Joseph dei tratti del marito.
Con una carrozza vennero portati in un bellissimo castello, anch'esso medievale, appena fuori le mura di Roma. Per quanto non fosse grande quanto il Palazzo, vantava delle opere d'arte magnifiche, da mosaici a dipinti. Qui il colore blu sembrava avere lo stesso peso degli altri, a differenza del Nuovo Mondo.
Si trovò stupita ad osservare come ci fossero anche alcuni Umani nel castello, che si comportavano come se non fossero tra Demoni.
«Mecenatismo», le sussurrò Wladimir, vedendo il suo sguardo tra l'incantato ed il dubbioso. «I più grandi artisti vengono invitati a Corte ed attraverso le loro opere elogiano la famiglia regnante, noi Bloodwood. In cambio ottengono protezione».
Joseph – o come lo salutavano i nobili che incontravano lungo la strada, Giuseppe – fece fare loro un giro dettagliato del castello, e poi li condusse alla loro stanza. Salutò cordialmente e frettolosamente si allontanò, per poi afferrare il braccio di una ragazza, intimandole di andarsene.
Cordelia la osservò, rapita. Era davvero bellissima, con i capelli neri e lisci che le incorniciavano il viso e le labbra piene. Indossava un vestito più attillato della norma, che fasciava in modo morbido le forme generose. Non dubitava che tutti gli sguardi maschili venissero calamitati da quella silhouette, quando faceva il suo ingresso in sala. Chiunque avrebbe desiderato una relazione con lei. La ragazza si dibatté, ed il suo sguardo cadde su Cordelia, per poi spostarsi di qualche centimetro.
«Vladimiro!», chiamò, ed il Principe si bloccò con la maniglia ancora in mano. Si voltò verso la voce, ed imprecò.
«Aspettami qui», chiese a Cordelia, per poi avvicinarsi a quella ragazza. Cominciarono a parlare in italiano: la Demone pareva supplice, ma lui era irremovibile. Più volte lei si voltò a guardare Cordelia, studiandola. Poi i suoi occhi tornarono su Wladimir, e si riempirono di lacrime. Nonostante non conoscesse l'italiano, la Principessa capì dal tono del marito che lui stava imprecando.
Tornò dalla Darkriver, fingendo indifferenza. «Joseph mi ha chiesto se vogliamo una festa, stasera, ma non credo di sopportare troppo la Corte, qui».
Cordelia annuì, osservando quella ragazza andarsene via stizzita. «Chi è?», chiese.
«Una nobile», rispose vago. «Joseph mi ha offerto i suoi cavalli migliori, se domani vogliamo andare ad osservare i dintorni».
«La conosci?», non demorse lei. Un presentimento cominciò ad essere sempre più opprimente.
Wladimir la spinse gentilmente oltre la porta, per poi chiuderla. «Sì», rispose rassegnato.
Cordelia chiuse gli occhi, sibilando: «Ci sei andato a letto?».
«No».
La ragazza fece un lungo respiro, aprendo nuovamente le palpebre. Wladimir le prese il volto fra le mani. «Lei era interessata, io no. Solo qualche bacetto».
Lei le rivolse uno sguardo duro. «Qualche bacetto dove?». Sbuffò. «Non fare quella faccia innocente, so bene dove avresti il coraggio di mettere quelle labb...».
«Sulla bocca», la anticipò. Un altro profondo respiro. «E prima che tu me lo chieda, è stato durante la guerra con gli Angeli».
«È il nostro viaggio di nozze, e non ho intenzione di farmi ingelosire da una ragazza con cui te la facevi prima di frequentarmi». Lanciò uno sguardo a Wladimir, che in realtà guardava il pavimento, a disagio. «Perché stiamo parlando della prima guerra con gli Angeli, vero?». Non ricevere risposta la fece indispettire, e si scrollò le mani di lui dal volto.
«Amore...», provò Wladimir, tentando di scusarsi.
«Non chiamarmi "amore"!», ringhiò. Respirò a fondo qualche volta. «Va bene. Non ho sofferto tutti questi giorni la marea per poi venire qui ed avvelenarmi. Fa' in modo che quella puttana mi stia alla larga». Wladimir la guardò allibito. La Cordelia gelosa era davvero una furia, era un lato di lei che non conosceva affatto.
