16 - Eternità
Wladimir dormiva sereno. Il suo braccio faceva da cucino alla testa di Cordelia, che lo osservava rapita. Era impossibile che fosse suo, nonostante la notte precedente ne avesse avuto la prova. Il Principe era stato delicato, e le aveva fatto provare emozioni stupende, che non credeva neanche esistessero. Le loro bocche non si erano lasciate un attimo, come se volessero divorarsi a vicenda, diventare una sola cosa.
Wladimir borbottò qualcosa nel sonno, e Cordelia si alzò per lasciarlo riposare in pace. La curiosità di sapere cosa avesse recapitato il servo, la sera prima, fu tanta. Perciò si avvicinò e prese in mano il fagotto.
Delle braccia la avvolsero, da dietro. «Che fai, scappi?», chiese il Principe con tono assonnato, affondando il proprio viso nell'incavo del suo collo.
«Questi sono vestiti», disse Cordelia, accusandolo. «Perché non li hai indossati quando li hai avuti, senza fare storie?».
Un bacio sulla spalla. «Ero impegnato».
Cordelia ricordò come lui si fosse lamentato tanto di non aver nulla da mettere, quando in realtà gli erano stati portati pantaloni, camicia ed addirittura scarpe. «Impegnato a far cosa?», non sapeva se essere divertita o contrariata.
Wladimir la fece voltare, baciandola. «Vieni qui che te lo mostro».
******
«Ne sei sicuro?», chiese Wladimir per la millesima volta.
«Ti dico di sì», rispose scocciato Gideon. Da quanto suo fratello gli rivolgeva la stessa domanda? «Le piacerà, fidati». Lo sguardo del giovane venne attirato dalla sorella che entrava nella sala comune, dove i due Principi si trovavano, seduti su uno dei tanti tavoli. «Chiedi a lei», disse, indicandola e sperando di riuscire a scrollarsi di dosso il fratello. «È una donna. Sai, no, sensibile, romantica... quella roba là, insomma».
Vivian si sedette al posto di Gideon, che si era alzato ed era uscito dalla sala in tempo record. «Ma che ha?», chiese lei, aggrottando le sopracciglia.
«Ormoni», rispose Wladimir, alzando gli occhi al cielo. «A quanto pare non va in India solo per i cammelli».
La Principessa lo guardò, divertita. «In India non ci sono i cammelli».
Il fratello sbuffò. «Sì, insomma, hai capito».
La ragazza lo vedeva intrattabile, e spesso con la testa fra le nuvole. Quella Cordelia era davvero una mano santa, per lui. Il discorso che stavano facendo doveva riguardarla, se si comportava in modo così strano. «Qual è il problema?».
«Il matrimonio sarà domani, ma ancora non ho deciso dove portarla in luna di miele. E se poi non le piace?».
Vivian era davvero sorpresa. Da quando Wladimir X Bloodwood si preoccupava di cosa pensasse la gente? La cosa doveva essere seria. La ragazza cominciò a pensare a delle probabili mete, e poi batté le mani, estasiata, guardando il fratello. «L'Italia al momento è al suo massimo splendore. Ho sentito dire che abbia dato inizio ad un movimento chiamato "Rinascimento", che è così sublime da influenzare l'Europa intera».
Wladimir sbuffò. «Sì, tutto molto bello. Ma Gideon mi ha detto che sarebbe andata pazza per l'Oriente».
Vivian arricciò il naso. «Sì, a prendersi le zecche e a farsi mangiare dalle zanzare. Noi lo beviamo il sangue, non ce lo facciamo mica stillare da minuscoli insetti». Si osservò la candida pelle, pensando con orrore a cosa sarebbe diventata alla mercé di quelle sanguisughe alate.
«Non mi aiuti così».
«Perché non fai decidere a lei?», chiese la ragazza. Sicuramente a Cordelia sarebbe piaciuto organizzare la luna di miele.
«Per due motivi. Numero uno: la madre», e qui Vivian rabbrividì. Conosceva la reputazione di Lady Josefine, e non era necessario dire anche il punto due. Il primo era già abbastanza convincente. «E poi voglio che sia una sorpresa».
La Principessa aprì la bocca, in un'espressione piuttosto infantile. Era cresciuta, ora aveva quasi vent'anni, eppure si lasciava spesso andare, come se fosse ancora la più piccola della famiglia. «Mio fratello non si preoccuperebbe mai di compiacere una donna fuori dal letto. Facciamo finta di nulla: tu continui ad inscenare la parte di Wladimir, ed io non dirò niente. E non dirmi dove hai messo il cadavere!».
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo, ma rise. «Perché mi fissi e sorridi come se fossi una mela caramellata?».
Vivian scosse la testa, ed allargò il sorriso. «Non fartela scappare, ti sta rendendo davvero felice».
Anche Wladimir arricciò gli angoli della bocca. «Non ho intenzione di lasciarla neanche fra due millenni». Poi indicò gli occhi adoranti della sorella. «Ed è inutile che fai così, non ti porterò nulla come souvenir».
Vivian alzò gli occhi al cielo. E allora perché era venuta qui ad ingraziarselo? «Ma Cordelia lo sa che sei così cattivo?», chiese, mentre Wladimir sghignazzava.
«Me l'hanno detto, in effetti», rispose la diretta interessata, avvicinandosi al tavolo. Lei e Vivian si scambiarono un sorriso, e poi la Principessa si avvicinò.
«Sorella!», la chiamò, sorridendo forse un po' troppo. «È vero che tu e Wladimir mi porterete qualcosa dal vostro viaggio?».
