13 - Ingenua

L'acqua era piacevolmente tiepida, ed avvolse le membra irrigidite di Cordelia con delicatezza. La ragazza si rilassò, cercando una posizione comoda nella grande vasca, e cominciò a pensare a ciò che aveva appena gustato. Il sangue di Wladimir era buonissimo, caldo e... speziato, forse? Sorrise, pensando che ne avrebbe potuto avere per sempre, come sua Imperatrice.

Stentava ancora a credere che il Principe avesse scelto lei. Aveva schiere di donne ai suoi piedi – Darkriver e non – ma quella sua domanda l'aveva fatta sentire viva, importante. Non sapeva nulla di politica, ma avrebbe avuto un valido maestro al suo fianco.

Prese un lungo respiro ed immerse completamente la testa, ravvivandosi i capelli. All'improvviso, uno spostamento d'acqua la colse di sorpresa, e fece riemergere il capo. Urlò.

Wladimir, dall'altra parte della vasca, ghignava divertito. L'acqua gli accarezzava le spalle, coprendo tutto tranne il collo e la testa. «È incredibile come una creatura così piccola possa avere così tanto fiato nei polmoni». Si stava seriamente godendo il momento, mentre Cordelia raccoglieva le gambe e si appiattiva contro l'angolo alle sue spalle.

«Che ci fai qui?». L'imbarazzo era alle stelle, ed i suoi pensieri non erano direzionati verso il perché della sua presenza, ma su ciò che l'acqua nascondeva. Scostò lo sguardo, a disagio. Non le era mai capitato di fare pensieri simili, ed aveva paura che Wladimir glielo leggesse in faccia, peggiorando la situazione.

«Visti i precedenti, ho pensato che fosse necessario tenerti d'occhio nella vasca». Probabilmente aveva scelto accuratamente quelle parole, e la ragazza si sentì sprofondare.

Le venne voglia di uscire, ma non poteva: gli occhi del ragazzo erano puntati su di lei. Il Principe la guardava, con un sorriso divertito, e lei non faceva che arrossire ed arrossire. Il suo cuore avrebbe potuto avere un arresto da un momento all'altro, per come batteva forte. Forse l'acqua avrebbe cominciato ad incresparsi, secondo le pulsazioni di quel muscolo.

Stava ancora fissando da un'altra parte – precisamente il tremolio di una candela – quando una mano le sfiorò il polpaccio. Il suo urletto provocò una risata. «Come siamo agitati», sussurrò Wladimir, avvicinandosi.

«Esci!». Non poteva essere. Chiuse gli occhi, per nulla intenzionata a guardarlo fuori dall'acqua, ma lui non si mosse. «Dovrai pur uscire», constatò Cordelia. «L'acqua si raffredderà, prima o poi».

«Non credo: arrossisci così spesso che potremmo restare qui per giorni, senza battere i denti». Sghignazzò. La osservò per un po', mentre la ragazza alternava pensieri sconvenienti ad omicidi.

Wladimir sospirò. «La tua ingenuità è disarmante. Se usciamo contemporaneamente dall'acqua, saremo pari, no?». Era serio, ora, e Cordelia si trovò ad annuire, grata di quell'accordo.

«Al mio tre», disse lui. «Uno, due, tre!».

Un increspamento dell'acqua, e la giovane si ritrovò l'unica ad essersi tirata su, mentre Wladimir rideva di gusto. Lei mise il broncio, imbarazzatissima, e stava per uscire stizzita – dato che ormai il danno era già fatto – quando sentì il ragazzo muoversi. Alzò lo sguardo ed incontrò i suoi occhi, mentre il sorriso non accennava ad andarsene dalle labbra.

«Troppo, troppo ingenua», sghignazzò.

Erano in piedi, una di fronte all'altro. I capelli di Cordelia erano bagnati, e gocciolavano sulla sua schiena, facendola rabbrividire. Non osava abbassare lo sguardo, cercando di concentrarsi sul viso di Wladimir.

Sentì la mano di lui sul fianco e, di riflesso, lo spinse via, scoprendo il corpo dalle braccia che cercavano di proteggerla dagli occhi del Principe. Inaspettatamente, il ragazzo scivolò, battendo la testa contro il bordo della vasca ed inabissandosi nell'acqua. Da lì, Cordelia poteva vedere solo una macchia indistinta rosa sul fondo. Si buttò dentro, incurante degli schizzi che avrebbero bagnato il pavimento, ed afferrò la testa di Wladimir, tirandola su.

