12 - Mano

Wladimir voleva fare le cose nel modo giusto, almeno con Cordelia, ma non aveva resistito a fare quella richiesta a Lady Josefine.

Le notti seguenti non era riuscito a dormire, immaginando l'espressione della ragazza a ciò che stava organizzando.

Due giorni dopo, Wladimir si recò nella sala comune. L'Imperatore aveva dato modo alla coppa rifiutata di trovare altri compagni e presentarli ai sovrani.

Il padre di Maximilian ed un altro uomo stavano già di fronte ai troni, ed il Principe arrivò proprio mentre il fidanzamento veniva accettato: Lord Maximilian Blackeye e Geltrude Silentowl.

I due nobili fecero un inchino e riempirono la coppia imperiale di ringraziamenti, defilandosi poi per discutere i dettagli dell'ingaggio.

Barnabas scosse la testa, ormai solo con moglie e figlio nella sala – guardie escluse. «Wladimir, ti avevo detto che avrei condannato quella povera Darkriver».

Il ragazzo sorrise. «Ma io sono ancora qui».

L'Imperatore ci mise un po' a capire, mentre Ludovice rivolse al figlio un sorriso dolcissimo. L'uomo annuì. «Sarà meglio organizzare una cena intima e conoscere la nostra prossima Imperatrice, dunque».

Wladimir non aveva mai pensato alle implicazioni di quella richiesta, ma immaginare Cordelia dove ora era accomodata la madre lo rese strano, in senso buono. Averla accanto per tutto il tempo, ascoltare i suoi consigli su questioni spinose... paradiso!

«Domani sera, magari», disse Ludovice, con quel tono pacato. Wladimir pensava davvero che fosse la personificazione della maternità, con le lievi fossette ai lati della bocca durante un sorriso. Era una donna piuttosto rotonda, ma il ragazzo capiva che tutta quella dolcezza doveva pur essere contenuta da qualche parte.

Il Principe scosse la testa. «Devo lavorarci su».

La donna gli lanciò un'occhiata di rimprovero, mentre Barnabas continuava a massaggiarsi la mascella, pensieroso. Con una veloce reverenza, il ragazzo si congedò, dirigendosi verso la stanza che più adorava.

Bussò insistentemente, impaziente di rivederla, ma ad aprire fu Lady Josefine. Aveva il volto tirato, ed il vestito sgualcito, come se avesse passato la notte in piedi. Quando vide il ragazzo, i suoi occhi si indurirono. «È destino dunque, che io sopravviva ad entrambe le mie figlie».

Quelle parole scavarono un solco nel petto del Principe. Non poteva essere. Senza tante cerimonie entrò nella stanza, oltrepassando la donna.

Cordelia era sdraiata sul letto, con ancora indosso il vestito blu notte. Le onde dei suoi capelli erano sparse disordinatamente sul cuscino, ed era così pallida che non c'era distinzione fra il colore della pelle e quello delle labbra. Le palpebre, chiuse, tremolavano delicate, troppo delicate. Una preoccupazione sorda si impadronì di Wladimir, che pareva paralizzato. Ci volle un po' perché notasse un dottore accanto alla ragazza, il quale le aveva messo due mani sul collo per misurarle il battito.

«Non sappiamo cos'abbia», sussurrò Lady Josefine, risentita.

Il dottore scosse la testa e guardò la donna, in muta richiesta. Questa annuì e si avvicinò, cominciando a slacciare il vestito di Cordelia. Ora rimanevano solo il corsetto e la sottoveste a coprirla, mentre le spalle, le braccia e le gambe erano scoperte. L'uomo afferrò un barattolo di vetro pieno di sanguisughe e cominciò a depositarle sulle porzioni di pelle libera, dove le vene apparivano oltre i leggeri strati diafani di epidermide.

Vederla così, malata ed esangue, era un supplizio per Wladimir. Era stato sul punto di andare lì per chiedere alla ragazza stessa la sua mano, ed ora lei lo stava lasciando. Si avvicinò lentamente al letto e si sdraiò, non sopportando quella vista, ma non avendo la forza di girarsi ed andarsene. Quando il dottore ebbe finito, sussurrò: «Tornerò tra un paio di ore». Ed uscì, seguito da Lady Josefine, che ora aveva cominciato a singhiozzare.

