1 - Bambola - 1a parte

[undici anni]

La bambola di Cordelia era un piccolo tesoro. Aveva i capelli biondi, colore piuttosto inusuale, ed bottoni al posto degli occhi. Era davvero morbida, e la piccina aveva preso l'abitudine di tenerla stretta mentre dormiva.

Al mattino, così come la bambina, il grazioso pupazzo partecipava ad un rituale di bellezza, per poi essere riposto sulle coperte del letto, ben piegate da uno dei tanti servi.

La piccola doveva seguire delle lezioni di etichetta, affinché potesse trovare un uomo tra i più altri ranghi. Quel giorno l'amica francese della madre le aveva messo un rigido libro in testa, probabilmente un tomo antico, e le aveva ordinato di camminare senza farlo cadere. Ogni volta che una delle sue manine saettava per risanare il bilico del volume sulla sua testa, l'aristocratica francese la pungolava con un ago. Alla fine della mattinata, la povera Cordelia aveva le braccia doloranti, nonostante le ferite si fossero rimarginate subito.

Dopo un pranzo piuttosto sostanzioso – finalizzato a dare alla piccola le forme giuste per crescere come una donna prosperosa – poteva finalmente avere un po' di pace. Uscì dallo studio dove si erano tenute le lezioni e si diresse verso la sua camera, dove la bambolina bionda la attendeva.

Quando aprì la porta, si accorse di non essere sola nella piccola stanza. Un'altra bambina stava pettinando il suo giocattolo con ferocia, con la conseguenza che molti dei fili dorati erano rimasti fra i dentini del piccolo pettine d'osso. Quando gli occhi dell'intrusa intercettarono quelli sconvolti di Cordelia, una risata proruppe. «E' proprio bella questa bambola... ops... era...».

La piccola Mildred scese da letto con grazia, per poi sfilarle accanto. Cordelia era ancora scossa, mentre i piccoli occhi scuri si riempivano di lacrime: quello era stato l'ultimo regalo del padre.

Se lo ricordava ancora, nonostante fossero passati cinque anni ormai. Il padre era tornato a Palazzo ed aveva fatto rapporto all'Imperatore Barnabas II, prima di bussare alla sua porta. Aveva le mani dietro la schiena, e sorrideva estasiato, cancellando per pochi istanti la fatica del lungo viaggio. Cordelia lo aveva rincorso per i corridoi, cercando di afferrare il suo regalo per poterlo esaminare, ma il padre era un osso duro. Quando la piccola vinse, artigliandosi alla gamba dell'uomo, ricevette quel grazioso giocattolo. Il padre le aveva spiegato che era l'ultima moda da Parigi, e che non poteva che dare il meglio alla sua piccola bambina.

Mildred aprì la porta, e sorridendole maligna disse: «Era un regalo di nostro padre, giusto? Era mio diritto giocarci».

Cordelia rispose tra i singhiozzi: «Giocarci, non rovinarla». Ma la piccola intrusa era già andata via, non senza affermare che si era divertita molto giocando insieme, e che avrebbero dovuto rifarlo al più presto.

Le lacrime continuavano a scendere, ma la bambina cercava di darsi un contegno. La porta era stata lasciata spalancata, perciò si avvicinò per chiuderla, affinché nessuno potesse vederla piangere e spifferarlo alla madre. Afferrò la maniglia, quando una voce maschile sbuffò: «Sì, padre, senz'altro! Come volete voi, padre!».

Prima che potesse accostare la porta, un giovane ragazzo passò per il corridoio di fronte alla sua stanza. I suoi occhi catturarono l'immagine della piccola Cordelia, e si avvicinò. «Qualcosa non va, miss?».

Lei scosse la testa, cercando di buttare giù il groppo in gola. «No, nulla, Principe Wladimir».

Lui sfilò dalla tasca un fazzoletto di seta, con le iniziali WB sopra. Le asciugò le lacrime in silenzio, per poi dirle in tono rassicurante: «Questo non sembra "nulla"».

«Vi ringrazio, Principe», rispose Cordelia con un inchino accennato, «ma non è niente che possa rubare il vostro prezioso tempo».

Il giovane Wladimir fece per pensarci su, battendosi l'indice contro il labbro inferiore, mentre guardava in basso. Cordelia, nonostante la propria età, non poté non trovarlo oggettivamente bello.

Il ragazzo si strinse le spalle. «Beh, non sarò l'erede al trono, ma in quanto membro della famiglia reale uno dei miei compiti è assicurarmi della salute del popolo. Quindi, ora siete di primaria importanza».

La piccola abbassò lo sguardo, imbarazzata. Il Principe non si sarebbe di certo trattenuto oltre, se avesse saputo che le sue lacrime erano causate da una lite per una bambola. Aveva altro da pensare, soprattutto organizzare la sua festa per i quindici anni, dove pochi intimi sarebbero stati invitati.

Wladimir alzò un sopracciglio, in attesa.

«Beh... ecco... la mia sorellastra mi ha rotto l'ultimo regalo di mio padre», confessò a capo chino. Ora il ragazzo se ne sarebbe andato stizzito, maledicendola per avergli fatto perdere tempo.

Inaspettatamente, chiese: «Posso vederla?».

Cordelia annuì, tornando in camera e prendendo la bambola, senza guardarla. Non voleva fare un'altra brutta figura davanti al Principe, piangendo.

Lui la osservò, senza arrischiarsi a toccarla, come se fosse di vetro delicatissimo. «E' davvero graziosa», confermò.

Prima che la bambina potesse ringraziare, una voce maschile disse: «Wlad, ti sbrighi o no?».

Il Principe le rivolse un sorriso di scuse, porgendole il proprio fazzoletto, e si affrettò a dirigersi dove stava andando prima che si accorgesse di Cordelia.

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