Aveva gli occhi chiusi e delle goccioline continuavano ad attraversargli il volto, rendendo difficile alla ragazza la presa. Lo scosse, chiamandolo, ma lui non reagì. Quando si accorse che non respirava, andò nel panico. Forse avrebbe dovuto chiamare aiuto, non sarebbe mai riuscita a tirarlo fuori dalla vasca. Ma come poteva? Urlare era fuori discussione, nessuno l'avrebbe sentita, e non poteva allontanarsi, o la testa del ragazzo sarebbe andata di nuovo giù.

Sentì i propri fianchi essere afferrati, mentre Wladimir apriva gli occhi e ripeteva, sussurrando: «Troppo ingenua».

Il sollievo che sentì durò solo per un minuto, perché lo spavento di poco prima ebbe il sopravvento, facendola scoppiare a piangere. «Io... credevo che...».

Wladimir scosse la testa, accarezzandole una guancia. «È tutto apposto», sussurrò, ma quando fece per avvicinarsi, lei si scansò brutalmente.

«Stammi lontano!», cercò di dire in modo furioso, ma le lacrime ed i singhiozzi resero le parole fievoli.

«Era solo uno scherzo, dai...».

Lei si scostò, troppo scossa, ed incurante di lui uscì e si avvolse in un telo, dirigendosi in camera. Prima di varcare la porta, Wladimir la abbracciò da dietro, facendola sussultare: non lo aveva sentito uscire dalla vasca.

«Scusa», sussurrò serio contro la sua nuca.

Per quanto amasse sentire il calore di lui intorno al corpo, aveva passato il limite anche per Cordelia, che di solito si riteneva una persona paziente. Gli scherzi erano leciti, ma di certo non di quel tipo. Se lo scrollò di dosso, tornando in camera ed occupandosi del camino. Ci mise molto più del previsto, cercando di restare impegnata mentre lui si asciugava e si rivestiva.

La porta si aprì senza preavviso. «Cordelia, l'Imperatrice ci ha appena invitate...», ma Lady Josefine si bloccò all'improvviso di fronte a ciò che aveva davanti agli occhi: la figlia avvolta solo da un telo ed il Principe che si stava infilando i pantaloni. Fece per dire qualcosa, ma poi Wladimir alzò le mani e cercò di giustificarsi e la donna uscì, semplicemente e senza aggiungere altro.

Il ragazzo finì di vestirsi e lanciò un'occhiata a Cordelia, ancora scossa, prima di defilarsi in corridoio. La Darkriver non sapeva che dire, quando la madre sarebbe tornata. Le avrebbe fatto una scenata, sicuramente, dicendo che non avrebbe dovuto avere rapporti prima del matrimonio, anche se si trattava di un membro della famiglia imperiale. Non avrebbe sentito ragioni, e non le avrebbe creduto sul fatto che avevano solo fatto il bagno, nulla di più.

Attizzò il fuoco e cominciò a vestirsi anche lei. Si stava stringendo il corsetto quando Lady Josefine entrò di nuovo, stavolta bussando. Cordelia alzò gli occhi al cielo, pensando tra sé e sé che avrebbe dovuto farlo anche prima.

Si avvicinò alla figlia, che si aspettava come minimo una sfuriata, ma inaspettatamente la donna le porse un bicchiere. «Bevi», ordinò.

Cordelia obbedì solo per non far alterare la madre, che temeva potesse scoppiare di rabbia da un momento all'altro. Mentre ingollava l'ultimo sorso, sentì la donna dire: «Serve per non rimanere incinta».

La ragazza si strozzò, presa in contropiede, e per poco non sputò tutto fuori.

Austera, Lady Josefine fece finta di nulla, continuando a spiegare: «Devi prenderne un bicchiere entro un giorno dal rapporto. È la prima e l'ultima volta che provvedo io, d'ora in poi dovrai occupartene da sola». Cordelia si rilassò: unico momento imbarazzante con la madre, e per giunta senza aver fatto nulla. «Rivolgiti al dottore, quando serve». La ragazza annuì, mordendosi il labbro per non ridere dell'assurdità della vicenda.

