Terrore
Il venerdì giunge in punta di piedi, e alle quindici spaccate sono al laboratorio di analisi per ritirare il referto dell'esame del sangue. L'ho fatto per controllare l'andamento del valore della gonadotropina corionica, ossia l'ormone della gravidanza.
Ho deciso di non dire nulla al capo, per ora.
Anche Ricky approva la mia scelta di tacere la gravidanza in ufficio. Per scaramanzia, al lavoro sapranno qualcosa solo quando la ginecologa avrà decretato che la mia gestazione è assolutamente fuori pericolo.
Voglio questo bambino.
Stamattina mi sono svegliata piangendo e urlando: "Ti voglio, maledizione! Ti voglio! Stavolta non ti lascerò scappare via!".
Mi sorprendo ad asciugarmi una lacrima. Dio che agitazione esagerata...
Leggo il referto, il valore è raddoppiato rispetto a quello di quarantotto ore prima: perfetto. Mando un sms a Ricky per comunicargli il dato, so che è in ansia di conoscerlo.
Lelly mi sta aspettando in un bar poco distante, affretto il passo.
Eccola là, comodamente sprofondata in una poltroncina di bambù bianco. Il plateatico esterno al bar è pieno di gente, la giornata è splendida. Mi siedo di fronte a lei.
«Hai ritirato le beta?» chiede impaziente, riferendosi al referto che ho ancora in mano.
«Sto bene, grazie e tu? Sì, ho ritirato le beta» rispondo sarcastica, guardandola di traverso.
«Sono raddoppiate?» insiste lei senza far caso alla mia battuta.
«Sì» replico evasiva.
«E allora cos'è quell'espressione depressa, scusa?» nel frattempo il cameriere è passato a prendere la mia ordinazione.
«Non ho la nausea e ho dei doloretti alla pancia» confesso con aria mesta.
«Ricominciamo con questa storia, Lex, i dolori sono dovuti all'utero che si dilata per prepararsi ad accogliere il tuo gamberetto, sono normali. La nausea non sempre è presente, ripeto, ci sono decine di donne che vantano gravidanze arrivate tranquillamente a termine senza nemmeno l'accenno di una nausea. Stai tranquilla, per la miseria!»
«Vedo che hai studiato. Hai rinunciato a qualche trombata per prendere ripetizioni?» la prendo in giro.
«Anch'io sono iscritta a qualche forum, sai? Sono autentiche miniere di informazioni delle quali verresti a conoscenza solo dopo aver sborsato un patrimonio» mi spiega seria, sorseggiando la sua acqua tonica.
«Lo so, sono iscritta anch'io, ricordi?» sorrido mentre il cameriere mi posa davanti una spremuta fredda e una macedonia di frutta.
«Sì, ma invece che essere contenta sembra quasi che tu ti aspetti una catastrofe da un momento all'altro! Cambia forum, forse sei su quello sbagliato, dato che ti mette di cattivo umore» e mi lancia un'occhiataccia.
«Abbi pazienza, non sono nemmeno capace di scegliermi un dannato forum senza rischiare di deprimermi» replico masticando lentamente un pezzo di melone.
«Con te a volte è davvero dura stabilire un contatto, accidenti! Sei impossibile! E gli ormoni ti stanno peggiorando!» sibila viola in viso. Far incazzare Marilena è un'operazione di una semplicità disarmante. E la tizia seduta al tavolo accanto non aiuta a tenere a bada il suo carattere turbolento. Si tratta della classica figlia di papà, venticinque anni circa, una che ha scritto in fronte a chiare lettere di non aver mai fatto nemmeno finta di combattere per ottenere qualcosa. È vistosamente incinta e sta ascoltando spudoratamente la nostra conversazione, osservandoci con evidente aria di superiorità. Lelly e io ci scambiamo un'occhiata d'intesa. Qualche giorno fa abbiamo messo a punto un piano per tenere a bada nullità come quelle.
«E com'è andata ieri sera?» mi chiede Lelly, di punto in bianco.
«Uno schianto. La festa è stata favolosa. Abbiamo cenato allo Zenzero Blu» proclamo alzando la voce in modo tale da farmi sentire nitidamente. Lo Zenzero Blu è il locale di tendenza più ricercato di tutta la città. Ha una lista d'attesa che può arrivare anche a tre settimane. Cenare lì è quasi da raccomandati. La mocciosa viziata arriccia il naso, senza nascondere il disappunto. Dio come godo... Sorrido a Lelly, sfrontatamente.
«E com'è andata la sfilata?» Lelly rincara la dose, mentre la giallona sbianca: com'era possibile che lei non fosse stata informata?
«Favolosa, tesoro! Le modelle erano delle vere bombe, è stato sensazionale, soprattutto perché non ce n'era nemmeno una sotto i quaranta» La ragazza incazzata tamburella con le dita sulla tovaglia color crema. Ci guarda come se fossimo insetti schifosi da schiacciare. Senza saperlo la pupa fa il nostro gioco, infierire ancora su di lei è a dir poco godurioso.
«Ma questa è stata una prova tecnica di trasmissione, comunque» Lelly piazza il missile sulla rampa di lancio, io comincio ad accendere il motore, sfregandomi le mani. Cerco di non fare caso a dei piccoli doloretti addominali, simili a punture di spillo, che sono comparsi da qualche minuto. Non voglio diventare paranoica sul serio.
«Davvero? Che vuoi dire?» termino la mia macedonia e accantono il piatto, fingendo di essere in procinto di scoprire lo scoop del secolo.
«Sarà un evento sensazionale, ma per ora è una faccenda super riservata» mi dice a bassa voce, la ragazza tende l'orecchio senza alcun ritegno.
«Avanti, spara, non sto più nella pelle, accidenti!» alzo volutamente la voce.
«Alcuni membri di una famosa casa di moda erano presenti e hanno chiesto alle stiliste di preparare una collezione di abiti da sposa premaman e cerimonia sexy, per donne dai quaranta in su!» Fuoco! Ordigno sganciato, la deflagrazione è micidiale. La pupa si alza rovesciando la sedia e trascina con sé le amiche, altrettanto furiose. Lelly e io sghignazziamo come due adolescenti.
«Parlando di cose serie, ho fatto un giro di telefonate per la festa, quella vera» mi strizza l'occhio con fare complice.
«E?...» sono curiosa di sapere chi ha contattato.
«Alcuni amici di Joey hanno attività commerciali di vario genere e hanno accettato di sponsorizzarci in cambio di pubblicità» Lelly è raggiante, mentre io inizio a muovermi sulla sedia con inquietudine, i dolori alla pancia stanno aumentando.
Sto entrando in panico.
Sbianco vistosamente mentre un dannato crampo mi costringe a piegarmi dal male.
Subito dopo mi sento bagnata.
No, maledizione.
Non può essere. Cazzo!!
Lelly mi guarda con occhi terrorizzati.
«Che ti succede?» chiede chinandosi verso di me.
«Ho un male bestiale alla pancia e mi sento bagnata» la mia voce è ridotta a un gemito, il dolore sta aumentando di secondo in secondo.
«Chiamo un'ambulanza?» Lelly è davvero in preda al panico.
«No, niente ambulanza. Chiamiamo un taxi» almeno posso scegliere di andare all'ospedale dove sono seguita e non a quello più vicino. Ammesso di arrivarci senza morire d'infarto durante il tragitto.
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