10 - Banchetto - 1a parte
Era passato un mese dal loro ultimo incontro. Cordelia si sforzava di apparire entusiasta per il suo imminente fidanzamento, ma in cuor suo sapeva che avrebbe preferito che un altro prendesse il posto di Lord Blackeye. Cercava di non pensarci, il più delle volte.
Quella sera l'Imperatore Barnabas aveva indetto un banchetto per festeggiare il ritorno di suo figlio Gideon dall'India. L'ultima volta che si era visto a Palazzo era stato prima della guerra contro gli Angeli, e la Corte risentiva della mancanza dei suoi aneddoti al limite dell'inverosimile.
Tutti i nobili erano stati invitati, ed ovviamente mancare ad un avvenimento simile sarebbe parso un affronto nei confronti della famiglia imperiale. Cordelia non aveva scuse per non presentarsi, ma si promise di non degnare neanche di un'occhiata il Principe.
Stava scegliendo quale abito indossare – uno semplice oppure uno per farsi desiderare? E poi da chi, Maximilian o Wladimir? – quando un servo bussò alla porta e le consegnò un pacchetto. Una volta aperto, rivelò un bellissimo abito blu notte. La gonna era semplice, ed il bordo aveva delle perline di un colore leggermente più scuro, cucite in modo da formare dei ghirigori elementari ma non per questo meno eleganti. Il corpetto era stato lavorato con le stesse perline, che però riprendevano i motivi della gonna in modo più costante. Le maniche, a tre quarti, aderivano alle braccia senza sembrare volgari.
Cordelia si mise una mano sulla bocca, osservando il dono con stupore. Il suo fidanzato doveva aver pagato tantissimo per quel vestito, e la loro unione non era neanche stata ancora ufficializzata dall'Imperatore! Dopo essersi calmata, decise di indossarlo: le stava perfettamente. I suoi capelli ed occhi neri parevano risplendere, in contrasto con quel colore tanto insolito, e la pelle pareva avorio, come i grandi denti di quella creatura descritta da Gideon anni prima.
Sistemò i capelli in un'acconciatura semplice ma elegante, seguendo l'esempio del vestito, ed attese che Maximilian arrivasse. Il suo accompagnatore non ci mise molto a presentarsi alla sua porta, stando bene attento a non varcarne la soglia, per tradizione. Le rivolse un sorriso gentile e le offrì il braccio, facendo apprezzamenti su quanto le donasse quel colore.
Cordelia ringraziò in modo cortese, senza però sentirsi in imbarazzo. Era normale che un ragazzo facesse regali alla propria fidanzata, ed il fatto che Maximilian non avesse detto esplicitamente che quel vestito era un regalo da parte sua rese tutto molto più signorile.
Arrivati nella sala comune, adibita per l'occasione, i due cercarono dei posti. In circostanze simili le tre casate si mescolavano, senza distinzioni per tavoli e sedie. I Bloodwood, invece, restavano più in alto, con un tavolo sopraelevato al posto dei troni, opportunamente fatti sparire: sottolineava la loro posizione, e permetteva a tutti di osservarli da ogni angolo della sala. Ciononostante, Cordelia si impose di non avvicinare lo sguardo da quella parte, se non per fare un lieve inchino ai sovrani per poi accomodarsi.
Maximilian sedeva alla sua destra, mentre la sua sinistra non aveva posti, in quanto avevano trovato spazio solo al margine di uno dei grandissimi tavoli. Dinnanzi a loro stavano due ragazze, anch'elle in età da fidanzamento. Cordelia non aveva intenzione di cominciare a chiacchierare con loro, anzi cercò di sfruttare l'occasione per conoscere di più il futuro sposo.
«Mi piacerebbe vivere tra gli umani», disse Maximilian, dopo aver bevuto un sorso di vino. «Per quanto siano inferiori, credo che presto potrebbero sviluppare una sorta di intelligenza più utile. Mi hanno sempre affascinato».
I discorsi filavano davvero lisci, Maximilian non era un tipo taciturno e si mostrò molto interessato a come la pensava Cordelia, su tutto. Sembrava non essere minimamente influenzato dalla convinzione che le donne fossero inferiori, ma trattava la ragazza come sua pari, e lei non poté non apprezzarlo.
Quando i servi ebbero finito di riempire i piatti con le portate, l'Imperatore disse che avrebbe ascoltato le richieste di fidanzamento e che tutti coloro che non erano invischiati in tali pratiche potevano continuare a festeggiare in terrazza.
«Perché non usciamo anche noi?», propose Maximilian, stavolta prendendole la mano invece del braccio. «Mio padre e vostra madre penseranno a tutto, la nostra presenza non cambierà nulla».
Cordelia gli rivolse un sorriso gentile ed accettò. Non amava quel ragazzo, non dopo poche ore insieme, ma provava stima nei suoi confronti. Si sentiva fortunata a dover passare l'eternità con un ragazzo simile, cordiale ed elegante.
Arrivati in terrazza, passarono una piacevole serata. Parlarono molto, e Maximilian non pareva per nulla annoiato dalle idee di Cordelia, che si trovava davvero stupita dall'atteggiamento aperto del suo accompagnatore. Se solo il suo cuore avesse reagito a lui, e non al Principe, sarebbe stata la Demone più felice del pianeta. Ma quel piccolo muscolo nel petto non faceva che indurla in dubbio, continuandole a proporre differenze fra il Blackeye ed il Bloodwood, ed il cervello non era abbastanza forte per contrastarlo.