Lentamente, come se avesse paura di farle male, Wladimir accarezzò la bianca guancia di Cordelia. Era fredda, troppo. Ripensò al loro ultimo momento insieme, quando la sua pelle era bollente. Che cosa era cambiato? L'aveva baciata, l'aveva stretta a sé e...

... l'aveva morsa. Un sospetto cominciò a farsi strada nella sua mente. Le sanguisughe stavano sortendo l'effetto contrario: la ragazza continuava ad essere mortalmente pallida. Con un gesto di stizza le staccò via tutte, rimettendole in quel maledetto barattolo, e tirò fuori un pugnale che portava sempre con sé. Essendo un componente della famiglia imperiale, gli attentati erano molto probabili: meglio difendersi.

Si recise il polso e fece cadere qualche gocciolina sulle labbra di lei, ma non cambiò nulla. Imprecando, affondò la lama nella carne, fino a farsi un grandissimo male. Ora la bocca di Cordelia si era schiusa, e Wladimir fece aderire le sue labbra alla propria ferita. Lentamente, Cordelia deglutì. Il ragazzo tirò un respiro di sollievo, mentre la giovane cominciava a bere con un ritmo più veloce, fino a trovare le forze di afferrare il polso di Wladimir e stringerlo a sé. Poco dopo, però, il Principe si staccò. Se avesse perso troppo sangue, avrebbe solo peggiorato la situazione.

Ormai era chiaro che Cordelia non era malata, ma solo in carenza di sangue, e quelle dannate sanguisughe non avevano fatto che peggiorare la situazione. Il suo raggio di sole aprì gli occhi, e lo osservò interrogativa. Non aveva abbastanza linfa affinché le gote si imporporassero, ma il suo sguardo era eloquente. La lingua cominciò a leccare le labbra, ancora colorate di rosso.

Wladimir scosse la testa. «Riposa», sussurrò, abbandonando il "voi". Era troppo distante usarlo, pareva allontanarlo da lei. Cordelia annuì e si avvicinò a lui, fino a posare la testa sul petto del Principe. Chiuse gli occhi ed il respiro si fece più profondo e regolare.

Due ore dopo, la porta si aprì. Lady Josefine era affiancata da Lady Ludovice, che aveva speso un bel po' di energie per cercare il figlio. La scena che si parò loro davanti le lasciò stupefatte: i due ragazzi dormivano beati, l'una nelle braccia dell'altro. L'Imperatrice appoggiò la mano sulla spalla della Darkriver, e con un cenno della testa la invitò ad uscire, per lasciarli riposare. Il dottore, dal corridoio, le guardò interrogativo, ma l'Imperatrice lo pagò e lo fece andare via.

«Credo sia giusto rimborsarvi, mia signora», cominciò Lady Josefine.

L'altra donna scosse la testa, sorridendole in modo amichevole. «Mia cara, sono io ad essere in debito con voi. Ho passato anni a preoccuparmi di mio figlio, ed è bello finalmente vederlo tra le braccia di una ragazza», spiegò. "E non tra le gambe", aggiunse con il pensiero.

******

Qualcosa gli stava sfiorando il collo, e lui cambiò posizione, infastidito. «Non ora, Tam», rimproverò il gatto.

Il contatto sulla sua pelle era un soffio, e lui aprì gli occhi quando non si interruppe. Non si trovava nella propria stanza, ma in una più luminosa. Ciò che lo aveva svegliato era il respiro di Cordelia, il cui viso aveva trovato spazio sulla spalla di Wladimir.

Le guance avevano riacquistato quella sfumatura tanto bella per lui, che non vedeva l'ora di vederle colorarsi ancora di più. Scivolò via dal suo abbraccio e chiamò una serva. Quando questa arrivò, le fece segno di fare piano e le ordinò di riempire la vasca con l'acqua calda. Il Principe tornò a sdraiarsi sul letto, incurante della donna che faceva avanti ed indietro con secchi pieni, e si chinò sui suoi capelli, per sentirne il profumo.