«L'Imperatrice ci ha invitate questa sera ad una cena intima, per conoscere la famiglia del tuo fidanzato». Solo a Cordelia era parso che avesse calcato la parola 'intima', come un velato rimprovero? Non venne detto più nulla, e Lady Josefine si eclissò, non prima di aver detto, sulla soglia: «È inutile che ti dica che una gravidanza prima del matrimonio ti renderà lo zimbello della Corte, Principessa o non Principessa».

Tra l'imbarazzato ed il divertito, la ragazza scelse un abito adeguato ad una cena con la famiglia imperiale. Alle otto, un servo bussò e la scortò in terrazza. Cordelia non poté non ricordare l'ultima volta che c'era stata, e come Wladimir forse apparso freddo dopo la notizia del suo fidanzamento con Maximilian.

Un grande tavolo faceva mostra di sé, imbandito con il miglior servizio che Cordelia aveva mai visto. A capotavola si stava accomodando l'Imperatore, alla sua sinistra la moglie, alla destra il figlio. Lady Ludovice la vide e la salutò, mentre la ragazza faceva un profondo inchino.

«Vieni pure a sederti, mia cara!», la invitò, indicando il posto accanto a Wladimir. Di fronte a lei, la sedia era vuota. Il ragazzo le rivolse un sorriso, mentre l'Imperatrice accoglieva anche Lady Josefine, vestita in modo molto elegante. La madre si sedette proprio di fronte a lei, continuando a lanciare occhiate alla coppia.

La serata passò piacevolmente: Lady Ludovice si era mostrata seriamente interessata alle due Darkriver, e discorreva con loro in modo amabile. Ogni tanto l'Imperatore si univa alla conversazione, ma solo per cortesia, dato il suo carattere chiuso. Durante il dolce arrivarono Vivian e Gideon, che si presentarono scusandosi del ritardo.

«La carrozza ha sbagliato strada», spiegò la Principessa, facendoli ridere tutti.

Si accomodarono, e Cordelia non poté sfruttare l'occasione di parlare con il fratello minore di Wladimir, che rese la serata interessantissima con aneddoti sulla cultura orientale. «Per strada è facile trovare due uomini per mano: è il loro modo di dimostrarsi fratellanza».

La ragazza lo ascoltò incantata per almeno un'ora, mentre le donne avevano cominciato a spettegolare ed il Principe e l'Imperatore ascoltavano le conversazioni. Vivian se ne era andata via, a causa della febbre che la affliggeva, e Cordelia si sentì lusingata che la Principessa fosse venuta a quella cena nonostante l'infermità.

Quando ormai era notte, il gruppo si disgregò. Lady Josefine fece un inchino e si diresse verso la sua stanza, così come Gideon. Wladimir intrecciò il proprio braccio a quello di Cordelia, e dopo aver salutato i sovrani, scesero le scale e si diressero in corridoio. Durante la cena si erano scambiati al massimo sguardi di pochi secondi.

A Cordelia dispiaceva quella freddezza, ma doveva far capire al ragazzo che scherzi del genere non erano ammissibili – sia l'esser entrato nella vasca che il finto svenimento. Arrivarono di fronte alla porta della stanza dei Darkriver.

«Buonanotte», disse Wladimir, accennando un sorriso. Niente divertimento o malizia, pareva anzi imbarazzato, per quanto fosse assurdo. Si allontanò per il corridoio prima di aspettare che Cordelia entrasse in camera.

La giovane chiuse la porta, sospirando profondamente. Stava perdendo tutti i passi fatti in precedenza, allontanandolo. Non avendo sonno, decise di prendere uno dei pochi libri che possedeva e leggerlo. Era una raccolta di poesie anonime, dedicate alla bellezza bucolica. Il tempo passava, e lei non si decideva a svestirsi ed andare a dormire.

Senza pensarci troppo – altrimenti avrebbe cambiato idea – afferrò la camicia da notte e si diresse verso l'ala dei Bloodwood. Le guardie, silenziose, non dissero nulla sulla sua presenza: sicuramente stavano sonnecchiando, data l'ora tarda.

Aprì lentamente la porta del Principe, per non svegliarlo, e se la richiuse dietro. Era tutto completamente buio, e questo fu un bene quando la ragazza cominciò a togliersi il vestito, il corsetto e la sottogonna, infilandosi la camicia da notte. Piano ed a tentoni, arrivò fino al letto. Sentiva Wladimir respirare in modo regolare, segno che stava dormendo. Tirò su le coperte e si sdraiò accanto a lui.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top