Quando Maximilian la accompagnò alla sua stanza, i ringraziamenti di Cordelia per la bella serata erano sinceri. Lui le sorrise gentile e le augurò la buona notte.
La ragazza sospirò e si sciolse i capelli. Era andato tutti in modo perfetto, ma il suo cuore continuava ad essere pesante, come un macigno. Stava per togliersi le scarpe quando qualcuno bussò.
Non riuscì neanche a chiedere chi fosse, che il suo ospite fece irruzione, con un sorriso a metà fra il criptico ed il divertito. Il cuore di Cordelia smise di essere così fastidioso, ma anzi cominciò a battere come le ali di un piccolo uccello.
«Principe», salutò con un inchino, cercando di apparire fredda. La porta era chiusa, ma anche in quella stanza intima non avrebbe permesso a nessuno di capire cosa le suscitava quel ragazzo, men che meno a lui.
«Siete sublime», sussurrò Wladimir, osservando il vestito blu. «Questo colore vi sta d'incanto».
Maximilian aveva fatto un apprezzamento simile, ma solo ora le guance di Cordelia diventarono rosso fuoco. Traditrici, pensò la ragazza con rammarico. Possibile che tutto il suo corpo cospirasse contro la razionalità?
«Cosa ci fate qui, Principe?», chiese Cordelia per spezzare il silenzio, che stava diventando davvero opprimente.
Il suo sorriso si allargò. «Vedete, Cordelia», e sentendo nominare il proprio nome da lui, il cuore mancò un battito, «non ho trovato carino che non mi abbiate neanche ringraziato per il dono di stasera», spiegò, sfiorando un lembo della gonna e provocando un brivido alla ragazza. «Perciò sono venuto a riprendermelo».
La ragazza sbatté le palpebre, confusa. Ricollegare tutto la fece arrossire ancora di più: il fidanzato non le aveva detto chiaramente che fosse un regalo da parte sua, ed il blu era così costoso che solo una persona molto abbiente poteva permetterselo...
«Io non immaginavo che...», ma venne fermata dal pollice di Wladimir, che si era posato sul suo labbro inferiore. Lentamente, come per dare il tempo a Cordelia di scostarsi, il Principe si chinò per sfiorare la propria bocca con quella di lei.
La ragazza sarebbe potuta morire in quel preciso istante, e non rammaricarsene: era il momento perfetto, ed il suo corpo desiderò annullare ogni distanza con lui. Si mise in punta di piedi, rendendo il bacio più pressante. Sentiva il respiro di Wladimir sulla propria pelle, e questo non faceva che suscitarle brividi lungo la spina dorsale. Le mani del Principe arrivarono a cingerle i fianchi, attirandola a sé.
Le labbra di lui lasciarono quelle di lei, ma solo per cominciare a depositare leggeri e bollenti baci sulla mascella, per poi scendere ed infiammare il corpo. Il cuore di Cordelia batteva così forte che probabilmente aveva pulsato più volte in quel momento che in tutta la sua vita.
«Vi prego», sussurrò Cordelia, così basso che le venne il dubbio che Wladimir non l'avesse sentita.
«Non temete», disse lui ad un centimetro dalla sua pelle, proprio all'altezza della giugulare. «Non vi morderò».
Cordelia scosse la testa ed affondò le dita tra i capelli di lui. Erano morbidi, perfetti, esattamente come chi li portava. «Vi prego... fatelo», sussurrò a voce ancora più bassa. Non sapeva cosa le stesse prendendo, ma il suo corpo non riusciva a non inarcarsi contro quello di lui, la sua mente non si liberava dall'idea dei suoi denti nella sua pelle.
Wladimir si scostò e la guardò negli occhi. Parve vedere qualcosa nelle iridi scure di lei, perché annuì lentamente e tornò sul suo collo. Cordelia sussultò quando sentì la pelle lacerarsi, ma si sciolse come neve al sole quando il dolore cominciò a diventare qualcos'altro, un sentimento che non conosceva. Ora non solo le gote stavano andando a fuoco, ma tutta la sua pelle. Mentre il Principe beveva il suo sangue in modo lento e calcolato, dolce, i denti cominciarono a dolerle.
«Cordelia, sei sveglia?», chiese una voce, interrompendo quel momento intimo. Wladimir si staccò e si pulì le labbra rosse, mentre Cordelia passava una mano sul suo collo, dove ormai la ferita si stava già rimarginando.
Lady Josefine dall'altra parte della porta doveva essere piuttosto impaziente, perché entrò in stanza senza preavviso. Tutta la sua esuberanza si paralizzò, quando vide il Principe nella stanza della figlia. Gli occhi parvero uscire dalle orbite, e la bocca cominciò ad aprirsi per gridare allo scandalo, quando Wladimir la anticipò, chiedendole: «Posso parlarvi in privato?».
Per quanto trovare un ragazzo nella camera della propria figlia fosse inammissibile, Lady Josefine non poté far altro che acconsentire: si stava parlando comunque dell'erede al trono, aveva una sua influenza.
Wladimir non rivolse neanche uno sguardo a Cordelia, che stava ancora riprendendo fiato. Uscì e chiuse la porta alle sue spalle, per poi cominciare una conversazione piuttosto spinosa in corridoio.
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