Dopo che la vasca fu piena e la serva sparita, cercò di svegliarla, scuotendola delicatamente. Gli occhi di lei si schiusero come un delicato fiore, ed il suo sguardo parve in un primo momento sereno, ma poi cadde su ciò che stava indossando – corsetto e sottoveste – e lanciò un gridolino. «Che fine ha fatto il mio vestito?», chiese dopo essersi coperta con il lenzuolo scuro.

Wladimir appoggiò la testa sul cuscino e le sorrise divertito. «Ti ho detto che me lo sarei ripreso».

Le labbra di Cordelia si aprirono, mostrando la sua sorpresa. «Hai sfruttato la situazione!», lo accusò. Sentirla rivolgergli il "tu" lo fece sorridere. Era strano, nessuno oltre ai genitori ed i fratelli aveva il permesso di farlo. Tranne lei, aggiunse poco dopo nella propria mente.

La ragazza abbassò gli occhi, a disagio. «Vi ringrazio, Principe, ma sono fidanzata», sussurrò tormentandosi le mani, che ancora stringevano i lembi del lenzuolo.

Lui sorrise, divertito. «Anche io».

«Oh», fu tutto ciò che disse, mentre cominciava a tormentarsi il labbro.

«Vostra madre non ha avuto l'occasione di comunicarvelo, ma la vostra richiesta di unione con Maximilian Blackeye è stata rifiutata da mio padre», spiegò Wladimir, osservandola attento.

La ragazza scosse la testa. Si alzò velocemente, annunciando: «Devo subito andare a parlargli!», ma la recente mancanza di sangue le fece provare un capogiro così intenso che cadde sulle ginocchia.

«Cordelia!», la chiamò allarmato il Principe, scendendo dal letto ed aiutandola a tirarsi su. «Ti sei fatta male?»

Lei scosse la testa, agitando i ricci, mentre le lacrime minacciavano di scendere. «Che farò ora? Nessuno mi chiederà più di diventare la sua sposa».

Wladimir le afferrò il volto tra le mani. Si sentiva tremendamente in colpa, non immaginava che la ragazza reagisse così. E se lei avesse rinunciato, se non avesse accettato la sua proposta di matrimonio? Non riusciva neanche a pensarci, a concepire quell'idea. «Avete ragione. Nessuno vi chiederà più di essere la sua sposa, e non lo farò nemmeno io». Cordelia cominciò a singhiozzare. «Perché non ho intenzione di rendervi mia moglie», continuò il ragazzo in modo lento, affinché tutto fosse chiaro, «ma la mia sovrana».

La Darkriver si immobilizzò, fissandolo con occhi spalancati ed ancora pieni di lacrime. Dopo qualche secondo di puro silenzio, Wladimir sussurrò: «Respira, Cordelia», e la ragazza obbedì.

Perché non rispondeva? Non lo voleva? La sua reputazione l'aveva portata a non credere che potesse essere un marito fedele? Fedeltà, quella parolona che Wladimir non aveva mai compreso, richiedeva un diverso significato con Cordelia. Non era un'imposizione, quella di non giacere con altre donne, ma una scelta libera.

La ragazza lo prese in contropiede, e si avvicinò per baciarlo. Stavolta il Principe non riuscì a limitarsi solo a stringere le labbra a quelle di lei, ma la lingua delimitò il contorno del suo labbro inferiore, sentendola tremare tra le sue braccia. Fu lento e dolcissimo, ed alla fine fu lui a scostarsi. «Di là c'è la vasca: è piena, vai prima che l'acqua si raffreddi», disse contro la sua pelle.

Lasciarla andare fu difficilissimo, ma quando Cordelia si chiuse la porta alle spalle, il solito sorriso divertito campeggiò sul volto di Wladimir: voleva seriamente vedere fin dove quel rosso scuro potesse spingersi, sulle gote della ragazza.

Perciò, senza perdere tempo, solo nella camera da letto, cominciò a spogliarsi.

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Ragazze, sto avendo problemi a visualizzare il capitolo 9, "Debito". A voi compare o è un problema di wattpad? D:

Come vi è parso questo capitolo? C:

Un bacio,

Varura

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