Cordelia sbatté le palpebre, capendo che la lusinga di Vivian era solo per interesse. Quella ragazza però le stava simpatica, ed era riuscita a sollevarle un po' il morale quando Wladimir era in guerra. «Ma certo, tutto quello che vuoi».
Wladimir roteò gli occhi, e non appena la sorella se ne fu andata, disse a Cordelia: «Non ho intenzione di portarle neanche un misero pezzo di ceramica».
«Fai il bravo», ammonì lei, dandogli uno schiaffetto sulla mano che si stava depositando sulla propria schiena. «Tua madre vuole vedere come hai sistemato l'abito da cerimonia».
«Ha due buchi per i piedi e mi pare anche due per le mani. Ne sta facendo una tragedia, magari domani verrai pure portata all'altare da un cavallo», disse lui, cambiando posizione sulla sedia ed osservandola.
Cordelia rise, ma prima che potesse rispondergli le porte della sala si aprirono, e Lady Ludovice fece il suo ingresso. «Oh, siete qui. Wlad, vai a prendere il vestito e provalo: voglio vedere che hai combinato quando ti ho lasciato carta bianca! Cordelia, tesoro, perché non vai a riposarti? Domani dovrai alzarti presto per tutti i preparativi».
La ragazza obbedì, mentre Wladimir sospirava. «Sicura che non sia il vostro matrimonio, madre?».
«No, ancora meglio, è il tuo!», rispose giuliva, mentre i suoi occhi lo fissavano fieri. Aveva le stesse fossette sulle guance di Gideon, che la rendevano molto più dolce di quanto già non fosse.
Wladimir non poté non constatare come l'imminente matrimonio con Cordelia avesse rallegrato tutti. Quel piccolo raggio di sole riusciva a scaldare un'intera famiglia. Si tirò su ed offrì il braccio alla madre, per poi dirigersi tutti e due nella camera di lui. Da quando era tornato dalla guerra, tre mesi prima, Cordelia era tornata nella propria stanza, nonostante le sue proteste.
«Ho sentito dire che in Europa sta spopolando la moda di far indossare alla sposa qualcosa di blu, qualcosa di vecchio e qualcosa di prestato. Che ne pensi?», chiese l'Imperatrice, mentre il sarto faceva indossare i pantaloni al figlio.
«Chiedete direttamente a Cordelia, non saprei rispondervi». Wladimir infilò anche la giacca, ed il servo fece un inchino a lavoro finito.
La donna si avvicinò e tirò un lembo della camicia, suggerendo al sarto di accorciare i contorni. «Hai già deciso dove portarla?».
Wladimir scosse la testa. Quella domanda lo assillava da un mese ormai. «Vecchio Mondo, ma ancora non so precisamente». Alzò il mento, affinché l'uomo potesse cucire.
«Io e tuo padre non ci allontanammo troppo, a quei tempi la Corte risiedeva in Germania. Decidemmo insieme di andare in Grecia, Barnabas e il suo amore per l'ellenismo!», inveì giocosamente, facendo ridere Wladimir, che per fortuna non si punse con lo spillo che aveva sul colletto.
«Vorrei stupirla», confessò lui, tornando pensieroso.
«Alla fine poco importa la meta. Sarete insieme, da soli. Non è questo che vuoi?».
Wladimir si sfilò la giacca, che il sarto prontamente prese tra le mani. «Fosse per me, la rapirei e mi nasconderei con lei in un posto sperduto, lontano da tutto e tutti».
L'Imperatrice sorrise teneramente. Suo figlio era davvero innamorato. Quante volte aveva sperato che l'ennesima ragazza che si portava a letto riuscisse a far breccia nel suo cuore? Era arrivata anche a considerarlo un caso perso, e poi una modesta Darkriver era arrivata e lo aveva cambiato nel figlio che lei aveva sempre desiderato diventasse. Un uomo maturo abbastanza da non distrarsi da troppi elementi del genere femminile. Un uomo capace di tenere le redini dell'Impero.
Cordelia era una ragazza semplice, e Lady Ludovice la apprezzava per questo. Sapeva che aveva avuto un'infanzia difficile, con la morte del padre e della sorella e la forzata convivenza con la sorellastra, ma ne era uscita una persona davvero sorprendente. Mildred e sua madre erano partite per il Portogallo anni prima, e la donna sperò di non doverle incontrare al matrimonio. Ne aveva parlato con Lady Josefine, ed entrambe si erano trovate d'accordo a non invitarle, cercando di tenerle lontane da Corte.
Quando Wladimir si fu rivestito, sua madre decise di lasciarlo riposare. Presto il sole sarebbe scomparso, rendendo la notte ansiosa per i due novelli sposi. Avevano bisogno di tutto il tempo necessario per dormire. Era al limitare della porta quando richiamò l'attenzione del figlio. «Ricorda», gli ordinò in modo materno, «non avere fretta. Noi Demoni abbiamo a disposizione l'eternità, ma ce lo dimentichiamo troppo spesso».
Il Principe annuì, sorridendole grato, ed una volta che la donna fu uscita si sporse a chiamare una guardia. «Dite a Lord Joseph Bloodwood di tenersi pronto per domani». L'uomo in armatura si allontanò per eseguire l'ordine.
Wladimir si sdraiò sul letto, continuando a chiedersi se l'appena presa decisione di recarsi da Joseph Bloodwood per la luna di miele, alla Corte italiana, sarebbe piaciuta a Cordelia.
------
Solo io quando Wlad ha detto "non la lascio neanche tra due millenni" avevo la faccina tipo "sììì tesoro, ceeeeerto"? Ditemi che non sono sola!
Che ne pensate di questo nuovo capitolo? C:
Varura
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top