Senza pensarci troppo, Cordelia aprì la propria borsa e cercò la camicia da notte. Si sentì stringere da dietro, e stava per dire cose poco carine nei confronti del marito, quando questo le sussurrò all'orecchio. «Mi dispiace. Sono stati due anni di lontananza, e tu mi mancavi terribilmente. Credevo di riuscire a distrarmi con lei, ma mi ci è voluto un bel po' per capire che sei insostituibile».
Cordelia chiuse gli occhi. Lo conosceva abbastanza per capire che non stava mentendo, ed era divisa tra il rammarico di averlo saputo con un'altra ed il sollievo di aver appreso che si era trattato solo di baci. Si morse il labbro. Una seconda opportunità andava data a tutti, no? E poi era la sua luna di miele, sarebbe stato il caso di non perdonarlo ed avere il ricordo amaro di quel viaggio per tutta la vita?
«Adulatore», lo rimproverò, e lui le diede un lieve morso sulla spalla, senza farla sanguinare.
«Conosco un bel modo per farmi perdonare», disse in tono malizioso. Tastò il vestito nuziale di Cordelia, non riuscendo a capire come si aprisse. Quando arrivò al fianco, uno ago lo punse. «Ahi!», esalò, indietreggiando.
Cordelia fece una leggera risata. «Questo è il modo di tua madre di punirti!». Armeggiò con l'ago, che in realtà faceva parte di una spilla. La sfilò e la fece vedere a Wladimir.
«In effetti è sua», constatò lui, riconoscendo l'intreccio di pietre rosse che creavano una rosa. «Gliela diede nonna Bloodwood per le nozze».
«Secondo ciò che mi ha detto, dovevo indossare qualcosa di vecchio», ed indicò la spilla scarlatta, «qualcosa di blu», e si sfilò una molletta dai capelli, «e qualcosa di prestato».
Wladimir alzò un sopracciglio. «E questo "qualcosa di prestato" cosa sarebbe?».
Cordelia sorrise, scuotendo la testa.
Il Principe allora si fece più vicino. «È una sfida?». Non ricevendo risposta, disse: «Vorrà dire che lo cercherò», e appoggiò le mani sui fianchi della moglie.
Lei alzò gli occhi al cielo, ed infilò una mano nel corsetto.
«Volevo trovarlo io», la rimproverò Wladimir. «Quello era il primo posto in cui avrei guardato».
La ragazza ne estrasse un fazzoletto, che fece inarcare un sopracciglio al marito. Lo afferrò e lo esaminò, per poi trovarci cucite sopra le iniziali WB. Guardò la moglie, cercando di capire, e quando la soluzione gli venne in mente, i suoi occhi si illuminarono.
«Lo hai tenuto per tutto questo tempo?», le chiese, stupito.
Cordelia annuì.
Le diede un bacio sul naso, sorridendole. «Perciò... sono perdonato?».
«Beh», disse lei, roteando gli occhi e facendogli il verso, «in quanto membro della famiglia reale uno dei miei compiti è assicurarmi della salute del popolo. Quindi, ora siete di primaria importanza ».
Lui rise, abbracciandola e baciandola con passione. Non si era reso conto che quello era stato il loro primo vero incontro, e che erano dove erano solo grazie alla sorellastra cattiva ed alla bambola rovinata.
Cordelia afferrò la mano che aveva capito dove si aprisse il vestito. «Ma niente sesso», ammonì.
Wladimir imprecò, lanciandole uno sguardo molto simile a quello di un bambino a cui viene negato il dolce.
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Lo so che avreste voluto qualche scena del matrimonio, ma non volevo appesantire la narrazione. Questa storia è nata come una raccolta di eventi della vita di Cordelia che la portano ad essere una piccola Lady Josefine in Deimon, quindi ho preferito sorvolare - magari approfondirò la cerimonia con un altro matrimonio di personaggi nella storia principale, chissà *faccina pensierosa*
Il prossimo capitolo sarà un po' pieno di feels, quindi preparatevi psicologicamente ad indignarvi! Yee!
Inoltre, vorrei ringraziarvi. Stamattina mi sono svegliata, e mezza assonnata non riuscivo a credere che un semplice spin-off fosse terzo nella classifica. Davvero, siete fantastiche e devo trovare il modo di ringraziarvi come si deve... idee?
Varura
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